sabato 6 maggio 2023

NON EVOLUZIONE MA INVOLUZIONE POSTMODERNISTA

 

La vicenda umana, che non la chiameremo più evoluzione, ma semmai involuzione, ovvero  deciso peggioramento da una situazione di ideale essere ad una di tormentato divenire  è un composto, dove però qualcosa resta, se non del tutto escluso, perlomeno sempre sotteso, accennato...  cosa e'? e si! è lui il “desiderio” che non si lascia imbrigliare dai giochetti seriali della parola, nè tanto meno dagli analoghi della metafora, ivi compreso quell’analogo-io che soprassiede alla coscienza:  Il desiderio sta sempre altrove, sempre negli anfratti, come sostengono erroneamente molti: negli scarti!!!!...  della parola e del pensiero cosciente, e non viene neppure riconosciuto nella parte del cervello, da cui sembra originare: le corrispondenze sulle aree dell’emisfero tra destra e sinistra ?:.... Wernicke, Broca?:  aree mute su quello destro! “ Il panorama è del tutto differente se invece, proprio come ha fatto Jaynes per la coscienza e emisfero sinistro, seguiamo uno stesso procedimento per quello destro e una non-coscienza, che così un tantino riduttivamente è stato denominato inconscio o peggio “subconscio” che è la quintessenza del riduttivo, in quanto  quello che stiamo faticosamente cercando di dettagliare tutto è tranne “sub” sotto, anzi diciamo che è sterminatamente più vasto. Ci vogliamo provare a approfondire e dettagliare, questo particolare e alquanto negletto, frainteso, bistrattato, funzionamento “altro”  dell’entità biologica umana? Magari partendo da quell’ipotesi cosmogonica  cui negli articoli precedenti abbiamo fatto cenno : orbene diciamo che se non fosse stato per quella coeva istanza, presente all’atto dell’origine della vita, non il mantenimento, ma il ritorno,  il momento dell’impatto della... “cometa” “asteroide” ”frammento”...(poni quello che vuoi, ma in effetti la cometa con la sua lunga coda e' la accreditata, non fosse altro anche  per quella 

 coazione a ripetere anche formale, addirittura grafica, di disegno, che tutte le forme vitali tendono a  ri-assumere con infinite varietà), ebbene dopo la parentesi di una imprecisata, ma certamente assai lunga e per nulla conosciuta età dell’oro con  dominio di prescrizioni auditive (le famose voci ascritte agli dei, che Jaynes chiama “mente bicamerale” in quanto contraddistinta da due diverse specializzazioni del cervello umano),  la nascita di una coscienza dialogale  con la formazione dell’analogo io e la capacità di porre in relazione sè stesso con l’ambiente, le “voci” per un uomo oramai  siffatto non servono più e diventano tutt’al più motivo di nostalgia o di stramberia di determinate persone, auguri, sibille, sciamani, maghi, artisti, che non trovano adeguato posto nel consesso di un mondo sempre più preciso e metodizzato. Non è quindi che tacciono, diciamo che parlano ma lo fanno a modo loro, un modo quanto mai antitetico a quello della coscienza, sempre più impegnata a stabilire delle precise regole al suo da farsi: parlano non solo con le parole, ma con immagini, con sogni, con fantasie e con tutto un armamentario alquanto variegato, per il quale ci vorranno tremila anni per arrivare ad un qualcuno che riconosca loro uno statuto di possibilità. Freud ha cominciato affrontando una di tali modalità di comunicazione ripetuta dell’inconscio, il sogno, ma poco dopo, come fatto cenno, è passato a valutarne altre: i lapsus, gli atti mancati, gli sbagli di termini (psicopatologia della vita quotidiana), poi l’ironia, le cosidette freddure (il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio) quindi le più antiche storie, i Miti (Totem e tabu’), le pulsioni con tanto di loro vicissitudini, quindi i ricordi e la loro rimozione, laddove con quella sua espressione di “lento ritorno del rimosso” ne ha fatto l’architrave dello stessa psicoanalisi, però si è anche occupato di seduzione, di transfert, di  “lutto e melanconia!” sancendone una differenza metodologica, quindi di psicologia delle masse, di narcisismo e di precise affezione di impronta psichica, riesumando le teorie di Groddeck, e infine non poteva non occuparsi di “lei” la morte, elevandola a paladina di tutta una revisione del suo pensiero come summa del desiderio, sottraendolo al piacere e invece  affidandolo al ritorno, al ritorno da dove siamo venuti con meccanismi di coazione a ripetere, per cui ecco che siamo rimandati a quella duplice istanza contenuta appunto nel desiderio vitale: la prima di permanenza nel suo stato, la seconda di tornare a quel nulla da cui la vita è emersa. Sono proprio tutte queste istanze, che le famosi voci della mente bicamerale, non avendo più un ruolo da svolgere nei termini della permanenza e di un adattamento sempre più efficace, si sono andate ad occupare, e non più solo voci, ma il sequel di variegati messaggi che era andato a scoprire e ad elencare, fino