sabato 31 dicembre 2022

RIFLESSIONI AGGIUNTE SU TERRA/MARE

 

Riporto qui un articolo del blog principale effettuando qualche variazione e qualche aggiunta  sul tema Terra/mare affrontato da Carl Schmitt nel suo saggio /racconto del 1942. In termini di pura dialettica, una dialettica non pero’ della spocchia arroganza sistemica di quella di un Hegel o di un Marx, ho sempre considerato il saggio di Schmitt uno studio estremamente stimolante e rispondente alla vicenda storica, arbitrariamente tenuto sotto un certo silenzio dalla dominante mentalita’ bottegaia proprio in quanto spaventata dalle implicazioni di rispondenza storica contenute da una matrice non allineata al suo carro,  ed ecco anche perche’ mi ha altresi'  intrigato la rilettura che ne fanno altri due  studiosi non allineati  Alain De Benoist e Julien Freund, che approfittano della distinzione geo-socio-politica di Schmitt per denunciare la forte messa alle corde dell'elemento terra, quale perseguito dalla post modernizzazione attuale di stampo americano erede a tutto tondo di quello spirito bottegaio , ovvero commercio, mercato, denaro, dell'Inghilterra, giustappunto rappresentante dell'elemento mare .  Oggi che siamo pervenuti all'ultimo capitolo di questa offensiva marina contro la terra (lo abbiamo visto con questi recenti mesi di pseudo pandemia , ovvero un qualcosa di totalmente inventato con il supporto dei Media praticamente da sempre al servizio della bottega e del suo mezzo di scambio, il denaro) , bisogna noi gente della tradizione,  noi gente di terra  che ancora non hanno perso il bene della ragione e non si sono fatti irretire dal mostro piu' terrificante  esorcizzato dagli abissi dell'ignoranza-la Paura, dobbiamo re-agire,  recuperare il RE-AZIONARIO, il che comporta di riuscire a comprendere la natura di un «processo di imposizione», ripetiamolo, capitalistico e della «messa a regime della ragione» che vuole obbligatoriamente «sopprime i limiti che permettono le distinzioni». Il dominio del denaro, dell’omogeneizzazione, dell’intercambiabilità generalizzata degli uomini e delle cose, caldeggiato dalle potenze del mare che Carl Schmitt, individuò minuziosamente.  Carl Schmitt inizia il suo saggio ricordando le fondamenta esistenziali dell'uomo: esso è un essere di terra che calca il suolo, che dal terreno ricava la sua visione, il suo punto di vista. L'uomo, dunque, nomina Terra l'astro sul quale vive, per quanto la superficie del pianeta sia perlopiù coperto d'acqua. Dei tradizionali quattro elementi  (acqua, terra, fuoco, aria), è la terra l'elemento destinato a determinare l'esistenza dell'uomo. Tuttavia, nelle più profonde memorie, l'uomo riconosce nel mare la causa prima di ogni vita. Basti pensare a Afrodite   dea della bellezza, nata dalle onde del mare; oppure al filosofo Talete , che identifica il principio di tutte le cose ) l'archè)nell'acqua. . Va notato pero' che l'uomo non si esaurisce nel proprio ambiente: esso, a differenza dell'animale e della pianta (la cui esistenza è determinata dall'ambiente), può salvarsi e elevarsi a una nuova vita; può, addirittura, scegliere l'elemento al quale dedicare la nuova forma complessiva della sua esistenza storica, nel quale si organizza (può, ad esempio, passare da un'esistenza terranea a una marittima). "La storia del mondo è storia di lotta di potenze marinare contro potenze di terra e di potenze di terra contro potenze marinare". Dai tempi più remoti questa opposizione elementare è osservabile e, ancora nel XIX  si usava caratterizzare le tensioni dell'epoca tra Russia e Inghilterra come lo scontro tra un orso e una balena. ICabalisti medioevali parlavano della storia del mondo come di una lotta tra Leviatano e Behemoth, dove questi ostruisce le vie di respirazione: ed   è questa la rappresentazione  del Blocco Navale  con cui una potenza marinara taglia i rifornimenti al paese avversario per affamarlo.La storia umana è lotta tra terra e mare. A partire dagli antichi greci, passando per Roma , civiltà di terra in lotta con la potenza marinara di Cartagine, fino a pervenire a Venezia, che per cinquecento anni dominò il mare. Tuttavia, con il dispiegarsi del Nuovo Mondo, ci si rende conto della limitatezza di un potere che, come quello di Venezia, si estende soltanto sul Mediterranei . Il filosofo tedesco Ernst Kapp  ha stabilito la sequenza degli imperi dal punto di vista dell'acqua. Egli distingue tre stadi di sviluppo cronologico: Potamia, età talattica, cultura oceanica.

