domenica 18 aprile 2021

LA VERITA' E' UNA MENZOGNA

Utilizzo in genere questi blog correlati a quello principale come i battaglioni alpini della prima guerra mondiale Monte e Valle erano emanazioni del battaglione principale. Monte anche detti battaglioni bocia erano quelli composti da soldati di leva o richiamati fino a 30 anni, Valle erano invece composti da richiamati oltre i 30 anni e quindi erano detti "battaglione vecio" Li utilizzo perchè spesso e volentieri mi servo di articoli di altri che mi hanno colpito e che comunque riadatto al mio intendimento, senza però mai stravolgere il pensiero originale dell'autore . Nella fattispecie mi servo di una pubblicazione di Giorgio Bianchi un amico di FB di cui mi trovo assai spesso a condividere idee e opinioni che a sua volta si è servito di un altro articolo di tal Roberto Pecchioli. Di rimando in rimando un pò come la tecnica di confusione di Milton Erickson "Sai avevo un amico che mi raccontò questa storia, che gli aveva raccontato il padre che aveva un cugino che l'aveva sentita da ...." che si serviva appunto di tale espediente per confondere l'interlocutore fino a non fargli più distinguere tra realtà e racconto: L'oggetto del contendere è il distinguo tra realtà e menzogna che in questi tempi distopici ha assunto un risvolto drammatico anche per via dell'entrata in scena di meccanismi addirittura biologici di modificazione genetica. Verità, menzogna, o menzogna che diviene verità per coazione a ripetere? Forse il vero profeta fu Lewis Carroll, l’autore di Alice nel paese delle meraviglie, che inventò Humpty Dumpty, l’ometto a forma di uovo dal linguaggio incomprensibile.
Alla meravigliata Alice dice: quando io uso una parola, essa significa esattamente ciò che io voglio che significhi. All’osservazione di Alice, bambina semplice ma non sciocca, che le parole possono avere tanti significati, replica: “quando faccio fare a una parola un simile lavoro, la pago sempre di più”.Le parole diventano strumenti di menzogna per i fini più loschi e indicibili. E’ la sconfitta del principio di realtà e la sua sostituzione con la “narrazione”, imposta da un implacabile dispositivo di lavaggio del cervello la cui funzione è opposta a quella delle applicazioni informatiche che “puliscono” la spazzatura nella memoria del computer. Alla verità è sostituito il suo contrario: il grande Reset, che significa cancellazione. Penso, vedo, percepisco A, ma il dispositivo mentale traduce l’informazione al contrario: A diventa Zeta.
L’ignoranza è forza (di chi la diffonde), spiegava Orwell. L’appello morale diventa quindi il suo contrario, poiché arriva da chi mente sapendo di mentire, la peggiore delle immoralità. Forniamo un altro esempio. Nello Stato americano della Georgia, oggetto di polemiche violentissime per gli evidenti brogli nelle elezioni presidenziali,(non limitati di certo alla Georgia)  è stata modificata la legge elettorale Il broglio è un “diritto”.
Quella nuova prevede l’accertamento con documento ufficiale dell’identità del votante: la decisione della Georgia ha suscitato un’immensa levata di scudi da parte dei progressisti americani, che oggi si chiamano woke=“risvegliati” il risveglio consiste nella cancellazione della civiltà e della cultura d’origine! Ne sono banditori le grandi corporazioni industriali e tecnologiche. Ben 1.119 tra loro, tra cui Amazon, McDonalds, Microsoft, PayPal, Uber, Airbnb, Best Buy, Capitol One, Dow, Hewlett Packard, Macy’s, Starbucks, United Airlines, Pepsi, hanno dato vita a un’incredibile “Alleanza Civica” unita nel rifiuto della nuova legge elettorale georgiana.Il loro comunicato è un perfetto esercizio di stile orwelliano, il capovolgimento sfacciato della realtà. “Noi sosteniamo elezioni sicure, accessibili e incitiamo i nostri dipendenti e collaboratori a partecipare alla vita civica. Come imprese, siamo solidali con gli elettori nel nostro impegno non partigiano per l’uguaglianza e la democrazia. Riteniamo minacciosi i progetti di legge per rendere più difficile il voto “. Non conoscono la vergogna: è immorale chiedere a chi si presenta a un seggio una carta d’identità e la prova di far parte delle liste elettorali, non il broglio. Il sistema è talmente forte che non solo mente spudoratamente, ma chiama apertamente male il bene. Nello specifico, sembra una confessione di colpevolezza, la prova provata che la democrazia è oggi la più grande delle menzogne. Scelgono chi può candidarsi attraverso meccanismi preventivi fatti per escludere, scelgono gli eletti (chi riceve finanziamenti e appoggi). Ora scelgono anche gli elettori. Il prossimo passaggio – la finestra di Overton non è ancora spalancata, ma ci stanno lavorando – sarà abolire anche la pallida democrazia rappresentativa, che rappresenta non i popoli, ma l’oligarchia. O forse no, meglio che la gente menta a se stessa, credendo di vivere nella libertà. Facile ingannare se si è padroni delle carte, si dettano le regole del gioco e si scelgono i giocatori. Arduo far capire l’enormità dell’operazione e il pericolo mortale. Si sentono tanto forti da divulgare con chiarezza i loro intenti. Tanto non capiremo o applaudiremo l’imbroglio. L’Agenda 2030 dell’ONU, il Grande Reset del Forum di Davos
