martedì 28 novembre 2023

NULLA E' MAI SUCCESSO DAVVERO

Nulla e' mai successo davvero : non mi ricordo bene chi è l'autore di questo aforisma , propendo per qualcuno del Mental Research of Psycologie di Palo Alto , tipo Jay Haley o Paul Watzlavitch o magari i Bandler e Grinder della PNL degli inizi, comunque ha poca importanza perche’ per me non e’ del tutto  completo, difatti oggi che abbiamo avuto una distopia talmente abnorme che non ha avuto niente da invidiare a quelle dei piu’ celebri romanzi di fantapolitica di Orwell, Huxley, Bradbury, Dick, Matheson, siamo stati, noi pochi che abbiamo conservato un po’ di ragione  e non ci siamo lasciati irretire dalle bugie e manipolazioni a sfondo terroristico/sanitario del potere costituito, quasi costretti a rivedere un po’ tutte le certezze e posizioni che ci eravamo costruiti, e quindi a dire questa frase. In effetti non avevamo ben capito la vera essenza del potere commerciale che ci governa perlomeno da quasi settecento anni, per l’esattezza dalla fatidica data del 1347/48  ovvero da una precedente pandemia, in effetti la prima dell’era moderna realmente accreditata, quella della cosidetta “peste nera” di cui si e’ detto un po’ roboantemente e senza nessun riscontro di dati effettivi, che aveva ridotto a meno della meta’ la popolazione di quel drammatico secolo XIV. Viziaccio del significante delle pandemie (sentito dire) a partire da quell’annaccio in cui si erano concentrati una serie di eventi negativi:  continui stati di guerra, assedi, ma soprattutto una terribile carestia che aveva imperversato in tutta europa dalla meta’ degli anni quaranta e che aveva desertificato le campagne con un fortissimo inurbamento dei centri abitati, vera causa di affezioni dapprima dermatologiche (peste bubbonica) dovute appunto all’inurbamento nelle citta’ con crollo delle condizioni igieniche, poi la vera e propria peste nera, cioe’ affezioni  dei 

