Mi picco di riportare una polemica anzi una serie di polemiche molto astiose che ebbi in un Gruppo dedicato alla Grande Guerra con un mio contraddittore, di cui non reputo importante riportare il nome ma solo le iniziali B.F. che peraltro non erano neppure il nome veroi, ma una sorta di nomignolo ispirato ad un antico generale bizantino, con il quale avevo piu’ volte litigato in passato, per un diverso modo di rapportarsi con lo specifico storico dove io avevo candidamente ammesso di non essere un esperto di storia militare , ma solo un relativo conoscitore e per motivi non di vero interesse, ma piu’ che altro di tradizione familiare che fin dall’infanzia mi aveva portato a frequentare moltissime persone correlate all’atmosfera soprattutto della Grande Guerra incentrate sulla persona di mio nonno e omonimo, ufficiale di complemento degli alpini in trincea dal giugno 1915 prima in Cadore, poi in Trentino sul Pasubio nel ’16, altopiano di Asiago nel ’17, di poi passato nei reparti d’assalto sul finire del ’17 sul Grappa e poi sul Piave e sul Montello nel ’18 nella Divisione Speciale d’assalto A.
Da questo assunto, tutto sommato di modesta entita' e di carattere squisitamente personal/familiare, si diparte una sorta di affinita' che non e' legata all'evento specifico della guerra di cui anzi il sottoscritto e' un forte critico, ma di cui ha avuto per siffatta tradizione una frequentazione anche storica e culturale che in qualche modo ne ha fatto un discreto conoscitore. Ora questo particolarissimo rapporto con l'evento , invece di essere compreso ha fatto scattare la rabbia del contraddittore virtuale, quel citato B.P. che ora ha assunto un altro prenome N. e che mi attaccava nella maniera come riportato nello scritto sottolineato : “ vede... con lei ho già avuto modo di confrontarmi, confutando con riscontri documentali (Mai avvenuto, anzi semmai e’ vero il contrario, come fu su Badoglio vero e proprio mito di efficienza e professionalita’ militare per tale personaggio, il quale asseriva che l’inimicizia con Caviglia originava dalla vigilia della battaglia di Adua quando Baratieri convocò tutti i suoi comandanti di Brigata, Arimondi, Albertone, Dabormida ed Ellena, in cui i due si trovarono spettatori, ma non partecipanti, a rispettosa distanza come si conveniva ad un capitano ed ad un tenente. Ora un’altra guerra su cui sono abbastanza esperto e’ proprio quella d’Africa in eta’ umbertina (1885-1896), questo per il solito assunto sentimentale ed emozionale di aver conosciuto personalmente un reduce della battaglia di Abba Garima,che nel tragitto del treno Peloritano tra Palermo e Roma fece una narrazione dettagliatissima di tale battaglia ed anche di alcuni risvolti essendo lui addetto al servizio di Stato Maggiore del corpo di spedizione che fino a poco prima era diretto dal Magg.Tommaso Salsa) per cui replicai subito con un lapidario “Impossibile!!!! Badoglio non ha mai partecipato alla battaglia di Adua ne’ tantomeno ad eventi precedenti in quanto giunse in Africa assieme al Generale Baldissera, che come e’ noto non fece a tempo ad intervenire per bloccare la sconsiderata azione di Baratieri .” Questo con tanto di documentazione avrebbe dovuto mettere fino a polemiche , ma da allora in poi nacque in tale interlocutore un odio sordido verso la mia persona (da studiare in psicoanalisi) chissa’ forse perche’ gli avevo dimostrato di saperne di piu’ di lui sul suo modello/mito, ed ecco che infatti anche a distanza di anni rincarava la dose si insulti : le sue prese di posizione che sono espressione di sue personalissime considerazioni basate su pettegolezzo, luoghi comuni e tanto altro che distorgono oggettivamente la realtà storica di quel conflitto, frutto di una visione ed interpretazione ideologica che appartiene al passato. Superficiale? Lei è tutto fuorché superficiale, ma è volutamente polemico, meglio esprime con i suoi commenti un arroganza polemica assolutamente indisponente,(povero me!) indulgendo con considerazione offensivive su persone e cose, e pretendendo di rappresentare verità assolute.Così su Badoglio, e tanto altro.Le sue prese di posizioni indisponenti, e anche diffronte all'evidenza lei va avanti per la sua strada.(Quale evidenza, mai avuto una benche’ minima confutazione tanto meno su Badoglio e sul modo vergognoso di come si porto’ quale Cte del XXVII C.d’A.), ma niente quello rincarava la dose : Ricorda la discussione su Caporetto ? ( Per quel che mi ricordo io rimanemmo ognuno delle nostre idee, per me assolutamente negative sul personaggio e non solo per Caporetto, per lui grande generale, con pero’ la peculiarita’ di non avere mai vinto, se non la dubbissima impresa del Sabotino nel ’16)) Siamo fermi, per quanto letto di recente da lei a Silvestri (probabilmente allude a Mario Silvestri uno storico molto serio autore di un documentatissimo Isonzo 1917) e il discutere con lei non è servito a nulla. Accuse? Non sono la persona adatta per esperire accuse, le mie argomentazioni sono sempre motivate, e vede i paragoni con le scienze da lei indicate si commentano da sole, e la inquadrano esattamente per quello che è, anche perché argomentando al contrario, se lei si atteggia (Ma come ho ammesso di non essere un esperto e informato solo quel tanto di qualche lettura e tutta una serie di frequentazioni correlate a mio nonno e quindi informazioni