martedì 31 maggio 2022

INVOLUZIONE VERSO LA MALATTIA E TRADIMENTO DEL DESIDERIO

 La vicenda umana, che non la chiameremo più evoluzione, ma semmai involuzione, ovvero  deciso peggioramento da una situazione di ideale essere ad una di tormentato divenire,   è un composto, dove però qualcosa resta, se non del tutto escluso, perlomeno sempre sotteso, accennato...  cosa e' ? e si! è lui il “desiderio” che non si lascia imbrigliare dai giochetti seriali della parola, nè tanto meno dagli analoghi della metafora, ivi compreso quell’analogo-io che soprassiede alla coscienza:  Il desiderio sta sempre altrove, sempre negli anfratti, come sostengono erroneamente molti: negli scarti!!!!...  della parola e del pensiero cosciente, e non viene neppure riconosciuto nella parte del cervello, da cui sembra originare: le corrispondenze sulle aree dell’emisfero tra destra e sinistra ? Wernicke, Broca?:  aree mute su quello destro! “ Il panorama è del tutto differente se invece, proprio come ha fatto Jaynes per la coscienza e emisfero sinistro, seguiamo uno stesso procedimento per quello destro e una non-coscienza, che così un tantino riduttivamente è stato denominato inconscio o peggio “subconscio” che è la quintessenza del riduttivo, in quanto  quello che stiamo faticosamente cercando di dettagliare tutto è tranne “sub” sotto, anzi diciamo che è sterminatamente più vasto. Ci vogliamo provare a approfondire e dettagliare, questo particolare e alquanto negletto, frainteso, bistrattato, funzionamento “altro”  dell’entità biologica umana? Magari partendo da quell’ipotesi cosmogonica  cui negli articoli precedenti abbiamo fatto cenno : orbene diciamo che se non fosse stato per quella coeva istanza, presente all’atto dell’origine della vita, non il mantenimento, ma il ritorno,  il momento dell’impatto della... “cometa” “asteroide” ”frammento”...(poni quello che vuoi, ma in effetti la cometa con la sua lunga coda è la più accreditata, non fosse altro  per quella coazio

