Ho piu’ volte ribadito che il mio ritorno di interesse nella politica
ha un correlato in quello che abbiamo passato in questi ultimi mesi, per la
precisione dal marzo 2020. Era difatti dal 1964 e dalla sconfitta di Barry
Goldwater negli USA, che avevo totalmente dismesso ogni interesse nella
politica, l’anno precedente c’era stato l’omicidio di Kennedy che mi aveva
molto impressionato, poi pero’ avevo riacquistato una certa verve , ma solo in
una accezione di veder realizzate certe profonde aspirazioni conservatrici e
decisamente reazionaria. Tale era il mio intendimento in quel periodo, pero’
c’e’ da dire cosi a ritroso, che vi era tutto sommato radicata l’idea di fondo
che i veri giochi alla fin fine si facevano solo negli USA. Certo non gli USA iper consumistici piu’ che
degni eredi della bottegaia inghilterra, magari ecco quelli di un certo spirito
pionieristico alla Nuova frontiera kennedyana o magari alla Camelot della
stanza ovale, pero’ sempre circoscritti allo spirito americano.
L’Europa non mi
suscitava alcuna emozione e meno che mai l’Italia dove il sinistrismo era
imperante e i pochi che non ne facevano parte o erano pensatori profondissimi
tipo Evola che pero’ se ne stava rintanato sulla sedia a rotelle nella sua casa di Corso Vittorio
Emanuele dove di tanto in tanto andavo a trovarlo per bearmi della sua sapienza
o erano davvero troppo velleitari e un po’ alteri tipo il principe Junio
Valerio Borghese, anche lui habitue’ di quella casa , oppure o poco realistici come Pino Rauti o troppo come
un giovane Almirante che puntava a
estromettere Michelini dalla segreteria del MSI. Goldwater era dunque l’unica
possibilita’ ed era marcata Yankee, uno
Yankee che poteva pero’ essere la chiave di volta per un cambiamento epocale
nel Paese piu’ potente del mondo e quindi di conseguenza anche per noi; un po’ quel ruolo che doveva assumere oltre
mezzo secolo dopo Donald Trump che sulle prime, quando nel 2016 era divenuto
Presidente degli USA, io non avevo
affatto compreso, per via di quell’ancora mio persistente pronunciato disinteresse
per tutto cio’ che atteneva la politica sia nazionale che internazionale
Basti pensare che era dal 1964 che non avevo mai piu’ letto un quotidiano, mai
e poi mai guardato il telegiornale o una di quelle trasmissioni di politica
(l’ultima era stata Tribuna Politica e tra gli invitati figuravano Togliatti,
Nenni, Segni e di scorcio giustappunto Michelini o il rampante Almirante, ma
nell’ambito di un partitino di si e no 5 milioni di voti ). La mia passione e
anche speranza per Trump era iniziata
quando gia’ si consumavano gli ultimi mesi della sua Presidenza insidiata da
inganni, truffe, falsificazioni e vere e proprie commedie messe in atto dai
media di stampo democratico con il collaudato
supporto di brigantaggio manipolatorio di un sordido personaggio come
George Soros, il multimiliardario speculatore finanziario, il cui scopo nella vita e’ stato quello di tradurre
in pratica le miserabili teorie di “Societa’ aperta” del suo maestro Karl
Popper. La mia estraneita’ a tutto il mondo politico, ripeto sia nazionale che
internazionale, era tale che a mala pena conoscevo personaggi come Obama, o
Putin, o Sarkozy piu’ che altro perche’ si era sposato Carla Bruni; del tutto
sconosciuti gente come Macron, Trudeau, la Merkel e non diversamente la mia
competenza era piu’ vasta in campo nazionale : un Renzi lo conoscevo solo perche’ somigliava come una goccia
d’acqua e non solo come aspetto a quel
comico inglese, e quindi mi ero registrato alcune sue macchiette tipo quella
con il telefonino in presenza di ministri e politici stranieri e nelle sue