e conoscenze squisitamente emozionali )così in questa materia, che è la Storia Militare, permettendosi divagazioni personalissime, e distorcendo la realtà storica ai suoi umori, immagino come lei si possa atteggiare in scienze che per sua convinzione dovrebbero essere esatte, a parte la psicoanalisi, che francamente tutto è che scienza esatta. (chissa’ quali sono le sue scienze esatte, certo non la fisica di uno Schrodinger o di un Bohr, di un Feynman , magari ecco la medicina di Pasteur, dei microbi, delle pandemie) Quindi io che mi occupo di Storia Militare da più di trentacinque anni sarei un coglione, (Mai detto, anzi l’ho più volte apprezzato per la indubbia preparazione storiografica sia pure senza alcuna originalita’ e priva di qualsiasi interpretazione personale ed anche per la varieta’ di documentazioni fotografiche ) ma sopratutto dovrei stare a sentire le sue farneticazioni, (le mie farneticazioni??? Ma ci rendiamo conto? Me lo sono inventato io che Badoglio comando’ il XXVII Corpo d’Armata, che fu letteralmente travolto dalla offensiva nemica e che lui scomparve lasciando le sue divisioni allo sbando, provvidenzialmente inglobate dal contiguo XXIV corpo comandato, guarda un po’ da Caviglia? Mi sono anche inventato che Badoglio si dispose ad attaccare a Vittorio Veneto solo dopo quell’infamante telegramma di Vittorio Emanuele Orlando “tra l’inazione e la sconfitta preferisco la sconfitta. MUOVETEVI!” Mi sono inventato che brigo’ per ottenere il grado, prima di Generale d’Esercito e poi di Maresciallo d’Italia, pur non avendo il requisito principale ovvero aver comandato una Armata in guerra? Invenzione anche che nominato al piu’ alto ruolo Militare istituito nel 1925 Capo di Stato Maggior Generale, ovvero di tutte e tre le FF.AA. fu di fatto il principale responsabile della disastrosa preparazione giustappunto delle nostre Forze Armate nella guerra del 1940? Ed infine mi sono anche inventato un evento che non abbisogna di alcuna connotazione se non una semplice data 8 settembre 1943, di cui lui e il Re furono l’incarnazione ?.... dando a queste piena dignità di fatti storici? Ma sopratutto qualsiasi cosuccia lei riferisca dovrebbe avere dignità di fatto storico, solo per il fatto che lei la abbia espressa sulla base di ricordi personali. Non funziona così. Lei è a modo suo arrogante nell' esporre le sue argomentazioni e glielo ho già scritto più volte, questi suo modo di atteggiarsi non mi garba, perché espressione di disprezzo verso tutto e tutti, utilizzando con disinvoltura memorialisti e aggiungendo ricordi personali, al solo fine di sminuire chi preso di mira. Mi dica che c'entra ora il buon Mambretti? (ma come che c’entra? nell’articolo che aveva ingenerato questa livorosa reazione e che non lo nego avevo preso l’abbaglio di scambiare il gen. Pecori Giraldi per il gen.Etna, stavo citando alcuni aneddoti , ecco puramente emozionali e suggestivi del mondo e dell’atmosfera della Grande Guerra come le strofette “bomba c’e’, i cimiterini sulle maniche che erano il modo di come i soldati chiamavano i gradi degli ufficiali superiori e generali, e una espressione “toccarsi le stellette” che era la modalita’ consueta di come i soldati facevano gli scongiuri, ovvero toccarsi con pollice e indice le stellette sul colletto, possibile con le uniformi di allora chiuse, molto piu’ difficile quando si diffusero le giubbe aperte con i colletti distanziati, e quindi usanzacaduta in disuso, ma ben rammentata da chi aveva fatto la Grande Guerra. Ora parlando di sfortuna non si puo’ non citare il “buon Mambretti” come lo definisce N.P. Generale perseguitato dalla fama di implacabile menagramo fin dai tempi della campagna di Libia, richiamato in servizio da Cadorna, e nominato comandante della 6^ armata che guarda caso fu l’Armata protagonista della piu’ disgraziata delle offensive, quella operazione K nota ai piu’ come “Battaglia dell’Ortigara” in effetti contrassegnata da una serie quasi inspiegabile di eventi avversi , ci sono una ridda di testimonianze che descrivono il terrore di soldati e ufficiali alla sola vista del Gen, Mambretti, ma quella piu’ importante e’ dello stesso Cadorna che ammette in una lettera alla figlia di essere stato costretto a silurarlo, giustappunto il “buon Mambretti” non per demerito, ma proprio a causa di quella fama che faceva si che giustappunto dalla piu’ sperduta delle trincee al caffe’ Dorta il caffe’ di Udine frequentato dagli Ufficiali dello Stato Maggiore detto “il Trinceron del Dorta” fosse un continuo di vedere gente in uniforme di qualsiasi grado con pollice e indice sul colletto, oppure armeggiare giu’ in basso nelle tasche dei pantaloni …. Continuiamo : Se il suo modo di argomentare poteva andare bene sessanta anni fa oggi fa semplicente sorridere. Vede lei critica, sminuisce, irride, banalizza per partito preso, da lei qui non ho mai letto una, dico una, considerazione costruttiva, un contributo costruttivo alle discussioni, solo ed esclusivamente pettegolezzi e luoghi comuni, critiche e considerazioni personalissime sempre fini a se stesse. Ma sopratutto lei chi è per esprimere giudizi sarcastici come quello sopra postato? Non prendiamoci per i fondelli, i "cimiterini" che nel testo di Monelli, da lei ad minchiam citato Perche’ poi “a minchia” ? Monelli era commilitone di mio nonno in un Gruppo Alpini che