·       Potamia: cultura fluviale d'oriente (Tigri e Eufrate, Nilo - assiri, babilonesi, egiziani);

·       Età talattica: cultura dei mari interni e del bacino del Mediterraneo (antichità greca e medioevo mediterraneo);

·       Cultura oceanica: scoperta dell'america e circumnavigazione del globo terracqueo.

Venezia, anche dopo la scoperta del nuovo mondo, è rimasta arroccata sullo stadio talattico. La pratica festiva dello "Sposalizio col mare"  dimostra come questa repubblica marinara non si sentisse identica all'elemento acqua ma, anzi, dovesse rabbonire un elemento a lei estraneo. La tecnica navale della repubblica di Venezia rimase inalterata fino al suo declino (1797): conobbe solo la navigazione a remi, mentre la navigazione a vela permetteva di solcare gli Oceani Nella battaglia navale di stile antico, le navi cozzano l'una contro l'altra e si cerca di andare all'arrembaggio : si tratta, dunque, di una battaglia terrestre sull'elemento acqua, una battaglia corpo corpo  (fu cosi' con l'invenzione dei rostri che Roma riusci' a vincere anche sull'elemento mare i Cartaginesi, trasformando la guerra navale in guerra terrestre). La lotta marina vera e propria si avrà con l'introduzione dell'artiglieria, ovvero i cannoni sulle navi. Nel suo suggestivo e esaltante saggio/racconto, (non dimentichiamo che che lo stile era quello didascalico rivolto alla figlia) Schmitt esamina anche i protagonisti dell'una e dell'altra fazione, ed  ecco infatti apparire la balena (Leviatano), e i suoi cacciatori, che ingaggiano una lotta mortale, all'ultimo sangue  Il più grande e più potente animale d'acqua del mondo, è un mammifero  e respira con i polmoni; tuttavia, per l'elemento in cui vive, la balena deve essere considerata un pesce  E i suoi cacciatori non erano semplici pescatori  ma proprio cacciatori in grande stile; perlomeno al principio. Con lo sviluppo delle navi a motore, dei cannoni con arpioni, la battaglia si fece impari, la pesca pelagica divenne uno sterminio fatto di granate, macchine elettriche, cannoni. Prima di cio' la lotta tra balena e balenieri  era una lotta mortalmente pericolosa tra due esseri viventi che, senza essere propriamente pesci, si muovevano nell'elemento mare. Ogni strumento di cui si serviva l'uomo era mosso dalla semplice forza muscolare: i remi, òa scialuppa, la fiocina, la vela. L'uomo cercava di sconfiggere la balena, che poteva distruggerne l'imbarcazione in un istante, con l'astuzia. Senza  il pesce-balena i pescatori sarebbero rimasti lungo le coste; grazie alla balena vennero scoperte le correnti e il passaggio a nord. La balena e il cacciatore di balena hanno disvelato il globo terrestre, indipendentemente da Colombo e gli altri grandi viaggiatori  e dagli altri cercatori d'oro.

Terra e mare di Carl Schmitt rappresenta uno dei più rilevanti tentativi contemporanei di trovare una chiave di lettura alternativa per la storia del mondo. In questo caso, la dialettica tra terra e mare, interna alla strutturazione geopolitica del globo terrestre e simboleggiata dalla lotta tra le figure antagoniste del Behemot (allegoria della Terra) e del Leviatano (allegoria del Mare), due mitici mostri presenti nell’Antico Testamento, che qui individuano la differenza reale e concreta di civiltà statali radicate nella terra o tese alla conquista del mare. Schmitt delinea una concezione dualistica per spiegare l’assetto politico mondiale, strutturata in base ad una bipartizione tra civiltà di terra, o continentali, protese verso l’interno e quasi del tutto prive di tradizioni marinare, come per es. il Sacro Romano Impero Germanico, e civiltà di mare, che hanno visto nel mare più una risorsa e una possibilità di sviluppo che un rischio, come l’antica Atene o l’Inghilterra elisabettiana.
La tensione dinamica tra Terra e Mare è comunque soltanto il punto d’avvio di una riflessione che si definisce e si precisa sul ruolo della conquista del mare sulla storia universale, mediante lo sviluppo dell’arte nautica e la scoperta di nuovi mari e nuove terre, scoperta che ha avuto sempre notevoli ripercussioni sulla struttura morfologica del Nomos della Terra, ovvero il tipo di assetto giuridico e politico generale dell’intero pianeta. Terra e mare rivela la tentazione schmittiana di concepire la geopolitica al di fuori della tradizionale dialettica tra gli Stati, contemplata nella sua teoria dei Grandi Spazi, che vanno intesi come raggruppamenti territoriali più vasti delle singole entità statuali. Infatti, per Schmitt lo schema dello stato-nazione è insufficiente a spiegare fenomeni che solo nella loro correlazione con la storia del conflitto tra civiltà acquistano un significato pieno e profondo. .