polmoni che inducono il sospetto, come d’altronde oggi a quasi settecento anni di distanza, che qualcuno abbia voluto profittare e quindi spingere quel sottofondo di paura verso il contagio, per trarre vantaggi personali. Per comprendere chi era quel qualcuno dobbiamo far riferimento ad un testo antichissimo, quell’Opera e i giorni di Esiodo, dove veniva raccontato che le eta’ del mondo potevano distinguersi in quattro grandi categorie: una eta’ dell’oro, una dell’argentro, una del bronzo e un ultima del ferro, di cui ad ognuna facevano riscontro una determinata categoria di soggetti:  gli dei, i guerrieri, i mercanti, i servi.  
Esiodo poneva queste 4 eta' o cicli  dove solo una di tali eta' non era contrassegnata da un metallo, ma da una lega il ferro, rifacendo il verso quindi anche a diverse culture  tipo quella indiana con  il Kali Juga" che ha anche la denominazione di "eta' dei servi" che il grande filosofo tradizionalista Rene’ Guenon, ne accettava i  termini estremamente dilatati, che sarebbe cioe' iniziata 6000 anni fa, mentre un altro grande della cultura della Tradizione Julius Evola si mantiene piu' prudente e  ammette una sorta di sotto-era corrispondente alla eta' degli eroi piu' come eccezione dell'eta' del bronzo o dei mercanti in termini di nostalgia per l'argento e la stirpe dei guerrieri (per intenderci un po' il Sacro Romano di Carlo Magno Impero fino Federico II di Svevia) stabilendo quindi  tempi un po' meno allungati per ogni eta' e piu' rispondenti ad un giudizio piu' circostanziato.
Ora in questo mio articolo mi rifaccio ad una sola età di quelle elencate dalla teoria dei Cicli, quella del bronzo  (o acciaio) , l’età dei mercanti ovvero del predominio economico e del principio del baratto e poi dell’accumulazione di denaro che è il leit motive del suo svolgersi, laddove la successiva quella dei Servi o del ferro la vedo piu' come appendice di tale  età dei mercanti che sta  sta alla base della liquidazione definitiva dell’età dei guerrieri (la tradizione greco/romana) e di quella di tentativo di recupero degli eroi (il medioevo con il Sacro Romano Impero , le caste e la tradizione corale), il cui svolgimento e deterioramento  sta alla base della recente anzi quotidiana distopia che stiamo vivendo. Viviamo quindi in una sorta di passaggio: passaggio ad una età dove ai pochissimi magnati che hanno accumulato buona parte di  tutto il denaro del mondo, (le lobbies farmaceutiche con il loro terrorismo mediatico sanitario diffuso a bella posta grazie al servilismo della loro faccia nascosta quella di un buonismo sinistrorso e il mercimonio dell’informazione  rappresentato dai cosidetti Media ) fa riscontro una massa  spaventata e ignorante pronta a farsi ridurre allo stato di Servi. La mia preoccupazione e inquietudine e’ data appunto dal riscontrare come questa tabella di marcia dell’ipercapitalismo consumista e comunista, stia procedendo col vento in poppa e giustappunto vado a riprendere quella affermazione /preoccupazione che titola il presente articolo, con intenti di diverso condizionamento 
Sono loro i mercanti ed i loro servi  (cioe’ bottegai e garzoni come li ho sempre definiti) che ci  inducono a tale conclusione per il fatto che avendo oramai calato tutte le carte della loro tracotanza e di desiderio di dominio globale , proprio con la recente buffonata di una pandemia ancora meno riscontrabile della peste nera del 1348 o della cosidetta spagnola del 1919, ci  hanno  precluso ogni possibile futuro e nel contempo ci hanno fatto comprendere che tutto quel tantino di razionalita’ che
 ancora eravamo soliti assegnare alla realta’ , magari ancora influenzati dalla celeberrima formula del piu’ imbecille di tutti i filosofi, ovvero “cio’ che è reale e’ razionale, cio’ che è razionale e’ reale “, deve essere invece del tutto ritirata, e dobbiamo invece familiarizzarci con l'assunto che la storia del mondo così come ci e’ stata propinata e’ invece il dominio assoluto dell’irrazionale e quindi tutto quello che abbiamo creduto non solo non e’ vero, ma  e’ il dominio della bugia e della manipolazione;  quindi tutto da riscrivere, senza disporre non  solo di un futuro, ma neppure di un passato, non esiste ne e' mai esistito alcun "quello di una volta"  quindi proprio come diceva Evola nel suo saggio “Cavalcare la tigre” a proposito dell’uomo differenziato che si pone nella tradizione senza disporre di una tradizione. dobbiamo anche noi perseguire un qualcosa che non si trova all'esterno, ne' nel passato, ne' nel futuro,  ma solo all'interno di noi in una sorta di sovrattempo che crea da solo  le sue modalita'   

 

sabato 25 novembre 2023

LA MORTE COME POTLAC (il sacrificio del Simbolo)

 