ne a ripetere anche formale, addirittura grafica, di disegno, che tutte le forme vitali tendono a  ri-assumere con infinite varietà), ebbene dopo la parentesi di una imprecisata, ma certamente assai lunga e per nulla conosciuta età dell’oro con  dominio di prescrizioni auditive (le famose voci ascritte agli dei, che Jaynes chiama “mente bicamerale” in quanto contraddistinta da due diverse specializzazioni del cervello umano),  la nascita di una coscienza dialogale  con la formazione dell’analogo io e la capacità di porre in relazione sè stesso con l’ambiente, le “voci” per un uomo oramai  siffatto non servono più e diventano tutt’al più motivo di nostalgia o di stramberia di determinate persone, auguri, sibille, sciamani, maghi, artisti, che non trovano adeguato posto nel consesso di un mondo sempre più preciso e metodizzato. Non è quindi che tacciono, diciamo che parlano ma lo fanno a modo loro, un modo quanto mai antitetico a quello della coscienza, sempre più impegnata a stabilire delle precise regole al suo da farsi: parlano non solo con le parole, ma con immagini, con sogni, con fantasie e con tutto un armamentario alquanto variegato, per il quale ci vorranno tremila anni per arrivare ad un qualcuno che riconosca loro uno statuto di possibilità. Freud ha cominciato affrontando una di tali modalità di comunicazione ripetuta dell’inconscio, il sogno, ma poco dopo, come fatto cenno, è passato a valutarne altre: i lapsus, gli atti mancati, gli sbagli di termini (psicopatologia della vita quotidiana), poi l’ironia, le cosidette freddure (il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio) quindi le più antiche storie, i Miti (Totem e tabu’), le pulsioni con tanto di loro vicissitudini, quindi i ricordi e la loro rimozione, laddove con quella sua espressione di “lento ritorno del rimosso” ne ha fatto l’architrave dello stessa psicoanalisi, però si è anche occupato di seduzione, di transfert, di  “lutto e melanconia!” sancendone una differenza metodologica, quindi di psicologia delle masse, di narcisismo e di precise affezione di impronta psichica, riesumando le teorie di Groddeck, e infine non poteva non occuparsi di “lei” la morte, elevandola a paladina di tutta una revisione del suo pensiero come summa del desiderio, sottraendolo al piacere e invece  affidandolo al ritorno, al ritorno da dove siamo venuti con meccanismi di coazione a ripetere, per cui ecco che siamo rimandati a quella duplice istanza contenuta appunto nel desiderio vitale: la prima di permanenza nel suo stato, la seconda di tornare a quel nulla da cui la vita è emersa. Sono proprio tutte queste istanze, che le famosi voci della mente bicamerale, non avendo più un ruolo da svolgere nei termini della permanenza e di un adattamento sempre più efficace, si sono andate ad occupare, e non più solo voci, ma il sequel di variegati messaggi che era andato a scoprire e ad elencare, fino a quello ultimissimo del ritorno al nulla come modalità di “pulsione” definita anche istinto  di morte” Le corrispondenti parti di quelle dell’emisfero sinistro, ovvero delll’emisfero destro,  si sono andate ad occupare di tutto quel materiale che la metafora con il suo analogo io in sempre più efficace era in grado oramai di condensare e  narratizzare compiutamente, difatti non essendoci praticamente più spazio metaforico, quello che doveva per forza di cose, venire rappresentato era il trascinamento significante della metonimia, di tutto quello, cioè che esulava dal ragionamento conscio dell’Io, ovvero il lavorio simbolico di un inconscio teso a sviluppare  la seconda istanza, quella del ritorno, come pulsione di desiderio. Era quanto mai sequenziale che oramai non avendo più un compito stabilito, quello di concorrere alla funzione dell’emisfero sinistro di un adattamento all’ambiente, attraverso tutto quello che non rientrava nel compito metaforico di allargamento e precisazione  del linguaggio articolato,  la funzione vestigiale  dell’emisfero destro, si trovava all’improvviso del tutto libera da problemi di pronta necessità e quindi la sua funzione metonimica poteva essere trasferita a tutto quello che non rientrava nella necessità, ma ecco piuttosto alla casualità, quale è il desiderio in relazione ad un sugello di ritorno che non può mai essere definito precisamente, ma sempre per accenni, per mancati, per sviste e sempre quando l’io conscio finalizzato invece al mantenimento del suo essere in vita, è per svariati motivi fuori gioco . “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?” tutte domande che l’uomo si è sempre fatto, ma cui la filosofia, soprattutto la scienza, ha svalutato come inutili, pretenziose, non catalogabili in un vero sapere “roba da filosofi, da scienziati pazzi o anche da artisti”  e che sono sono state sempre  sprezzantemente liquidate, su cui non è stato neppure difficile includervi, sciamani, stregoni, invasati di tutti i generi e si anche artisti, che invece di occuparsi di rendere sempre più affidabile il mondo contestuale che ci circonda, si sono messi a sostituirlo, a farne un altro parallelo: musica, poesia, anche racconti, poemi, dipinti, sculture, persino costruzioni che abbiano perso lo stretto senso della loro funzione precipua dell’abitare, che cosa altro sono se non un sostituto della realtà ? Ciò che è reale è razionale” e “ciò che è razionale è reale” è  così  che il più pretestuoso dei filosofi Hegel ci “metteva una pezza”  e sulla sua scia , tanti altri  hanno cercato di mettercene altre, magari facendo leva su scempiaggini tipo quella appena accennata, o rifacendosi alla sua celebrata dialettica “tesi, antitesi, sintesi” per profetizzare anche una morte dell’arte o andare alla ricerca di una “astuzia della ragione”, tanti altri tra cui si può annoverare un Marx che pomposamente ha chiamato il suo materialismo “scientifico, un Darwin che ha preteso di individuare le leggi  e il mistero della natura, e ulteriori ronzini della conoscenza e del pensiero,  di un  livello davvero infimo,  che sono però riusciti ad imprimere un meccanismo di compravendita e mercimonio anche a specifici  di sicuro impatto sul mondo: Pasteur con la medicina facendone coi suoi “microbi” il più marcato disegno di speculazione di magnati tipo Rockfeller, previa l’individuazione di un nemico da combattere con farmaci e vaccini, Adam Smith e i suoi seguaci di una agghiacciante teoria economica, il cosiddetto liberismo di cui il sopraccennato marxismo ben lungi da esserne l’antitesi, ne rappresenta solo la faccia oscura, originariamente nascosta per l’impresentabilità delle sue tesi, ed infine tutto lo stuolo di sedicenti storiografi che hanno fatto della menzogna e della manipolazione i principi individuatori  per la comprensione degli eventi più recenti della specie umana  (come ha correttamente espresso Evola: in particolare della età del bronzo ovvero dell’avvento dei “mercanti” partendo , non a caso da una delle prime grandi farse e gonfiature  della storia : quella della pandemia del 1348, fino a farsi sempre più marcata con la Rivoluzione industriale e l’avvento della macchina elevata a referente dell’essenza umana)  Si dirà : né Hegel né questi suoi seguaci erano in possesso  della scoperta Freudiana del funzionamento “altro” dell’inconscio e quindi non potevano addivenire al principio che l’essenza umana in tutta la sua complessità, tradizione, sacralità, arte, malattia, financo la morte è una altra realtà, o meglio non è per niente una realtà, e’ un simbolo un  qualcosa cioè che non è di pertinenza dell’emisfero sinistro e della razionalità, bensi di quello destro, negletto perlomeno da tremila anni,  ed è un meccanismo che cerca di “ri-mettere insieme” non i dati concreti e necessari ad un sempre maggiore adattamento, bensì a quel mito dell’eterno ritorno dove sta quel “de-side- ra”. Ecco proprio qui sta la differenza del mio pensiero con quello di Evola ed anche di tutte le interpretazioni a ciclo delle età del mondo: anche io sono convinto che la strada dell’involuzione, del peggioramento sia corretta, e per la prima di queste età, quella dell’oro e degli dei, ho postulato una possibile interpretazione/trasposizione che possa  di colpo far luce su di un passato troppo lontano e indefinito e del tutto mancante di riscontri; l’ho espressa nel mio precedente articolo su questo blog, facendo riferimento ad una recentissima teoria di uno psichiatra americano Julian Jaynes,  di una mente, o meglio di un cervello umano suddiviso per funzioni (una adattiva di mantenimento di stato, una di desiderio come ritorno da dove si è venuti), pragmaticamente e proceduralmente arricchita da principi, leggi ed effetti di una scienza fisica, quella quantistica, che impone continui cambiamenti di stato per parti o per flussi, avvalendosi anche di equazioni matematiche (Einstein, Bohr, Heisenberg, De Broglie, Dirac, Schrodinger, Pauli, Bell, Feynman, etc) calcolo infinitesimale  (Newton, Leibniz) con limiti, derivate e integrali e numeri reali si, ma anche immaginari (proiezioni di numeri negativi) Mi ha indotto in tale ricerca  proprio quel certo pessimismo sotteso al quasi ineluttabile destino di totale caduta del genere umano allo stato di servi tipico dell’età del ferro, che fa seguito al peggioramento dell’età dei mercanti e che sembrerebbe di individuare proprio all’oggi di questa ultima farsa messa in atto da tali mercanti (divenuti i magnati di ben nota influenza Rockfeller, Rotschild, Soros, Gates, Schwab) e avallata da quella mentalità sinistra e popperiana (evoluzione dell’Hegelismo e del Marxismo nel comun denominatore dell’iper consumismo)  con la invenzione di una emergenza sanitaria fondata non su dati di fatto, ma solo sulla diffusione di immotivata paura e il pecoronismo della stragrande maggioranza dell’umanità. Troppo indefinite le alternative proposte da Evola in “Rivolta contro il mondo moderno” e anche nel suo “Cavalcare la tigre” e anche poco circostanziate le prospettive di quegli “intrepidi tigrotti” capaci di tale iniziativa, ma senza precisazione del momento di re-azione, ovvero quando trovare il “kairos” per colpire e annichilire l’avversario. Evola, Guenon e un po’ tutti i pensatori della tradizione di una grande “Destra”, a mio parere non distinguono i nemici dai possibili alleati:  la moderna società dei consumi e dell’oligopolio, nonchè della massa informe, della servizievole mentalità di sinistra (un melange di marxismo e di popperismo all’insegna di un rivoltante buonismo) e dell’assoluto mercimonio delle classi preposte alla comunicazione di massa (stampa, televisione, cinema  financo arte e intellettualità) ha fatto sì che resta estremamente  difficile discernere il buono dal cattivo, ma ecco io penso, che bisogna un tantino fidarsi. Ho citato Jaynes , la fisica quantistica ci sono alcune persone, idee, anche fatti che “trascendono” il meccanismo di sequenzialità in negativo  delle varie ere del mondo, specie dell’età nella quale da perlomeno settecento anni siamo immersi, così abbiamo visto quel tentativo di pochi “eroi” per sottrarsi allo strapotere dell’Era dei Mercanti mercanti e della loro mentalità bottegaia fondata sul commercio: (Carlo Magno, Federico II, la coralità dell’esperienza delle Cattedrali, la Caste, la Cavalleria, l’Impero, la Divina Commedia di Dante  oppure più recentemente, un personaggio come Metternich, la Santa Alleanza da lui promossa che assicurò un quarantennio di pace al mondo, in termini più culturali una filosofia quale quella di Schopenauer o di Nietzsche e quindi la psicoanalisi di Freud, tutti cammini “altri” rispetto al dilagare del convenzionalismo mercificato della produzione economica, tutti “cammini” da integrare in una grande concezione di opposizione e rivolta contro il modernismo disumanizzato della macchina e del consumo. Ai fatti, alle idee, ai pensatori citati,  ne potremmo anche aggiungerne altri ,  magari non effettivi al  cento per cento, prendendo a modello il meccanismo di arruolamento  degli Ufficiali delle Forze Armate che spesso e volentieri si è  avvalso  per il suo organico di richiamare elementi non di carriera specifica, non in servizio permanente effettivo, ma di complemento, richiamati cioè alle armi per una pressante esigenza, tipo una guerra , un aggiornamento su nuovi armamenti, una campagna coloniale, o spesso e volentieri per un utilizzo correlato alla professione del prescelto che potrebbe tornare utile. Il punto è che in caso di emergenza, pressante emergenza come la presente di questo secondo millennio, non si deve tralasciare nulla che possa tornare utile, specie quando in gioco c’è una posta di importanza fondamentale come la Libertà.  
HANS HORBIGER

