domenica 11 dicembre 2022

LA TRADIZIONE NON "EX-SISTE", MA "IN-SISTE"

 


Ho piu’ volte ribadito che il mio ritorno di interesse nella politica ha un correlato in quello che abbiamo passato in questi ultimi mesi, per la precisione dal marzo 2020. Era difatti dal 1964 e dalla sconfitta di Barry Goldwater negli USA, che avevo totalmente dismesso ogni interesse nella politica, l’anno precedente c’era stato l’omicidio di Kennedy che mi aveva molto impressionato, poi pero’ avevo riacquistato una certa verve , ma solo in una accezione di veder realizzate certe profonde aspirazioni conservatrici e decisamente reazionaria. Tale era il mio intendimento in quel periodo, pero’ c’e’ da dire cosi a ritroso, che vi era tutto sommato radicata l’idea di fondo che i veri giochi alla fin fine si facevano solo negli USA.  Certo non gli USA iper consumistici piu’ che degni eredi della bottegaia inghilterra, magari ecco quelli di un certo spirito pionieristico alla Nuova frontiera kennedyana o magari alla Camelot della stanza ovale, pero’ sempre circoscritti allo spirito americano.
L’Europa non mi suscitava alcuna emozione e meno che mai l’Italia dove il sinistrismo era imperante e i pochi che non ne facevano parte o erano pensatori profondissimi tipo Evola che pero’ se ne stava rintanato sulla sedia a rotelle  nella sua casa di Corso Vittorio Emanuele dove di tanto in tanto andavo a trovarlo per bearmi della sua sapienza o erano davvero troppo velleitari e un po’ alteri tipo il principe Junio Valerio Borghese, anche lui habitue’ di quella casa , oppure o  poco realistici come Pino Rauti o troppo come un giovane  Almirante che puntava a estromettere Michelini dalla segreteria del MSI. Goldwater era dunque l’unica possibilita’  ed era marcata Yankee, uno Yankee che poteva pero’ essere la chiave di volta per un cambiamento epocale nel Paese piu’ potente del mondo e quindi di conseguenza anche per noi;  un po’ quel ruolo
che doveva assumere oltre mezzo secolo dopo Donald Trump che sulle prime, quando nel 2016 era divenuto Presidente degli USA,  io non avevo affatto compreso, per via di quell’ancora mio persistente pronunciato  disinteresse  per tutto cio’ che atteneva la politica sia nazionale che internazionale Basti pensare che era dal 1964 che non avevo mai piu’ letto un quotidiano, mai e poi mai guardato il telegiornale o una di quelle trasmissioni di politica (l’ultima era stata Tribuna Politica e tra gli invitati figuravano Togliatti, Nenni, Segni e di scorcio giustappunto Michelini o il rampante Almirante, ma nell’ambito di un partitino di si e no 5 milioni di voti ). La mia passione e anche speranza per Trump  era iniziata quando gia’ si consumavano gli ultimi mesi della sua Presidenza insidiata da inganni,  truffe, falsificazioni  e vere e proprie commedie messe in atto dai media di stampo democratico con il collaudato  supporto di brigantaggio manipolatorio di un sordido personaggio come George Soros, il multimiliardario speculatore finanziario, il cui  scopo nella vita e’ stato quello di tradurre in pratica le miserabili teorie di “Societa’ aperta” del suo maestro Karl Popper. La mia estraneita’ a tutto il mondo politico, ripeto sia nazionale che internazionale, era tale che a mala pena conoscevo personaggi come Obama, o Putin, o Sarkozy piu’ che altro perche’ si era sposato Carla Bruni; del tutto sconosciuti gente come Macron, Trudeau, la Merkel e non diversamente la mia competenza era piu’ vasta in campo nazionale : un Renzi lo conoscevo  solo perche’ somigliava come una goccia d’acqua e non solo come aspetto  a quel comico inglese, e quindi mi ero registrato alcune sue macchiette tipo quella con il telefonino in presenza di ministri e politici stranieri e nelle sue