domenica 11 dicembre 2022

LA TRADIZIONE NON "EX-SISTE", MA "IN-SISTE"

 


Ho piu’ volte ribadito che il mio ritorno di interesse nella politica ha un correlato in quello che abbiamo passato in questi ultimi mesi, per la precisione dal marzo 2020. Era difatti dal 1964 e dalla sconfitta di Barry Goldwater negli USA, che avevo totalmente dismesso ogni interesse nella politica, l’anno precedente c’era stato l’omicidio di Kennedy che mi aveva molto impressionato, poi pero’ avevo riacquistato una certa verve , ma solo in una accezione di veder realizzate certe profonde aspirazioni conservatrici e decisamente reazionaria. Tale era il mio intendimento in quel periodo, pero’ c’e’ da dire cosi a ritroso, che vi era tutto sommato radicata l’idea di fondo che i veri giochi alla fin fine si facevano solo negli USA.  Certo non gli USA iper consumistici piu’ che degni eredi della bottegaia inghilterra, magari ecco quelli di un certo spirito pionieristico alla Nuova frontiera kennedyana o magari alla Camelot della stanza ovale, pero’ sempre circoscritti allo spirito americano.
L’Europa non mi suscitava alcuna emozione e meno che mai l’Italia dove il sinistrismo era imperante e i pochi che non ne facevano parte o erano pensatori profondissimi tipo Evola che pero’ se ne stava rintanato sulla sedia a rotelle  nella sua casa di Corso Vittorio Emanuele dove di tanto in tanto andavo a trovarlo per bearmi della sua sapienza o erano davvero troppo velleitari e un po’ alteri tipo il principe Junio Valerio Borghese, anche lui habitue’ di quella casa , oppure o  poco realistici come Pino Rauti o troppo come un giovane  Almirante che puntava a estromettere Michelini dalla segreteria del MSI. Goldwater era dunque l’unica possibilita’  ed era marcata Yankee, uno Yankee che poteva pero’ essere la chiave di volta per un cambiamento epocale nel Paese piu’ potente del mondo e quindi di conseguenza anche per noi;  un po’ quel ruolo
che doveva assumere oltre mezzo secolo dopo Donald Trump che sulle prime, quando nel 2016 era divenuto Presidente degli USA,  io non avevo affatto compreso, per via di quell’ancora mio persistente pronunciato  disinteresse  per tutto cio’ che atteneva la politica sia nazionale che internazionale Basti pensare che era dal 1964 che non avevo mai piu’ letto un quotidiano, mai e poi mai guardato il telegiornale o una di quelle trasmissioni di politica (l’ultima era stata Tribuna Politica e tra gli invitati figuravano Togliatti, Nenni, Segni e di scorcio giustappunto Michelini o il rampante Almirante, ma nell’ambito di un partitino di si e no 5 milioni di voti ). La mia passione e anche speranza per Trump  era iniziata quando gia’ si consumavano gli ultimi mesi della sua Presidenza insidiata da inganni,  truffe, falsificazioni  e vere e proprie commedie messe in atto dai media di stampo democratico con il collaudato  supporto di brigantaggio manipolatorio di un sordido personaggio come George Soros, il multimiliardario speculatore finanziario, il cui  scopo nella vita e’ stato quello di tradurre in pratica le miserabili teorie di “Societa’ aperta” del suo maestro Karl Popper. La mia estraneita’ a tutto il mondo politico, ripeto sia nazionale che internazionale, era tale che a mala pena conoscevo personaggi come Obama, o Putin, o Sarkozy piu’ che altro perche’ si era sposato Carla Bruni; del tutto sconosciuti gente come Macron, Trudeau, la Merkel e non diversamente la mia competenza era piu’ vasta in campo nazionale : un Renzi lo conoscevo  solo perche’ somigliava come una goccia d’acqua e non solo come aspetto  a quel comico inglese, e quindi mi ero registrato alcune sue macchiette tipo quella con il telefonino in presenza di ministri e politici stranieri e nelle sue esilaranti performances di dialoghi in inglese, sbagliavo