comprendeva i battaglioni Exilles, Susa, M.Berico e M.Suello, e poi intimo amico, l’ho conosciuto anche io, fa parte anche lui di quel corredo emozionale che ho asserito essere alla base del mio interesse per l’argomento della Grande Guerra…. al battaglione , hanno un loro preciso significato, e vanno necessariamente contestualizzati al racconto, lei invece, li vuol maldestramente e strumentalmente piegare a sue considerazioni, ribadisco del tutto fuori luogo. Se lo dice lui …Tutto ciò per esprimere sue considerazioni personalissime che ci cala dall'alto, bontà sua, ad un solo ed eslusivo scopo: fare becera polemica. Il suo è un monologo trito e ritrito. Giudizi severi? Ribadisco, lei chi è per esprimere giudizi? Faccia pace, credo che lei sia in avanzata età, con il mondo, e scenda da quel trono che si è autocostruito autoreferenzialmente a lei come a tutti della sua generazione, assolutamente incapaci di affrontare la realtà e barricati dietro un intellettualismo da operetta, con atteggiamenti sempre caratterizzati da giudizi diretti a contestare il nostro mondo, a lei manca la pars costruens. La finisca di conseguenza con questo intellettualismo di facciata, ribadisco, citando autori dotti, al solo fine di dimostrarci che lei è al di sopra di tutto e tutti, che lei è il dotto e noi dovremmo stare a sentirla, e che la rappresentano esattamente per quello che è.Oggi è la volta di Sausurre, domani di chi? (se magari ci aggiungesse una “s” ….va beh suvvia che vuoi pretendere ?) lei non è in grado di consigliarmi nulla, perché a sua volta lei è il nulla (hai capito io sono il nulla? Gli rispondo con una citazione di uno che lui non sa neppure di dove e’ di casa , stante l’ironia, la cultura , l’anticonformismo: “amo il nulla, e’ l’unica cosa su cui so tutto!”e le sue considerazioni aria fritta. Ciò che non va è lei, non è la società che la circonda, da Caporetto al Covid, ma il suo atteggiarsi nei confronti di questa con una superiorità assolutamente fuori luogo. Pars costruens e non solo destruens, che a lei fa profondamente difetto, mi creda”....Interviene nella discussione Manlio Colussi Moderatore del Gruppo che dice “ Mario Nardulli per quanto mi riguarda è e resta un ottimo conoscitore della storia... un po spigoloso ma piacevole da leggere. Ed io gli rispondo grazie Manlio , ma non ti preoccupare le critiche di quel personaggio come ti dissi a suo tempo di persona, non solo non mi toccano, ma mi procurano grande ilarita'. E poi passo a rispondere al mio accusatore ….. non mi spreco neppure a risponderle, tanto la metterei in crisi sulle sue pseudo conoscenze inesatte, come quella volta di Badoglio e la sua partecipazione alla battaglia di Adua . In verita’ sono le sue conoscenze cosi’ esattine, circostanziate senza polemiche, ossequiose delle versioni ufficiali che sono trite e ritrite, che per fortuna, specie con le ultime buffonate in tutt'altri settori, in primis quello sanitario hanno sempre piu' gente come me che va alla ricerca della verita' /ci metterei la mano sul fuoco che lei e' uno di quelli crede ai virus e batteri di Pasteur e neppure ha mai sentito nominare Bernard, Bechamp, Rife, non parliamo neppure di Hamer, e oggi stara' ineggiando alla guerra santa pro Ucraina , con giudizi di anatema su Putin e di lode sul RimbaBiden e tutti i suoi burattinai dalle grandi multinazionali prima del farmaco ora degli armamenti ispirate dalla cialtronesca teoria Popperiana e del suo esecutore Soros (la trista Open Society) . Vedo che mi sto inutilmente scaldando, non mi urta come si urta lei al mio cospetto di verita' e obiettivita' , anche perche' ci sono abituato a gente come lei, sapesse quanto ne ho incontrate a cominciare dai corsi di catechismo del lontano 1956 dal quale fui allontanato con l'epiteto di blasfemo perche' osavo parlare di peccato originale e del non riscontro della resurrezione di cristo. Noto che lei ha tratto occasione di attaccarmi solo in virtu' di un mio marchiano errore , quello di aver scambiato Pecori Giraldi con Etna (credo la prima volta che ne abbia fatto uno in campo militare vero e non costruito dai bollettini a mò di quelli napoleonici . Una boutade scherzosa anche per allentare la tensione che secondo me e' alquanto fuori luogo. Lei sara' furente e mi copre di ingiurie io me la sto qui ridacchiando e fumando la pipa, allora veniamo alla boutade : lei mi contesta la critica e somma di giudizi negativi su generali italiani a cominciare da Fanti, Cialdini, La Marmora, Govone Cadorna padre e figlio (meno il nipote) e quasi totalita' della classe militare italiana, e non e' che poi vada cosi' controcorrente specie tra storici dotati di una certa credibilita' (i suoi disprezzati Del Boca, Silvestri, Salsa, e non ci metto quelli piu' feroci tipo Lussu, Malaparte, o cito un testo tipo Gorizia tu sei maledetta di cui ho spiegato in vari articoli che come Bella ciao trattasi di un falso costruito a tavolino da membri del Nuovo Canzoniere Italiano per il festival dei Due Mondi del 1964)..... non oso pensare che cosa direbbe se leggesse quello che penso di un generale come Napoleone Bonaparte di cui ho fatto una serie di articoli su riviste tipo Riflessi Storici e su miei blog in particolare della prima campagna d'Italia 1796/97, dove sostengo con dati alla mano che tutte le sue vittorie erano gonfiate e frutto di manipolazione e