sabato 13 marzo 2021

C'E' ANCHE UNA SOCIOFIA

 
Da Mario Haussman e dal suo MANIFESTO DELLA SOCIOSOFIA traggo queste note sulla farmacologia e la medicina allopatica trovandomi ovviamente pienamente d'accordo : "le aziende farmaceutiche, coadiuvate da istituzioni “rinomate e filantropiche”, hanno utilizzato qualsiasi mezzo per piegare la legislazione a loro favore. Spesso i disegni di legge in materia sanitaria vengono scritti direttamente dai colossi del settore. E la sanità pubblica sembra avere una porta girevole con gli interessi dei giganti farmaceutici, tanti sono i personaggi che si alternano sulle poltrone dei livelli dirigenziali di entrambe.
Dunque, lungi dall’avere a cuore la nostra salute, l’apparato sanitario ha tutto l’interesse che la gente sia ammalata e che alimenti i consumi dei prodotti della grande industria medicale. Comunque si voglia vedere la questione, rimane il fatto che l’ammalato è un affare lucroso e che la salute non è e non è mai stata il fine della medicina allopatica.
Ivan Illich affermava che la medicina moderna è “la negazione della salute”, e constatava che essa era organizzata in maniera da non essere al servizio della salute ma solamente di se stessa come istituzione. Il fatto che la sanità intera, a partire dallo studio della medicina, sia tutta un business, è una tragedia la cui portata viene normalmente sottovalutata.
Il matrimonio della finanza con la politica ha guastato l’integrità scientifica da molto tempo. Dirigendo la ricerca scientifica attraverso i finanziamenti, la logica conseguenza è che l’informazione divulgata corrisponda alle aspettative di chi paga. Anche gli scienziati “indipendenti” devono avere chi paga loro da vivere. E il cittadino medio a chi deve credere? Al medico che gli prescrive la cura, della quale egli percepisce gli effetti negativi e sente che, se da un lato fa bene, da un altro fa male, oppure a coloro che la propaganda medica del sistema ha sempre definito dei ciarlatani? All’opinione pubblica è stato detto di tutto, per esempio, prima che la margarina fa bene, e poi che fa male. Gli hanno raccontato che i dolcificanti fanno bene, e poi scopre che fanno malissimo. E quanti rimedi per abbassare il colesterolo sono stati proposti che poi risultavano inutili? Per poter giudicare, la gente deve poter comprendere. I media ripetono ai cittadini in continuazione che essi sono degli analfabeti scientifici e che quindi non potranno mai penetrare il misterioso mondo dei farmaci: l’unica possibilità che hanno i cittadini è di fidarsi degli esperti.
Ma se anche fosse vero che la comprensione del funzionamento dei farmaci è preclusa ai più, ognuno può cercare di comprendere come funzionano l’industria e il sistema che essa ha creato.
Ciò che il sistema sanitario plutocratico teme di più sono cure efficaci. Dove c’è salute non si fanno profitti. Solo la malattia induce gli utili.
La ricerca in questo campo viene finanziata soprattutto dai grandi interessi legati all’industria della malattia. Che cosa succederebbe se la ricerca trovasse qualcosa che riducesse notevolmente il numero di malati e di conseguenza i profitti? Infatti, decisamente troppi sono gli esempi di scienziati che realmente hanno fatto scoperte che potrebbero ripristinare la salute di un gran numero di malati, e che sono stati messi a tacere, boicottati, corrotti, ridicolizzati o addirittura eliminati.
Tra il mondo accademico e quello finanziario non c’è un confine netto e gli interessi commerciali determinano completamente l’insegnamento delle scuole di medicina. Una gran parte della responsabilità di questo ricade sulla politica, che ha permesso allo Stato di stabilire a propria discrezione quale fosse l’unico approccio medico “vero” e di imporlo per legge. Il potere dello Stato ha operato una scelta, tra le tante possibili, e le macchinazioni del capitale internazionale hanno fatto in modo che la scelta operata dallo Stato fosse unicamente a proprio vantaggio, anche se ciò avesse incluso la sofferenza dei cittadini. L’industria farmaceutica è nata all’inizio del secolo scorso, e da allora ha assunto il controllo di tutti i sistemi sanitari del mondo, eliminando sistematicamente ciò che non poteva porre sotto il proprio controllo, ovvero i rimedi naturali non brevettabili. Basata sui brevetti dei farmaci di sintesi, quest’industria è stata sin dal suo esordio un’iniziativa di investimento ad opera di un esiguo numero di personaggi enormemente ricchi e totalmente privi di scrupoli.
Le politiche corrotte dei governi ispirate dalle sovvenzioni delle lobby hanno manipolato i sistemi sanitari a vantaggio delle corporation e sono responsabili della sofferenza e della morte di un numero incalcolabile di persone. Il cartello sanitario mondiale è una vera e propria “industria” di sofferenza, e più persone soffrono, tanto meglio è, poiché chi sta bene non paga per le cure.
La medicina allopatica, insegnata nelle facoltà universitarie, è più dogmatica di quanto non lo sia mai stata la Chiesa nelle ere buie. Essa si ritiene l’unica depositaria della sola verità, completa, eterna, immutabile e indiscutibile. Al contrario della Santa inquisizione, la medicina non può mettere al rogo i dissidenti, quantunque si ritenga in diritto di bandire ogni idea, sostanza, procedimento o prodotto che possa minacciare il guadagno dei suoi padroni accusando semplicemente di ciarlataneria chiunque osi dubitare dei suoi dogmi. Ovviamente in nome della “protezione dei cittadini”, ritenuti ignoranti e stupidi per antonomasia.
Durante la sua formazione, al medico viene negato l’accesso a un’informazione sanitaria obiettiva e in nessun caso può apprendere tutti i tipi di terapie, in modo da poter poi scegliere la più adatta ai suoi pazienti. Lo studente di medicina apprende unicamente quanto stabilito per lui dall’autorità, e ciò dà al sistema il pieno potere sul pensiero del medico, che viene ridotto a un semplice strumento dell’apparato sanitario, una rotella nel grande ingranaggio. Il medico, durante lo studio apprende tutto sulla malattia e nulla sulla salute.
In poche altre facoltà la materia di studio è così vasta. Questo impedisce di fatto allo studente di medicina di avere il tempo o l’energia di occuparsi di propria iniziativa di qualche altro argomento. Ogni cosa, nello studio che porta alla laurea in medicina, è predisposta in maniera tale da concedere allo studente meno libertà intellettuale che in qualsiasi altro percorso accademico.
Il sistema perverso, controllato dall’industria farmaceutica, forma i medici riducendoli all’acritica passività intellettuale, mentre perseguita ogni terapia che non rientri nei suoi rigidi schemi. Scriveva nel 1949 il pubblicista Morris Bealle a proposito delle facoltà di medicina: «Queste istituzioni accademiche insegnano naturalmente ai loro studenti il folclorismo farmacologico che le aziende farmaceutiche della casa Rockefeller desiderano».
Il fattore decisivo che caratterizza tutto il sistema è il suo fine di portare profitto ai suoi ideatori. Lo scopo di far soldi dei banchieri che guidano le aziende farmaceutiche è in netto contrasto con l’obiettivo di guarire del paziente. Il medico di solito si trova a dover mediare tra questi interessi contrastanti e inconciliabili.
(da "Il Manifesto della Sociosofia")

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