
Sono sincero, fino a due anni fa, cioe’ fino a 27 mesi
fa (marzo 2020) a tutti questi complotti di Societa’ Segrete, associazioni piu’
o meno esoteriche, massoneria, credevo poco, o meglio non che negassi l’esistenza,
piuttosto ne negavo la rilevanza, un po’ alla Alberto Sordi in “Un borghese
piccolo piccolo” che si fa massone solo per trovare un loculo al cimitero del
proprio figlio: diciamocela schietta : un buffonata! Embe’ debbo convenirne : per settanta e passa
anni non avevo fatto altro che toppare. Prendiamo ad esempio questa Fabian Society
di cui oggi si parla tanto per essere di pertinenza di piu’ di un politico
attuale, in ispecie di quelli piu’ coinvolti nel processo di ribaltamento dei valori
tradizionali di tutta la nostra civilta’in
nome di un astratto sociale di stampo socialdemocratico e la entusiastica adesione ad un mondo iper
tecnologizzato con i piu’ avanzati mezzi informatici e digitali. Eppure questa
Fabian Society non ha dalla sua, moltissima storia come chesso’ i Rosacroce, le
varie Logge Massoniche, la Thule e altre Societa’ piu’ o meno segrete in quanto nasce meno di centocinquant’anni fa a
Londra nel 1884 con uno statuto di semplice
associazione, priva di personalità giuridica, cosa che conserva ancor oggi ,
laddove pero’ come fatto notare, molti
suoi membri rivestono rilevanti ruoli di potere e sono molto influenti e dentro ai sistemi di comando di
mezzo mondo…. bhe si citano il Presidente del consiglio italiano Draghi, quello
inglese Johnson e quello francese Macron, molti ministri come ad esempio l’impossibile
Ministro della Salute italiano Speranza la cui incompetenza e razzaffoneria balzano agli occhi,
ma che tuttavia nessuno riesce a toglierlo dalla sua posizione, ed ancora ci
sono non troppo velate corrispondenze
persino con i principali artefici dell’attuale situazione distopica
internazionale, ovvero gli Schwab, i Gates, i Rotschild, i Soros. Ad esempio,
il termine Nuovo Ordine Mondiale (New World Order), che abbiamo sentito
riecheggiare tante volte in questi ultimi vent'anni, è di loro conio. New World
Order è il titolo del saggio di uno dei fabiani più illustri: Herbert George
Wells. In questo libro del 1940, a pochi mesi dallo scoppio della Seconda
Guerra Mondiale, lo scrittore, quattro volte candidato al premio Nobel,
vagheggiava un governo mondiale socialista fondato sul primato della scienza. Ma
procediamo con ordine, torniamo alla fondazione della Società Fabiana. Alcuni
membri dell'elite vittoriana di fine '800, fra i quali lo scrittore e
spiritista Frank Podmore e l'aristocratico Henry Hyde Campione, diedero vita
alla Fabian, il cui nome si ispira a Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore,
il console romano noto per aver combattuto Annibale con la sua speciale tattica
militare fatta di attese, piccoli scontri,soprannominato quindi il Temporeggiatore proprio per quel fatto di logorare le forze nemiche, evitando scontri in campo aperto, ma cercando invece
una guerra tattica, fatta di atti di guerriglia, di nascondimenti, di
avanzamenti e arretramenti. Un prendere tempo per arrivare a colpire in maniera
decisiva solo al momento opportuno. È esattamente questa la via attraverso la
quale i fabiani intendono imporre una dittatura collettivistica, uno Stato
socialista mondiale che stabilisca il nuovo ordine. Vogliono instaurare un
socialismo guidato da una ristretta aristocrazia del potere, ma non attraverso
un atto rivoluzionario immediato quanto piuttosto attraverso il gradualismo, un
prendere il potere un po' alla volta, con riforme da attuare inserendosi man
mano nei gangli delle istituzioni esistenti, trasformandole, in modo quasi
impercettibile, dall'interno. Solo quando si saranno realizzate le condizioni
ottimali, allora occorrerà dare la zampata finale, colpire duro e, se
