sabato 29 luglio 2023

INTEGRALE SUI CAMMINI PIUCHEPERFETTO

Ieri avevo fatto delle foto al mio nipotino Marcello Gruia con la Croce Pour le Merite mettendole anche sulla mia pagina FB dicendo che era la decorazione che il nonno del nonno avrebbe potuto guadagnarsi se solo un bel po’po’ di cose fossero andate differenti e in quel fatidico 1914 l’Italia onorando la sua  piu’ che trentennale alleanza con Austria e Germania fosse entrata in guerra schierando i suoi previsti sei corpi d’armata sul fronte occidentale al comando del Gen.Zuccari che avrebbero rintuzzato l’intervento dell’armata francese dell’Interno di Gallieni, scongiurando così la flessione dell’ala destra dell’ala marciante tedesca e quindi determinando la vittoria della “Battaglia della Marna" Questa notte ho sognato che facevo la spola tra castelli mirabolanti dove proprio Marcello combatteva con una spada contro un ragazzino piu’ grande , cio’ dovrebbe intendersi che mi sono consentite fantasie giustappunto mirabolanti, alla “Trono di spade” che infatti nel sogno nominavo, ed allora ripensavo a quella foto con la Pour le merite una decorazione non certo inflazionata come la Legion d’Onore, che l’hanno avuta persino nostri innominabili politici o  la Victoria Cross e altre decorazioni inglesi (Ordine del Bagno, della Giarrettiera)  che vengono sempre date al valore commerciale  o la nostra Croce dell’Ordine Militare che e’ stata data persino al gen Figliolo (quello dei camion di Bergamo e poi delle vaccinazioni  forzate). Allora come avrebbe fatto il nonno del nonno di Marcello Gruia, cioe’ mio nonno,  a guadagnarsi la Pour le Merite.
Eh!
  ne ho fatto cenno sul post bisogna lasciarsi andare alle ali della fantasia, ma una fantasia ragionata che si rifa’ a studi precisi, a argomentazioni diverse, a scenari inusitati ecco ad esempio i saggi di Guenon, di Junger, di Evola, di Schmitt per immaginarsi appunto un diverso campo d’azione.Nonno del nonno, come ho anzidetto,  significa mio nonno ovvero Mario Nardulli nato il 25 novembre 1888, personaggio centrale della mia formazione  la cui persona viene presa come riferimento per opere dei cambiamenti epocali , sfruttando le concezioni teoriche dell’integrale sui cammini di Feynman, proprio per articolare uno dei possibili mondi, anzi universi paralleli, ma resi diversi appunto da un diverso modo di far reagire le stringhe in una supersimmetria di riscontro. Si da anche per scontato una certa imprecisione degli Elohim o Annunachi che dir si voglia, nella costruzione della tipologia umana, ovvero in fase di partenza dal nostro pianeta,  grosso modo tremila anni fa, cioe’ all’apparire della coscienza con il definitivo crollo della mente bicamerale  (Jaynes) ovvero quella con emisfero sinistro deputato alla parola e alla metafora (condensazione) e quello destro deputato alle voci allucinatorie degli dei e alla metonimia (spostamento). Lasciano un prototipo unico immortale e invulnerabile che ha il potere di cambiare forzatamente le cose del mondo, giustapppunto muovendosi simmetricamente tra le varie stringhe, scegliendone una che quindi assume la connotazione di superstringa e delinea un universo intenzionale. Sono io tale  prototipo che si trasforma risvegliandosi e scegliendo l’ultima possibilita’ di avere un diverso integrale  in un diverso universo, sul racconto del vissuto piuttosto scialbo della vita inscritta negli anni piu’ squallidi ovvero quella con il completo trionfo delle potenze di mare (Inghilterra e Stati Uniti) come
lucidamente espresso da Carl Schmitt nel 1942 nel suo saggetto di geo-politica “terra e mare” Voglio per Marcello Gruia una vita come nel sogno fatta di trionfi e di ritorno alla tradizione, per averla comincio ad operare a partire proprio dal 1888 anno di origine del nuovo integrale sui cammini . I precedenti forse piu’ articolati erano il 1348 per scongiurare la farsa della pestilenza e l’ascesa dei mercanti bottegai previo ricorso ad un falso umanesimo con un velleitario individulaismo (Evola) e la pellicola riduttiva di un codice classico arbitrariamente dedotto da un ritrovamente antico piu’ uno strumento di rappresentazione (la prospettiva brunelleschiana) e quindi boicottare i vari attentato del liquido
  mondo anglosassone al solido mondo terricolo della tradizione e dell’Impero. La seconda era quella del 1720 o giu’ di li’ e boicottare fortemente la cosidetta rivoluzione industriale e la coeva istituzione della Massoneria (sempre prodotti anglosassoni)  la terza invece aveva il ritorno alla guida poitica dell’Impero Asburgico del piu’ grande europeo di tutti i tempi il principe Clemens di Metternich, richiamato dalla crisi della guerra di Crimea (1853) ottantenne ma ancora lucido e in grado di imprimere all’Europa una stabilita’ e giustezza  tali da assicurarne la prosperita’ per tanti decenni a venire (previo un degno successore da inventarsi : battere i bottegai franco inglesi e savoiardi, sconfiggere poi duramente Napoleone III  prima in Italia  (1859) e poi con 10 anni in avanti a Sedan e realizzare una grande confederazione imperiale. Questi integrali sono comunque molto piu’ complessi e articolati del quarto che invece si rifa’ ad una doppia super simmetria e comincia nel 1914 ma con i precedenti interventi dele 1888 per avere un mondio il piu’ possibile in accordo con tale periodo.