che quindi Napoleone e' solo un grande bluff come d'altronde quasi tutto della storia che quattro bottegai con i loro garzoni hanno voluto impartirci a cominciare dalla data fatidica del 1348. Va beh, qui andiamo ben oltre la storia della Grande Guerra e capisco che abbia difficolta' a seguirmi , anche perche' ribadisco il mio assunto che il mio interesse per una cosa così parziale e limitata come la Grande Guerra per di piu’ sul solo fronte italiano e’ solo emozionale e di carattere tradizional/familiare. Sono diversi e ben piu’ dilatati gli interessi veri, quelli sui quali mi profondo in studi, letture, ricerche e documentazioni, la storia in generale, la filosofia, ma non certo quella banale e tutto sommata fuorviante di un filosofo come Hegel che con le sue scempiaggini tipo “cio’ che è reale e razionale e cio’ che e’ razionale e’ reale” e la banalita’ della sua dialettica ha avvelenato l’epistemologia dando adito a sequel davvero disarmanti tipo lo squallido pensiero economico dei vari Smith, Malthus, Say e soprattutto Marx, o anche la psicoanalisi da lei tanto disprezzata che considero magari nelle sue accezioni piu’ promettenti tipo la seconda topica freudiana e la pulsione di morte o la retorica dell’inconscio di marca Lacaniana fino all’inconscio come insiemi infiniti dello psicoanalista cileno Ignacio Matte’ Blanco . Pensi un po’ come siamo messi proprio agli antipodi: lei si trastulla coi bollettini, bugiardi come quelli napoleonici e magari i severi resoconti dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito su di qualche battaglia di una unica guerra, io considero la psicoanalisi unitamente alla teoria biologica di Hamer e qualche considerazione in proiezione della fisica quantistica del tipo la teoria delle Stringhe e la supersimmetria che la regolerebbe, gli unici spiragli di luce in un mondo immerso nelle tenebre della menzogna, della montatura e dell'interessato raggiro.sembra una modalità di coniugazione spazio/temporale laddove ci si muove tra futuro anteriore e calcolo infinitesimale ove limiti, derivate e integrali sono proiezioni di numeri negativi (ovvero numeri immaginari)
domenica 24 novembre 2024
venerdì 22 novembre 2024
TOGLIETEMI IL MARTELLO
Ho visto tempo fa un gesto con cui si e’centrato con semplicita’ e lampante evidenza il senso, il vero senso e tutti i significati e significanti delle 5 Leggi Biologiche di Ricke Geerd Hamer : per farlo, l’autore del gesto si e’ servito di un semplice martello e lo ha picchiarlo contro una mano! Ecco ! tale azione puo’ essere equiparata ad un trauma, del tutto identico a quello che potremmo avere in circostanze meno volontarie ed anche costituire una classica DHS (sindrome di Dick Hamer, per dirla in gergo delle 5 Leggi Biologiche) di notevole e crescente entita’ se non si smette di picchiare il martello sulla mano, Ora e’ proprio qui che si divide la medicina di Hamer da quella tradizionale: nell’una e nell’altro abbiamo un martello che e’ espressione di una causa , ma mentre la medicina tradizionale tende a vedere la mano maciullata e comincia a dare dei rimedi facendo assumere un antidolorifico, un antifiammatorio, un antibiotico, ovvero ti da qualcosa per lenire, per riparare un danno, ma non si preoccupa minimamente di risalire alla causa che tale danno ha provocato ( il martello che continua ad infierire sulla mano), così al contrario la seconda non sta a li’ a trovare rimedi del danno oramai prodotto, ma cerca subito di eliminare il martello. Cessati i colpi di martello non e’ che si ha una pronta guarigione dell’arto offeso, ed ecco qui ci potrebbe essere una commistione tra le due medicine: solo dopo ever eliminato la causa del danno, cioe’ tolto il martello, ed eliminato l’atto di continuare a picchiare sulla mano potremo pensare a qualche lenitivo del dolore, ingessare le ossa rotte, assumere antiinfiammatori e antibiotici per scongiurare il pericolo di infezioni; diciamo che la medicina tradizionale e’ una medicina che si ferma alle apparenze e trova lenitivi solo a posteriori (detto per inciso la medicina di pronto intervento perche’ quella che si prefigge di prevenire con farmaci, vaccini e quant’altro e’ decisamente inutile, controproducente e sempre piu’ iatrogena ) mentre la medicina di Hamer con il risalire innanzi tutto alla ricerca di cio’ che ha causato il danno, va individuando un effetto di contemporaneita’ , del “qui ed ora” e quindi la ricerca di un futuro di guarigione e benessere, soggiace ad una certa anteriorita’ che si riferisce al momento in cui e’ stata presa la decisione di martellare la mano - e’ quindi un po’ come diceva Lacan a proposito del’inconscio, un qualcosa, nel nostro caso, una medicina al “futuro anteriore” ovvero quella modalita’ temporale che prende in esame tutto quello che fa da sostrato ad un certo tipo di comportamento che potrebbe presentare problemi e proprio nello scioglimento della sua reattivita’, perviene allo scioglimento di tali nodi onde concorrere ad un “av-venire” di ben-essere, di quello che la medicina tradizionale indica come guarigione. Un precedente di Hamer lo si puo' ritrovare in pieno campo psicologico, nel meglio di quella pragmatica della comunicazione che e' stato il Mental Research Institute di Palo alto diretto da Grigory Bateson e che vantava psicoterapeuti e studiosi comportamentali del calibro di Jay Haley, William Frey, John Weakland, Paul Watzlavitch, in sintonia di intenti e prassi con il piu' grande psicoteraputa di tutti i tempi Milton H. Erickson. Possiamo aggiungere che il martello puo’ benissimo essere omologato anche ad una malattia, la causa che ingenera la malattia, per cui in termini hameriani parlare di guarigione e’ un po’ un non senso: come si fa a guarire quello che sostanzialmente e’ gia’ guarigione ? ovvero individuare la causa dell’affezione !? Si potra’ ecco come e’ stato detto in precedenza, cercare di curare certi effetti del trauma della DHS e in questo puo’ andare anche bene qualche ritrovato della medicina allopatica, ma una volta eliminata la causa del trauma e quindi dell’affezione, sara’ sufficiente non ricaderci piu’ e passare oltre