necessario, usare anche la violenza per completare l'opera. Un piano che
richiede pazienza e tecniche molto più raffinate rispetto a quelle
"rozze" e immediate dei bolscevichi sovietici, anche se il fine è
molto simile. Per questo i contatti e i rapporti fra i fabiani e i comunisti
russi ci furono e furono importanti. Il grande scrittoreGeorge Bernard Shaw,
uno dei fabiani più famosi di sempre, teneva i ritratti di Stalin e di Lenin ai
lati del camino della sua abitazione e i coniugi Sidney e Beatrice Webb,
fabiani anch'essi, scrissero nel 1941 la seconda edizione del loro libro
sull'URSS, Soviet Communism: A new civilisation?, togliendo il
punto interrogativo, ossia la Russia sovietica era, per costoro, una nuova
civiltà senza alcun dubbio. E lo fecero mentre in Unione Sovietica le purghe
contro i dissidenti, i gulag, le deportazioni e gli stermini erano fatti già
noti. Bernard Shaw fece un viaggio in Russia nel 1931, probabilmente incontrò
Stalin, e scrisse: «ammiro il realismo di Stalin», affermando che «la
Russia non aveva alcun problema alimentare... e che disponeva di un sistema
carcerario modello». Aggiungendo: «in Inghilterra un delinquente entra
in prigione come un uomo normale e ne esce criminale, mentre in Russia egli
entra che è un criminale e ne viene fuori rigenerato... A tal punto che molti
carcerati, per migliorare se stessi, si prolungano spontaneamente la pena».
Shaw così concludeva: «Stalin ha mantenuto tutte le promesse; ha creato una
società giusta e di conseguenza mi tolgo il cappello davanti a lui». Si possono
trovare altre dichiarazioni d'amore di questo genere anche da Wells e perfino il
grande economista John Maynard Keynes,
nei primi anni '30, ebbe qualche simpatia per i Fabiani, per poi per fortuna
rigettare tutta la loro concezione socialistoide unitamente all’ideologia e
prassi del comunismo sovietico. In verita’
le visioni della Fabian erano ben più sofisticate e avanzate di quelle
sovietiche, come si comprende anche da un esplicito discorso tenuto da George
Bernard Shaw in quegli anni: «Il nostro tipo di propaganda è permeare.
Abbiamo spinto i nostri aderenti a iscriversi alle associazioni liberali e
radicali del loro distretto o, se preferivano, alle associazioni dei
conservatori. Ci siamo infiltrati nelle organizzazioni di partito, e con la più
grande abilità e con la massima energia, abbiamo tirato tutti i fili sui quali
siamo riusciti a mettere le mani. Abbiamo avuto tanto successo che, nel 1888,
abbiamo ottenuto il vantaggio di una solida maggioranza progressista piena di
idee che a nessuno sarebbero venute in mente se non ce le avessero messe i
fabiani». Fin dall’inizio della loro attivita’ la Fabian Society intraprese un'intensa
attività propagandistica attraverso conferenze e opuscoli - i cosidetti Fabian Tracts – che precisano i connotati del
socialismo che intende si promuovere,
massimalista negli intenti ma gradualista nella strategia. La pressoché
definitiva fissazione delle idee avviene con la pubblicazione, nel 1889, dei Saggi
fabiani - Fabian Essays in Socialism -, una raccolta di conferenze dei fabiani
più eminenti, il cui significato è più tardi così descritto da Edward Reynolds
Pease (1857-1955), fondatore, a lungo segretario e storico della Fabian
Society; "I Fabian Essays presentavano il socialismo come fondato non
sulle speculazioni di un filosofo tedesco, ma sulla naturale evoluzione della
scienza economica così com'era insegnata dai professori inglesi accreditati;
costruivano l'edificio del socialismo sulle fondamenta delle istituzioni
politiche e sociali esistenti da noi; dimostravano che il socialismo era
semplicemente la prossima fase dello sviluppo della società, resa inevitabile
dai mutamenti comportati dalla rivoluzione industriale del XVIII secolo." Nei
Saggi i fabiani si accreditano come eredi del radicalismo britannico che,