Cosa vuoi che possa  contare se la Psicologia analitica di Carl Gustav Jung potrebbe  apparire troppo mistica, se le Quattro Lune di Horbiger troppo fantascientifiche o gli Elohim di Biglino poco probabili? tutto va messo nel crogiuolo  di una nuova modalità di reazione, avendo a che fare, tra l’altro con un nemico potentissimo e agguerritissimo, soprattutto negli specifici che  governano il consenso (danaro, mass media, convenzioni ipocrite e buoniste ma informanti, soprattutto per certi tipi di mentalità essendo tra l’altro il nemico potentissimo e agguerritissimo.) Ed allora  quale importanza vuoi che possa rivestire che John Kennedy si facesse una donna al giorno, quando è stato l’unico che abbia cercato di contrastare i magnati del petrolio e della mercificazione del mondo, che Enrico Mattei favorisse questa o quella corrente della DC, quando era stato il solo capace di contrastare le famose Sette Sorelle della produzione petrolifera, che Italo Balbo  fosse un altissimo gerarca fascista, quando fu l’unico italiano invitato alla Casa Bianca da Roosveelt, dopo i fasti della sua celeberrima trasvolata,  e soprattutto il solo che in piene Leggi Razziali ebbe il coraggio di consumare un caffè con un vecchio amico ebreo nella piazza principale di Ferrara, che Donald  Trump abbia dato  in tutti, una iniziale impressione di un pittoresco Capitan America, quando è stato il primo Presidente americano della storia a non ordinare neppure una scaramuccia, che ha risolto ogni crisi economica del suo Paese
TRUMP, L'UNICO CHE POTEVA
 RISOLVERE IL MISTERO
KENNEDY 

