giovedì 18 marzo 2021

KANT E NON HEGEL - CRITICISMO NON IDEALISMO

 

Kant è Kant non è mica un imbecille come Hegel. In effetti ricordo che all'inizio della 3^ liceo non riuscivo a capacitarmi che il mio nuovo professore di filosofia asserisce che avrei dovuto dimenticarmi il Criticismo e concentrarmi sull'Idealismo. "Non lo farò mai, e glielo dimostrerò che tra i due c'è un abisso" e lo feci e sai cosa più della dialettica, più del reale è razionale, più delle vacche nere e più del suicidio dell'arte nella filosofia, mi convinse che il filosofo dello spirito era un mentecatto idealista, molto simile ai religiosi di trait d'udienza con l'incalzante scientismo della Rivoluzione industriale? Quando dopo la battaglia di Jena entrò in quasi sindrome di Stendhal, vedendo passare Napoleone sul suo cavallo bianco "ecco lo spirito della storia!" Esclamò...pensa che toppata : uno completamente costruito e gonfiato dai 5 del Direttorio del 1796/97 e tenuto in piedi dalle menzogne dei bollettini delle campagne e da una proto stampa mediatica
"La scienza della matematica offre il piu' brillante esempio di come la pura ragione possa con successo allargare il suo campo senza aiuto dell'esperienza!" Con questa breve citazione ci cimentiamo all’interno del pensiero di uno dei più grandi filosofi moderni, Immanuel Kant. Nel 1724 nella città di Konigsberg venne alla luce, da una famiglia modesta, il padre del “Critcismo”. Kant per tutta la sua esistenza non si allontanò mai dalla sua città natale, leggenda vuole che i concittadini regolassero l’orologio quando, nelle sue passeggiate, attraversava una strada o una piazza. Immanuel fu un grande studioso, formatosi su scritti aristotelici, pietistici, wollfiani, all’età di ventisette anni s’imbatte in uno scritto di Thomas Wright. In quell'articolo uscito su un quotidiano di Amburgo, Wright propose una visione di un universo molto interessante, infatti proprio quattro anni dopo nel 1755 Kant fece uscire anonimo “Storia Universale della natura e teoria del cielo”. Inizialmente lo scritto non ebbe molta risonanza pubblica, se ne ritornò a parlare un secolo dopo quando, ad una conferenza, Hermann Von Helmholtz lo sottopose all’attenzione degli astronomi. Nella sua opera Kant teorizza l’ipotesi di una formazione del sistema solare causata da una nebulosa originaria, ma la qualità più straordinaria della “Teoria del Cielo” di Kant fu il carattere evolutivo “Si trattava di un cosmo che cambiava nel tempo, a mano a mano che le stelle nascevano e morivano. Il suo universo era infinito, perciò non aveva un centro.” L’idea di Kant venne ripresa e portata avanti, nel 1796, dal fisico francese Pierre-Simon-Laplace, oggi la loro formulazione va sotto il nome di “ipotesi di Kant-Laplace". La curiosità di Kant lo portò a studiare la scienza del tempo e forse è proprio grazie allo studio delle nuove visioni scientifiche che i suoi studi lo portarono ad interrogarsi sul modo in cui l’essere umano sì avvicina alla conoscenza. Le opere più originali vennero pubblicate quando oramai Immanuel era già in età avanzata, nel 1781 venne portata alla stampa “La critica della Ragion Pura” e nel 1788 vide la luce la “Critica della Ragion Pratica”. Lo scopo della prima opera kantiana fu di andare alla ricerca di quei principi che sono la causa del conoscere, ed egli si chiese se essi possono essere applicati a materie come la Matematica, la Fisica e la Metafisica. Nel fare ciò egli arrivò a distinguere i giudizi in, giudizi analitici (verità di ragione) e giudizi sintetici (verità di fatto). Kant attraverso l'analisi dei giudizi vuole scoprire se possano esistere dei giudizi sintetici a'priori, cioè proposizioni indipendenti dall'esperienza e che possono aumentare la nostra conoscenza: ad esempio, 5 + 7 = 12, in cui i due addendi possono essere concepiti a'priori e il segno addizionale è la sintesi. Con questo esempio, riportato anche da Kant nell'opera, ci aiuta a capire che quando vi è un'intuizione vi è conoscenza. Nello studio delle intuizioni il filosofo va alla ricerca di quelle intuizioni chiamate pure, cioè oggetti senza materia e a'priori con una semplice forma della sensibilità. Kant individua solo due intuizioni, lo Spazio e il Tempo, il primo proviene dai nostri sensi esterni e ci permette di localizzare le cose, mentre il secondo appartiene al senso interno e si muove per successioni di prima e dopo. Secondo Kant la Geometria è la scienza che si basa sullo Spazio, ovvero partendo da dei postulati (ad esempio i postulati euclidei) mi permette di aumentare le mie conoscenze. Se nella “Critica della Ragion Pura” ogni possibile principio conoscitivo doveva essere fondato su una qualche intuizione sensibile (Spazio e Tempo), ogni condizione causale poteva essere conosciuta come un fatto reale nel mondo Fenomenico, mentre il mondo Noumenico era stato lasciato intravedere solo come una possibilità (supposizione). Nella “Critica della Ragion Pratica” Kant ci mette davanti ad un fatto, e cioè al fatto che la Volontà è autonoma e che essa deve essere il fondamento della “Legge Morale”. In questo modo ci permette di conoscere positivamente qualcosa che va oltre il mondo sensibile, ovvero qualcosa che va oltre il mondo fenomenico e che risiede nel mondo noumenico delle cose in sé “La legge morale cerca di plasmare il mondo sensibile, secondo la legge morale stessa.” La nostra natura soprasensibile, per Kant, ci si rivela nel momento in cui, noi prendiamo consapevolezza della nostra autonomia (autonomia della ragion pura). Il fatto che noi siamo autonomi ci rende consapevoli che non siamo solo esseri sensibili, ma siamo anche aldi là del mondo naturale e siamo capaci di influenzarlo. Hans Reichenbach nella sua opera “La nascita della Filosofia Scientifica”, porta una critica alla costruzione del pensiero kantiano ma riconosce che le sue opere sono le ultime rappresentazioni di tesi avanzate dal razionalismo “Secondo Kant gli assiomi dell’etica sono sintetici a’priori, come quelli della matematica e della fisica. Nella sua Critica della Ragion Pratica egli cercò di derivarli in modo analogo a quanto aveva fatto nella Critica della Ragion Pura per i principi fondamentali delle scienze matematiche e fisiche. L’importanza di Immanuel Kant venne riconosciuta da molti scienziati, ad esempio David Hilbert nella sua “Fondazione della Geometria” inserì nell’introduzione una famosa frase del filosofo “Ogni conoscenza parte da intuizioni, procede attraverso concetti e culmina nelle idee.” Un altro grande scienziato come Albert Einstein mentre seguiva lezioni all’università di Pavia, senza essere iscritto né fare esami, leggeva Kant e come sappiamo il fisico riprenderà e dimostrerà nella sua teoria che Spazio e Tempo sono entità interconnesse

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