A salire i larghi gradini del Palazzo di Corso Vittorio Emanuele a Roma è un ragazzetto di quindici anni e mezzo, alto sul metro e ottanta, aitante e con un fisico sportivo, difatti frequentava la palestra di ginnastica Borgo Prati dove alla parallele, agli anelli e sulla sbarra era da appena un mese entrato in tempi di kippe, ovvero quel movimento ginnico che consente di passare da uno stato di sospensione a quello di appoggio. La prestanza fisica sviluppatasi dopo un brutto incidente del marzo di quello stesso anno, ha avuto una stretta correlazione con un eccezionale incremento delle facolta’ intellettuali specie sotto il profilo dell’intuizione e dell’arditezza di pensiero e di ragionamento, dovuta, a detta di un giovane medico dell’Ospedale Santo Spirito, ove il nostro amico . era stato ricoverato per 65 giorni (5 marzo-10 maggio) al tipo di lesione riportatta all’emisfero destro del cervello. Il fatto e’ che tale giovane medico perseguiva delle strane idee sulla medicina che si rifacevano un po' alla psicoanalisi e non solo quella freudiana, ma anche a personaggi come Whilem Reich, George Groddeck, Jacques lacan, un po’ alla cultura indù dello Yoga e del serpente della Kundalini, il tutto come riassunto in una miscellanea condita di paradossali teorie della fisica quantistica (effetto doppia fenditura, effetto farfalla, entenglement, equazione d’onda e suo collasso ) e anche di antichissimi retaggi rifacentesi all’alchimia , al Mistero delle Cattedrali di Fulcanelli, alle teorie di Horbiger. Per farla breve questo Dottore all’atto delle dimissioni del ragazzo, invece di pillole o iniezioni aveva donato al ragazzo un pacchetto di libri: uno sulla interpretazione di Freud ad un saggetto di uno sconosciuto scrittore tale Jensen titolato La Gradiva, un secondo dello stesso Freud : Totem e Tabu’ (qui capirai molte curiose predilezioni e idee fisse del tuo passato , gli aveva detto ) quindi una copia de Le matin des magiciennes di Pauwles e Bergier e infine una sorta di biografia scritta da lui stesso su Whilem Reich con particolare riferimento alla teoria dell’Orgone. Ebbene quei pochi ma pregnatissimi saggi erano divenuti in quell’estate del ’63 una sorta di vademecum per il giovane ragazzo che si andava rimettendo e che giorno dopo giorno andava familiarizzandosi con quella sua incredibile accentuazione della intuizione mentale e anche delle capacita’ di apprendimento. Si era anche ritrovato cresciuto di ben 5 cm, da 1,73 a 1,78 e frequentando lo stadio della Farnesina aveva strabiliato tutti quanti riuscendo ad ottenere eccezionali risultati nel salto con l’asta sfruttando come nessun altro la flessibilita’ delle nuove aste in fiberglass che nell’agosto erano arrivate sperimentalmente anche in Italia. Con il riinizio della scuola aveva dovuto riiscriversi al V ginnasio che non aveva fatto a tempo a sostenere gli esami di licenza ginnasiale e invece di continuare con il salto con l’asta si era iscritto alla palestra Borgo Prati in via Tacito, dove dopo appena una settimana di esercizi, paffete aveva fatto la sua prima kippe lunga alle parallele. Questa inusitata crescita di un po’ tutte le capacita’ fisiche e mentali lo aveva anche portato ad abbracciare idee alquanto corrispondenti ad una persona che toccava con mano una sua indubbia eccezionalita’ - cosi’ anche un po’ in linea con uno dei libri che gli aveva fatto dono il medico del Santo Spirito, quello de Il mattino dei maghi, si era andato a focalizzare su di una cultura cosidetta “di destra” e proprio in tale direzione erano andate le sue nuove letture dopo che i quattro libri avuto in dono avevano le pagine che andavano sfarinandosi per il troppo uso e la marea di appunti di cui andavano riempiendosi, “Così parlo’ Zaratustra” di Nietzsche, La crisi del mondo moderno di Guenon, e anche il sequitur di un altro testo di Freud : Lutto e melanconia. I gradini davano su ampi pianerottoli dove si affacciavano massicce porte e l’amico del terzo liceo che lo precedeva continuava a spiegargli i motivi per i quali lo stava conducendo dal ben noto filosofo “hai colpito tutti a scuola per le tue conoscenze e idee così simili alle nostre sicche’ ho pensato che un confronto con un pensatore del calibro di Evola, sarebbe stato di grande interesse”. Era un ragazzo sui vent’anni che faceva parte della Associazione Giovane Italia fiancheggiante il MSI ed anche del Gruppo Caravella riservato agli Universitari, ma al quale lui che aveva perso la maturita’ nel luglio precedente proprio a causa delle sue idee troppo contrastanti coi professori di sinistra della commissione, vi era stato ammesso di dovere. Aveva conosciuto il filosofo proprio subito dopo la bocciatura e nell’estate piu’ volte ammesso a seguirne delle lezioni in