e infine , cosa di gran lunga più importante, che ancora oggi sia
  visto come l’unica speranza per ribaltare  il processo distopico del mondo che ci vede in balia di pochi magnati ipercapitalisti, ma anche iperconsumisti e ipercomunisti. Il punto da considerare, proprio come in un calcolo infinitesimale dove siano introdotti numeri immaginari, e’ di  cercare di far salire sul dorso della tigre  il più possibile di “intrepidi tigrotti” questo in vista di uno scontro davvero epocale  tra Luce e Tenebre, tra il falso progresso del modernismo bottegaio odierno e un sicuro ritorno alla Tradizione di esseri umani. L’età dei Servi che è la minaccia più grande che la attuale distopica offensiva di pochi magnati e la servile mentalità sinistrorsa  cercano di imporre a tutta l’umanità può e deve essere scongiurata, magari trascendendo anche le non entusiastiche previsioni di filosofi di sicuro affidamento come Evola, e a mio parere , per farlo occorre essere un tantino più pragmatico e meno misticheggiante: la tradizione, gli dei vanno bene, anzi benissimo, ma con gli aggiustamenti di razionalità, quali quelli avanzati nel presente articolo, una razionalità che però è il netto contrario di quella postulata da Hegel o peggio scimmiottata da un Marx  o addirittura condotta all’abominio dallo pseudo pensiero di  un ronzino a comando tipo Popper laddove quel titolo della sua opera “Società aperta….con quel seguito… “e i suoi nemici” è come  una patente di ammissione di “scritto su commissione” …. commissione di chi? Ma è palese dei soliti Rockfeller, Rotschild, Gates, Schwab, che sono il proseguo  incarnato di quei “mercanti”   che da troppi secoli impongono il loro dominio e sono ora al punto di passaggio per far passare l’umanità all’ultima sua fase quella che gli Indù chiamano del Kali Yuga e noi del ferro, l’età dei servi. Pochi mercanti e uno stuolo di volenterosi carnefici di libertà identificati con la mentalità  cosidetta di sinistra, ipocritamente egualitaria e buonista, super intollerante in quanto atavicamente frustrata e quindi invidiosa, stanno operando in tal senso la loro stretta finale, verso un mondo di necessita' e sofferenza, dove ogni forma di gioia, di bellezza , di desiderio deve essere  avversata 

domenica 8 maggio 2022

QUESTIONI EREDITARIE TORQUEMADA-FAUCI

 