a quello ultimissimo del ritorno al nulla come modalità di “pulsione” definita anche istinto  di morte” Le corrispondenti parti di quelle dell’emisfero sinistro, ovvero delll’emisfero destro,  si sono andate ad occupare di tutto quel materiale che la metafora con il suo analogo io in sempre più efficace era in grado oramai di condensare e  narratizzare compiutamente, difatti non essendoci praticamente più spazio metaforico, quello che doveva per forza di cose, venire rappresentato era il trascinamento significante della metonimia, di tutto quello, cioè che esulava dal ragionamento conscio dell’Io, ovvero il lavorio simbolico di un inconscio teso a sviluppare  la seconda istanza, quella del ritorno, come pulsione di desiderio. Era quanto mai sequenziale che oramai non avendo più un
compito stabilito, quello di concorrere alla funzione dell’emisfero sinistro di un adattamento all’ambiente, attraverso tutto quello che non rientrava nel compito metaforico di allargamento e precisazione 
 del linguaggio articolato,  la funzione vestigiale  dell’emisfero destro, si trovava all’improvviso del tutto libera da problemi di pronta necessità e quindi la sua funzione metonimica poteva essere trasferita a tutto quello che non rientrava nella necessità, ma ecco piuttosto alla casualità, quale è il desiderio in relazione ad un sugello di ritorno che non può mai essere definito precisamente, ma sempre per accenni, per mancati, per sviste e sempre quando l’io conscio finalizzato invece al mantenimento del suo essere in vita, è per svariati motivi fuori gioco . “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?” tutte domande che l’uomo si è sempre fatto, ma cui la filosofia, sopratutto la scienza, ha svalutato come inutili, pretenziose, non catalogabili in un vero sapere “roba da filosofi, da scienziati pazzi o anche da artisti”  e che sono sono state sempre  sprezzantemente liquidate, su cui non è stato neppure difficile includervi, sciamani, stregoni, invasati di tutti i generi e si anche artisti, che invece di occuparsi di rendere sempre più affidabile il mondo contestuale che ci circonda, si sono messi a sostituirlo, a farne un altro parallelo: musica, poesia, anche racconti, poemi, dipinti, sculture, persino costruzioni che abbiano perso lo stretto senso della loro funzione precipua dell’abitare, che cosa altro sono se non un sostituto della realtà ? Ciò che è reale è razionale” e “ciò che è razionale è reale” è  così  che il più pretestuoso dei filosofi Hegel ci “metteva una pezza”  e sulla sua scia , tanti altri  hanno cercato di mettercene altre, magari facendo leva su scempiaggini tipo quella appena accennata, o rifacendosi alla sua celebrata dialettica “tesi, antitesi, sintesi” per profetizzare anche una morte dell’arte o andare alla ricerca di una “astuzia della ragione”, tanti altri tra cui si può annoverare un Marx che pomposamente ha chiamato il suo materialismo “scientifico, un Darwin che ha preteso di individuare le leggi  e il mistero della natura, e ulteriori ronzini della conoscenza e del pensiero,  di un  livello davvero infimo,  che sono però riusciti ad imprimere un meccanismo di compravendita e mercimonio anche a specifici  di sicuro impatto sul mondo: Pasteur con la medicina facendone coi suoi “microbi” il più marcato disegno di speculazione di magnati tipo Rockfeller, previa l’individuazione di un nemico da combattere con farmaci e vaccini, Adam Smith e i suoi seguaci di una agghiacciante teoria economica, il cosidetto liberismo di cui il sopraccennato marxismo ben lungi da esserne l’antitesi, ne rappresenta solo la faccia oscura, originariamente nascosta per l’impresentabilità delle sue tesi, ed infine tutto lo stuolo di sedicenti storiografi che hanno fatto della menzogna e della manipolazione i principi individuatori  per la comprensione degli eventi più recenti della specie umana  (come ha correttamente espresso Evola: in particolare della età del bronzo ovvero dell’avvento dei “mercanti” partendo , non a caso da una delle prime grandi farse e gonfiature  della storia : quella della pandemia del 1348, fino a farsi sempre più marcata con la Rivoluzione industriale e l’avvento della macchina elevata a referente dell’essenza umana)  Si dirà : né Hegel né questi suoi seguaci erano in possesso  della scoperta Freudiana del funzionamento “altro” dell’inconscio e quindi non potevano addivenire al principio che l’essenza umana in tutta la sua complessità, tradizione, sacralità, arte, malattia, financo la morte è una altra realtà, o meglio non è per niente una realtà, e’ un simbolo un  qualcosa cioè che non è di pertinenza dell’emisfero sinistro e della razionalità, bensi di quello destro, negletto perlomeno da tremila anni,  ed è un meccanismo che cerca di “ri-mettere insieme” non i dati concreti e necessari ad un sempre maggiore adattamento, bensì a quel mito dell’eterno ritorno