venerdì 3 ottobre 2025

PROIEZIONE DI MANCANZA E REALTA'

 

Anunnaki di ritorno. Eh si uno di loro aveva fatto  ritorno  qui sulla Terra :  nel nostro tempo erano passati oltre tremila anni, ma nel suo appena  tre, e giusto giusto mi era capitato in sorte di incontrarlo proprio a me, un canonico accenno di  serata della celeberrima  Nottola che vola al fare del tramonto, in zona montana di quelle suggestive piu’ che mai . Per carita’ niente astronavi, navicelle spaziali o quant’altro di fantascientifico, ma solo una energia che neppure si distingueva dal contesto spazio temporale di quel frangente. Anche io come la nottola ero sul fare del tramonto coi miei 77 anni che ne avevano viste parecchie e quasi tutte in negativo e quindi avevo un bel po’ di rimostranze da fare “ah e cosi’ tu sei uno di quello che ha combinato questo pasticcio, ma bene , beh ti sei guardato intorno, hai visto che casino, altro che il “mondo in Mi settima” di Celentano…. specie con l’entrata in questo terzo millennio abbiamo veramente passato ogni limite, disastro su tutta la linea, senza se e senza ma, ed anche il trionfo di Trump e il suo ritorno alla Presidenza degli USA , diciamo che non e’ stato così folgorante come  sulle prime avevo sperato – i bottegai come li chiamo io o come li chiama Fusaro, i turbo capitalisti  sembra tornando alla carica e con una rabbia un livore che e’ tipico di chi ha compreso di aver fallito la propria grande occasione, e guarda un po’ chi hanno fatto scendere subito in campo?  i piu’ inossidabili del servi:  comunisti, socialisti, coi diversi e vari nomi che oggi si sono dati, ma sempre loro : garzoni con tutta la frustrazione e l’invidia di chi non riesce a diventare padrone della bottega, come li
Fenomenologia dello Spirito : il Conflitto Servo-Padrone 
aveva illusi quel cialtrone di Hegel nel suo Fenomenologia dello Spirito con l’esegesi del conflitto servo-padrone. Eh si , di questo sono convinto Hegel ha illuso i poveracci addirittura piu’ di Marx anche perche’ ovviamente era piu’ navigato col arzigogolare col cervello e e’ riusciuto piu’ di ogni altro a fare accettare le regole del gioco, cioe’ quelle  della  bottega , ovvero il denaro come unico mezzo e fonte di scambio e quindi la bottega , i mercati, il commercio e in ultimo quasi la patente di scienza per quell’altro imbecille di Adam Smith che ci aveva anche messo quella fantomatica “mano invisibile”. Tutti cialtroni:  Hegel, Marx, Smith e vari accoliti che ancora nessuno e’ riuscito a bandire dalla faccia della terra.” -  Centrato il problema
nevvero signor Anunnaki ? d’accordo non l’ho dedotto ne’ dallo sguardo, ne’ dal linguaggio del corpo per il semplice fatto che qui tra noi, su questo pizzo di montagna e a sera inoltrata non ci sono ne’ occhi, ne’ corpi e neppure altri segnali di riconoscimento, per intenderci i famosi sistemi rappresentazionali della Programmazione Neuro linguistica di Bandler e Grinder, ma solo energia, energia pura, impalpabile, ma sempre presente, sempre in azione come le corde tirate di un violino o di un pianoforte come, be’ ne vogliamo parlare? -  delle stringhe scoperte da Veneziano nel 1968 e perfezionate dai vari Witten, Greene, Pensrose e persino il povero Hakwings con quell’epiteto sempre accattivante di “super” che ti rassicura sulla importanza e anche sull’efficacia;  chi di noi vecchietti non si ricorda lo slogan della “supercortemaggiore, la potente benzina italiana” e c’era di mezzo anche una ruggente tigre che fa sempre una certa impressione.