L'IDENTIFICAZIONE TRA SCIENZA E RELIGIONE MI SEMBRA MOLTO PROBANTE IN QUANTO E' UNA SORTA DI MECCANISMO EREDITARIO FIN TROPPO RICONOSCIBILE : IL TORQUEMADA DI IERI E' IL FAUCI DI OGGI E LO STUOLO DEI CARDINALI DEL SIDONO E' RAPPRESENTATO OGGI DAI VARI SOROS, GATES, SCHWAB. Tutte malefiche persone che   non si discostano gran che dall'istituzione chiesastica di antico lignaggio rappresentata chessò dalle grandi famiglie tipo Rochfeller, Rotschild e da tutto l'apparato liturgico che oggi fa parte delle lobbies farmaceutiche e anche delle più avanzate società di High Tech. Terrorismo mediatico-sanitario e tecnologia digitale avanzata, una miscela ideale per soggiogare l'intera umanità, come mai era riuscito prima a nessun feroce dittatore del tipo di Stalin, Hitler, Mussolini, Mao, Ceauscescu, Pinochet, Bokassa e l'eredità dell'oppressione religiosa anche se come dice Scoglio "Non c’è più religione…o meglio, c’è ormai un’unica e ultima religione: la religione del Virus! Una religione a cui anche tutte le altre confessioni -dal cristianesimo al buddismo passando per l’Islam- si sono sottomesse. Papa Bergoglio per parte sua è stato fra i primi a riconoscere la supremazia della religione del Virus. Per questo “coerentemente” ha fatto cessare le messe cristiane, perché la messa non può garantire il distanziamento e rischia dunque di sollecitare l’ira del Divino Virus; ha fatto cessare le comunioni perché l’ostia, che un tempo era portatrice del corpo di Cristo, ora può diventare portatrice del Virus, “entità suprema” che ha quindi scacciato la divina presenza del suo predecessore; ed è sempre per questo che ha invitato tutti i fedeli ad abbandonare la fiducia nel potere salvifico della comunione, riponendola invece nell’unico e ultimo strumento di salvezza: il “santo-vaccino, in questo seguito subito a ruota niente popò di meno che dallo stesso Dalai Lama (il “profeta delle star di Hollywood”). In effetti e a ben vedere, il Virus ha tutte le caratteristiche del Dio-di-prima. Come quello è invisibile, tanto che l’unico modo per relazionarsi con lui è attraverso un Credo fideistico sostenuto dalla Casta dei Sacerdoti Virali! Come il Dio-di-prima, anche il Virus è Uno e Trino: quando si è rivelato ai sacerdoti virologi di Wuhan, Esso infatti si manifestò da subito (e senza prove) in 3 forme diverse e in 3 diversi pazienti, e tuttavia era sempre Uno e come Uno fu adorato! In verità però, questo nuovo essere divino sembra molto più potente del Dio-di-prima, che si incarnò una sola volta: questo, in appena poco più di un anno ha manifestato circa 1 Milione e 300.000 incarnazioni (quelle che i sacerdoti della religione virologica chiamano “sequenziamenti”).Come il Dio-di-prima, il Virus è insieme buono e terribile, come quello-di-prima risparmia i suoi fedeli e punisce i suoi nemici. Esso è mite fino alle ore 18 o al massimo le 22, per poi scatenare la sua ira nelle ore successive. Colpisce quelli in piedi, non i seduti ai tavoli. Ma soprattutto “egli” sa riconoscere i suoi Fedeli: quelli che i Sacerdoti e i Regnanti Virologici chiamano “vaccinati”. E’ vero che ci sono numerosi deceduti post-vaccinali, ma anche il Dio Virus, come quello di prima, chiama sempre i migliori a Sé! Ma a tutti gli altri vaccinati “Egli” accorda il privilegio di essere sottoposti a prove di “fede” differenti dai non toccati dal “sacro crisma” dell’inoculazione: infatti per i “vaccinati” i test molecolari PCR sono più benevoli, con meno di 28 cicli, mentre per tutti gli altri –apostati!- servono i “canonici” 40 e più cicli. In questo modo “Egli” libera i suoi fedeli dallo stigma reclusivo della positività al virus, che riserva, assieme all’esclusione sociale, a chi non si converte alla Sua religione vaccinale!E come quello di prima che, nella sua manifestazione come Figlio di Dio, fondò sulla pietra che era Pietro la sua Chiesa, così anche il Dio Virus mantiene una grande e potente Chiesa fatta di Sacerdoti Virologi, che, nella più pura tradizione della priorità del potere spirituale su quello temporale, travasano il loro esoterico sapere -che definiscono “scientifico”- su Regnanti che possono solo sottomettersi, dato che fondano la loro legittimità di fronte al Popolo proprio sulla benedizione e del sigillo dei Sacerdoti viro-farmacologici. Anche il modo della comunicazione della nuova Chiesa Virologica non è molto diverso da quello della Chiesa precedente: in entrambi i casi il linguaggio e altamente esoterico, assolutamente incomprensibile al popolo e a chiunque altro non faccia parte della Casta dei Virologi. Il loro nuovo Linguaggio è altrettanto inaccessibile di quello in uso quando la (ex) Santa Messa era in Latino, e veniva recitata a un popolo che per lo più sapeva nulla di Latino. Ora che anche il Papa della vecchia religione si è convertito alla Religione Virologica, i nuovi Sacerdoti Virologici adottano le stesse tecniche della precedente Casta Sacerdotale per apparire come gli unici che possono comunicare col Dio Virus e interpretarne gli editti!E così come con la Chiesa di prima la Comunione -sacramento che, una volta introdotto nel corpo diventava fonte di salvezza, facendovi entrare proprio il Corpo di Dio- ora con la nuova Chiesa accade lo stesso: il suo sacramento, il Vaccino, viene iniettato nel corpo del fedele introducendovi il Sacro Corpo del Dio Virus che, entrando in una forma meno terribile e più amica (almeno così raccontano i sacerdoti virologici), dovrebbe rendere il fedele immune dalla futura ira del Dio, donando così al fedele la “certezza” di essere da esso risparmiato e poi salvato.Come quello di prima il Dio Virus è il Signore di un Paradiso, chiamato dai nuovi Sacerdoti “immunità” o immunizzazione”; e non di meno di un Inferno, detto “infezione” e/o “contagio”. E come spesso con la religione del passato la paura dell’Inferno era usata per tenere il popolo sottomesso e vendere indulgenze, lo stesso accade con questa nuova religione, che controlla il popolo col terrore dell’Inferno virale, mentre vende a caro prezzo le nuove indulgenze: mascherine, disinfettanti, certificati di immunità. Questa nuova religione è talmente universale che non eredita i suoi caratteri centrali da una sola religione, ma le include tutte. Dalla tradizione monastica buddista ha preso la reclusione nella propria cella per dedicarsi completamente alla visione televisiva del Dio Virus. E cosa è la mascherina, simbolo della devozione al Dio Virus, se non una versione moderna e più universale del chador o del burka di tradizione musulmana? Nella tradizione musulmana coprire il volto delle donne era strumento di salvezza, perché la pubblica visibilità della donna poteva scatenare impulsi aggressivi e dunque potenzialmente violenti e distruttivi nell’uomo. Oggi, il Dio Virus pretende la stessa rinuncia alla pubblica visibilità, perché Egli non ama la socialità e non sopporta che gli esseri umani si dedichino gli uni agli altri, perché richiede fedeltà assoluta, e vuole i suoi Fedeli pienamente concentrati sulle terribili conseguenze che Egli può lanciare su chi non gli è Fedele, scatenando la sua sacra ira. Gli “Infedeli” affermano che questo Dio in effetti non esiste, che non può arrecare nessun danno, e che i danni semmai derivano tutti dalla somministrazione dei suoi presunti sacramenti vaccinali. Ma gli Infedeli sono una minoranza, silenziata con il solito mix di indifferenza e repressione, e così i contestatori sono resi innocui. Questo anche grazie alla conversione dei contestatori di prima: sinistri e femministe mai avrebbero accettato la discriminante e umiliante copertura musulmana del volto delle sole donne; ma il Dio Virus, più equo e politicamente corretto, impone la copertura di tutti, donne e uomini indistintamente. E poiché tale rinuncia a mostrarsi ha come premio non la promessa di una astratta salvezza ultraterrena, come faceva la religione di prima, ma la promessa di una concreta salvezza terrena (che gli Infedeli gridano essere un trucco), tutti i politicamente corretti, e persino le femministe, accettano con convinzione di vestire questa nuova versione del chador o burka. Veramente, insomma, non c’è più religione…
Queste osservazioni le ho tratta dal libro "Apandemia" di Stefano Scoglio , una delle pochissime persone sulla quale in questi tempi oscuramento della ragione, si puo' far riferimento. 
Io per la verità, in tempi recentissimi avevo provato ad accostare, per rassomiglianza di nulla essenza, il virus con le Stringhe e magari le Super Stringhe della M- Theory supposta da scienziati del calibro di Veneziano, Feydman, Susskind, Witten, Greene che ponevano a fondamento ultimo del tutto appunto delle microscopiche stringhe di energia che risuonavano per strane associazioni spazio temporale in svariate diverse dimensione (fino a 11) utilizzando spazi/tempi del tutto inusitati fatti di accartocciamenti, con super simmetrie in anti materia tipo ad esempio il promettente spazio di Calabi-Yau per esperire un sequel di insiemi di multiuniversi, che per certi versi ricorda l'inconscio come insiemi infiniti di Mattè Blanco e per altri decifra quella "M" della sopracitata Theory con le parole di Mistero e anche di Magico.