dove sta quel “de sidera”. Ecco proprio qui sta la differenza del mio pensiero con quello di Evola ed anche di tutte le interpretazioni a ciclo delle età del mondo: anche io sono convinto che la strada dell’involuzione,del peggioramento sia corretta, e per la prima di queste età, quella dell’oro e degli dei, ho postulato una possibile interpretazione/trasposizione che possa  di colpo far luce su di un passato troppo lontano e indefinito e del tutto mancante di riscontri; l’ho espressa nel mio precedente articolo su questo blog, facendo riferimento ad una recentissima teoria di uno psichiatra americano Julian Jaynes,  di una mente, o meglio di un cervello umano suddiviso per funzioni (una adattiva di mantenimento di stato, una di desiderio come ritorno da dove si è venuti), pragmaticamente e proceduralmente arricchita da principi, leggi ed effetti di una scienza fisica, quella quantistica, che impone continui cambiamenti di stato per parti o per flussi, avvalendosi anche di equazioni matematiche (Einstein, Bohr, Heisenberg, De Broglie, Dirac, Schrodinger, Pauli, Bell, Feynman, etc) calcolo infinitesimale  (Newton, Leibniz) con limiti, derivate e integrali e numeri reali si, ma anche immaginari (proiezioni di numeri negativi) Mi ha indotto in tale ricerca  proprio quel certo pessimismo sotteso al quasi ineluttabile destino di totale caduta del genere umano allo stato di servi tipico dell’età del ferro, che fa seguito al peggioramento dell’età dei mercanti e che sembrerebbe di individuare proprio all’oggi di questa ultima farsa messa in atto da tali mercanti (divenuti i magnati di ben nota influenza Rockfeller, Rotschild, Soros, Gates, Schwab) e avallata da quella mentalità sinistra e popperiana (evoluzione dell’Hegelismo e del Marxismo nel comun denominatore dell’iper consumismo)  con la invenzione di una emergenza sanitaria fondata non su dati di fatto, ma solo sulla diffusione di immotivata paura e il pecoronismo della stragrande maggioranza dell’umanità. Troppo indefinite le alternative proposte da Evola in “Rivolta contro il mondo moderno” e anche nel suo “Cavalcare la tigre” e anche poco circostanziate le prospettive di quegli “intrepidi tigrotti” capaci di tale iniziativa, ma senza precisazione del momento di re-azione, ovvero quando trovare il “kairos” per colpire e annichilire l’avversario. Evola, Guenon e un po’ tutti i pensatori della tradizione di una grande “Destra” fino al Dugin di oggi, a mio parere non distinguono i nemici dai possibili alleati:  la moderna società dei consumi e dell’oligopolio, nonchè della massa informe, della servizievole mentalità di sinistra 
(un melange di marxismo e di popperismo all’insegna di un rivoltante buonismo) e dell’assoluto mercimonio delle classi preposte alla comunicazione di massa (stampa, televisione, cinema
  financo arte e intellettualità) ha fatto sì che resta estremamente  difficile discernere il buono dal cattivo, ma ecco io penso, che bisogna un tantino fidarsi. Ho citato Jaynes , la fisica quantistica ci sono alcune persone, idee, anche fatti che “trascendono” il meccanismo di sequenzialità in negativo  delle varie ere del mondo, specie dell’età nella quale da perlomeno settecento anni siamo immersi, così abbiamo visto quel tentativo di pochi “eroi” per sottrarsi allo strapotere dell’Era dei Mercanti mercanti e della loro mentalità bottegaia fondata sul commercio: (Carlo Magno, Federico II, la coralità dell’esperienza delle Cattedrali, la Caste, la Cavalleria, l’Impero, la Divina Commedia di Dante  oppure più recentemente, un personaggio come Metternich, la Santa Alleanza da lui promossa che assicurò un quarantennio di pace al mondo, in termini più culturali una filosofia quale quella di Schopenauer o di Nietzsche e quindi la psicoanalisi di Freud, tutti cammini “altri” rispetto al dilagare del convenzionalismo mercificato della produzione economica, tutti “cammini” da integrare in una grande concezione di opposizione e rivolta contro il modernismo disumanizzato della macchina e del consumo. Ai fatti, alle idee, ai pensatori citati,  ne potremmo anche aggiungerne altri ,  magari non effettivi al  cento per cento, prendendo a modello il meccanismo di arruolamento  degli Ufficiali delle Forze Armate che spesso e volentieri si è  avvalso  per il suo organico di richiamare elementi non di carriera specifica, non in servizio permanente effettivo, ma di complemento, richiamati cioè alle armi per una pressante esigenza, tipo una guerra , un aggiornamento su nuovi armamenti, una campagna coloniale, o spesso e volentieri per un utilizzo correlato alla professione del prescelto che potrebbe tornare utile. Il punto è che in caso di emergenza, pressante emergenza come la presente di questo secondo millennio, non si deve tralasciare nulla che possa tornare utile, specie quando in gioco c’è una posta di importanza fondamentale come la Libertà.  