Landini con Salvini, mai sentito nominare Conte di cui l’aspetto mi si paleso’ solo con l’inizio della farsa della pandemia e lo stesso dicasi per la stragrande maggioranza dei non esaltanti attori del panorama politico . Comunque sia per tagliare la testa al toro ero ferocemente conservatore di una tradizione che magari era gia’ allora poco presente, da ragazzino-ragazzo (15, 16 anni dopo lo sconvolgimento drammatico del marzo 1963) sono stato indifferente e abulico della politica  per piu’ di mezzo secolo, sono tornato alle idee di un tempo rafforzate da una forte cultura soprattutto filosofica a causa di una vistosa e pesantissima discrasia nel corpo della civilta’ occidentale che ha visto un inusitato sviluppo della menzogna, della manipolazione, dell’inganno e soprattutto di una feroce volonta’ di pochi multimiliardari, ma con il sussidio di molti servi (politici, mass media, pseudo intellettuali, ancora piu’ pseudo scienziati e artisti), di deprivarci della liberta’ - non una “liberta’ da…” che e’ la liberta’ propugnata dal modernismo e dalla societa’ aperta (esempio classico l’immondo libro di Popper denominato appunto La Societa’ Aperta che e’ anche il nome della Multisocieta’ del suo allievo  George Soros, che persegue il fine  per passare dalla teoria alla pratica di questa intenzione) teorizzata dal  teorico del liberalismo John Stuart Mill  come liberta’ da obblighi  sociali, politici, ideologici, morali,  che ha anche una sua nominalizzazione specifica “Liberty” per distinguerla  da una “liberta’ per….” che invece si riferisce all’essenza spirituale dell’uomo, alla metafisica che lo stesso Stuart Mill  denominava sprezzantemente  “Freedom”   considerata vuota di sostanza e del tutto inferiore alla liberty che e’ a ben vedere la quintessenza di tutto il male del mondo e il motivo dell’abisso in cui siamo precipitati dando libero sfogo alle peggiori tendenze dell’uomo come d’altra parte ha ben individuato un pensatore che la scienza economica accredita come suo indiscusso campione John Maynard Keynes 
“Quando l’accumulazione di ricchezza non rivestirà più un significato sociale importante, interverranno profondi mutamenti nel codice morale. Dovremo saperci liberare di molti dei princìpi pseudomorali che ci hanno superstiziosamente angosciati per due secoli, e per i quali abbiamo esaltato come massime virtù le qualità umane più spiacevoli. Dovremo avere il coraggio di assegnare alla motivazione «denaro» il suo vero valore. L’amore per il denaro come possesso, e distinto dall’amore per il denaro come mezzo per godere i piaceri della vita, sarà riconosciuto per quello che è: una passione morbosa, un po’ ripugnante, una di quelle propensioni a metà criminali e metà patologiche che di solito si consegnano con un brivido allo specialista di malattie mentali.”
Il mio essere conservatore, ieri come oggi, conservatore anzi ricercatore di una tradizione che non si ravvede, ha quindi la filosofia di fondo di dire un secco "NO" al denaro, al liberalismo, al modernismo, e questo tanto piu' ai giorni d'oggi in cui non v'e' nella realta' alcuna tradizione su cui far leva - un po' a somiglianza dell'uomo "differenziato" di Evola nel suo saggio "Cavalcare la tigre" . Decisamente mi sento di riprendere in toto quella qualifica di uomo differenziato nel senso di riferimento ad una tradizione che non ex-siste, ma in-siste e si esprime nella piu' totale adesione al principio della assoluta negativita' del mondo moderno e della sua espressione piu' rivoltante : un mondo rappresentato dall'interesse individuale e dallo scambio di unico valore : il denaro






IL CAPOVOLGIMENTO DEL FUTURO ANTERIORE

il Wall Street Journal ha riportato un rapporto del governo Usa dove si afferma che "GLI STATI UNITI STANNO CAPOVOLGENDO LA STORIA, ...