martedì 12 novembre 2024
DYLAN DOG PER HEGEL
Hegel e' stato detto il, filosofo dello Spirito, ora il termine "spirito" si presta anche ad altri significati e anche altri significanti nel senso che puo' anche essere inteso come spettro, fantasma, quindi se dovessi definire con una certa maggiore precisione e varieta' tale termine e conseguentemente il pensiero di Hegel, direi che il suo e' un pensiero fantasmatico, che quindi ha bisogno di un ulteriore indagine da parte di un addetto ai lavori. Che ne dite di Dylan Dog, l'indagatore dell'incibo popolato appunto da spettri ? egli difatti nella Fenomenologia dello spirito, parla di coscienza, autocoscienza e ragione come parti o fasi dello spirito , laddove io le potrei anche intendere come parti fantasmatiche del tutto scollegate da una realta'. Prendiamo l’autocoscienza che non e' da lui intesa come coscienza di se stessi, ma si inserisce nel contesto sociale e quindi politico, aggiungendosi quindi alle numerose cose e conoscenze che piu' di un filosofo, pensatore, scienziato, matematico, hanno, prima e dopo di lui, posto non in noi stessi (in-sistere) ma al di fuori, all'esterno di noi (ex-sistere). Comincio' Platone col suo iperuranio o mondo delle idee, inaugurando quindi quel dualismo che ha perseguitato tutto il cammino della conoscenza occidentale (Campanella, Cartesio, Hobbes, Newton, Marx, pero' non Kant che si avvale della sua triplice critica (Ragion pura, Ragion pratica, Giudizio) per uscire da tale impasse. Per Hegel invece, quando il soggetto si confronta con gli altri da sè, entrano in gioco tutta una serie di relazioni, ma anche di conflitti, che pongono in essere il rapporto con l'altro e quindi l’esistenza delle altre autocoscienze. Da qui nasce la figura dialettica servitù-signoria, che come e' noto decretera' la fine della storia, (anche la fine puo' avere un corrispettivo nel termine Spirito) nella accezione del trionfo della prima e quasi ad inverazione della teoria delle quattro eta' del mondo di Esiodo la cui ultima eta' della storia e' appunto "quella dei servi" - Se dovessimo sempre seguire Hegel c'è un altro fattore che il filosofo pone come fine della storia, un fattore di azzeramento di tutti i contrasti in lui stimolato dall'incontro con Napoleone dopo la battaglia di Jena nel 1806, dove appunto il fatto di non avere piu' rivali, indicherebbe nel Corso una sorta di ineluttabilita' a mò di Legge dell'entropia, degli eventi umani tendenti verso l'appianamento di ogni contrasto . Ora e' notorio quanto sia poca la mia considerazione verso Hegel: fin dai tempi del liceo non ho fatto altro che trovare la sua filosofia velleitaria, rigidamente schematica e sostanzialmente sbagliata. Anche in questo appuntino non mi smentisco - la sua fenomenologia e' di una banalita' disarmante, tra l'altro sarebbe bastato aspettare qualche mese e avrei voluto vedere come avrebbe considerato Napoleone dopo la battaglia di Eylau, per non parlare di un paio di anni dopo in Spagna. Riguardo la supposta grandezza della funzione autocosciente umana anche qui non si può non cogliere l'infondatezza delle sue tesi . Le critiche alla “ragione strumentale” da parte di alcune correnti filosofiche, per esempio la cosiddetta Scuola di Francoforte o il “secondo” Heidegger. o quelle di certa filosofia orientale che si affida all’intuizione, al “vuoto mentale”, come nello Zen, cercando, quest’ultimo, di fare a meno della ragione nella sua totale estrinsecazione umana, in favore, come detto, di uno stato mentale che d’acchito — analogamente all’intuizione di H. Bergson — comprende le cose, per poi agire nella realtà. Tutti questi e altri approcci analoghi, solo tangenzialmente toccano la tematica specifica dell’autocoscienza, mentre riflettono direttamente sulle attività cognitive deputate, appunto, al calcolo e quindi alle strategie per risolvere problemi reali nella realtà quotidiana, essendo attive anche in assenza di autocoscienza.A questo riguardo è molto suggestivo il libro che ho citato assai spesso e che è un pò la mia Bibbia procedurale in tema di pensiero e ragionamento “Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza” dello psichiatra americano Julian Jaynes che, con argomentazioni giustappunto estremamente suggestive, e per me più che convincenti, elenca tutte le funzionalità umane, la concettualizzazione, l’apprendimento di soluzioni pratiche o addirittura il pensiero stesso che possono essere operanti in assenza di autocoscienza. Anche Wilhelm Reich ha espresso considerazioni che conferiscono estrema importanza all’autocoscienza, cui attribuisce