HANS HORBIGER

Cosa vuoi che possa  contare se la Psicologia analitica di Carl Gustav Jung potrebbe  apparire troppo mistica, se le Quattro Lune di Horbiger troppo fantascientifiche o gli Elohim di Biglino poco probabili? tutto va messo nel crogiuolo  di una nuova modalità di reazione, avendo a che fare, tra l’altro con un nemico potentissimo e agguerritissimo, soprattutto negli specifici che  governano il consenso (danaro, mass media, convenzioni ipocrite e buoniste ma informanti, soprattutto per certi tipi di mentalità essendo tra l’altro il nemico potentissimo e agguerritissimo.) Ed allora  quale importanza vuoi che possa rivestire che John Kennedy si facesse una donna al giorno, quando è stato l’unico che abbia cercato di contrastare i magnati del petrolio e della mercificazione del mondo, che Enrico Mattei favorisse questa o quella corrente della DC, quando era stato il solo capace di contrastare le famose Sette Sorelle della produzione petrolifera, che Italo Balbo  fosse un altissimo gerarca fascista, quando fu l’unico italiano invitato alla Casa Bianca da Roosveelt, dopo i fasti della sua celeberrima trasvolata,  e sopratutto il solo che in piene
Leggi Razziali ebbe il coraggio di consumare un caffè con un vecchio amico ebreo nella piazza principale di Ferrara, che Donald
  Trump abbia dato  in tutti, una iniziale impressione di un pittoresco Capitan America, quando è stato il primo Presidente americano della storia a non ordinare neppure una scaramuccia, che ha risolto ogni crisi economica del suo Paese
e infine , cosa di gran lunga più importante, che ancora oggi sia
  visto come l’unica speranza per ribaltare  il processo distopico del mondo che ci vede in balia di pochi magnati ipercapitalisti, ma anche iperconsumisti e ipercomunisti. Il punto da considerare, proprio come in un calcolo infinitesimale dove siano introdotti numeri immaginari, e’ di  cercare di far salire sul dorso della tigre  il più possibile di “intrepidi tigrotti” questo in vista di uno scontro davvero epocale  tra Luce e Tenebre, tra il falso progresso del modernismo bottegaio odierno e un sicuro ritorno alla Tradizione di esseri
umani. L’età dei Servi che è la minaccia più grande che la attuale distopica offensiva di pochi magnati e la servile mentalità sinistrorsa
  cercano di imporre a tutta l’umanità può e deve essere scongiurata, magari trascendendo anche le non entusiastiche previsioni di filosofi di sicuro affidamento come Evola, e a mio parere , per farlo occorre essere un tantino più pragmatico e meno misticheggiante: la tradizione, gli dei vanno bene, anzi benissimo, ma con gli aggiustamenti di razionalità, quali quelli avanzati nel presente articolo, una razionalità che però è il netto contrario di quella postulata da Hegel o peggio scimmiottata da un Marx  o addirittura condotta all’abominio dallo pseudo pensiero di  un ronzino a comando tipo Popper laddove quel titolo della sua opera “Società aperta….con quel seguito… “e i suoi nemici” è come  una patente di ammissione di “scritto su commissione” …. commissione di chi? Ma è palese dei soliti Rockfeller, Rotschild, Gates, Schwab, Soros  che sono il proseguo  incarnato
 di quei “mercanti”   che da troppi secoli impongono il loro dominio e sono ora al punto di passaggio per far passare l’umanità all’ultima sua fase quella che gli Indù chiamano del Kali Yuga e noi del ferro, l’età dei servi. Pochi mercanti e uno stuolo di volenterosi carnefici di libertà identificati con la mentalità  cosidetta di sinistra, ipocritamente egualitaria e buonista, super intollerante in quanto atavicamente frustrata e quindi invidiosa, stanno operando in tal senso la loro stretta finale, verso un mondo di necessita' e sofferenza, dove ogni forma di gioia, di bellezza , di desiderio deve essere  avversata 

lunedì 1 maggio 2023

IN PRINCIPIO FU.....

