sabato 11 ottobre 2025

RACCONTO DI EFFETTO FARFALLLA

 

4,94 di Penty Nikula 
A Roma in quella estate io e Paolo avevamo  ripreso a frequentare lo stadio della Farnesina ed anche quello dell’Acqua Acetosa dove il fratello Piero si allenava con il salto con l’asta su misure parecchio al di sopra dei 4 metri, e ci impartiva lezioni per saltare anche noi . C’era pero’ la novita’ di una scoperta negli USA di un nuovo materiale per le aste, il fiberglass che le rendeva oltre modo flessibili, aveva letteralmente subissato la vecchia asta di alluminio, facendo ottenere risultati vertiginosamente piu’ rilevanti. Il vecchio record di 4,94 del ’62 di Penty Nikula era stato letteralmente  stracciato, si erano raggiunti e ampiamente superati i 5 metri  da parte di piu’ atleti, solo che Piero con tutti quei muscoli e la sua forza straordinaria che ne avevano fatto una promessa con l’asta di alluminio, non riusciva ad adattarsi al nuovo mezzo non riuscendo  a sfruttarne le possibilita’, sicche’ era sceso di parecchio dal novero degli atleti competitivi e papabili per le Olimpiadi di Tokio. Anche io e Paolo avevamo risentito di tale novita’ e un po’ risentito verso le novita’ del progresso che ribaltavano gli eventi della vita, mi ero rivolto ad una  specialita’ che a rigore non dovrebbe risentire di invenzioni e nuove scoperte : la ginnastica artistica, quella di Alberto Braglia e del coevo Menichelli che giusto giusto era amico di Piero e che avevo conosciuto personalmente. Proprio lui mi consiglio’ di andare alla Borgo Prati che stava in via Virgilio nel quartiere Prati e