Non mi sentirò appagato finche' non avro' messo in sinergia giustappunto la psicoanalisi, quella più avanzata , dalla pulsione di Morte e la coazione a ripetere del "Al di là del principio del piacere" in Freud , il citato inconscio come insiemi infiniti di Mattè Blanco e la sua simmetriacome funzionamento tra classi di appartenenza non ancora super come per le stringhe e la loro simmetria ed anche un super Es, ovvero un super inconscio come completamento della famosa seconda topica freudiana che è dal 1921 che attende una quarta conclusiva figura. Il mio è comunque una correlazione di futuro anteriore,un "sarà stato" mentre quello di Scoglio, di virus con religione: un presente remoto "è fu-stato"che può facilmente divenire "fru-strato" se i campioni dell'infame iperconsumismo farmacologico e digitale dovessero prevalere e dispensare solo "fru-state" per coloro che si ostinassero a voler usare la ragione

sabato 7 maggio 2022

L'IPOCRISIA DELL'INTERESSE A TUTTI I COSTI

 

Sono sincero, fino a due anni fa, cioe’ fino a 27 mesi fa (marzo 2020) a tutti questi complotti di Societa’ Segrete, associazioni piu’ o meno esoteriche, massoneria, credevo poco, o meglio non che negassi l’esistenza, piuttosto ne negavo la rilevanza, un po’ alla Alberto Sordi in “Un borghese piccolo piccolo” che si fa massone solo per trovare un loculo al cimitero del proprio figlio: diciamocela schietta : un buffonata!  Embe’ debbo convenirne : per settanta e passa anni non avevo fatto altro che toppare. Prendiamo ad esempio questa Fabian Society di cui oggi si parla tanto per essere di pertinenza di piu’ di un politico attuale, in ispecie di quelli piu’ coinvolti nel processo di ribaltamento dei valori  tradizionali di tutta la nostra civilta’in nome di un astratto sociale di stampo socialdemocratico e la  entusiastica adesione ad un mondo iper tecnologizzato con i piu’ avanzati mezzi informatici e digitali. Eppure questa Fabian Society non ha dalla sua, moltissima storia come chesso’ i Rosacroce, le varie Logge Massoniche, la Thule e altre Societa’ piu’ o meno segrete in  quanto nasce meno di centocinquant’anni fa a Londra nel  1884 con uno statuto di semplice associazione, priva di personalità giuridica, cosa che conserva ancor oggi , laddove pero’ come fatto notare,  molti suoi membri  rivestono rilevanti  ruoli di potere e sono molto  influenti e dentro ai sistemi di comando di mezzo mondo…. bhe si citano il Presidente del consiglio italiano Draghi, quello inglese Johnson e quello francese Macron, molti ministri come ad esempio l’impossibile Ministro della Salute italiano Speranza la cui incompetenza e razzaffoneria balzano  agli occhi, ma che tuttavia nessuno riesce a toglierlo dalla sua posizione, ed ancora ci sono non troppo  velate corrispondenze persino con i principali artefici dell’attuale situazione distopica internazionale, ovvero gli Schwab, i Gates, i Rotschild, i Soros. Ad esempio, il termine Nuovo Ordine Mondiale (New World Order), che abbiamo sentito riecheggiare tante volte in questi ultimi vent'anni, è di loro conio. New World Order è il titolo del saggio di uno dei fabiani più illustri: Herbert George Wells. In questo libro del 1940, a pochi mesi dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, lo scrittore, quattro volte candidato al premio Nobel, vagheggiava un governo mondiale socialista fondato sul primato della scienza. Ma procediamo con ordine, torniamo alla fondazione della Società Fabiana. Alcuni membri dell'elite vittoriana di fine '800, fra i quali lo scrittore e spiritista Frank Podmore e l'aristocratico Henry Hyde Campione, diedero vita alla Fabian, il cui nome si ispira a Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore,
il console romano noto per aver combattuto Annibale con la sua speciale tattica militare fatta di attese, piccoli scontri,soprannominato quindi il  Temporeggiatore proprio per quel fatto di  logorare le forze nemiche, evitando scontri in campo aperto, ma  cercando invece una guerra tattica, fatta di atti di guerriglia, di nascondimenti, di avanzamenti e arretramenti. Un prendere tempo per arrivare a colpire in maniera decisiva solo al momento opportuno. È esattamente questa la via attraverso la quale i fabiani intendono imporre una dittatura collettivistica, uno Stato socialista mondiale che stabilisca il nuovo ordine. Vogliono instaurare un socialismo guidato da una ristretta aristocrazia del potere, ma non attraverso un atto rivoluzionario immediato quanto piuttosto attraverso il gradualismo, un prendere il potere un po' alla volta, con riforme da attuare inserendosi man mano nei gangli delle istituzioni esistenti, trasformandole, in modo quasi impercettibile, dall'interno. Solo quando si saranno realizzate le condizioni ottimali, allora occorrerà dare la zampata finale, colpire duro e, se necessario, usare anche la violenza per completare l'opera. Un piano che richiede pazienza e tecniche molto più raffinate rispetto a quelle "rozze" e immediate dei bolscevichi sovietici, anche se il fine è molto simile. Per questo i contatti e i rapporti fra i fabiani e i comunisti russi ci furono e furono importanti. Il grande scrittore
George Bernard Shaw, uno dei fabiani più famosi di sempre, teneva i ritratti di Stalin e di Lenin ai lati del camino della sua abitazione e i coniugi Sidney e Beatrice Webb, fabiani anch'essi, scrissero nel 1941 la seconda edizione del loro libro sull'URSS, Soviet Communism: A new civilisation?, togliendo il punto interrogativo, ossia la Russia sovietica era, per costoro, una nuova civiltà senza alcun dubbio. E lo fecero mentre in Unione Sovietica le purghe contro i dissidenti, i gulag, le deportazioni e gli stermini erano fatti già noti. Bernard Shaw fece un viaggio in Russia nel 1931, probabilmente incontrò Stalin, e scrisse: «ammiro il realismo di Stalin», affermando che «la Russia non aveva alcun problema alimentare... e che disponeva di un sistema carcerario modello». Aggiungendo: «in Inghilterra un delinquente entra in prigione come un uomo normale e ne esce criminale, mentre in Russia egli entra che è un criminale e ne viene fuori rigenerato... A tal punto che molti carcerati, per migliorare se stessi, si prolungano spontaneamente la pena». Shaw così concludeva: «Stalin ha mantenuto tutte le promesse; ha creato una società giusta e di conseguenza mi tolgo il cappello davanti a lui». Si possono trovare altre dichiarazioni d'amore di questo genere anche da Wells e perfino il grande economista  John Maynard Keynes, nei primi anni '30, ebbe qualche simpatia per i Fabiani, per poi per fortuna rigettare tutta la loro concezione socialistoide unitamente all’ideologia e prassi del comunismo sovietico.  