In Italia e’ Re dal gennaio 1878 Umberto I con la consorte Margherita che delineano una epopea davvero ottimale (Belle Epoque in riverbero Italiano). Dominano le splendide canzoni napoletane e le atmosfere delle Copielle, a’ Posteggia  il cafe’ Chantant con tanto di sciantose:   O sole mio, reginella, e’ spingole francesi , Crispi e’ Capo del Governo ma e’ li da scoppiare lo Scandalo della Banca Romana, a Londra ci sono i famosi delitti di Jack lo squartatore. La casa che funge da centro direttivo  e’ al Piano Nobile di via Aureliana 25 in Roma. Ci trasferiamo pero’ in Austria con il nuovo anno e vediamo di impedire che Rodolfo II si suicidi a Meyerling (genn.1889), quindi boicottiamo tutte le invenzioni che sviluppino il motore a scoppio e quindi l’uso della benzina, restiamo con vapore e carbone (uno come Rockfeller deve finire in miseria) il che significa niente vaccini, niente farmaci , sbugiardamento di Pasteur e sugello del principio di Bernard “il microbo e’ nulla, il terreno tutto” quindi Bechamp e su Darwin invece prevale Lamarque. Le invenzioni sono tutte avversate , mentre si da grande valore alle correnti artistiche impressioniste (Monet sopra a tutti quindi Cezanne, Renoir, Degas, Van Gogh, Gauguin e in  italia i Macchiaoli. IL Gen Baldissera ex austriaco promuove la colonia Eritrea e stila un accordo con Ras Makonnen che diviene lui Negus e non Menelik (1890) quindi niente guerra con l’Etiopia ma un giusto Protettorato di S.M Umberto I sull’Impero Etiopico , Il fucile mod, 91 e’ il punto piu’ avanzato della tecnologia delle armi e lo restera’ per 80 anni, Giolitti a capo del Governo sana i bilanci e riesce a mantenere la situazione nello Scandalo della Banca Romana la quale invece segna la fine della carriera di Crispi Avremo al Governo nel fine secolo e nel passaggio al XX : Sonnino, Saracco, Zanardelli e Baldissera dopo essere stato nominato Generale d’Esercito (1897) Niente fasci siciliani e ovviamente niente moti di Milano, niente cannonate di Bava Beccaris e conseguentemente niente uccisione di Umberto nell’agosto del 1900. Neanche a parlare degli esperimenti Radio di Marconi e neppure di progressi nella telefonia, anche sulla luce e l’illuminazione pubblica io non sarei così frettoloso, motori per automobili private neanche per idea , mentre ecco si qualche concessione alle sequenze di immagini: il cinema dei fratelli Lumiere, ma pochissimo sviluppo delle pellicole a soggetto, ecco il massimo l’innaffiatore innaffiato, i film sono soprattutto documentari (1895 -1910) con il nuovo secolo niente aeroplano, fallimento dei fratelli Wright e a volare non ci si pensa piu’. Niente massiccia emigrazione in america e quindi niente mafia organizzata . ed ecco che si comincia a coccolarsi il modello ; ragazzetto sveglissimo, robusto, fa vari sport e si mette in luce nel nuoto e nel canottaggio , si iscrive al ginnasio nel 1903 e prende la licenza nel 1905, ma ha un furioso litigio con il padre e nell’agosto  scappa di casa raggiungendo il Lago di Garda dove fa svariati mestieri;  si stabilizza a Salò e lavora in una ferrovia locale .e’ alto robusto, decisamente un bel ragazzo, anche se ha interrotto gli studi legge molto e si informa su vari specifici (ad esempio scopre la psicoanalisi nel dicembre del 1905 su avallo di una giovane signora, che e’in contatto con dei medici di Vienna ). Rimane a Salo’ per due anni fino al 1907, poi nel gennaio 1908 fa ritorno in famiglia e riprende gli studi interrotti prendendo la maturita’ classica nel 1910 per partire nell’ottobre militare come allievo ufficiale che in relazione alla sua iscrizione delle liste di leva di Salò viene assegnato negli alpini al 3° rgt° btg. Exilles.Nominato Sergente nel marzo, nel giugno 1911 viene nominato Sottotenente ed assegnato al btg. Venzone del 5° alpini per il servizio di 1^ nomina a Mantova. Nel febbraio 1912  viene inviato in Libia alle dipendenze del Gen. Tommaso Salsa  che lo nomina ufficiale di collegamento tra la sua Divisione e l’8° rgt° alpini comandato dal Col. Cantore. Avra’ modo di distinguersi meritando prima un encomio solenne e poi una medaglia di bronzo al v.m. sul campo (maggio 1913) Viene rimpatriato e collocato in congedo con la promozione a Tenente (9 giugno 1913) . torna a Roma e si impiega alle Ferrovie con frequenti missioni nelle tratte meridionali Napoli- Bari- Palermo. Francesco Giuseppe sebbene abbia ampiamente superato gli  ottanta anni non ne vuole sapere di lasciare il trono e così si lascia facilmente irretire nel proclamare quel famoso ultimatum alla Serbia dopo l’uccisione del Principe Francesco Ferdinando.  