Un autore che è stato importantissimo nella mia formazione: Jen Baudrillard, in ispecie per un libro il cui titolo e' per me ancora tutto un programma "Lo scambio simbolico e la morte" ecco! mi viene di rinfrescarmi un pò la memoria, anche perchè segna il mio definitivo abbandono di ogni velleità di comprensione politica (grosso modo col 1989), partendo da quell' idea di equivalenza che rappresenta un sequel del famoso libro di Benjamin su "l'epoca d'arte nell'epoca della sua riproduciblità tecnica". difatti con l'equivalenza di tutte le cose il principio di simulazione ha sostituito il principio di realtà. Alla contraffazione della prima età moderna e alla produzione di quella industriale, segue la simulazione, intesa da Baudrillard in termini assai complessi, a partire dalla universale riproducibilità tecnologica, artificiale e mediatica di ogni ente, evento e processo: «Per le opinioni, come per i beni materiali, la produzione è morta, viva la
riproduzione!» e, con essa, una cultura impregnata della morte artificiale e della equivalenza generale di ogni cosa con ogni altra, fondamento dello scambio capitalistico che ha sostituito e distrutto lo scambio simbolico, quello che veniva platealmente manifestato nel Potlac (la distruzione della parte eccedente, dell'accumulo) Le forme dell’equivalenza si possono trovare in ambiti molto diversi tra di loro, quali: la centralità nella medicina contemporanea del del corpo-cadavere, rispetto al Leib, il corpo vissuto; la natura razziale dell’Umanesimo, poiché prima di esso culture e razze «si sono ignorate o annientate, ma mai sotto il segno d’una Ragione universale. Non c’è un criterio dell’uomo, non la divisione dell’Inumano, soltanto delle differenze che possono affrontarsi a morte. Ma è il nostro concetto indifferenziato dell’Uomo che fa sorgere la discriminazione» ; la profonda corrispondenza tra monoteismo e potere politico unificato, così diverso dallo scambio molteplice dei politeismi; il sostanziale matriarcato delle società senza Padre quali sempre più vanno diventando le nostre “avanzate” strutture sociali, un matriarcato dell’equivalenza tra madri e figli che impedisce la crescita autonoma del «soggetto perverso» il cui lavoro «consiste nell’installarsi in questo miraggio di se stesso e di trovarvi l’appagamento del suo desiderio –in realtà appagamento del desiderio della madre, da cui appunto il mio "son tutte brutte e cattive le madri del mondo"Processo identico a quello dell’incesto: non si esce più dalla famiglia»
L’equivalenza tesa a cancellare ogni differenza si esprime soprattutto nell’utopia negativa e mercantile della abolizione della morte, in ciò che Norbert Elias ha definito la «solitudine del morente» e che Baudrillard descrive come «paranoia della ragione, i cui assiomi fanno sorgere ovunque l’inintelligibile assoluto, la Morte come inaccettabile e insolubile» poiché «tutta la nostra cultura non è che un immenso sforzo per dissociare la vita dalla morte, scongiurare l’ambivalenza della morte a solo vantaggio della riproduzione della vita come valore, e del tempo come equivalente generale. Abolire la morte è il nostro fantasma che si ramifica in tutte le direzioni: quella della sopravvivenza e dell’eternità per le religioni, quella della verità per la scienza, quella della produttività e dell’accumulazione per l’economia» Si capiscono adesso i miei spasmodici tentativi, perlomeno a livello personale di "de-finizione" di cambiamento di indice referenziale: via questa vita di equivalenti o meglio da simulacri come dice Baudrillard da copia intesa come concettualmente assoluta. Contro questi deliri di equivalenza vanno difesi il senso e la realtà dello scambio simbolico che permette ai primitivi di vivere con i loro morti «sotto gli auspici del rituale e della festa» mentre «noi commerciamo con i nostri morti con la moneta della malinconia» Ecco perché, rispetto alla sterile superficialità di ogni riduzionismo economicistico, psicologistico, sociologico, Baudrillard può giustamente asserire che «la rivoluzione è simbolica, o non lo è affatto» . Lo spazio del simbolico è infatti l’ambito nel quale l’umano esplica le proprie esigenze più fonde, le speranze assolute, le forme delle culture e delle comunità, la potenza dei sentimenti, l’edificazione delle arti e delle filosofie, la sfera del senso. L’umano è un dispositivo semantico perché non vive di solo pane e per riuscire letteralmente a muoversi, agire, prendere la
costante serie di decisioni che intesse la vita, ha bisogno di trovare un significato – un qualsiasi significato, dato che oramai siamo in un tempo che le cose non hanno più nessun significato e nessun significante .
L’incessante scambio simbolico in cui la vita consiste comprende in sé anche la morte, soprattutto la morte, e solo in questa com-prensione le può dare un significato né soltanto biologico né malinconicamente disperante né economicamente in perdita ma colmo della pienezza del dono che ogni presente è, anche quello della fine. Eh si!!! Baudrillard va recuperato e va urgentemente aggiunto ad Al di là del principio del piacere di Freud, a Lacan a Mattè Blanco, a Heidegger, ad un recupero di Evola, un pò a Jaynes e anche al pragmatico delle Leggi Biologiche di Hamer