In verita’ le visioni della Fabian erano ben più sofisticate e avanzate di quelle sovietiche, come si comprende anche da un esplicito discorso tenuto da George Bernard Shaw in quegli anni: «Il nostro tipo di propaganda è permeare. Abbiamo spinto i nostri aderenti a iscriversi alle associazioni liberali e radicali del loro distretto o, se preferivano, alle associazioni dei conservatori. Ci siamo infiltrati nelle organizzazioni di partito, e con la più grande abilità e con la massima energia, abbiamo tirato tutti i fili sui quali siamo riusciti a mettere le mani. Abbiamo avuto tanto successo che, nel 1888, abbiamo ottenuto il vantaggio di una solida maggioranza progressista piena di idee che a nessuno sarebbero venute in mente se non ce le avessero messe i fabiani». Fin dall’inizio della loro attivita’  la Fabian Society intraprese un'intensa attività propagandistica attraverso conferenze e opuscoli - i cosidetti  Fabian Tracts – che precisano i connotati del socialismo che intende si  promuovere, massimalista negli intenti ma gradualista nella strategia. La pressoché definitiva fissazione delle idee avviene con la pubblicazione, nel 1889, dei Saggi fabiani - Fabian Essays in Socialism -, una raccolta di conferenze dei fabiani più eminenti, il cui significato è più tardi così descritto da Edward Reynolds Pease (1857-1955), fondatore, a lungo segretario e storico della Fabian Society; "I Fabian Essays presentavano il socialismo come fondato non sulle speculazioni di un filosofo tedesco, ma sulla naturale evoluzione della scienza economica così com'era insegnata dai professori inglesi accreditati; costruivano l'edificio del socialismo sulle fondamenta delle istituzioni politiche e sociali esistenti da noi; dimostravano che il socialismo era semplicemente la prossima fase dello sviluppo della società, resa inevitabile dai mutamenti comportati dalla rivoluzione industriale del XVIII secolo." Nei Saggi i fabiani si accreditano come eredi del radicalismo britannico che, ricollegandosi all'esperienza dei levellers - i "livellatori" - al tempo della prima Rivoluzione inglese (1642-1646), doveva portare, attraverso l'utilitarismo di Jeremy Bentham (1748-1832) e di James Mill (1773-1836), a John Stuart Mill (1806-1873). Ravvisano il compimento dell'utilitarismo - che aveva criticato in nome dell'utile individuale e sociale i concetti di diritto naturale, di legame storico e di obbligazione politica - nella lotta contro la proprietà privata, giudicata un irrazionale residuo del passato, e nella rivalutazione del ruolo dello Stato come promotore della felicità pubblica, l fabiani non attendono dunque - secondo Sidney Webb - "improvvise palingenesi immaginate dagli utopisti e dai rivoluzionari", ma " propugnano soltanto la crescente adozione di un principio di organizzazione sociale che il mondo ha già scoperto essere lo sbocco inevitabile della democrazia e della rivoluzione industriale"; infatti - come afferma Sydney Olivier (1859-1943) - "il socialismo è figlio dell'individualismo. il socialismo non è che individualismo razionalizzato, organizzato, rivestito e con la testa a posto". Individuano perciò promettenti segnali di slittamento verso il collettivismo nelle nazionalizzazioni e nelle municipalizzazioni dell'industria, nello spostamento dell'onere fiscale a carico della rendita e dell'interesse, nella crescente regolamentazione governativa dell'impresa privata, negli elementi di razionalizzazione economica insiti nei cartelli e nei trust, nell'eliminazione, attraverso le società per azioni, dell'elemento personale nell'amministrazione degli affari, a favore di un'anonima burocrazia industriale. Particolare importanza attribuiscono alle municipalizzazioni, ritenute forme collettivistiche più flessibili rispetto alle nazionalizzazioni: fino alla conclusione della prima guerra mondiale i fabiani operano quasi esclusivamente nelle amministrazioni locali, guadagnandosi l'appellativo di socialisti water and gas, "dell'acqua e del gas", e realizzando significative riforme in senso socialista come l'Education Act del 1902-1903, che disegna la fisionomia della pubblica istruzione inglese». Nello stesso periodo manifestano la propensione al lavoro dietro le quinte, la cosiddetta "permeazione", che consiste nell'inoculare -scrive Beatrice Webb - «a ogni classe, a ogni persona la giusta dose di collettivismo che erano in grado di assimilare», e che si rivolge ad ambienti e a personaggi politici locali e nazionali - in primo luogo del Partito Liberale - e del mondo sindacale e cooperativo per spingerli, senza formali conversioni o addirittura inavvertitamente, a scelte pratiche in senso socialista. Il lavoro dietro le quinte ben si addice alla mentalità dei fabiani, che si sono sempre considerati una ristrettissima élite di "ingegneri sociali."
Nel 1895, per iniziativa di S. Webb, la Fabian Society si dota di un istituto parauniversitario, la London School of Economics and Social Sciences, destinato a un notevole ruolo nella formazione dei quadri della pubblica amministrazione anglo-americana e dei paesi dell'impero, prima, e del Commonwealth, poi; nel 1912, inizia la pubblicazione di un settimanale, il New Statesman. «Ho introdotto lo studio del diritto amministrativo alla London School of Economics perché il diritto amministrativo è il germe del collettivismo», ebbe a dire S. Webb a conferma dell'importanza attribuita alla classe dei funzionari pubblici nell'edificio sociale concepito dai fabiani. Durante il primo conflitto mondiale, come poi durante il secondo, S. Webb apprezza le potenzialità socialiste dell'economia di guerra, con la sua razionalizzazione dell'apparato produttivo e con la forzata mobilitazione di uomini e di risorse. Occupandosi di temi di politica internazionale, i leader fabiani manifestano l'aspirazione a uno Stato mondiale a guida tecnocratica - del quale l'impero britannico doveva essere il germe -, incaricato di amministrare pianificatamente le risorse materiali e umane del pianeta. Dagli anni 1890 i fabiani, pur non rinunciando mai completamente alla "permeazione", si dedicano alla consulenza politica dei raggruppamenti socialisti, radicali e sindacali, fino alla nascita, nel 1906, del Labour Party, di cui costituiscono non solo la componente intellettuale, ma anche l'anima realmente socialista. "Per ispirazione fabiana" - scrive lo storico George Douglas Howard Cole (1889-1959), economista e presidente della Fabian Society dal 1939 al 1946 - il partito laburista si trasforma "da vaga federazione di socialisti e sindacalisti in un partito socialista appoggiato dai sindacati". Durante gli anni 1930 i leader fabiani rivolgono la loro attenzione al grande esperimento sovietico. Nel 1931 Shaw visita l'Unione Sovietica ricevendo accoglienze trionfali; L'ammirazione per il socialismo sovietico porta Shaw ad affermare, nel 1947, che i primi fabiani «sono vissuti tanto da vedere il gigantesco esperimento russo convertito completamente al fabianesimo sotto Lenin e Stalin». Gli anni 1930 portano a un parziale rinnovamento dei quadri intellettuali della Fabian Society, la cui attività di ricerca e di propaganda è alla base del programma laburista  con il quale tale Partito vincera’ le elezioni  del 1945:

politica di pieno impiego;
nazionalizzazione di importanti rami dell'industria - combustibili, energia elettrica e trasporti interni -;
pianificazione dei settori industriale e agricolo;
controllo del settore creditizio;
marcata imposizione fiscale sui patrimoni;
controllo degli affitti e dei prezzi;
ampi poteri di espropriazione per pubblica utilità;
allargamento dei servizi sociali e riforma della pubblica istruzione.
La vittoria laburista del 1945 assegna ai fabiani rilevanti responsabilità politiche: oltre al primo ministro Clement Richard Attlee (1883-1967) e a nove ministri, erano fabiani altri trentacinque membri dello staff governativo. Nei sei anni di governo laburista molto di quanto previsto nel programma elettorale viene realizzato o almeno impostato. Quando, nel 1951, cade il gabinetto Attlee, la fisionomia del Welfare State britannico è pressoché definitiva o in via di completamento, e destinata a permanere, sia con i governi laburisti che con quelli conservatori, fino all'era Thatcher, che ha segnato una decisa fuoriuscita della Gran Bretagna dal tunnel del socialismo Con il fabianesimo si enfatizza, a mio parere quel sempiterno compromesso della Societa’ Inglese tra potere e populismo : da Elisabetta la Grande che creava Pari del Regno banditi e corsari, ai tempi della sua grande lotta alla Rivoluzione francese, l’Inghilterra e’ stata sempre il Paese del compromesso, delle abilita’ diplomatica, di non essere mai da una parte precisa, ma sempre da quella piu’ conveniente. Nazione “bottegaia” la defini’ Napoleone ma il suo essere bottegaia e quindi maestra nei raggiri economici e sociali, l’ha sempre portata a prevalere sia contro un Napoleone che contro un Hitler e in tempi recentissimi anche con l’ultima incarnazione del male e della perfidia ovvero la cosidetta Europa Unita, la UE delle banche e della finanza, da cui tuttavia lei Inghilterra il Paese piu’ capitalista di tutti ha preso le distanze: forse perche’ anche il piu’ individualista, ma di un individualismo pronto a perderci la faccia, come fece chesso’ colla rivolta delle Colonie americane o anche con la perdita di tutto il suo Impero Coloniale dopo la seconda guerra mondiale. Si rinuncia a tutto, dignita', onore, prestigio pur di non perdere i propri tornaconti. Non stupiamoci dunque che l’Inghilterra sia la patria della Fabian Society cosi’ come lo e’ delle piu’ potenti logge massoniche .

IL CAPOVOLGIMENTO DEL FUTURO ANTERIORE

il Wall Street Journal ha riportato un rapporto del governo Usa dove si afferma che "GLI STATI UNITI STANNO CAPOVOLGENDO LA STORIA, ...