Napoli natale 1964 partecipe di tutte le tradizioni del natale napoletano, il capitone, i presepi di San Gregorio Armeno, le zeppole, ma anche ovviamente la pizza Margherita da Brandi, quella fritta delle “Figliole” a Forcella, quindi la colossale Tombuliata colla zia Adele che neppure li nominava i numeri, ma solo il loro significato smorfiato “Ecchilla eh, ecchilla….” Ma che numero e’? e che c’entra la signora Pollio?” chiedeva alla cugina “ non ti preoccupare tu metti il fagiolo sul 78!” e poi alla vista del fidanzato della figlia piu’ grande “ segna il 71” gli ordinava la cugina. Un paio di giorni piu’ tardi Rita la sorella più piccola della nonna Lucia nella tarda mattinata del 27 era tornata a casa tutta eccitata “non hai idea chi ho incontrato da Mario/ Daniele a comperare la mozzarella ? “ aveva detto rivolta alla sorella “il signor Bertoldi, te lo ricordi?” “ma certo l’amico di Mario, avevano fatto la guerra insieme negli alpini e si erano trovati qui a napoli al raduno che si teneva a napoli nel 1929, c’ero anche io e si andò tutti a mangiare la pizza, poi venne spesso a trovarci a Licola all’Opera Combattenti , so che lui si era trasferito subito dopo il ’18 qui a Napoli dove aveva aperto uno studio di avvocato “ “e ce l’ha ancora anche se mi ha detto che sono anni che è andato in pensione “”scusate, scusate” era intervenuto lui, ma state parlando di quel Bertoldi che era anche lui ufficiale al battaglione Monte Suello e che nonno Mario salvò dalla cattura nemica sollevandolo di peso da una roccia cui era rimasto abbarbicato mentre gli austriaci passavano di sotto???? “ “ Si proprio lui “fece Rita” e mi ha detto che lo hanno fatto Colonnello della Riserva e Presidente dell’Associazione alpini di Napoli, anzi” aggiunse rivolgendosi alla sorella”quando ha sentito che tu e Lucio siete qui a Napoli , mi ha dato il suo telefono e mi ha detto di farci sentire e magari andare a trovarlo, che anche sua moglie e sua figlia avrebbero piacere di rivedervi. Detto fatto Lucia, sotto sua insistente pressione si era attaccata al telefono e per le cinque di quel 27 dicembre 1964 eccoli tutti e quattro Lucia, Lucio, Rita e lui appropinquarsi verso la non distante casa di Bertoldi. Pomeriggio davvero epico nella accezione personal/soggettiva del nostro amico che con il cappellaccio a falde larghissime che il vecchio alpino commilitone del nonno gli aveva calcato sulla testa trangugiava, accaldato e sudato, i continui bicchieroni di vino intercalati da “bevi bocia, bevi” cui anche quello fin troppo volentieri indugiava, eludendo così i divieti della moglie. Era stato rispolverato l’episodio del salvataggio sul costolone “capirai” aveva fatto Bertoldi, “tuo nonno era di una forza straordinaria, ricordo che per tenersi in forma faceva l’estensore con 5 molle, e mai meno di 50 flessioni sulle braccia, mi aveva afferrato qui per il polso e mi aveva sollevato come un fuscello “, quindi la figura dell'eroico comandante del battaglione il Capitano Corrado Venini, caduto sulla Borcola nei primi giorni della Straf-Expedition, e che il nonno aveva vegliato ricevendone una incarnazione dellal canzone Il Testamento del Capitano . Ai racconti del Pasubio, del Grappa faceva risconto la radio accesa che trasmetteva in diretta i risultati delle elezioni per la Presidenza della Repubblica “Fanfani, Moro, Leone, Fanfani, Saragat, Saragat, Merzagora, Saragat, Saragat, Saragat “ Bisogna dire che anche se non si interessava più di politica , ne’ Italiana, né estera , però ecco il Presidente uscente che aveva sostituito Segni: Cesare Merzagora gli piaceva non poco mentre quel “saràcaz” come l’aveva definito Bertoldi non prometteva nulla di male, ma neppure nulla di buono. Pomeriggio che era scivolato alla grande in serata, epico come detta, senza dubbio esaltante per lui, ma anche per gli altri parenti, stante la serie di episodi invero esilaranti: tutto quel sudare sotto il cappellacio d’alpino, rosso come il vino che era costretto a trangugiare e anche rosso come i segni di rossetto sulla penna bianca che indicavano i baci delle ragazze, la radio sottofondo coi nomi dei politici, mentre si ricordava il Grappa, la morte del Capitano Corrado Venini, la terribile Borcola e la severità del generale Andrea Graziani comandante della 44^ divisione a difesa degli altopiani. Napulè , fortuna mia” dice una vecchia canzone e tale appariva napoli in