venerdì 17 novembre 2023

LA POLITICA : IL PARADOSSO PIU' INFAME

Dicevo oggi in un video su Tik Tok che mi sono fatto convinto che gli esecutori piu’ pedissequi e vili dei bottegai e del loro mondo fondato sul danaro, sul commercio e sui mercati siano stati,  perlomeno da non meno di tre  secoli, i politici . Mi rifaccio un titinin alla famosa dialettica tra servo e padrone riportato da Hegel in fenomenologia della storia, ma con accezioni del tutto differenti  alle conclusioni (cosa d’altronde consueta, dato che per me essendo Hegel uno che non ne ha azzeccata una, anche tale conflitto ha delle peculiarita’ inesatte) . Non e’ difatti nel  lungo tempo che il servo l’ha vinta sul padrone come vorrebbe Hegel che anche in tal senso ha fortemente influenzato e condizionato altri ronzini della filosofia come Marx, ma semmai si e’ trattato, da quasi subito di un compromesso paradossale : il politico si e’ rivelato il piu’ volenteroso lacche’ degli intendimenti del padrone, e in tal senso gli ha concesso  tutto di se’ concedendogli l’anima  e qualcosa in piu’, piegandosi  a tutti i suoi
voleri, ma pretendendo in cambio la piu’ alta mercede, ovvero denaro ovviamente, tanto denaro,  ma anche potere e persino prestigio. Il bottegaio che ha nei suoi cromosomi lo spirito commerciale della nazione emblema dei bottegai , l’Inghilterra, che  fin dai tempi delle Regina Elisabetta la figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, concedeva briciole e anche piu’ di carisma nobiliare a veri e propri furfanti in cambio di favori economici,  non ha mai avuto problemi a fare tutto quello che gli venisse ordinato, sempre pero’ in cambio di quella contropartita economica e non solo; la  
cosa ha ulteriormente preso piega con la formazione delle Logge Massoniche sempre di
origine inglese,  che scimmiottando antiche confraternite di distinzione e appartenenza a determinati specifici  sociali (quali la  famosa Libera Muratoria intesa nel senso  del fare costruttivo risalente addirittura alla leggendaria figura di Hiram l’architetto del Tempio di Salomone ), le ha incanalate nel senso del commercio e dell’accumulazione del denaro come mezzo di acquisizione di potere (da qui l’economia come pseudo filosofia e di quasi scienza e successivamente la finanza, e tutti gli scibili di supporto ad un mondo sempre più  inteso come grande mercato).  Il politico solo raramente e occasionalmente  ha  avuto una provenienza da tali settori di supporto a questo grande mercimonio (da noi in Italia Einaudi, Merzagora, Malagodi, Ciampi e di certo mai con grande efficacia)  provenendo per lo piu’ da settori molto neutri tipo  quello militare ( Washington, Napoleone, De Gaulle, Eisenhowher, Putin) di funzionario statale  (Giolitti,  ) di libero professionista tipo avvocato, insegnante, giornalista,  medico, imprenditore, ingegnere, etc, rarissimi gli intellettuali tipo scrittori, filosofi, fisici, quindi