ricollegandosi all'esperienza dei levellers - i "livellatori" -
al tempo della prima Rivoluzione inglese (1642-1646), doveva portare,
attraverso l'utilitarismo di Jeremy Bentham (1748-1832) e di James Mill
(1773-1836), a John Stuart Mill (1806-1873). Ravvisano il compimento
dell'utilitarismo - che aveva criticato in nome dell'utile individuale e
sociale i concetti di diritto naturale, di legame storico e di obbligazione
politica - nella lotta contro la proprietà privata, giudicata un irrazionale
residuo del passato, e nella rivalutazione del ruolo dello Stato come promotore
della felicità pubblica, l fabiani non attendono dunque - secondo Sidney Webb -
"improvvise palingenesi immaginate dagli utopisti e dai rivoluzionari",
ma " propugnano soltanto la crescente adozione di un principio di
organizzazione sociale che il mondo ha già scoperto essere lo sbocco
inevitabile della democrazia e della rivoluzione industriale"; infatti -
come afferma Sydney Olivier (1859-1943) - "il socialismo è figlio
dell'individualismo. il socialismo non è che individualismo razionalizzato,
organizzato, rivestito e con la testa a posto". Individuano perciò
promettenti segnali di slittamento verso il collettivismo nelle
nazionalizzazioni e nelle municipalizzazioni dell'industria, nello spostamento
dell'onere fiscale a carico della rendita e dell'interesse, nella crescente
regolamentazione governativa dell'impresa privata, negli elementi di
razionalizzazione economica insiti nei cartelli e nei trust, nell'eliminazione,
attraverso le società per azioni, dell'elemento personale nell'amministrazione
degli affari, a favore di un'anonima burocrazia industriale. Particolare
importanza attribuiscono alle municipalizzazioni, ritenute forme
collettivistiche più flessibili rispetto alle nazionalizzazioni: fino alla
conclusione della prima guerra mondiale i fabiani operano quasi esclusivamente
nelle amministrazioni locali, guadagnandosi l'appellativo di socialisti water and
gas, "dell'acqua e del gas", e realizzando significative riforme in
senso socialista come l'Education Act del 1902-1903, che disegna la fisionomia
della pubblica istruzione inglese». Nello stesso periodo manifestano la
propensione al lavoro dietro le quinte, la cosiddetta "permeazione",
che consiste nell'inoculare -scrive Beatrice Webb - «a ogni classe, a ogni
persona la giusta dose di collettivismo che erano in grado di assimilare», e
che si rivolge ad ambienti e a personaggi politici locali e nazionali - in
primo luogo del Partito Liberale - e del mondo sindacale e cooperativo per
spingerli, senza formali conversioni o addirittura inavvertitamente, a scelte
pratiche in senso socialista. Il lavoro dietro le quinte ben si addice alla
mentalità dei fabiani, che si sono sempre considerati una ristrettissima élite
di "ingegneri sociali." Nel 1895, per iniziativa di S. Webb, la
Fabian Society si dota di un istituto parauniversitario, la London School of
Economics and Social Sciences, destinato a un notevole ruolo nella formazione
dei quadri della pubblica amministrazione anglo-americana e dei paesi
dell'impero, prima, e del Commonwealth, poi; nel 1912, inizia la pubblicazione
di un settimanale, il New Statesman. «Ho introdotto lo studio del diritto
amministrativo alla London School of Economics perché il diritto amministrativo
è il germe del collettivismo», ebbe a dire S. Webb a conferma dell'importanza
attribuita alla classe dei funzionari pubblici nell'edificio sociale concepito
dai fabiani. Durante il primo conflitto mondiale, come poi durante il secondo,
S. Webb apprezza le potenzialità socialiste dell'economia di guerra, con la sua
razionalizzazione dell'apparato produttivo e con la forzata mobilitazione di
uomini e di risorse. Occupandosi di temi di politica internazionale, i leader