casa sua , sicche’ dopo aver avuto modo di parlare con il nostro eroe, decisamente colpito, aveva cominciato a parlarne allo stesso Evola “e’ un ragazzetto davvero in gamba” gli aveva detto “di una intelligenza davvero straordinaria ed anche con una cultura che ha risvolti invero interessantissimi, conosce le teorie di Horbiger, cita Nietzsche, parla delle Cattedrali di Fulcanelli” Quel pomeriggio poi era in programma una riunione davvero particolare : c’era difatti il Comandante Junio Valerio Borghese , famoso per la sua X MAS , medaglia d’oro al valor militare, Giorgio Almirante deputato rampante della corrente piu’ oltranzista del MSI, Pino Rauti pure lui oltranzista ma sotto un profilo piu’ culturale ed ifine c’era Amelia Graziani nipote del Maresciallo Rodolfo Graziani, donna volitiva e particolarmente sagace che si accompagnava ad un suo amante alto più di due metri, un principe egiziano in esilio con il quale conduceva una Scuola di recupero anni scolastici. L’amico del terzo liceo contava sia di fare buona figura con il grande filosofo ma anche con tali personaggi, portando alla riunione un ragazzetto di neppure sedici anni, ma così preparato e ben orientato verso una sana cultura di destra, per nulla influenzato dalla dilagante cultura sinistrorsa: il nostro eroe pero’ stante le sue idee non aveva impressionato compagni piu’ grandi per una sorta di associazione ideologica, ma, e in questo erano stati colpiti anche professori pdersino di liceo e non di ginnasio quale frequentava ancora lui. Quasi stordita era rimasta ad esempio la sua professoressa di matematica quando si era resa conto che lui andava perseguendo degli arditissimi esercizi di calcolo infinitesimale per passare da uno status ad un flusso che applicava a vari campi di conoscenza , ma anche di comportamento umano, quali la danza, la musica, utilizzando proiezioni di numeri negativi ovvero radici quadrate che davano luogo ai cosidetti numeri immaginari : ovvio che in questo si lasciava andare a balzi non indifferenti anche nello stretto specifico degli studi scolastici, ad esempio proprio sul calcolo infinitesimale aveva approfondito la figura di Leibniz fino a convenire con la sua cosidetta “vis viva” piu’ adatta a cogliere il cambiamento tra stato e flusso focalizzando un punto di vista interno piuttosto che uno esterno come sosteneva Newton. Molte ragazze, anche loro piu’ grandicelle mostravano particolare interesse verso tale genietto in erba di cui tutti oramai parlavano e questo lo aveva notato un compagno pure lui del terzo liceo che della cultura in se’, ed anche della politica, se ne fotteva della bella…. “ma l’hai notato “ gli aveva detto un bel giorno “ che tutte queste squinzie, colla scusa della filosofia, te le potresti fare alla grande !?” - “ma che dici? Cosa dovrei fare?” - Ti ho visto come ti pavoneggi col tuo Freud, con i tuoi numeri immaginari, non mi dire che non li metti in pratica?” – “non li metto in pratica come?” Oh cristo sarai un genio, ma sei anche bell’imbranato eh!?” –“ Quindi parli parli, ma vai in bianco?” Diciamo che questo secondo terzoliceale era invece un draghetto nel darsi da fare colle fanciulle, e aveva al suo attivo un nutrito carnet di conquiste, diciotto anni quasi diciannove prima esperienza sessuale a 13, un discreto incremento di occasioni con l’acquisto di una Fiat 500 Giannini con sedili ribaltabili e anche un discreto numero di puttane ma ben selezionate. “Non mi dire che non l’hai mai fatto” gli aveva fatto a bruciapelo passeggiando per la via Giulia all’uscita da scuola “be’…” “ Ho capito, bè ringrazia il cielo che c’e’ il tuo amico Graziano !” La puttana che riceveva in via Arco di Parma al n.7/a, era una veneta di ventitre’ anni, nome non accreditato Jolanda, piu’ che bella e relativamente economica, stante fisico, aspetto e capacita’,con le sue 8 mila lire a prestazione....."dai le ho parlato di te e non ti fara' storie per l'eta', vai tranquillo" . Eccolo quindi, esattamente due giorni prima di quella salita per i gradini del Palazzo di Corso Vittorio, bussare a quel piano terra indipendente del n. 7/a di Via Arco di Parma. Di certo non poteva immaginare non solo il piacere, ma sopratutto il trasporto provato con la puttana veneta, che di certo come tale non si era portata, ma anzi eccezionalmente appassionatasi del suo giovane cliente gli aveva riservato un trattamento, che sarebbe stato motivo del suo contrasto con il filosofo Julius Evola quel pomeriggio del 21 novembre 1963
sembra una modalità di coniugazione spazio/temporale laddove ci si muove tra futuro anteriore e calcolo infinitesimale ove limiti, derivate e integrali sono proiezioni di numeri negativi (ovvero numeri immaginari)
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