per lo piu’ non provenendo  da alcun specifico, molto spesso a mala pena  laureato o con licenza liceale, ed ancora piu’ spesso ostentando ignoranza, pressapochismo, faciloneria e quasi universalmente incompetenza e inefficacia. Forse abbiamo dimenticato   la caratteristica piu’ diffusa specie in paesi come l’Inghilterra e l’America dove il fattore economico gioca una parte rilevantissima, per non dire essenziale: essere ricchi. 
Dicevamo degli Stati Uniti dove praticamente tutta la classe politica specie quella che perviene a cariche di rilevanza, con particolare riferimento alla Presidenza del Paese, ha una provenienza dalla frangia dei multimiliardari (Kennedy-Ford-Carter- Bush-Trump-Biden) o perlomeno e’ particolarmente sponsorizzata da multimiliardari (Reagan-Clinton-Obama), ma gli Stati Uniti rappresentano l’esasperazione del fenomeno bottegaio rivelandosi in tal senso il vero erede di quel bottegaismo anglosassone di cui Carl Schmitt aveva individuato chiaramente l’essenza e persino il riferimento  operativo in quell’elemento liquido e senza limiti e confini  che e’ il mare,  perlomeno dai tempi della Regina Elisabetta nel XVI secolo, contrapposto all’elemento solido e terricolo delle nazioni dell’europa continentale. Quindi il prendere la classe politica direttamente dalla classe sociale per loro piu’ rappresentativa ha un chiaro intendimento di arrogante provocazione  ed e’  la riprova della loro indifferenza ai temi della cultura, dell’intelligenza , dell’efficacia. 
L’esempio piu’ macroscopico di questa modalita’ di rapportarsi  con l’intero mondo  e della politica in particolare,  è senza dubbio l’aver elevato, tra l’altro con l’inganno e le manipolazioni elettorali, alla carica piu’ importante e rappresentativa dello Stato un chiaro demente, o meglio un vecchio che ha varcato i limiti della  autonomia mentale e quindi e’ un costante esempio di indecenza in quanto sottratto all’ordinario quotidiano di una casa per anziani con tanto di badanti, pannoloni e tutori vari, e trasferito allo straordinario degli impegni del Capo dello Stato piu’ potente del mondo : “Vedete ?...” sembrano voler dire i bottegai rimasti padroni “...ecco i vostri politici quelli a cui voi affidate le vostre vite, i vostri destini , noi abbiamo deciso di mettere questo demente proprio per rendervi edotti  quanto contano in realta’  le vostre elezioni, i vostri voti, le vostre aspettative !” Per quel che possiamo discernere  ci hanno anche messo le loro facce : i vari Rotschild, Rockfeller, Soro, Gates, Schwab con i loro servi che noi chiamiamo politici  i Biden, i Macron, i Trudeau, le Merkel, e si anche i nostri Renzi, Conte, Draghi, Speranza  e purtroppo,  bisogna ammetterlo,  anche le nostre Meloni, che una volta ascesa a capo del Governo anche lei si e’ piegata al volere dei bottegai che dirigono le nostre vita con le varie istituzioni tipo la UE, la Nato, Big Pharma