Bisogna che, questo solo,  fors’anche spaesato Anunnaki si renda conto che lui e i sui compari non hanno fatto le cose al meglio e magari faccia qualcosa  qui e ora,  per rimediare al malfatto , io gli
posso citare l’integrale sui cammini di Feynman e qualche cosa  sulla possibilita’ di prendere qualche altra direzione che apre il mondo delle opportunita’ e anche quella dei cosidetti Multiversi, studiati da Everett e anche da fisici del calibro del gia’ citato Hakwings che ne propose delle espressioni davvero affascinanti. Insomma a livello di comunicazione energetica piu’ o meno viaggiante su stringhe come corde di violino, vorrei sapere dal mio baldo Anunnaki se intende adoperarsi per cercare di farci uscire dall’impasse e magari approntarci per quel famoso ritorno all’eta’ dell’oro, ammesso che una eta’ dell’oro sia effettivamente esistita per l’umanita’ ma con modalita’ del tutto differente di organizzazione cerebrale, ovvero quella teorizzata dallo studioso americano Julian Jaynes nel suo saggio “Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza, dove e’ ovvio,  quelle famose voci degli dei  che costituivano l’essenza della mente bicamerale, ovvero un cervello diviso in due,  una parte metaforica cioe’ di condensazione di termini deputata al linguaggio articolato e una parte metonimica  di trascinamento di significanti deputata al recepimento di tutte quelle prescrizioni per sbrigarsela nell’adattamento al contesto e ad un ambiente quasi sempre non accogliente, erano in realta’ le voci di un ammaestramento continuo di chissa’ quali tempi, altro che biblici (si possono ipotizzare decine e decine di migliaia di anni e non una facezia come la coscienza che e’ vecchia di non piu’ di tremila anni ed e’ palesemente un derivato del linguaggio, in quanto costituita come una metafora, per analogia, appunto un “analogo io” ) Ma perche’ c’è da chiedersi gli Anunnaki hanno fatto un ibrido così pronunciato? Perche’ creare degli esseri che non erano piu’ animali, ma nel contempo non erano ancora qualcosa che poteva ambire ad una presenza appagante su di un pianeta di questo nostro universo. Be’ la risposta e’ sottesa perche’ non avevano bisogno di interlocutori e meno che mai avevano in mente di creare una razza padrona del mondo, loro avevano solo bisogno di degli schiavetti ubbidienti (i soliti servi , spaccati come i comunisti di oggi , servi della bottega e di un padronato che li ha sempre usati stilando le regole di un gioco a conduzione obbligata , ovvero il mercato, il commercio, l’economia e unico strumento ammesso il denaro  ) Niente di nuovo sotto il sole dunque,  neppure considerando le possibili centinaia di migliaia d’anni . ora pero’ c’è questa possibilita’ di integrare qualche nuovo cammino, per dirla alla Feynman con uno di quelli che potrebbe davvero sentirsi  maledettamente in colpa per il pasticcio che ha contribuito a creare. Eh gia’ , perche ‘un conto e’ creare dei servi che ti servivano per estrarre oro o comunque per  lavorare per te, come le varie teorie su di loro cercano di spiegare,  ed un conto e’ fregarsene della bella  una volta ottenuto quello che volevi e lasciare  questa moltitudine di diseredati in giro per il mondo a lamentarsi perchè le voci, quelle voci che nei migliaia di anni li avevano sempre guidati, e che loro avevano identificato come dei,  ora non si sentono piu’; una sorta di geremiade comune a tutta le civilta’ umane “perche gli dei non ci parlano piu’, perche’ gli dei ci hanno abbandonato? ” Defraudato nell’impianto metonimico delle voci allucinatorie che risiedeva nell’emisfero destro, il povero cervello umano doveva per forza di cose far leva sull’altro emisfero quello sinistro, preposto alla condensazione dei termini per addivenire sempre ad una maggiore varieta’ linguistica, ovvero quello metaforico , fino a costituire una metafora di se stesso in situazione al contesto, cioe’ ad una coscienza di se’ in situazione, ovvero un analogo io in grado di sostituirsi alle voci che oramai nessuna situazione riusciva a innescare . ecco quindi la coscienza come derivato del linguaggio e quindi come analogo io in grado di mettere se stesso in situazione e decidere sul da farsi in relazione ai veri cimenti dell’essere al mondo. Solo che la coscienza questo “analogo io”,  o “metafora me”  non ha  niente di divino e niente della consumata esperienza degli anunnaki, compie numerosi errori  e uno dei peggiori errori e’ considerare il prossimo,  l’altro, quello che non fa parte del proprio gruppo, piu’ o meno ristretto, il proprio