Umberto e’ ancora sul trono e ha settant’anni :  allo scoppio della guerra il 28 luglio 1914  tra Austria e Germania contro Francia e Inghilterra e neutralita’ della Russia , che tutto sommato non si fa irretire in una alleanza con le potenze di mare,  mentre l’Inghilterra gia’ si adopera per spingere alla guerra gli Stati Uniti. Umberto immediatamente si associa alla dichiarazione di guerra a Serbia, Francia, Inghilterra rispettando appieno le clausole della trentennale alleanza e disponendo l’invio di 6 corpi d’armata al cdo del gen. Zuccari sul fronte occidentale. Lui Mario Nardulli era stato gia’ richiamato alle armi il giorno precedente 27 luglio 1914 ed assegnato al 4° rgt° alpini a Torino  come tenente con incarico di cte interinale di compagnia subito operativo nelle Alpi occidentali  entrato in zona di guerra dal primo giorno dello scoppio del conflitto in zona Alta Savoia . Il 29 luglio effettua una incursione verso Tignes e poi al Lago  per poi dilagare con la propria compagnia  verso “le rouiseau de beau plan” dove  cattura una intera compagnia nemica e si dispone all’accerchiamento di altri reparti che con il pervenire del reggimento al completo porta ad un importante avanzamento di tutta la zona. Nel corso dell’azione e’ ferito alla spalla destrra da schegge di Shranapels  (1 agosto 1914) dopo che era rimasto in linea per una ferita al braccio approssimativamente curata. Ricoverato ad un Ospedale da campo e’ immediatamente proposto per la medaglia d’argento al v.m. sul campo che gli viene conferita con il Gen. De Churand che gli appunta la medaglia sul petto (7 agosto 1914) . inviato in licenza di convalescenza di 5 gg.  l’8 agosto , il 13 agosto e’ destinato al Corpo d’Armata Speciale in Francia che fa parte del contingente di invio dei 6 corpi d’armata comandati dal Gen. Zuccari  (a proposito il capo di S.M. non e’ Cadorna che il Re non aveva troppo in simpatia, bensi’ il Gen. Roberto Brusati ), il suo corpo d’armata il VI e’ comandato dal Gen. Cigliana. Con R,D, del 17 agosto 1914 riceve la promozione a Capitano e pertanto nel suo nuovo incarico assume il cdo titolare di compagnia (22 agosto) questo mentre va iniziando la battaglia delle frontiere, cui per il momento i sei corpi italiani non presero parte: Lo fecero a partire dal 31 agosto ed il 5 settembre  provvidero  a rintuzzare  l’Armata dell’Interno del Gen. Gallieni contribuendo quindi al vittorioso esito della Battaglia della Marna, in cui l’esercito francese annientato e le truppe austro tedesche italiane entrarono a Parigi 7 settembre 1914   Nei giorni successivi la Francia addivenne alla richiesta di armistizio (9 settembre)  mentre ilm contingente inglese  diede inizio a una serie di manovre nel tentativo di svincolarsi dalla pressione degli eserciti della Triplice  e raggiungere la Manica  dando luogo alla cosiddetta "corsa al mare". 10 – 17 settembre 1914  Il reparto del nostro M.N. non aveva preso parte alla battaglia della Marna e aveva occupato delle posizioni  sovrastanti proprio il contingente inglese su una felice intuzione del Magg.Gen. Enrico Caviglia cte della Divisione che durante la corsa al mare ne avrebbe anticipato le mosse. In questo frangente  M.N. che fu interinalmente nominato cte di un battaglione misto si trovo’ a rintuzzare direttamente l’urto inglese riuscendo a infrangerne l’impeto (17)b  e consentire l’apporto del resto della divisione di Caviglia (18-19)  e di altre due tedesche(19)  e una austriaca (20) determinando così l’accerchiamento e l’annientamento del contingente inglese che venne interamente catturato . (20-21 settembre 1914 ) Tuttavia l’Inghilterra non chiese armistizio e chiamo’ a difesa insulare tutta la sua marina schierata sulla Manica (20-26 settembre) I tedeschi conferirono la Pour le merite’ al capitano Mario Nardulli (25 settembre ) e quella con fronde di quercia al Gen. Caviglia , mentre dall’Italia arrivava il 5 ottobre 1914 la promozione a Maggiore per merito di guerra sul campo. Entusiasmo alle stelle, ma l’Inghilterra grazie alla sua Marina riusciva a rendere inespugnabile il suo territorio insulare e intanto le tentava tutte , soprattutto mobilitando la Massoneria per far entrare gli Stati Uniti nel conflitto (ottobre 1914) . Per ora basta così, se mi andra’ di darne il seguito di una situazione così differente, dove l’istanza Schmittiana di Terra/Mare viene  platealmente affermata lo faremo in un nuovo articolo/divertissement