mercoledì 1 novembre 2023

NON ANNI ALLA VITA, MA VITA AGLI ANNI

 

E’ uno dei piu’ triti luoghi comuni quello di affermare  che la medicina moderna avrebbe allungato la vita della gente - si riportano dati che dicono che l’età media di vita, chesso’ dei tempi dei Romani o ancor peggio del medioevo non arrivava ai trent’anni di vita, salvo pero’ a rimarcare che un Giulio Cesare non era considerato affatto vecchio all’eta’ di 56 anni e per toglierlo di torno erano stati costretti ad assassinarlo, così lo stesso per la piu’ parte dei personaggi  famosi, quando non uccisi in congiure o pronunciamenti, quasi tutti arrivati ad una eta’ piu’ che ragguardevole (Scipione, Catone, Cicerone, Augusto, Tiberio etc.) e lo stesso dicasi per i cosidetti “secoli bui” del Medioevo (i vari Papi, i Reali, i Dogi di Venezia  molti dei quali ancora attivi superato i novant'anni), fino ai secoli successivi antecedenti la Rivoluzione Industriale di meta’ secolo XVIII con la quale si suole indicare l’inizio della eta’ moderna. Abbiamo fatto cenno della longevita’ì di Papi, Reali, Dogi e comunque persone di spicco:  un Dante indicava il limite di “nostra vita” nei settant'anni e siamo nel 1300, nei secoli successivi ci sono stati politici, artisti ottuagenari e addirittura novantenni ancora perfettamente attivi come Michelangelo, ribadendo comunque che la maggior parte delle persone di agiatezza o anche di media agiatezza, arrivavano  tutti abbondantemente sopra la soglia della sessantacinque anni, eta’ che ancor oggi e’ giudicata di limite alla soglia della vecchiezza e questo molto molto prima dell’affermarsi della medicina cosidetta moderna. Sembra insomma che la statistica non  si applichi alle persone con un certo tenore di vita, ma solo alla massa di diseredati, che vivevano per lo piu’ in disastrose condizioni di igiene ed anche di enorme penuria alimentare, aggiungendovi a questo le fatiche e i pericoli  del vivere quotidiano cui erano  esposti contadini, manovali, financo artigiani e soldati di basso grado, tra carestie, guerre, assediInsomma per farla breve considerando l’eta’ media delle persone si sarebbe piu’ che raddoppiata quella famosa  eta’ media di vita,  ma nulla o quasi nulla si sarebbe aggiunto all’eta’ di una persona benestante.    

Quindi precisiamo che la medicina moderna, ovvero quella serie di scoperte, invenzioni, anche nozioni e nuove abitudini, che ha cominciato ad affermarsi parecchio dopo la Rivoluzione Industriale e soprattutto col positivismo del XIX secolo, riguarda non la vita in generale come fenomeno biologico, che ripetiamo non ha aggiunto un giorno di piu’ a quello che e’ sempre stata   ottantenni, novantenni, come abbiamo visto anche arzilli, ce ne sono sempre stati e neppure sono mancati i centenari - per cui lo straordinario allungamento non puo ‘ essere addotto ad una qualche nuova pratica di chissa’ quanto  nuova straordinaria scoperta, ma piuttosto ad una diffusione di uno stato che prima era di pochissimi e via via col tempo e’ cominciato a diffondersi:  potremmo azzardare  ad una sorta di democratizzazione, di emancipazione di uno stato d’essere privilegiato, divenuto sempre piu’ comune  : quello della persona ben nutrita, non oberata da pesanti lavori, non sottoposta a  ripetuti disagi. Non si tratta quindi di efficacia, ma piuttosto di diffusione e per la verita’ in questo la medicina c’entra poco,  anche perche’ quella che si considera al massimo grado medicina moderna non e’ quell’insieme di  conoscenze, abilita’ che farebbero si che la qualsivoglia affezione  venga subito contrastata e respinta , ma piuttosto una serie di rimedi a posteriori che pochissimo incidono sul decorso di una patologia. Quando questa medicina ha voluto poi cimentarsi sulla prevenzione di tali patologie o malattie, come sempre piu’ tali stati sono stati denominati, ha mostrato tutta la sua pochezza. Non parliamo infatti piu’ di quel famoso “occhio clinico” cui faceva riferimento anche il grande Medico dell’antichita’ Ippocrate, di cui i medici di vecchissima generazione quelli che la nostra generazione (nati intorno alla meta’ del XX secolo) ha fatto appena a tempo a conoscere nell’infanzia, esercitavano con naturalezza e vera competenza  e neppure di quella medicina fondata sulla fattualita’ del pronto intervento su organo colpito da trauma,  come l’anestesia e la chirurgia, che in effetti hanno risolto molti problemi, legati alla contingenza dell’evento, secondo il detto da alcuni attribuito sempre ad Ippocrate, ma da altri a Galeno, del “Divinum est sedare dolorem”, parliamo in verita’ della medicina affermatasi grazie al nume tutelare del denaro e di societa’ fondate sulle speculazioni commerciali e di mercato, quella che ha origine nella Rivoluzione industriale e nello spirito bottegaio della cultura anglosassone, affermatasi soprattutto nel XIX secolo con lo sviluppo di quella cultura positivista e tutto sommato commerciale cui avevano dato impulso  una serie di teorie  di pensatori prevalentemente inglesi (Smith, Malthus, Say, Ricardo, Stuart Mill, Spencer, etc) , ma di ispirazione hegeliana, il cui corpus filosofico al di la’ delle apparenze si sposava appieno ad una concezione di compravendita anche di idee;  così in Hegel  soprattutto nel conflitto “servo-padrone” della Fenomenologia dello Spirito,  o vieppiu’ in tutte le morti rituali della storia, dell’arte, scandite dalla famosa dialettica ed anche di risibili incontri con personaggi, improbabili rappresentanti di un certo spirito come ad esempio il mediocre e gonfiatissimo genio militare di Napoleone Bonaparte, visto 