la responsabilità dell’allontanamento dalla natura degli umani non più capaci, perchè consapevoli, di abbandonarsi alla pulsazione della stessa natura. La specie umana, da circa centomila anni, non ha subito mutamenti di grande rilievo, si è stabilizzata, il chè vuol dire che un soggetto umano di centomila anni fa è sostanzialmente uguale a noi. A riguardo è interessante ricordare F. Nietzsche e l‘antropologia filosofica — M. Scheler, il Nietzsche cristiano, come diceva di lui Troeltsch e ancora Plessner e Gehlen, che invece parlavano di una natura umana ancora instabile, cioè incompleta e situata nella natura in “posizione eccentrica”, perchè il suo apparato pulsionale-istintuale, pur potente e di certo assolutamente naturale, non è rigidamente determinato come nelle altre specie. A fronte di queste caratteristiche, la capacità culturale umana, prevalentemente razionale, essendo pressochè infinita, è aperta a ogni cambiamento, funzionale o disfunzionale. L’errore, dunque, riguarderebbe l’emergere dell’autocoscienza, o meglio di quelle proprietà cognitive che rendono il soggetto capace di visualizzare se stesso, di ragionare sul suo essere in vita e sulle capacità dei suoi atti volitivi, nonchè porsi il significato del suo stare al mondo, e della sua finitezza solitamente implicato, almeno dal punto di vista storico, con concezioni trascendenti e comunque non totalmente radicate nella realtà contingente. Non è un caso che vengono considerati di derivazione umana i reperti archeologici quando essi siano segni di cerimonie o siti funerari. La consapevolezza della propria morte è caratteristica dell’autocoscienza e quindi essa viene utilizzata come fonte artistica, rituale e religiosa. Queste peculiarità cognitive aprono la strada al soggetto cosciente di sè, quindi emerge l’individualismo e quelle tendenze dell’agire umano cui genericamente si attribuisce l’attributoegoistico-egotistico. Il tragico dell’essere umano sta proprio in questo passaggio che implica, di fatto, lo sradicamento da quella comunità che invece gli rende possibile la vita. Nessun umano potrebbe vivere in solitudine a partire dai primi giorni di vita. Il periodo dell’allattamento e dello svezzamento, vissuto in quasi completa eteronomia, è tra i più lunghi rispetto alle altre specie, proprio perchè ha bisogno di essere accudito strettamente dalla madre o da chi ne fa le veci. Da solo non è in grado di mantenersi in vita. Tutto questo e' stato inesorabilmente scambiato dai filosofi cultori del dualismo per una sorta di paradigma obbligato e quindi all'affermazione di una netta distinzione tra esterno e interno nella costituzione della coscienza umana e di tutte le sue manifestazioni, e ha dato sempre luoghi a schemi, schemetti, dialettiche campate in aria, di cui forse la esternazione piu' nociva e' stata quella di una sorta di coniugazione tra Hegel e Marx che si rifannno entrambi ai principi di societa' bottegaie fondate sul denaro e con un unico valore, il valore di scambio nel commercio e nell'economia (leggi sopratutto la societa'anglosassone con il passaggio di testimone nella societa' statunitense, secondo i parametri lucidamente individuati dal filosofo e geofisico tedesco Carl Schmitt nel suo saggio Terra e Mare del 1942
sabato 2 novembre 2024
RECUPERI PSICOFISICI
Gli svantaggi, i disagi, le reazioni a questa attuale fase distopica della nostra esistenza, artificiosamente e falsamente indotta da uno stato sociale pervenuto al suo capolinea di nefandezza, è sotto gli occhi di tutti; vi è anche una rabbia impotente di tutti coloro che conservano un minimo di raziocinio nel constatare come siano state letteralmente addormentate le coscienze in nome di una supposta immunità sanitaria affidata a quanto mai improbabili vaccini che stanno cominciando a manifestare i loro intrinsechi effetti iatrogeni . Detto questo bisogna pur constatare che almeno a livello soggettivo possono rilevarsi alcuni cosidetti vantaggi secondari, che poi a ben guardare tanto secondari non sono : sotto tale profilo iper soggettivo, debbo infatti rimarcare il recupero di una forma fisica ideale con un dimagrimento di venti chili che mi ha riportato a quaranta e passa anni fa, quindi un aumento delle facoltà raziocinanti con l’immissione di tematiche nel passato solo sfiorate come la fisica quantistica, i più raffinati procedimenti matematici tipo il calcolo infinitesimale, la microbiologia, una diversa idea della medicina rivisitata alla luce delle scoperte di Hamer e quindi specifici più familiari come la filosofia, la psicoanalisi, l’arte e le letterature ed anche la storia, che sono stati oggetto di una sorta di vasto approfondimento con notevolissime e sorprendenti novità (a mo’ di esempio una revisione del fenomeno Napoleone Bonaparte che alla luce di una riesamina delle sue prime battaglie nella campagna d’Italia sia del 1796/97, sia quella del 1800, tutto risulta tranne che un genio militare, anzi il netto contrario puntualmente salvato da sottoposti più esperti (Massena, Augereau, Serurier), più arditi e meno convenzionali (Desaix) , oppure la parte avuta da magnati miliardari correlati alle nascenti lobbies farmaceutiche per favorire le teorie di un impostore come Pasteur che poneva l’origine di ogni malattia nei microbi a scapito della tesi di un ben altro scienziato e grande studioso come Bernard