Lecito tentare una  narrazione su quella che potrebbe essere stata l’origine dell’uomo, tenendo anche ovviamente conto delle varie accezioni ed eccezioni di diversi apporti?  Non chiamiamoli Astronauti dello spazio, Annunachi e neppure Elohim, non chiamiamoli in alcun modo,  però conveniamo che in effetti un qualcosa di estraneo alla nostra biologia e persino alla natura del nostro pianeta, dovette in questo benedetto inizio presentarsi. No io non vedo omini verdi, ne’ giganti, ne’ esseri con tre occhi, vedo semmai una forma di energia del tutto incommensurabile al pensiero umano, che in una qualche maniera ebbe modo, in un determinato momento, di entrare in contatto col nostro pianeta: come? Non ne ho la minima idea;  quando ? bhe quando, precisamente non sono in grado di rispondere, ma di certo parecchio tempo fa, senza dubbio, diciamo senz’altro prima di tremila anni fa, cioe’ prima dei periodi che possiamo andare a denominare storici, prima che...  ecco qui cominciamo a convenire con una componente che reputo fondamentale : quella contenuta nel saggio di Julian Jaynes "il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza " prima che l’essere umano pervenisse ad un linguaggio articolato ben delineato con segni e quindi con capacita’ di trascrivere pensieri in grado di essere compresi da altri e senza bisogno di intermediari tipo auguri, sciamani, profeti, profetesse, sibille – diciamola papale papale, prima che l’uomo pervenisse a quell’analogia tra se e l’ambiente che e’ sostanzialmente quello che viene definito coscienza. Ecco quindi di para patta Julian Jaynes e il suo straordinario citato  saggio che ci dice che la coscienza e’ un meccanismo neuronale posteriore al linguaggio e del cui linguaggio utilizza gli assi portanti della sua struttura,  ovvero la condensazione per similarita’ di significazione di una appartenenza, che e’ stata chiamata metafora (cosa e’ questo? ….Be’ e’ come quello!....) ovvero lo spostamento non tanto di una significato, quanto di un significante ovvero secondo la distinzione di De Saussure:  tutto quello che ha a che fare con una data cosa (per intenderci oltre al netto significato di rassomiglianza, piuttosto tutto quello che e’ annesso a qualla data cosa, il sentito dire, l’odore, il gusto, la cenestesi ?) - un insieme di conoscenza e sensazione che e’ stato denominato metonimia. Torniamo quindi a quel “quando?” riferito alla temporalita’, ma aggiungiamoci anche le preposizioni “per quanto?”  per quanto tempo si e’ avuto questo quando? Eh qui sono davvero dolori, perche’ manca qualsivoglia dato, ci sono solo una serie di manufatti impossibili tipo le piramide egizie, ma anche quelle del sudamerica, mura ciclopiche, costruzioni del tutto inspiegabili con il metro di giudizio delle nostre conoscenze che hanno appunto dato adito alle ipotesi piu’ fantasiose e che non sono

assolutamente catalogabili e databili, non sono neppure minimamente concepibili nel racconto della nostra vicenda che ripeto ha un calendario che non riesce ad andare oltre ai tremila anni . La domanda quindi “per quanto” puo’ essere durata questa correlazione tra queste misteriosissime entita’ quasi certamente neppure corporee e la nostra invece concreta corporeita’ in una accezione neuronale e intellettiva del tutto  imprecisata, non puo’ neppure essere ipotizzata – determinate scoperte o calcoli astrofisici su condizioni climatici o eventi meteorologico o tellurici  ci danno manufatti costruiti  con una approssimazione temporale  databile a cinque, sei, sette , anche oltre diecimila anni fa. Anche le stesse considerazioni sulla fisicita’ degli uomini o ominidi, come si voglia denominarli, sono quanto mai imprecise  e suscettibili di errori e continui aggiustamenti; le diatribe su homo sapiens, homo di Neanderthal e altre supposte appartenenze e qualificazioni non hanno alcun serio fondamento e c’e’ poi la sconvolgente constatazione che tutte le civilta’ dell’antichita’,  egiziana, sumerica, assiro, babilonese, indiana, cinese, non abbiano affatto  quello che somiglia ad una evoluzione, passaggio cioe’ da uno stadio piu’ primitivo e rozzo ad uno via via sempre piu’ evoluto, ma comincino praticamente d’acchitto, gia’ belle e e confezionate in tutto il loro armamentario e il loro bagaglio di conoscenze, cultura e civilta’ – d’altronde e’ quanto mai indicativo che quegli autori liberi, originali e non asserviti ad un