esilaranti performances di dialoghi in inglese, sbagliavo Landini con Salvini,
mai sentito nominare Conte di cui l’aspetto mi si paleso’ solo con l’inizio
della farsa della pandemia e lo stesso dicasi per la stragrande maggioranza dei
non esaltanti attori del panorama politico . Comunque sia per tagliare la testa
al toro ero ferocemente conservatore di una tradizione che magari era gia’ allora
poco presente, da ragazzino-ragazzo (15, 16 anni dopo lo sconvolgimento drammatico
del marzo 1963) sono stato indifferente e abulico della politica per piu’ di mezzo secolo, sono tornato alle
idee di un tempo rafforzate da una forte cultura soprattutto filosofica a causa
di una vistosa e pesantissima discrasia nel corpo della civilta’ occidentale che
ha visto un inusitato sviluppo della menzogna, della manipolazione, dell’inganno
e soprattutto di una feroce volonta’ di pochi multimiliardari, ma con il
sussidio di molti servi (politici, mass media, pseudo intellettuali, ancora piu’
pseudo scienziati e artisti), di deprivarci della liberta’ - non una “liberta’
da…” che e’ la liberta’ propugnata dal modernismo e dalla societa’ aperta
(esempio classico l’immondo libro di Popper denominato appunto La Societa’
Aperta che e’ anche il nome della Multisocieta’ del suo allievo George Soros, che persegue il fine per passare dalla teoria alla pratica di
questa intenzione) teorizzata dal teorico
del liberalismo John Stuart Mill come
liberta’ da obblighi sociali, politici,
ideologici, morali, che ha anche una sua
nominalizzazione specifica “Liberty” per distinguerla da una “liberta’ per….” che invece si
riferisce all’essenza spirituale dell’uomo, alla metafisica che lo stesso
Stuart Mill denominava sprezzantemente “Freedom”
considerata vuota di sostanza e
del tutto inferiore alla liberty che e’ a ben vedere la quintessenza di tutto
il male del mondo e il motivo dell’abisso in cui siamo precipitati dando libero
sfogo alle peggiori tendenze dell’uomo come d’altra parte ha ben individuato un
pensatore che la scienza economica accredita come suo indiscusso campione John
Maynard Keynes “Quando l’accumulazione di ricchezza non rivestirà più un significato sociale importante, interverranno profondi mutamenti nel codice morale. Dovremo saperci liberare di molti dei princìpi pseudomorali che ci hanno superstiziosamente angosciati per due secoli, e per i quali abbiamo esaltato come massime virtù le qualità umane più spiacevoli. Dovremo avere il coraggio di assegnare alla motivazione «denaro» il suo vero valore. L’amore per il denaro come possesso, e distinto dall’amore per il denaro come mezzo per godere i piaceri della vita, sarà riconosciuto per quello che è: una passione morbosa, un po’ ripugnante, una di quelle propensioni a metà criminali e metà patologiche che di solito si consegnano con un brivido allo specialista di malattie mentali.”

Il mio essere conservatore, ieri come oggi, conservatore anzi ricercatore di una tradizione che non si ravvede, ha quindi la filosofia di fondo di dire un secco "NO" al denaro, al liberalismo, al modernismo, e questo tanto piu' ai giorni d'oggi in cui non v'e' nella realta' alcuna tradizione su cui far leva - un po' a somiglianza dell'uomo "differenziato" di Evola nel suo saggio "Cavalcare la tigre" . Decisamente mi sento di riprendere in toto quella qualifica di uomo differenziato nel senso di riferimento ad una tradizione che non ex-siste, ma in-siste e si esprime nella piu' totale adesione al principio della assoluta negativita' del mondo moderno e della sua espressione piu' rivoltante : un mondo rappresentato dall'interesse individuale e dallo scambio di unico valore : il denaro
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