quel fine anno, ma ecco che ci si appropinquava la fine dell’anno che si sa a napoli ha una valenza davvero particolare, si certo, per via dei celeberrimi “botti”,ma anche per la altrettanto famosa festa di capodanno, da dove i botti si sarebbero sentiti e osservati. C’erano tre cugine tutte preoccupate che lui dovesse passare a casa o in una festa organizzata da loro troppo più grandicelle e con fidanzati ancora più vecchi, giustappunto l’ultimo dell’anno. Così era spuntata fuori una amica della cugina Annamaria (quella della spiegazione dei numeri a tombola che era anche la piu’ giovane cioe’ del ‘45) che aveva una sua amica coetanea Cristina, molto spigliata e caruccia che si era da poco lasciata con il fidanzato. Annamaria ci aveva parlato tre giorni prima e all’improvviso si ricordo’ che le aveva detto che si, si era lasciata con il fidanzato, ma alla festa di capodanno ci sarebbe andata lo stesso, incurante del fatto che ci sarebbe stato anche lui “l’ideale” le aveva esternato “ sarebbe portarsi qualcuno di ganzo, un bel ragazzo, per far rodere l’ex fidanzato dall’invidia” “ Un lampo ed eccola Annamaria in quel qui e ora del 31 dicembre, precipitarsi al telefono “Ho quel che fa per te “ “ mio cugino di Roma, d’accordo e’ un po' piccolo ha 17 anni “ le aveva detto, tirando appena sei mesi sulla vera eta’., “ma guarda che è un ficaccione di niente: alto oltre 1,80, fisico d’eccezione ed è intelligentissimo, un pozzo di scienza e di cultura” Eccolo così proiettato con appena un po’ di negativo (i famosi sei mesi che la cugina gli aveva affibiato) all’incontro con la ragazzetta, quindi in un registro di immaginario sullo scenario di piazza Plebiscito con le ombre della sera che si allungavano a lambire l’invaso della gran piazza e i botti che gia’ cominciavano a squarciare l’atmosfera. Diciamo subito che l’immaginario aveva dei numeri piu’ che accettabili in merito alla ragazza: di media altezza, i capelli lunghi, un personale notevole, per carita’ niente di appariscente o tantomeno di strafiga, ma insomma…. Altrettanto l’impressione di lui su di lei, e dato che in effetti poteva benissimo passare se non proprio per un ventenne, per un diciannove anni certamente si, si era rivelato piu’ che idoneo al ruolo di rosicamento che doveva suscitare nell’ex fidanzato. Tra l’altro in effetti nel corso della festa aveva avuto modo di fare sfoggio della sua cultura , specie quando quell’ex fidanzato di lei aveva provato a metterlo in difficolta’ sul tema di alcune nozioni psicoanalitiche, ecco allora si che era stato, non per lui, ma per lei l’apoteosi. Mezzanotte : spumante e i famosi botti, uno di questi, una bomba a carta messa sul davanzale della finestra era esploso prima: tre persone erano state investite in pieno dall’esplosione ed erano state portate all’ospedale, lui che era dietro ma piu’ alto era stato investito nella parte alta del volto con bruciacchiatura del suo bel ciuffo.All'ospedale no , ma di corsa a casa di lei in Via Foria per una medicazione di emergenza e questo nella notte di capodanno fra botti e varie suppellettili buttate dalle finestre . A casa di lei non c'erano i genitori, che erano andati in una casetta che avevano a Licola, e c'era solo la nonna inferma. "SSSttt fai piano" gli aveva fatto appena entrati in casa "mia nonna ha il sonno duro, ma meglio fare piano" aveva quindi preso a medicargli l'abrasione sulla fronte e a ridacchiare per il ciuffo bruciacchiato, ma era chiaro che doveva andare a finire alla trubola...li' sul pavimento in un trasporto reciproco di infuocata e ripetuta sessualita' per quelle prime ore del nuovo anno 1965. Las ratifica e' il ritorno tutti e due mano manuzza a Piazza Plebiscito per prendere il caffe' al Gambrinus : "I' che cazzo e' cafe'!" fa lui al primo sorso in faccia al cameriere e poi fa per accendere la sua pipa che da qualche tempo ha preso a fumare "Lascia perdere..." gli fa lei tirando fuori il pacchetto bianco e rosso delle Marlboro morbide prese di contrabbando con la linguetta inferiore azzurra, segno distintivo dell'originale americano " ...e prova una di queste!"
sembra una modalità di coniugazione spazio/temporale laddove ci si muove tra futuro anteriore e calcolo infinitesimale ove limiti, derivate e integrali sono proiezioni di numeri negativi (ovvero numeri immaginari)
martedì 1 novembre 2022
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