fabiani manifestano l'aspirazione a uno Stato mondiale a guida tecnocratica -
del quale l'impero britannico doveva essere il germe -, incaricato di
amministrare pianificatamente le risorse materiali e umane del pianeta. Dagli
anni 1890 i fabiani, pur non rinunciando mai completamente alla
"permeazione", si dedicano alla consulenza politica dei
raggruppamenti socialisti, radicali e sindacali, fino alla nascita, nel 1906,
del Labour Party, di cui costituiscono non solo la componente intellettuale, ma
anche l'anima realmente socialista. "Per ispirazione fabiana" -
scrive lo storico George Douglas Howard Cole (1889-1959), economista e
presidente della Fabian Society dal 1939 al 1946 - il partito laburista si
trasforma "da vaga federazione di socialisti e sindacalisti in un partito
socialista appoggiato dai sindacati". Durante gli anni 1930 i leader
fabiani rivolgono la loro attenzione al grande esperimento sovietico. Nel 1931
Shaw visita l'Unione Sovietica ricevendo accoglienze trionfali; L'ammirazione
per il socialismo sovietico porta Shaw ad affermare, nel 1947, che i primi fabiani
«sono vissuti tanto da vedere il gigantesco esperimento russo convertito
completamente al fabianesimo sotto Lenin e Stalin». Gli anni 1930 portano a un
parziale rinnovamento dei quadri intellettuali della Fabian Society, la cui
attività di ricerca e di propaganda è alla base del programma laburista con il quale tale Partito vincera’ le elezioni del 1945:
politica di pieno impiego;
nazionalizzazione di importanti rami dell'industria - combustibili, energia elettrica e trasporti interni -;
pianificazione dei settori industriale e agricolo;
controllo del settore creditizio;
marcata imposizione fiscale sui patrimoni;
controllo degli affitti e dei prezzi;
ampi poteri di espropriazione per pubblica utilità;
allargamento dei servizi sociali e riforma della pubblica istruzione.
La vittoria laburista del 1945 assegna ai fabiani rilevanti responsabilità politiche: oltre al primo ministro Clement Richard Attlee (1883-1967) e a nove ministri, erano fabiani altri trentacinque membri dello staff governativo. Nei sei anni di governo laburista molto di quanto previsto nel programma elettorale viene realizzato o almeno impostato. Quando, nel 1951, cade il gabinetto Attlee, la fisionomia del Welfare State britannico è pressoché definitiva o in via di completamento, e destinata a permanere, sia con i governi laburisti che con quelli conservatori, fino all'era Thatcher, che ha segnato una decisa fuoriuscita della Gran Bretagna dal tunnel del socialismo Con il fabianesimo si enfatizza, a mio parere quel sempiterno compromesso della Societa’ Inglese tra potere e populismo : da Elisabetta la Grande che creava Pari del Regno banditi e corsari, ai tempi della sua grande lotta alla Rivoluzione francese, l’Inghilterra e’ stata sempre il Paese del compromesso, delle abilita’ diplomatica, di non essere mai da una parte precisa, ma sempre da quella piu’ conveniente. Nazione “bottegaia” la defini’ Napoleone ma il suo essere bottegaia e quindi maestra nei raggiri economici e sociali, l’ha sempre portata a prevalere sia contro un Napoleone che contro un Hitler e in tempi recentissimi anche con l’ultima incarnazione del male e della perfidia ovvero la cosidetta Europa Unita, la UE delle banche e della finanza, da cui tuttavia lei Inghilterra il Paese piu’ capitalista di tutti ha preso le distanze: forse perche’ anche il piu’ individualista, ma di un individualismo pronto a perderci la faccia, come fece chesso’ colla rivolta delle Colonie americane o anche con la perdita di tutto il suo Impero Coloniale dopo la seconda guerra mondiale. Si rinuncia a tutto, dignita', onore, prestigio pur di non perdere i propri tornaconti. Non stupiamoci dunque che l’Inghilterra sia la patria della Fabian Society cosi’ come lo e’ delle piu’ potenti logge massoniche .