In questa estrema vecchiezza (77 anni compiuti il 9 giugno di questo intenso 2025) faccio sogni davvero favolosi, ma inevitabilmente al mattino li ho quasi del tutto dimenticati , dico quasi perche mi rimane il senso di pienezza, di soddisfazione, anche di gioia che li ha caratterizzati. L’altra notte ad esempio ho sognato che avevano ripristinato la libreria Maraldi lì vicino le Mura Vaticane ed anzi ne avevano fatto un complesso fantasmagorico a piu’ piani dove c’erano tutti i libri del mondo anche e soprattutto i miei preferiti : Evola, De Benoist, Junger, Eliade, Jung, Freud, Matte’ Blanco, Milton Erickson, Paul Watzlavitch e ovviamente il numero uno in assoluto : il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza di Julian Jaynes . Nei sogni ho una forma perfetta e mi trovo nelle situazioni piu’ disparate delle quali sono sempre padrone sapendo perfettamente come gestirle. Questa notte, o meglio questa mattina, intorno alle cinque dopo uno dei miei numerosi risvegli notturni per pisciare (PSA , o come si chiama lui, piuttosto alto, ma a mio modesto parere, assai piu’ rilevante una situazione psicologica che ti vede sempre alle prese con problemi di territorialita’ e quindi cercare di marcare appunto i diversi territori che la vita mi pone davanti, di dietro, di lato e persino sotterranei come opportunamente diceva Giunone nell’Eneide “ flectere si nequeo Superos, Acheronta movebo” ) ho fatto un sogno in cui i soliti parametri di bellezza, sensualita’, avvenenza sono stati tutti annichiliti. Ero in presenza di due donne madre e figlia, entrambi bruttissime ma intelligentissime e in piena sintonia con il mio vissuto culturale ; il discorso specie con la madre passava al sesso e io mi dichiaravo pronto a farlo con lei anche se non era quel campione di sensualita’ e così ci accingevamo a farlo con uscita di sceno della figlia che mi raccomandava di essere delicato dato che la madre non lo faceva da 25 anni, Lo vedi l’ho sempre detto, nei sogni c'è un sotteso che non fa parte del nostro sistema conscio, è come se ci fosse tutto un altro vissuto con regole che sembrano essere quelle della nostra realtà, ma le trascendono: viene da pensare che l'inconscio sia infinitamente più grande del conscio in grado di contenere infinite storie di cui appunto le nostre sono solo il riflesso e non viceversa. Qui infatti viene sotteso un io non in linea con la solita attrazione per la bellezza, in ispecie le belle fiche, ma molto portato a soprassedere (e non zompo addosso alle persone come faceva Peppino De Filippo in Pappagone) sul fattore estaetico, privilegiando quello di affinita’ culturale. Questo assunto farebbe sì che tutte le interpretazioni dei sogni ivi compresa quella di Freud basata sulla condensazione e spostamento di significato e significante e cioè gli assi del linguaggio , metafora e metonimia, siano solo dei pallidi riflessi di qualcosa di molto più vasto, per intenderci un po' come la torcia che fa luce per un ristrettissimo spazio in relazione alla infinita immensita' del buio che ci circonda e che va molto oltre la famosa siepe. Sogniamo e non sappiamo che sognando partecipiamo di un infinitesimale che ci trascende e che per intenderlo non bastano semplici calcolucci con numeri reali, ci vogliono proiezioni anche di negativi e quindi immaginari e poi coniugarli per addivenire al simbolico (Lacan parlava appunto di questi tre registri reale, immaginario, simbolico)...ricordiamoci però che il simbolico (cioè il ri-mettere insieme il tutto della rappresentazione) opera sempre simmetricamente, cioè come a rimbalzo reattivo, come Eco la ninfa che era innamorata di Narciso. Ecco direi che tutto questo fa venire in mente che forse Narciso non era solo uno innamorato di se stesso, ma uno che ha molto a che fare con la pulsione di morte di Al di là del principio del piacere di Freud? . Se Freud fosse stato coerente con la sua scoperta, la sua seconda topica alternativa alla Libido davvero quell'al di là del principio del piacere, allora avrebbe cambiato Edipo con Narciso identificando Eco con la funzione trascendente simbolica e simmetrica e ci avrebbe dato una quarta figura nella struttura della psiche, ovvero dopo un "io"e un "es" e un po' monco “Super io” in quanto rappresentato da tutte quelle imposizioni dettate da regole sociali, un tutto da scoprire "Super ES”. Un Super es come contrappunto e come conclusione di una quadripartizione e non una tripartizione della struttura psichica, che chiuderebbe il cerchio della rimozione che costruisce la pietra angolare di tutta l’impalcatura freudiana, collocabile nel famoso schema dell’iceberg non al di sotto o al di sopra della linea a specchio dell’acqua , ma proprio a filo tra la demarcazione tra conscio e inconscio, del tutto simile allo sguardo di Narciso che nel riflesso cerca se’ stesso e vi trova solo la morte, con testimone la presenza della ninfa Eco che da parte sua non puo’ far altro che ripetere all’infinito non solo la voce, ma anche l’intero dramma della presenza umana . Ribadisco la mia grande perplessita’ di come mai Freud ha lasciato a modello anzi a simbolo di tutto il suo sistema psichico un personaggio come Edipo che puo’ anche avere una sua ragione d’essere nella prima delle sue costruzioni quella della Libido, ma proprio nulla a che fare con la seconda fondata sulla pulsione di morte e non ha invece approfondito la figura di Narciso che sembra adattarsi a perfezione alle sue nuove considerazioni? Limite tra conscio e inconscio, proprio come nella linea del mare che puo’ essere liscia ma anche mossa e frastagliata tipo onda, ma che sempre porta alla fusione di essere col non-essere e quindi alla morte. Da tutto questo ragionamento se ne deduce un vero e proprio imprimatur alle nuove teorie psicoanalitiche di Freud : il riferimento a Narciso e non a Edipo innesca altresì quella figura del Super Es che probabilmente potrebbe chiudere il cerchio di una composita struttura, come dicevo sopra , quadri- e non tri- partitica della psiche umana con la sua identificazione "tout court" in una sola figura che tutto racchiude e in cui tutto culmina : la morte, di cui non possiamo dire granche' perche ' essa resta racchiusa nel simbolico della riflessione di cui unica testimone e' la ninfa Eco, il cui linguaggio simbolico di simmetria di immagine non abbiamo imparato ad interpretarlo . Il sogno che ancora Freud definiva come la "via Reale" per l'inconscio, nelle misure piu' composite con tutto un fiorire di ipotesi, senza che nessuno abbia mai avanzato l'ipotesi che il sogno non sia una via, ma piuttosto una piazza, un punto di raccolta di tutto quello che le 4 figure della psiche, all'unisono ovvero Io, Es, Super Io e Super Es hanno da dirci sulla loro composizione - anche il sogno e' fatto come un iceberg quello che crediamo di ricordare ha in verita' tutto un sotteso che e' fatto di accenni e di non acquisito . Sostanzialmente e con questo ribadisco la mia tesi: c'è un sotteso del sogno del quale perlomeno con la coscienza , siamo destinati a non sapere niente....mai!
sembra una modalità di coniugazione spazio/temporale laddove ci si muove tra futuro anteriore e calcolo infinitesimale ove limiti, derivate e integrali sono proiezioni di numeri negativi (ovvero numeri immaginari)
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