esilaranti performances di dialoghi in inglese, sbagliavo Landini con Salvini, mai sentito nominare Conte di cui l’aspetto mi si paleso’ solo con l’inizio della farsa della pandemia e lo stesso dicasi per la stragrande maggioranza dei non esaltanti attori del panorama politico . Comunque sia per tagliare la testa al toro ero ferocemente conservatore di una tradizione che magari era gia’ allora poco presente, da ragazzino-ragazzo (15, 16 anni dopo lo sconvolgimento drammatico del marzo 1963) sono stato indifferente e abulico della politica  per piu’ di mezzo secolo, sono tornato alle idee di un tempo rafforzate da una forte cultura soprattutto filosofica a causa di una vistosa e pesantissima discrasia nel corpo della civilta’ occidentale che ha visto un inusitato sviluppo della menzogna, della manipolazione, dell’inganno e soprattutto di una feroce volonta’ di pochi multimiliardari, ma con il sussidio di molti servi (politici, mass media, pseudo intellettuali, ancora piu’ pseudo scienziati e artisti), di deprivarci della liberta’ - non una “liberta’ da…” che e’ la liberta’ propugnata dal modernismo e dalla societa’ aperta (esempio classico l’immondo libro di Popper denominato appunto La Societa’ Aperta che e’ anche il nome della Multisocieta’ del suo allievo  George Soros, che persegue il fine  per passare dalla teoria alla pratica di questa intenzione) teorizzata dal  teorico del liberalismo John Stuart Mill  come liberta’ da obblighi  sociali, politici, ideologici, morali,  che ha anche una sua nominalizzazione specifica “Liberty” per distinguerla  da una “liberta’ per….” che invece si riferisce all’essenza spirituale dell’uomo, alla metafisica che lo stesso Stuart Mill  denominava sprezzantemente  “Freedom”   considerata vuota di sostanza e del tutto inferiore alla liberty che e’ a ben vedere la quintessenza di tutto il male del mondo e il motivo dell’abisso in cui siamo precipitati dando libero sfogo alle peggiori tendenze dell’uomo come d’altra parte ha ben individuato un pensatore che la scienza economica accredita come suo indiscusso campione John Maynard Keynes 
“Quando l’accumulazione di ricchezza non rivestirà più un significato sociale importante, interverranno profondi mutamenti nel codice morale. Dovremo saperci liberare di molti dei princìpi pseudomorali che ci hanno superstiziosamente angosciati per due secoli, e per i quali abbiamo esaltato come massime virtù le qualità umane più spiacevoli. Dovremo avere il coraggio di assegnare alla motivazione «denaro» il suo vero valore. L’amore per il denaro come possesso, e distinto dall’amore per il denaro come mezzo per godere i piaceri della vita, sarà riconosciuto per quello che è: una passione morbosa, un po’ ripugnante, una di quelle propensioni a metà criminali e metà patologiche che di solito si consegnano con un brivido allo specialista di malattie mentali.”
Il mio essere conservatore, ieri come oggi, conservatore anzi ricercatore di una tradizione che non si ravvede, ha quindi la filosofia di fondo di dire un secco "NO" al denaro, al liberalismo, al modernismo, e questo tanto piu' ai giorni d'oggi in cui non v'e' nella realta' alcuna tradizione su cui far leva - un po' a somiglianza dell'uomo "differenziato" di Evola nel suo saggio "Cavalcare la tigre" . Decisamente mi sento di riprendere in toto quella qualifica di uomo differenziato nel senso di riferimento ad una tradizione che non ex-siste, ma in-siste e si esprime nella piu' totale adesione al principio della assoluta negativita' del mondo moderno e della sua espressione piu' rivoltante : un mondo rappresentato dall'interesse individuale e dallo scambio di unico valore : il denaro






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