nemico. Avendo a che fare con una intelligenza senza dubbio superiore mi ci provo a riferirgli  le mie due carte preferite per svolgere un discorso sulla natura umana, partendo da quella che per me e’ la base originaria di ogni sapere: la scoperta di freud dell’inconscio  : la prima e’  Matte' Blanco e il suo inconscio come insiemi infiniti, che per molti versi somiglia moltissimo a quel collasso dell'equazione d'onda della formula di Schrodinger , con tanto di gatto vivo o morto che vi fa da corollario,  la seconda e' Lacan con il suo “inconscio strutturato come un linguaggio” e quindi la sua convinzione di fare dell’essere umano un animale in preda al linguaggio,  quindi a mo' di sillogismo, un essere determinato dall’inconscio. E se l’inconscio che Lacan chiama Altro, ovvero senza piu’  dimensione individuale ma, come il linguaggio, una dimensione   transindividuale,  fosse da attribuire giustappunto agli Anunnaki? Anunnaki che non sono un qualcosa di simile a se’, ma appunto Altro una sorta di luogo; “luogo di dispiegamento della parola”, altro da sè. Da questo assunto deriverebbe la esteriorità del simbolico rispetto all’essere umano che  è la nozione stessa di inconscio a cui pertanto si potrebbe raccordare una figura altamente simbolica e profondamente altra  come il ri-apparire di un anunnaki e quindi la possibilita’ di integrare qualcosa di Altro.  Ricostruendo tutta la nostra  storia al di fuori delle lusinghe narcisistiche dell’autobiografia, il soggetto riordina le contingenze passate attribuendo loro il senso di necessità future. (anche qui : Futuro Anteriore) Connettendo passato e futuro la storia si fa progetto senza scadere nel delirio onnipotente. Il tempo del soggetto è dunque il futuro anteriore, quel “sarà stato” che scandisce la terapia. Solo attraverso l’esaustione di tutte le impossibilità il soggetto accede a quei pochi gradi di libertà con i quali può esercitare il suo residuo potere. Ma il soggetto non è mai tale senza il riconoscimento dell’Altro, al quale pertanto sospende la sua stessa esistenza in un gioco incrociato di domande dove, al tempo stesso, si realizza e si smarrisce. Spetta all’Altro significativo e significante fornire una risposta. Il soggetto riceve il senso della sua domanda dalla risposta che gli perviene. Così facendo, smarrisce il bisogno e si aliena nella sfilata delle domande che chiedono solo di non essere fraintese. Il peggior pericolo è che venga interpretata la richiesta come richiesta di cose. Ciò che l’essere umano desidera, al di là delle infinite domande, è di essere riconosciuto come soggetto di un desiderio. Dunque “l’essere umano non si costituisce come una sostanza autofondata o attraverso una facoltà di sintesi, ma dipende nel suo essere dal riconoscimento dell’Altro, dal “desiderio dell’Altro”. Non c’è una identità soggettiva che si costituisce per maturazione, per sviluppo psico-biologico di una potenzialità programmata esistente a priori. Il soggetto non è un seme che contiene già in sé la sua evoluzione; è piuttosto costituito, attraversato dall’Altro, innanzitutto dal desiderio dell’Altro: ed esso sarà, e diventerà, come l’esperienza clinica ci insegna, ciò che è stato per il desiderio dell’Altro.”Secondo Lacan sul piano simbolico, che è il luogo dove si attua il legame tra la coazione a ripetere, la memoria e l’accesso al linguaggio, si svolgerebbe una continua dialettica tra bisogno e desiderio che, ripetendo in modo allucinatorio l’esperienza passata, ritrova l’oggetto perduto sul piano fantasmatico e cerca una realizzazione. La dinamica del desiderio è guidata dalla “logica della mancanza”, che si manifesta sia in modo negativo sul “registro” reale, come compromesso, nel sintomo, sia in modo positivo sul “registro” dell’immaginario onirico.Pertanto la verità non si può cercare nè svelare per intero. Se si dà è solo nella forma del compromesso, del dire a metà. . La domanda, che non riceve risposta, rimette il sapere al suo posto, nel luogo dell’Altro. Solo da questa dimensione si può formulare la questione della verità sottesa alla propria domanda ed espressa dal sintomo. E’ vero che sempre Lacan dice che il sintomo per eccellenza e’ l’io, ma appunto incontrando casualmente o diciamo fortunosamente l’Altro come Anunnaki che rappresenta il desiderio del simbolo potremo avviare quella proiezione di mancanza , proprio come un numero immaginario “i” e rifare a ritroso il commino e integrarlo in una accezione che non presenti l’attuale devastazione

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