fui subito affascinato dall’atmosfera di antico che ivi si respirava – l’unico inconveniente di quello sport era che col mio metro e settantotto ero gia’ troppo alto, per cui non dovevo aspettarmi grandi risultati. In merito agli studi mio padre spingeva fortemente perche’ mi iscrivessi a ragioneria, dato che era rimasto dell’idea, suffragata dalle due bocciature consecutive in seconda media, che, come lui,  fossi un temperamento poco incline allo studio e quindi conveniva che scegliessi un corso di studi veloce che assicurasse un diploma senza bisogno di frequentare l’universita’. Decisamente non aveva colto il radicale cambiamento che aveva trasformato il mio io nel giro dell’ultimo mezzo anno. I libri di Freud,  le sempre piu’ approfondite letture storiche, (mi ero tra l’altro abbonato a Storia Illustrata), addirittura l’approccio a testi di filosofia tipo Così parlo’ Zaratustra di Nietzsche e le indicazioni del libro del mattino dei maghi, mi avevano portato ad una notevole struttura culturale in grado anche di stupire piu’ di una persona : Inteso quindi che mi sarei iscritto al ginnasio, ma intanto su quel finire di settembre arrivava una notizia da Palermo che ci informava che al ritorno dal suo viaggio per le americhe, Enzo il marito di mia nonna aveva trovato un ammanco di 100 milioni che un suo socio il ragioniere Pipitone  gli aveva carpito. “Proprio un Imbecille Enzo” aveva commentato mio padre “ neppure ad un fratello si lascia apertura in bianco di un socio al capitale della societa’ , capirai quel furfante di Pipitone con lui a fare il ganzo sulla nave, non gli e’ sembrato vero di far man bassa” La situazione per lui e Lucia  si era così fatta d’improvviso trubola, tanto che rischiava non solo la bancarotta, ma anche l’arresto, tant’è che era li’ li’ per prendere la risoluzione di espatriare in Argentina; Anche la situazione familiare di Roma era assai trubola per via dei continui litigi tra mio padre e mia madre e si andava avanti in un contesto sempre piu’ pesante e pieno di tensione. Necessario quindi stare il meno possibile a casa : la scuola che avevo insistito per  iscrivermi al piu’ prestigioso liceo ginnasio di Roma il Tasso in via Sicilia e assolutamente non ero voluto andare al Lucrezio Caro che era a poche decine di metri da casa “preferisco prendere il 3 ogni mattina e scendere a piazza Fiume, ma essere allievo del Tasso”, quindi l’iscrizione alla palestra Borgo Prati per i corsi di ginnastica  subito alle prese con parallele, anelli, sbarra e una parola magica : la “kippe”  che indicava quel passaggio dallo  stato di sospensione a quello di appoggio e che nei primi tentativi di quell’ottobre erano destinati miseramente a fallire nel miraggio futuro di un’entrata nei “tempi di kippe” coi primi giorni di scuola avevo valutato la differenza tra gruppi di sinistra  che rompevano le palle e gruppi di destra che invero mi erano
Dal Vajont all'iscrizione al MSI
sempre piu’ congeniali, sicche’ in occasione della tragedia del Vajont laddove mi presentai alla Presidenza per essere inviato nelle squadre di soccorso e non fui filato di pezzo, fui invece blandito ed esaltato dal comitato provinciale del MSI ove un certo Giovanni fece la proposta per la direzione del partito di inviare una squadra . Ovviamente fu questo il momento di iscrivermi al MSI  (11 ottobre 1963) e anche alla  organizzazione giovanile Giovane Italia ove ebbi subito il distintivo giallo di fiduciario  con l’incarico di trovare altri compagni per tale missione, che arrivo’ sul tavolo di Michelini, ma che anche quella finì in un nulla di fatto. La cosa pero’ aveva fatto effetto anche per via del fatto che il mio impegno nel reclutare adepti era stato notato da un professore comunista che aveva denunciato la cosa al Preside e così mi era stato intimato di consegnare le schede con i nomi dei reclutati, cosa che ovviamente mi rifiutai di fare rimediandovi una sospensione di 5 giorni, Fui quindi portato nella redazione del Secolo d’Italia dove il giorno dopo uscì in prima pagina un articolo con il titolo “Intemperanze di un preside matto”. A seguito di tale  fu deciso su proposta di Giovanni e avallo di Giorgio Almirante di nominarmi Dirigente  dell’associazione Giovane Italia distintivo nero . Una carriera invero napoleonica nel Partito che faceva morire d’invidia il povero Marco Fiorellino che aveva ancora il distintivo bianco. Ed allora eccomi qui studente del IV ginnasio al liceo Tasso, sempre piu’ esperto in psicoanalisi anche se ancora limitata al solo Freud , allievo della palestra di ginnastica Borgo Prati, sveglio e anche smaliziato, interessato a molteplici scibili, con interessi persino nella fisica quantistica  e con letture piuttosto  profonde anche nel campo letterario:  Il Faust di Goethe, Gordon Pym di Poe, Moby Dick di Melville, impegno oramai scelto in politica (MSI e Giovane Italia)  e quel tantino di pre-esperienza in cose di sesso. , e questo fantastico 1963 ancora in pieno corso. Nella classe di IV D  del Tasso mi ero messo in evidenza per i fatti del Vajont e poi per quell’alterco con il professore comunista e il Preside con tanto di articolo sul giornale, laddove i sinistri della scuola mi avevano gia’ schedato come pericoloso fascista, ma io non me ne davo pena , anzi agivo con sempre una certa spavalderia che poi era stata suffragata da un profitto decisamente elevato in ispecie in latino nel nuovo insegnamento del Greco e in italiano matematica e ovviamente educazione fisica dove potevo trasporre i miei progressi nella palestra di Borgo Prati. Occhieggiavo le ragazzette, ma non quelle della mia classe che erano tutte bruttine, ma in quelle delle altre sezioni e anche del liceo dove ce ne erano decisamente piu’ attraenti. Mi iscrissi qiuindi al CAI e anche al corso di roccia che andai alla palestra del Monte Morra in quel fine di ottobre, il lunedi’ successivo al cinema Palestrina
andai a vedere sul  finire del mese un film con Toto’  Il Comandante che mi colpi’ parecchio per le vicende di un colonnello che andava in pensione, e la vacuita’ delle cose della vita: Ma ecco un avvenimento che doveva cambiare anche, anzi soprattutto,  in concreto la vita : il 2 novembre, giorno dei morti   tornando dal cimitero dove ero andato sempre in compagnia con mia nonna Concetta che era la persona con la quale mi trovavo meglio,  dato che con mio padre da quando avevo scoperto che mi ero iscritto al MSI quasi non mi parlava piu’ e con mia madre non avevo mai avuto questo gran dialogo, si decise di giocarci 6 mila lire al lotto, tre sue e tre mie che erano quelle che mi restavano di un regalo di 10 mila lire  di zia Olga; le puntai  su una terno secco su tutte le ruote, mentre mia nonna aveva utilizzato le sue   tremila sempre su un terno  su tutte ma che comprendeva l’ ambo. Mentre stavo facendo la puntata, sentii come una vocina in dialetto napoletano che sul refrain di “ohi vita,  ohi vita mia, cioe’ “O surdato ‘nnammmurato”  mi faceva “aggiungi un quarto numero e mettilo qui a Napoli” Come preso da un irresistibile impulso mi frugai nelle tasche e constai che potevo raggranellare a monete una da cinquecento, quattro da cento e due da cinquanta, altre 1000 lire : fu un attimo ai tre numeri 13 , 88 e 80  ci aggiunsi il 4 e feci al botteghino  “quaterna secca su napoli”   “Mario abbiamo vinto, abbiamo vinto!” urlava festante in quell’ora di pranzo,  che era andata apposta fino dal giornalaio mia nonna Concetta sventolando la pagina del Messaggero, difatti che sia lei che io avevamo preso il terno, ma lei non aveva captato che io avevo aggiunto quella giocata altre mille lire della quaterna secca su Napoli e a Napoli la estrazione totale riportava “13, 80, 4, 75 , 88”….ovvero acchiappo di una quaterna secca ovvero una vincita di 80 milioni 
Ottanta dico ottanta milioni che facevano divenire le vincite del terno delle vere bazzecole , con ottanta milioni si poteva fare non dico tutto, ma di certo per quel che concerneva i miei desideri, be’…., praticamente tutto. In primis e in questo condividevo appieno i sentimenti di mi nonna, andare via dall’odiosa casa del villaggio Olimpico e fare ritorno a via Nicolo’ Gran fervore in casa  quella domenica  3 novembre 1963, con mio padre che subito parlava di investire parte in azioni, parte in obbligazioni e non so cosa altra diavoleria, ma io fui subito perentorio : INNANZI TUTTO :  SI COMPRA LA CASA A VIA NICOLO’ V  

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