precostituito ordine sociale, tra cui annoveriamo Guenon, Evola, Pound, Eliade, non abbiano mai preso nella minima considerazione il passaggio da uno stadio meno evoluto ad uno piu’ elaborato ed anzi, Evola ad esempio, nel suo “Rivolta contro il mondo moderno” abbia mostrato l’inconsistenza della stessa dicitura del termine “uomo delle caverne” sottolineando che mai e poi mai e’ stato dimostrato  che l’uomo abbia vissuto in caverne, ma semmai le frequentava occasionalmente per scopi ritualistici o di raduno. Quando e per quanto dunque potrebbe essere stato il periodo di contemporaneita’ tra entita’ e umani? Si va da un minimo di limite di tremila anni fa, ad un massimo che non  e’ assolutamente definibile : diecimila, ventimila, cinquantamila, centomila anni fa, tutto e’ possibile, poiche’ nessun riscontro di datazione effettiva puo’ essere esperito e difatti i miti di Atlantide, Lemuria, Pandeia e quant’altro di narrazioni di luoghi e tempi non determinati, abbondano in tutte le civilta’. Diciamo dunque che non sappiamo niente di e su queste entita’ e del loro rapporto con l’uomo,  possiamo solo supporre certe modalita’ anche di frequentazione o magari di subordinazione nostro nei riguardi loro, soprattutto in virtu’ di un fortissimo  divario di conoscenze e abilita’.  Ammettiamo dunque che queste entita’ capitate per chissa’ quale caso o necessita’ sulla terra si siano trovate nella necessita’ di utilizzare, come manovalanza, come supporto, come schiavi,  gli esseri viventi presenti nel pianeta,  animali di vario tipo tra cui ovviamente anche questo strano bipede, un tantino piu’  composito degli altri e in grado di poter apprendere certe tecniche, che avrebbero potuto tornare utili a chissa’ quali  fini dei nostri particolarissimi viaggiatori. Certo loro avrebbero messo le tecniche piu’ raffinate, i calcoli piu’ che infinitesimali per una stretta correlazione con l’intero cosmo, gli allineamenti coi pianeti, con le costellazioni, i codici di orientamento, mentre per gli uomini si sarebbero riservati compiti più umili, dapprima poco piu’ di quelli di una bestia da soma, ma via via sempre piu’  elaborati e complessi, tipo quello di riuscire da soli a costruire edifici, templi, monumenti, dighe, argini, innalzare difese e anche cominciare a edificare citta’. Per riuscire appieno in tale compito bisognava pero’ innescare nel cervello umano una specie di codice, che assicurasse una pronta e assoluta risposta ad ogni richiesta da loro effettuata ed ecco che torniamo al nostro Jaynes e alla sua mente bicamerale.
Quale miglior codice di un meccanismo di suddivisione cerebrale, dove una parte del cervello restava deputata ad ampliare una conoscenza del proprio ambiente fondata sulla condensazione di significati accostati per somiglianza e similarita’ ovvero attraverso metafore (emisfero sinistro) ed un’altra nell’emisfero opposto (destro) specializzata invece nel ricevere informazioni trasmesse per trascinamento di significanti, metonimie
  incentrate su prescrizioni, accorgimenti, suggerimenti ordini, tutta una serie di prescrizioni che dovevano avere la peculiarita’ di essere immediatamente recepite ed eseguite senza indugio, senza alcuna pausa  di incertezza e dubbio, senza la minima riflessione. Per la prima di questi due meccanismi  cioe’ la metafora, andava  benissimo il linguaggio articolato che forse proprio grazie a qualche intervento  delle nostre entita’, si rese subito abbastanza disponibile con progressiva accellerazione;  per la seconda il linguaggio articolato era fuori gioco, non c’era alcun bisogno di stabilire paragoni o di capire cio’ che si doveva fare, doveva essere fatto e basta, quindi bisognava utilizzare nel trascinamento di esperienze ripetute, ammaestramenti, comandi, financo imposizioni,  qualcosa che non potesse essere dissuaso, meno che mai discusso, qualcosa che dovesse essere solo obbedito. La parola obbedire viene dalla radice del verbo latino audire piu’ il prefisso ob, che conferisce al termine il significato  di “ascoltare stando di fronte”, quindi   l’uomo in quuesta sua seconda modalita’ di apprendimento, con tutta probabilita’ anche questa  propiziata da un intervento genetico di predisposizionamento da parte delle misteriose, incommensurabili entita’,  deve disporsi ad ascoltare la disposizione che di volta in volta gli verra’ impartita a secondo del compito assegnatogli per interagire