ll sesso gioca pesante nella vita, sia che ci mettiamo le virgolette o meno "a me piace la bruna...a me la bionda,,,e in quanto al sesso in sè, "sai io preferisco....bhe sai com'è?""No! non lo so, o perlomeno lo so, ma solo per me!" eh si! le preferenze sessuali, sono in relazione ai tipi, come voleva Freud, ma anche ad una ridda di altri fattori, familiari, relazionali, affettivi, è inutile continuare l'elenco, ci puoi mettere davvero tutto, anche esperienze, traumi (forse sopratutto) e quasi mai se ne viene veramente a capo. "Perchè adoro tanto i piedi femminili? dice uno da dove viene quella passione per le stringhe che avvolgono piede e polpaccio?" eh bhe vatti a leggere la Gradiva di Jensen
coll'interpretazione che ne ha dato, e bhe si, sempre lui, il nostro caro buon Sigmund. "e come mai io perdo la trebisonda per le tette? Deprivazione orale nella primissima infanzia, senza dubbio ci saranno stati problemi nell'allattamento" Su quell'altra parte.... ecco si meglio rimandare a Fromm, di cui davvero non si può dire di più. Ma insomma, nessuno che dica tout court, a me piace la.......eppure mannaggia ci sono miliardi di asserzioni in tal senso, sui cessi pubblici di tutto il mondo, nelle scuole, sulla capanne al mare, sui muri delle città e del più sperduto paesazzo. I cosidetti "gay" sono un pò troppo recenti nell'accettazione sociale, per strombazzare ai quattro venti le loro preferenze, ma è solo questione di tempo, e poi ci sono le donne, che anche per Freud erano un "universo oscuro, misterioso e anche proibito" già le donne come mai le donne hanno sempre avuto tanto poco da dire in materia? Una questione di anni e anni di sottomissione" diranno in molti, quindi una questione storico/sociale "ma no, vedi...." fa l'esperto di Programmazione neurolinguistica, "è una questione di sistemi rappresentazionali e preferenza cerebrale a livello di zone encefaliche, area di Broca, area di Wernicke....la neurologia ci dice che certe preferenziazioni ricadono in una determinata area del cervello, ecco perchè uno è orale, anale e genitale, probabilmente un certo evento ha influenzato in maniera indelebile tale area (parliamo sempre di un'eta' della prima infanzia), è come una fobia, uno si è spaventato per un ragno da piccolissimo e paffete ad ogni minima difficoltà comportamentale, ecco che quella parte del cervello ti riattiva un ragno. e che c'entra con il sesso? Bhè è consequenziale, l'approccio sessuale comporta sempre una situazione nuova, rapportarsi con un altro individuo, entrare nelle sue grazie, il corteggiamento e il momento di rompere gli indugi, è ovvio che tutto questo comporti la riattivazione di certi schematismi, diciamo così già collaudati, e come vale per la legge dell'attrazione, non è affatto detto che tali schematismi siano appropriati. Già ma dicevamo delle donne "ecco le donne non hanno una localizzazione pronunciata degli emisferi cerebrali come hanno gli uomini, tutte le informazioni desunte dal comportamento vengono incanalate per delle più articolate commessure cerebrali che attraversano il Ponte di Varolio e quindi ecco che non avrai mai (o quasi) una donna prevelentemente orale, anale o genitale, diciamo che in tal senso le donne sono più variegate, più complete, i sistemi rappresentazionali sono in maggiore interconnessione. Se poi volessimo andare un pò più sui particolari un narcisismo infinitesimale quale io mi riferisco dovrebbe a rigore abborrire il sesso, come abborrisce le altre manifestazioni prettamente corporee e animalesche,ma assumendo in pieno il principio del paradosso e del controparadosso, opera un distinguo. "si fa, ma non si dice" anzi si fa eccome e col massimo trasporto, coinvolgimento e perfino estasi, ma è importantissimo che rimanga una cosa intima, personalissima e per molti versi segreta; in quanto al dire, si dice, ma solo nelle occasioni e luoghi opportuni. Bhe in questo devo dire che ognuno riflette il suo tempo, la propria generazione, ma anche una certa cultura, una certa stanzionalità e grosso modo una certa mentalità, anche se magari ha passato la vita a contestarla. Troppi sono stati i cambiamenti di questi ultimi 50 anni, per sperare di esserci passati indenni: Qualcosa rimane sempre ed io sostengo che quello che è stata l'infanzia e ci metto anche la giovinezza, costituiscono una sorta di marchio di fabbrica, che non c'è modo di cancellare. Il laudator acta temporis è una figura onnipresente nella storia dell'umanità, è stata trovata una tavoletta assira di tremila anni fa che diceva pressapoco così "la gioventù moderna è senza valori e non potrà mai trasmettere quelli che invece abbiamo noi vecchi!" D'altronde non c'è figura più patetica del vecchio che vuole mischiarsi ai giovani, adottarne costumi, modi di fare, lessico. rassegniamoci quindi ad essere chiamati "matusa" che è poi la stessa precisa identica cosa di quello che facevamo noi, ai tempi del Piper, delle zazzerone alla Beatles, dei pantaloni a zampa d'elefante. .
sembra una modalità di coniugazione spazio/temporale laddove ci si muove tra futuro anteriore e calcolo infinitesimale ove limiti, derivate e integrali sono proiezioni di numeri negativi (ovvero numeri immaginari)
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