all’indomani della battaglia di Jena,  che avrebbe incarnato lo spitito della storia  (sarebbe stato curioso vedere come si sarebbe portato il nostro super filosofo avesse avuto lo stesso incontro con Napoleone, ma appena qualche mese dopo, ovvero dopo Eylau e non Jena ).  L’unico vero spirito che sta alla base della medicina moderna e’ come abbiamo detto, quello commerciale, bottegaio che ha i suoi prodromi nella mentalita’ bottegaia anglosassone, il cui testimone e’ stato piu’ che degnamente raccolto dagli Stati Uniti d’America come ulteriore elemento di potere e dominio  talassico e non terricolo secondo la illuminante interpretazione di Carl Schmitt in “Terra e Mare”. Diciamo che l’atto di nascita della medicina moderna e allopatica si ha con le pseudo scoperte di Louis Pasteur un vero e proprio arruffone della scienza che aveva spacciato delle teorie di suoi maestri (soprattutto Bechamp) per sue al fine di  acquisire credibilita’ non tanto per desiderio di gloria, quanto di vil denaro, favorendo una concezione di perniciosita’ dei microbi, che ben si adattava alle speculazioni di un onnipotente industriale del petrolio come Rockfeller che con la sua fondazione e l’avallo di prezzolati scienziati intendeva dominare il mondo della farmacologia scagliandosi contro la medicina naturale e favorendo l’impiego della chimica e quindi del petrolio nei farmaci. Io non credo come e’ stato ipotizzato da qualcuno,  che la fondazione Rockefeller con l'invenzione della medicina moderna avesse intenzione di ridurre l'età media di vita della gente, rendendo  
sempre più deboli e malate le masse, questo e’ un fenomeno indotto ed e’ un po’ di contrappasso a quanto osservato su eta’ media di vita e vita biologica . A Rockfeller e ai suoi accoliti delle lobbies farmaceutiche, soprattutto dopo il famigerato Protocollo Flexner del 1910 (siamo quindi arrivati al XX secolo, cioe’ appena ieri) importava sancire la fine di ogni naturalezza dei trattamenti terapeutici e stabilire il primato assoluto del farmaco chimico derivato dal petriolio, proprio facendo leva sulla teoria di una perniciosita’ dei microbi, invisibili e spesso e volentieri neppure esistenti animaletti nemici del genere umano, la teoria appunto che gli aveva confezionato a bella posta Pasteur contraddicendo platealmente l’assioma del grande fisiologo Claude Bernard  “il microbo e’ nulla, il terreno e’ tutto!”   
E’ stato detto anche questo che  attraverso farmaci, vaccini e piu’ recentemente  chemioterapia la fondazione Rockefeller ha avuto,  e anche questo testimone e’ stato prontamente raccolto (Big Pharma, OMS, Bill Gates, Open Society di Soros, etc.), e ha intenzione di eliminare gran parte della popolazione mondiale( sorta di ritornello dei vari eredi di Rockfeller, di Schwab, Kissinger, Gates, insomma i soliti noti) Eppure come spiegare il fatto che proprio la popolazione mondiale intesa come massa e non come singolarita’ biologica  Eppure paradossalmente e’ proprio l'età media si innalzata. Come è possibile ciò? In realtà se noi diamo uno sguardo ai libri di storia vediamo che l'età media di vita delle classi agiate del passato (Roma antica, medioevo, età dei lumi, ecc.) si aggirava - come oggi - intorno agli 80 anni. Per lo più - vedendo quanto riportato dai libri di storia - la vita di