che diceva invece “il microbo è niente, il terreno è tutto”, ancora laparte avuta da corruttele e imposture di capitale e interessi nel favorire certi sconvolgimenti politico/sociali come il Risorgimento Italiano,i fenomeni nazionalisti europei, l’industrializzazione statunitense ai tempi della guerra di Secessione ed infine la stessa Grande Guerra del 1914 che ha suicidato l’Europa e fatto emergere nuove entità nazionali dominanti….insomma una sorta di approfondimento di due termini che la distopia presente cerca di farne un largo uso : Complottista e Negazionista. Perché gli artefici dell’attuale contingenza hanno tanto paura di questi due termini e cercano spasmodicamente di contrastarli, svalutarli, demotivarli, aizzandogli contro tutte le forze da loro ben ammaestrate e controllate dei cosidetti Mass Media? Perché tutta la nostra civiltà, la scienza, la democrazia, la storia è tutto un falso e quello che negli ultimi duecento e passa anni abbiamo fagocitato mentalmente è solo ciarpame che pochi privilegiati hanno cercato di inculcarci, ecco si: da Napoleone genio militare che colleziona errori tattici e strategici che un caporale non avrebbe mai fatto (Ceva, Lodi, Arcole, Marengo ) da uno pseudo scienziato Pasteur che scopiazza malamente gli studi di un collega di ben altra stazza (Bechamp) e li fa passare per suoi, vendendosi totalmente alle lobbies farmaceutiche, dalla parte avuta di varie famiglie (Rotschild, Rockfeller, etc.) in affari politici e sociali di svariate nazioni fino al condizionamento più vergognoso, dallo scatenamento di guerre, rivoluzioni tutte volte agli interessi di pochi, pochissimi, e alla distruzione e rovina di sempre più ampie moltitudini di persone. Menzogne, falsità, raggiri, imposture ecco la prassi d’uso degli ultimi duecento cinquanta anni in un crescendo wagneriano che è pervenuto giustappunto a questi nostri tristi giorni del secondo ventennio del terzo millennio: tutto questo , lo ripeto solo per quei pochi che non si sono lasciati irretire dalla paura e dal pecoronismo , può avere una re-visione sulle generali che ricalca un po’ quello che in fisica quantistica è l’integrale sui cammini di Feynman,ovvero una sorta di necessità probabilistica di ritrovarsi al cospetto di un diverso modo di intendere il tutto con percorsi praticamente infiniti che dalla fisica quantistica rimanda a quell’inconscio come insiemi infiniti, postulato dallo psicoanalista Ignacio Mattè Blanco che opera per simmetria tra quelle che vengono definite classi di appartenenza e che possono senz’altro identificarsi nei diversi scibili dell’umana conoscenza con immediati risvolti sulla pratica di vita : così magari attraverso dei libri, ritrovati come quello di Guglielmo Ferrero sulla campagna del Generale Napoleone Bonaparte in Italia del 1796/97,che traccia nuove traiettorie di storia, o come il testo del 1948 di Feynman che spiega appunto l’integrale sui cammini, o magari equazioni come quella di Dirac o di Schrodinger che dalle singole particelle di stati di realtà si tramutano in onde cogliendone il collasso in termini di spuma che si condensa in schiuma solida per consentire di trarne del fumo (pipa appunto in schiuma di mare: meerschaum). Ogni occasione può tramutarsi in probabilità, ovvero cogliere l’occasione per farsi nuova conoscenza o anche ri-assunzione di antica, come, aggiungendosi al parziale elenco testè fatto, un libro fugacemente letto nei primi mesi del 1964, quando il sottoscritto non aveva ancora sedici anni , ripreso in questi giorni e ri-assunto come modalità di intendere quel famoso “tutto” un libro da sempre boicottato dall’establishment non solo di oggi :“RIVOLTA CONTRO IL MONDO MODERNO” di Julius Evola Come dice nel saggio introduttivo lo psicologo Claudio Risè, curatore dell’ultima edizione del saggio “Rivolta contro il mondo moderno” di Evola per Edizioni Mediterranee del 1998 in occasione del centenario della nascita dell’autore “è un’opera unica pensata secondo un metodo realmente scientifico ….” non cialtronescamente desunto dallo scopiazzamento di una dialettica che un filosofo iper sopravalutato come Hegel poneva alla base dello scibile umano (nota mia, che sono sempre rimasto perplesso come uno che pensava di aver visto passare sul suo cavallo bianco lo spirito della storia in un sottospecie di raccomandato che aveva appena fortunosamente vinto una scaramuccia (Jena) potesse essere annoverato tra i grandi pensatori della filosofia” …una opera attenta alle diverse acquisizioni del sapere in una accezione simbolica (quindi anche inconscia) della storia del mondo e non di una banale e sconfortante dialettica “tesi, antitesi e sintesi” che sembra più un esercizietto di calcolo non certo infinitesimale, fondato su una formuletta da “alunno col Bignami…” ovvero “ciò che è reale è razionale e ciò che è razionale è reale” che cavalca un cavalluccio bianco , quasi come una mossa agli scacchi che un semplice alfiere nero avrebbe potuto invalorare - cosa che puntualmente si avvererà: a Eylau, in Spagna, in Russia, a Lipsia e soprattutto a Waterloo, mettendo ingloriosamente fine ad una carriera propiziata dall’aver assunto il comando di una Armata per meriti di letto, ovvero sposato una donna (Josephine Beauharnais) che era la ingombrante amante del più influente membro del Direttorio (Barras) e quindi togliendogliela di