hanno messo le carte in tavola, ma la verità non è stata presa sul serio. Le prove sono innumerevoli, anche se a esporle ci sentiamo come Sisifo al termine della sua fatica. Sisifo era il più scaltro e astuto ingannatore, ma nell’orizzonte mentale greco, nessuno poteva sfidare attraverso la hybris, la dismisura, la collera degli dèi. La punizione fu terribile: spingere eternamente un masso dalla base alla cima di un monte. Ogni volta che raggiungeva la cima, la pietra rotolava e Sisifo doveva ricominciare l’inutile scalata. Alex Pentland, direttore del Laboratorio di Dinamiche Umane del celebre MIT (Massachusetts Institute of Technology), consigliere del Foro Economico Mondiale, di grandi multinazionali, destinatario di ingenti finanziamenti dalla maggiori ONG del mondo, ha affermato di avere la soluzione dei problemi dell’umanità. Non è un pazzo o un ciarlatano, ma uno scienziato che lavora alla modifica inconscia dei comportamenti umani. Ha formulato una nuova scienza sociale computazionale basata sulla matematica, sull’aggregazione di dati e metadati, che ha chiamato Fisica Sociale, come un testo del filosofo positivista del XIX secolo Auguste Comte. Attraverso le informazioni tratte dalle numerose fonti di raccolta di dati personali esistenti – telefoni, reti sociali, carte di credito, Internet, posta elettronica- essa permette la previsione più accurata dei comportamenti umani e sociali, superando la sociologia della conoscenza di Max Scheler, intendendola come miniera della realtà in grado di prevedere ogni nostra condotta. Il “principio di influenza sociale” permetterà di sapere perché si prendono le decisioni e di anticiparle, non tanto per coazione, interesse razionale o persuasione, ma per imitazione. Così, in base a una vaga epistemologia comportamentista, faremo spontaneamente ciò che i padroni universali vorranno. In anni più sinceri, si chiamava lavaggio del cervello. Oggi è scienza, predizione, progresso. I nuovi demiurghi cibernetici rivelano cinicamente di essere in grado di farci fare ciò che vogliono. Lo chiamano, con il moralismo peloso e invertito di cui sono maestri, “orientare le masse verso obiettivi adeguati”.
Ci riuscì assai bene anche il pifferaio di Hamelin dei fratelli Grimm. Si presentano come “filantropi”, una delle parole più sospette e invertite del nostro tempo. Apostoli del Bene capovolto, sanno di poter contare, per il successo dei loro progetti, su un’umanità rotta a ogni menzogna. Viene in mente il lupo di Cappuccetto Rosso: che orecchie grandi hai. E’ per sentirti meglio. Che occhi grossi! Per vederti meglio. La verità era nella domanda finale: nonna, che bocca grande hai. E’ per divorarti meglio! Cappuccetto Rosso se la cavò, ma era una fiaba. Se ciò che ci viene proposto – cioè imposto- ha il marchio della scienza e il respiro del progresso, lo accogliamo con entusiasmo infantile. La scienza è “verità” e pazienza se proprio la parte più alta e speculativa della scienza ha riconosciuto da tempo i suoi limiti. Pensiamo al principio di indeterminazione di Heisenberg, al teorema di incompletezza di Goedel, alla fisica quantistica che ha introdotto il concetto di probabilità e enunciato l’assurdo logico del gatto di Schroedinger, morto e vivo nella scatola, “a certe condizioni”.
Sofismi, eccesso di complessità per l’uomo postmoderno dal ragionamento binario, sequenze di zero e uno come in informatica. Facile imporre la menzogna e travestirla da verità in salsa moraleggiante. I lupi non si prendono più il disturbo di mascherarsi da nonnina di Cappuccetto Rosso. Alla luce di quanto detto, è evidente che il tema della verità e della menzogna non è un ozioso gioco di parole per filosofi o una sterile diatriba bizantina sul sesso degli angeli, ma un concretissimo strumento di inganno e dominio. Per proseguire la battaglia della verità occorrono la pazienza di Giobbe, l’eloquenza di Cicerone e il coraggio di Don Chisciotte,
poiché i giganti nemici si sono travestiti da mulini a vento. Speriamo che avesse ragione Abramo Lincoln: si può ingannare qualcuno per sempre e tutti per un po’, ma non si possono ingannare tutti per sempre.

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