efficacemente con l’ambiente che lo impegna- una faccenda piu’ che altro auditiva  e difatti viene scelta la modalita’  delle voci per impartire tali disposizioni, voci ingenerate automaticamente dall’emisfero destro del cervello non appena una situazione raggiunga il grado di stimolo per innescarla. (oggi lo chiameremmo stress da impegno). L’udito, si badi bene e ‘ il senso  di minor controllo dell’apparato umano, noi possiamo gestire le immagini, la  vistam  chiudendo gli occhi, distogliendo lo sguardo, possiamo evitare il contatto di un oggetto, evitare un percorso, non bagnarci in un fiume, ma non possiamo per quanto  ci turiamo le orecchie, non sentire una voce, specie se questa promana dal nostro interno, innescata da un certo grado di eccitazione; ecco perche’ le entita” avevano scelto la voce, una loro voce,  assertiva, categorica, imperativa per assicurarsi che gli uomini non mancassero di ricevere questo tipo di comunicazione, di loro comunicazione. Come spiega esaurientemente Jaynes nel suo  citato libro, si trattava in sostanza di un cervello suddiviso in due distinti comparti : uno per articolare sempre piu’ un linguaggio pratico fondato sulla condensazione metaforica di significato e quindi interagire piuì che altro con i proprio simili, un altro di carattere allucinatorio auditivo (sentire le voci)  di carattere di trascinamento di significanti per assolvere a compiti piuì impegnativi, per lo piu’ assegnati dalle entita’ In altre parole: una mente bicamerale. Del tutto superflua in una tale struttura cerebrale la presenza di una coscienza , ovvero un analogo-io, cioe’ un io in situazione in grado di narratizzare la sua presenza in un dato contesto, anzi non solo superflua, ma dannosa, specie nell’organizzazione metonimica delle voci allucinatorie che dovevano conservare sempre il loro impianto categorico/imperativo, senza contemplare alcuna obiezione o anche discussione. Si ripropone quindi il quesito: quanto puo’ essere durata una simile organizzazione cerebrale e tutto sommato comportamentale? A mio parere “parecchio” ma e’ un po’  il parecchio di Giolitti  che si riferiva a quello che avremmo ottenuto se non fossimo entrati in guerra nel 1915 contro gli Imperi Centrali, molto troppo indistinto, sopratutto da un punto di vista temporale, un qualcosa sulla quale in effetti non si puo’ dire niente - diciamo pero’ che se ne ammettiamo un lasso piuttosto lungo, molti misteri trovano spiegazione e plausibilita’ : gli undicimila anni della Sfinge sull’indizio della sua umidita’ sulle fondamenta che ha riscontro in una era riscontrabile solo in un periodo di tale  piovosita’, la vera eta’ delle piramide di Giza, le modalita’ costruttive senza malta ad incastro di blocchi di spropositata grandezza e tanti tantissimi altri esempi. L’elemento di assoluta novita’, abbastanza sconvolgente, riguarda una ripresa della famosa tesi delle eta’ del mondo di Esiodo per coniugarla appunto con l’ipotesi della mente bicamerale  di Jaynes  che in effetti ha una evidente rassomiglianza con quella che potrebbe essere stata l’eta’ dell’oro. “perche’ gli dei non ci parlano piu ?’” si chiede disperato Esiodo, ed e’ una geremiade comune a tutte le civilta’ , a tutti i popoli della terra in quel periodo di passaggio che,  quello si che e’ un  tempo ben precisato, segna l’inizio della coscienza, ovvero un io metaforizzato sulla base del linguaggio articolato,  che mette in relazione l’uomo e il suo ambiente, e che,  se dovessimo continuare a seguire Esiodo e compagnia, indicheremmo come il passaggio all’eta’ dell’argento, dove non ci sono piu’ gli dei, che come abbiamo appurato non parlano piu’, non ci sono piu’ le loro  voci allucinatorie  che ci dicono quello che dobbiamo fare, ci sono i guerrieri correlati all’argento come gli dei lo erano all’oro. Quindi l’eta’ dell’oro, indefinita, fumosa, senza limiti e’ la mente bicamerale, mentre con l’argento comincia la decadenza della coscienza: non ci sono piu’ le voci che regolano il comportamento, ora l’’uomo e’ in grado di prendere le decisioni, in quanto dispone di un analogo tra se e l’ambiente che gli consente di essere in situazione e quindi prendere quelle  decisioni, che prima riceveva in forma di voci allucinatorie dagli dei, ovvero dalle entita’ che si erano interposta tra uomo e contesto. Sono decisioni pero’ quasi sempre sbagliate, soprattutto sono decisioni che comportano