mercoledì 5 luglio 2023

DA MARIO A MARCELLO

 

Mario : Un tempo ero orgogliosissimo di questo nome per il fatto che apparteneva alla persona che ho stimato e amato piu’ di tutti : Mario Nardulli nato il 25 novembre 1888 e che in quanto nipote fu dato anche a me (9 giugno 1948), ma poi avverse, anzi diciamo proprio sgradite e sgraditissime situazioni legate a personaggi che avevano questo nome hanno finito per disamorarmi delle accezioni prettamente nominalistiche  del termine, e ho quindi deciso di fare il contrario di quello che si fa di solito : dare il nome del nonno al nuovo nato, ebbene io faccio il netto contrario : da nonno prendo il nome del nipote, ovvero da Mario prendo il nome Marcello  La prima disillusione era stata quando mi sono reso conto che il mio nome non era affatto quel prototipo di originalita’ che avevo creduto nell’infanzia – caso curioso nella via dove abitavo appunto nell’infanzia, via nicolo’ V, a ridosso delle Mura Vaticane e dominate dalla mole “der Cuppolone” non c’era nessuno, ma proprio nessuno che si chiamava Mario; una marea di Giuseppe, Paolo e Franco a profusione, persino piu’ di un Filippo e poi Luigi, Sergio, ma di Mario neppure l’ombra, sicche’ ricordo che nel  periodo piu’ “animistico” dell’infanzia, quando si tende a considerare tutte le manifestazioni della natura e anche del sociale, strettamente correlate a te stesso,  (il sole sta in cielo per farti giocare, il mondo e’ sotto il balcone a portata della tua mano che basta allungare per prenderlo tutto, quell’albero sta proprio la’ per farti ombra quando sei sudato  e hai bisogno un po’ difrescura, etc.), mio padre per premiarmi che sapevo ben