torno . La storia quella che ci hanno spudoratamente spacciato per reale e per razionale, si avvale di simili figure, di simili mercimoni , di simili farse , ove l’individuo assume rilevanza solo se manovrato e se non si discosta granche’ da tale recita di parti secondo copione (rimando in tal senso ai miei articoli appunto sul generale Bonaparte nella campagna d’Italia 1796/97 contenuti su questo blog Lenardullier.blogspot.com) . Ecco questo non è il caso del saggio sopracitato di Evola, dove si risale alle vere cause che hanno finito per produrre il mondo attuale e quindi, si!.... anche all’attuale distopia dei nostri giorni, dove il peggio del peggio di tale manipolazione ha assunto caratteri di generalità, invertendo di netto il senso della formula hegeliana: non cio’ che è razionale è reale, ma propriamente ciò che è oltremodo irrazionale, tipo la farsa di una pandemia che non c’è, tipo un virus che nessuno al mondo ha mai visto se non in una scansione computerizzata e del tutto supposta di qualche microscopio elettronico, tipo un vaccino desunto dalle cialtronesche imposture di uno pseudo scienziato che il multimiliardario di turno ha individuato come vera e propria manna per favorire le immonde speculazioni sulla salute e sulla malattia delle lobbies farmaceutiche , il tutto al solo scopo di favorire i propri interessi economici e di potere. (vedi altri articoli sempre sul sopracitato blog su Pasteur e il tradimento perpetrato alla razionalità di chi come Bernard o come Bechamp, invece sosteneva che “il microbo è niente, il terreno è tutto” Il saggio di Evola risale alle cause - dice ancora Risè – che hanno prodotto il mondo attuale, indica i processi che hanno esercitato, già da tempi immemori, addirittura precedenti alla Rivoluzione Industriale una azione distruttiva su ogni valore su ogni ideale e su ogni forma di organizzazione non di mercimonio dell’esistenza umana. E’ altresì un’opera che non si limita ad una descrizione della “crisi” del mondo moderno così come fece Renè Guenon (tra l’altro amico e collaboratore di Evola), ma piuttosto adottando uno studio comparato delle varie civilta’ va alla ricerca di un principio informatore di un più alto grado . Ecco forse è proprio questo il punto che maggiormente si è impresso in questo mio “ritorno all’opera di Evola : cercare di individuare un qualche appiglio per sottrarmi e possibilmente partecipare a sottrarre il più possibile di umanità, dalla distopia vigente che pone a suo obiettivo un mondo assai più spaesato di quello che profetizzava Heidegger , condito della fantasia allucinata di molti scrittori di fantapolitica e fantascienza, ma anche da autori di maggiore spessore come Orwell, Huxley, Breadbury, Matheson e avallato anche da pseudo filosofi e loro allievi (Popper - Soros) che si sono incaricati di tradurre in teoria ed anche in pratica i propositi di asservimento della gran parte dell’umanità al volere e all’interesse di pochi magnati e relativi cavalier serventi, utilizzando a tal fine tutta una ideologia (liberismo e altra faccia della stessa medaglia socialismo, come argutamente non manca di rilevare proprio in questa opera Evola).
Ripensando all’ostracismo culturale messo in atto dal conformismo culturale nei riguardi di Evola nel corso degli anni, anche quello in cui lo lessi per la prima volta (fascista, nazista, razzista e quanto di peggio possa essere trovato) , in questa rilettura sono invece rimasto colpito dalla pacatezza dell’esposizione e dall’enorme competenza dell’autore che ha ben pochi riscontri nel panorama culturale del XX secolo: debbo ammettere che oggi mi sento per davvero come l'elettrone sparato attraverso la canonica doppia fenditura : eh si l'infinita ridda di probabilità con le relative traiettorie che vanno a coprire tutte le infinite possibilità, che a me personalmente vecchio studioso di psicoanalisi quella seria e cioè non di aggiustamento sociale, di nevrosette comportamentali alla psicologia dell'io, richiamano quell' inconscio che opera per simmetria scandendo insiemi infiniti alla Matte'Blanco . Le traiettorie sono date simultaneamente e ognuna compone limiti, derivate , ovvero calcolo infinitesimale e anche giustappunto integrali come quello sui cammini di Feynman, che è sostanzialmente uno degli infiniti percorsi di probabilità che nella presente accezione soggettiva si compongono di opportuni saggi e saggetti (ho citato Feynman, Matte'Blanco, posso aggiungerci altri come Leibniz, Freud e ovviamente l'equazione d'onda di Schrodinger sulla scia delle formule di De Broglie e Dirac , e ovviamente il matriciale per particelle di Heisenberg, ovvero il principio di indeterminazione e l'ipotesi assodata di Copenaghen (Bohr) onde pervenire ad un qualche costrutto davvero interessante, che come ultimo grido dalla savana si avvale di questa
ri-assunzione di un testo che avevo letto insufficientemente nel 1964, ma che oggi è diventato uno di quegli integrali sui cammini, che può percorrere pochi metri o andare e tornare dalla galassia di Andromeda, il cui fine è quello di una esaustiva comprensione di quello che sta accadendo oggi con questo proliferare di farse e menzogne e la mortificazione di quello “Spirito” della storia che di certo non monta cavalli bianchi e non veste l’uniforme di un piccolo Caporale
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