rivalita’, rabbia, violenza e   cattiveria. E’ questa la peculiarita’ della coscienza fin dalle sue prime battute  e difatti i suoi rappresentanti sono guerrieri, persone cioe’ votate alla guerra, alla distruzione, al sangue, alla violenza. E’ questo il primo piu’ appariscente riscontro di essere,  gli uomini pervenuti alla coscienza, e’ questo il segno piu’ evidente che le voci  degli dei  non dirigono piu’ il comportamento, la volizione, il pensierio umano:  non a caso Jaynes parla di “crollo” dell’organizzazione  della mente bicamerale, cui fa riscontro l’origine della coscienza, contrassegnata da violenza e distruzione, per cui e’ ribadito il senso di una “caduta! “ non tanto una caduta degli dei, quanto una caduta dell’uomo. Gli dei, difatti esauriti i loro interessi, non cadono, se ne vanno, partono e checche’ ne dicano certi scoop giornalistici e alcuni fantasiosi scrittori, non sono mai tornati. Dalla violenza dei guerrieri, ovvero comunita’ rissose, violente, guerrafondaie che hanno contrassegnato una  narrazione della storia fondata su uno stato di continua tensione  fatta di lotte, contrasti, (non a caso c’e’ sempre l’imbecille di turno, tipo Hegel, tipo Marx, tipo Fuckayama che strombazza una fine della storia appena la tensione tende a venire meno), siamo passati ad un’epoca dove all’elemento di violenza guerriera si e’ sostituita una violenza economica, non meno distruttiva, ma soprattutto sempre piu’ orientata verso la decadenza: la cosidetta eta’ del bronzo caratterizzata dalla classe dei mercanti, ovvero non piu’ una classe  dedita prevalentemente alla violenza e alla sopraffazione fisica come erano stati grosso modo i primi duemila e trecentocinquant’anni dall’inizio della coscienza (Grandi Imperi, continue guerre, conquiste, etc.)
ma con un epocale cambiamento provocato a bella posta 
da una gonfiatissima e quasi del tutto inventata pandemia (quella del 1348), la continuazione di violenza guerre e distruzione, con l’aggiunta pero’ di un meccanismo di ipocrisia fondato sul tornaconto economico e quindi sul denaro che diviene in breve l’unico referente di valore in un mondo sempre piu’ turpe, un mondo ulteriormente aggravato da  uno sviluppo tecnologico totalmente asservito al principio economico. E’ il nostro mondo moderno che ben conosciamo e che a quasi settecento anni da quella trasformazione dall’argento al bronzo, le recentissime iniziative di quegli  stessi mercanti che si sono denominati imprenditori, industriali, magnati e tutto lo stuolo dei loro lacche’ (la solita questione dei bottegai e loro garzoni), ha voluto accorciare le distanze per un passaggio di eta’ dal bronzo al ferro, che non e’ neppure un metallo, ma una lega, riproponendo l’escamotage della pandemia, altrettanto falsa e inventata come quella di settecento anni fa,  per creare appunto un mondo fatto solo di pochissimi padroni e di uno stuolo di Servi. 
Ecco a cosa ha portato, magari ecco diciamo, che sta portando quella partenza degli dei di tremila anni fa, ecco a che cosa ha portato la tanto decantata coscienza, quell’analogo io fondato sul linguaggio che ha cercato anche di raccontarci, con  l’invenzione della scrittura, non contemplata dalle entita’ che ci avevano dato la mente bicamerale, una storia della sua affermazione. Peccato che questa storia non sia sempre lì lì per finire per mancanza di tensione, come hanno cercato di spacciare  alcuni professionisti della menzogna, tipo Hegel,  Malthus, Say, Spencer, Marx, Van Eyeck, Popper , ma sia sempre stata, in particolar modo con l’avvento dell’eta’ del bronzo e certe sue dirette conseguenze,  sempre inventata e contrabbandata come unica verita’  (rivoluzione industriale, sommosse e rivoluzioni create  ad hoc, emergenze climatiche, buchi dell’ozono e altre scempiaggini del genere). Se quindi la storia e’ tutta una menzogna, che si e’ andata sempre piu’ sviluppando, in sostanza quella che l’ha ingenerata e’ proprio la coscienza, ovvero la metafora analogale dell’io costruita sulla base del linguaggio, un meccanismo neuronale sviluppatosi  a seguito del ritiro delle entita’ che avevano impostato invece un tutt’altro funzionamento del cervello umano, e che ha creato un mondo impostato sulla violenza e sulla prevaricazione.

IL CAPOVOLGIMENTO DEL FUTURO ANTERIORE

il Wall Street Journal ha riportato un rapporto del governo Usa dove si afferma che "GLI STATI UNITI STANNO CAPOVOLGENDO LA STORIA, ...