sbrogliarmi nella lettura, mi aveva fatto l’abbonamento a Topolino a partire dall’agosto del 1952  e la cosa da allora era continuata negli anni “ecco visto che Mario oramai e’ un provetto della lettura  gli faremo questo dono “ aveva detto e la cosa era andata avanti mese dopo mese , anno dopo anno, per cui mi ero andato convincendo che la parola “som-mario” che stava sempre nella prima pagina del giornaletto,  stesse li’ in mio onore, dato che mi arrivava sempre ogni 10 e 25 del mese, appunto i giorni in cui all’epoca usciva  il Topolino da 80 lire. L’infanzia si sa, un bel giorno decide di andarsene e improvvisa- mente il tempo ha una accellerata vertiginosa, quel giorno che sembrava durare un’eternita’ complice quel sole che in cielo non ne voleva proprio di sapere di tramontare, di colpo se ne andava oltre la siepe, ed eccoti al buio, e  mannaggia… quella mano che un tempo sembrava proprio che riuscisse ad afferrare tutto, ora la ritraevi tutta vuota, senza niente, che magari per caso, le rimanesse appiccicato.  Proliferano i Mario appena si esce da quel piccolo paradiso terrestre che e‘ l’infanzia ( un detto da Freud, non da me)  ed io mi sento sempre piu’ pressato da questo tempo frettoloso e tiranno, e sempre in debito di quella originalita’ che era stata una mia peculiarita’ dei primi dieci, undici anni di vita. C’è Mario Monicelli il regista, e va bene,  
 Mario Girotti che era Terence Hill quando faceva Cerasella e non era ancora Trinita’, mentre Bud Spencer si chiamava Carlo Petersoli ed era intimo amico di mio padre che lo chiamava Carletto dato che erano stati insieme nella squadra nazionale di pallanuoto;  si insomma parecchi Mario anche vieppiu’ a scuola e persino tra gli amici, ma nessuno a demeritare, 
 per cui ci poteva stare solo quella  perdita di originalita’;  certo avrei voluto chiamarmi Galvano o Lodovico, ma tutto non si puo’ avere, e quindi avevo cominciato a farci il callo a tutte queste persone che  si chiamavano come me.  Non piu’ anni, ma decenni si erano andati accavallando, senza che avessi a ritornare su tale questione; certo magari qualche insofferenza per persone che non mi piacevano granche’,  tipo un personaggio della radio che si era deformato il nome in Marione che parlava ossessivamente solo di calcio  (sia la radio sia il calcio sono cose che ho sempre aborrito) , un comico che giocava un po’ sul piano dell’assurdo  che non mi era congeniale, ma che qualcuno aveva alluso che mi somigliasse non solo per il nome e perche’ fosse un architetto come me “ma tu sei scemo “ rispondevo piccato  quello sara’ alto uno e settanta, io sono un metro e ottantasei” . insomma, ci sta messo che non tutti quelli che si chiamano come te, una volta che ne hai constatato una notevolissima diffusione, non potessero essere tutti di tuo gradimento. Si era quindi arrivati alla vecchiezza , magari non proprio estrema come quella di oggi, ma insomma bella che pronunciata:  sessantaquattro anni  2012 e chi ti nominano capo del governo ? un iper
neoliberista, euoropeista
  convinto quindi filo UE, professore alla Bocconi, legato a tutti i gruppi speculativi di alta finanza del mondo, cioe’ stante la mia ciultura, il mio punto di vista :  il peggio del peggio, sulla scia degli ultimi personaggi proposti dalla nostra politica i Prodi, i Ciampi, i Napolitano, che pero’ non si chiamavano Mario.  Ecco con quel  primo Mario a capo del governo e’ allora che il mio nome  comincia a starmi  proprio stretto.  Passano quasi dieci anni, febbraio 2021 nel pieno della piu’ grande farsa mai perpetrata in tutta la storia del genere umano ed ecco viene nominato  a capo del Governo, il rappresentante piu’ convinto di tutto quel mondo di bottegai,  di inganni, di farse ed anche di veri e propri carnefici di liberta’ …..e questo figuro si chiama …........................................................................Mario.
Ecco capite perche’ a questa seconda onta non ce l’ho fatta a resistere , tanto piu’ che oramai la mia vecchiezza si era fatta davvero estrema ( quasi 73 anni e fino a passare i 74, nel luminosissimo giorno del 21 luglio 2022 delle dimissioni 
 del soggetto in questione ) e ho maturato la decisione di non chiamarmi piu’ Mario, ma cambiarlo in Marcello.  Un nome che ho sempre adorato, per via della appartenenza all’unico attore che mi sia
sempre piaciuto e abbia anche ammirato Marcello Mastroianni, per qualche altro bel soggetto frequentato nella vita, ma soprattutto per essere il nome di mio nipote Marcello Gruia Nardulli nato il 23 febbraio 2019. Mi ha divertito l’idea di fare il contrario di quello che si fa di solito : dare il nome del nonno al nuovo nato, ebbene io faccio il netto contrario : da nonno prendo il nome del nipote: se non e’ simmetria questa , anzi direi proprio una super simmetria come quella che governa le stringhe in fisica quantistica secondo la M-Theory di Witten (1995) e che asseconda anche il famoso inconscio come insiemi infiniti dello psicoanalista cileno Ignacio Matte’ Blanco

 

IL CAPOVOLGIMENTO DEL FUTURO ANTERIORE

il Wall Street Journal ha riportato un rapporto del governo Usa dove si afferma che "GLI STATI UNITI STANNO CAPOVOLGENDO LA STORIA, ...