condottieri, monarchi, nobili, scrittori, filosofi e di tutti gli appartenenti alle classi superiori era molto lunga e terminava in media intorno ai 70 - 80 anni. Chi moriva prima erano gli uomini appartenenti alle classi inferiori, alle classi disagiate e senza redditi. Ma perché questa gente moriva prima? Forse perchè la medicina antica era meno efficace della medicina moderna? La medicina antica non era per nulla meno efficace della medicina moderna, anzi, considerando quel famoso “occhio clinico” la perizia acquisita sul campo da medici di buona volonta’,  forse era anche migliore. Ma allora perchè l'età media della gente si è innalzata e le aspettative di vita si sono fatte così  dilatate ? ? La risposta è più semplice di quanto si creda: l'età media si è innalzata perchè sono stati inventati l'Istituito delle pensioni, i servizi sociali e tutto l'insieme di misure di sostegno che lo Stato prevede per le classi più umili e disagiate. L'erogazione delle pensioni ha fatto sì che le persone non più in età di lavoro potessero vivere più a lungo una volta espulsi dal mondo del lavoro. Ciò che faceva morire prematuramente queste persone infatti era - non il fatto che non fosse stata ancora inventata la medicina allopatica - ma il fatto che non disponessero di alcun reddito una volta buttati fuori dal mondo del lavoro. Se queste persone non muoiono più a 50 o 60 anni è perchè essi adesso hanno di che vivere, perchè hanno un reddito sicuro. Togli a queste persone la pensione (o la disoccupazione prevista per chi perde il lavoro) e vedrai come da subito l'età media di vita della popolazione si riduce bruscamente di 20 o di 30 anni. Lo stesso discorso si deve fare per bambini orfani, vedove, handicappati, mutilati, ecc. Senza l'aiuto dello Stato queste persone non avrebbero nessuna possibilità di sopravvivere. Dunque non è stata la medicina moderna ad innalzare l'età media di vita della popolazione ma semmai, l'invenzione dello Stato Sociale, la creazione di istituti quali la pensione, la disoccupazione e dei servizi sociali, tutto un insieme di istituzioni che specie i Paesi che non si sono fatti irretire dal populismo buonista e ipocrita delle ideologie di sinistra, hanno sviluppato proprio in concomitanza con l’affermarsi purtroppo della malefica medicina moderna fondata sulla chimica e sul petrolio In uno stato di estrema povertà e di miseria  la funzione della medicina e' praticamente inesistente, non solo la cosidetta medicina tradizionale, ma anche quella omeopatica , la Ayurvedica, i vari metodi terapeutici, le strumentazioni piu' sofisticate e, udite udite... persino l'unica medicina valida e
scientificamente  fondata, in quanto riposante sulla connessione cervello-corpo-organo  come la medicina di Hamer  potrebbe fare fare ben poco; difatti la gente muore  ugualmente di fame, di abbandono di disperazione... nonostante Hamer e le sue 5 Leggi Biologiche…una persona senza mezzi e senza prospettive di vita, senza reddito e senza lavoro, abbandonata a se stessa è praticamente impossibile, 
 che non cada malata, aggredita da tutti i traumi, da tutte le DHS di questo mondo.

 

IL CAPOVOLGIMENTO DEL FUTURO ANTERIORE

il Wall Street Journal ha riportato un rapporto del governo Usa dove si afferma che "GLI STATI UNITI STANNO CAPOVOLGENDO LA STORIA, ...