lunedì 9 gennaio 2023

STRINGA DI SUPERTRADIZIONE

 

La stringa e’ nel giungere alla meta’ del secolo (1850) perfettamente aderente con la reale con l’unica eccezione di quell “effetto farfalla” dovuto  a questo nuovo pretendente al trono di trenta anni  messosi particolarmente in luce nei due anni di contenimento della spinta eversiva (1848-49) fomentata dai soliti bottegai e e loro perfide associazioni massoni intessute di usurai ebrei come summa di perfidia e manipolazione e ora si pone alla testa di un movimento di maggiore lealta' verso la Russia con il manifesto proposito di contrastare le mire della bottegaia inghilterra e i suoi squallidi alleati. C'è da dire che  la sua figura e' quanto mai popolare in tutto l'Impero ed anche piu' di un paese come l'Italia del Sud, la Toscana , la Romagna ed anche la Prussia lo vede con grande simpatia: piace quell’abitudine a dialogare, a ragionare, uno dei suoi punti forti difatti e’ quello che lui non tende a prendersela tanto coi rivoltosi, colle idee rivoluzionarie, coi cosidetti prìncipi dell’89, no niente affatto!  lui ha perfettamente inteso che dietro di questi facinorosi ci sono sempre interessi commerciali e quella squallida mentalita’ bottegaia della nazione inglese e dei grandi usurai ebrei, che hanno dato corpo alla nefanda associazione della Massoneria. Queste cose ha cominciato a pubblicare dal nuovo decennio "cinquanta"  in patria, in Boemia, anche in Italia e Francia e i suoi articoli finiscono anche in Inghilterra e negli USA. E’ un trentenne nobile imparentato cogli Asburgo anche se in verita' solo con la Arciduchessa Sophia , ma Metternich ha fatto in modo che restasse una sorta di ambiguita' sulla sua origine adducendo la sua nascita ad una anticipazione dei diritti sessuali su di lei  del futuro sposo Francesco Carlo fratello dell'Imperatore:   brillante carico d’onori, ma anche un pensatore di primo ordine, ammira molto Leibniz , Hume e Kant mentre detesta Hegel di cui scrive anche parecchi saggi contro, e ha modo anche di avvertire la prima presenza della farneticante teoria di Carlo Marx di cui aveva denunciato subito la sua dipendenza da Hegel (articolo del 19 aprile 1852 su un giornale tedesco e poi riportato in numerose altre testate in tutta Europa). Si reca spesso a visitare il vecchio  Metternich traendo da lui parecchi preziosissimi consigli e indicazioni. Abbiamo visto come  l'inizio della crisi in Crimea aveva accellerato  la decisione  di dedicarsi totalmente alla politica.  viene nominato Sottosegretario al Ministero della Guerra nel governo Buol Schauenstein, con il quale e' tuttavia profondamente in disaccordo, come d'altronde con il fratellastro Imperatore . Il nostro andava perseguendo una sua idea di fronteggiare l'Inghilterra e i suoi accoliti del momento, facendo leva sul principio degli Imperi teutonici e continentali in stretto raccordo con l'Impero Russo, proprio come formazione geopolitica legata all'elemento solido della terra e perr questo si era molto aperto nei confronti della Prussia si era strettamente correlato alla Prussia, ovviamente in funzione pro Russia, La situazione andava facendosi sempre piu’ trubola, in tal senso erano saltate fuori le illazioni di Metternich sulla legittimita' del titolo di Imperatore, cui faceva seguito un irrigidimento sia di Franz Joseph che del Primo ministro  nei suoi confronti.  nei primi mesi del 1854 sembro' prevalere l'istanza di appoggiare Francia e Inghilterra  specie quando queste dichiararono guerra alla Russia, ed ecco che allora lui facendo leva sull’elemento militare riusci’ a  far naufragare tale eventualita’ (31 marzo 1854). Il Buol si dimise (6 aprile 1854) .  Franz Joseph, su pressione della madre Sophia che negli ultimi tempi andava passando dalla parte del primogenito, per scongiurare una crisi dinastica  incarico’ il nostro di assumere il Governo (8 aprile), ma  a questi punto forte  vennero fuori tutte le macchinazioni della massoneria, che lo accusò di essere un nemico personale dell’Inghilterra, e cerco' di screditarne l'immagine tirando fuori la sua origine boema e non asburgica, sicche' la nomina venne per il momento sospesa. allora lui  fece un aut aut “o guerra con la Russia in onore agli aiuti da questa avuti 5 anni prima e contro lo spudorato mercantilismo dell’Inghilterra o lui non avrebbe accettato il mandato “ Erano questi i giorni del fiabesco matrimonio tra l’Imperatore e Sissi  che fecero così da contorno non troppo romantico alle nozze dato che il 17 aprile Franz Joseph ritiro' l’incarico ufficiale di assumere il Governo che cerco' di dare ad altri favorevoli al partito del non intervento da alcuna parte.  Proprio i giorni di festa del matrimonio  procrastinarono un pochino le decisioni ufficiali (23-24 aprile 1854); ma il 3 maggio arrivo' la notizia dell'adesione della Prussia al partito della guerra a fianco degli Imperi eurorussi e quindi forzo' la mano alla parte pro intervento di cui anche l'arciduchessa Sophia oramai si era convinta sopratutto in virtu' della maggiore decisivita' e spessore del figlio primogenito, per cui fini' anche lei per accettare la  soluzione di rivedere la nomina imperiale mettendo una  clausola temporale legata all'estrema emergenza della situazione che richiedeva ai vertici del potere una persona maggiormente esperta e matura  (i 31  anni di Roman in confronto ai 24 di Franz) e quindi proponeva una sorta di nomina internale, ovvero un  tempo  fissato in un anno (9 maggio 1854) per risolvere la crisi con un pronto intervento. L'11 maggio due giorni dopo Roman venne nominato Imperatore ad interim   assumendo anche la nominato di Capo del Governo e quindi il 14  maggio 1854 dichiaro’ congiuntamente alla  Prussia,  guerra a Francia e Inghilterra e anche alla Turchia (4 maggio 1854).  Le operazioni militari erano concentrate prevalentemente nell’assedio Franco-Inglese-Turco a Sebastopoli piu’ vari scontri navali e terrestri in Bulgaria, ma il contingente austro/prussiano comincio’ a sbarcare in Crimea nell’estate  e prese parte alla battaglia sul Fiume Alma  riuscendo a mantenere le forze nemiche lontano da Sebastopoli . Lui stesso si reco’ al fronte ed ebbe parte notevole nella preparazione del piano di battaglia che arrivo’ a non concludere granche’ per stabilire quindi una ferrea difesa di Sebastopoli che avrebbe avuto il compito di sfiancare i contingenti alleati. Cosi’ si fece e furono altresì concordate ed effettuate assieme ai russi massicce offensive che in effetti finirono per demoralizzare il nemico e a dismettere l’assedio  e pervenire ad una difesa invero molto molto efficace . A quel punto sconfortata l’Inghilterra fece pressione a che intervenisse nel conflitto anche il regno di Sardegna, riprendendo quindi le operazioni e un nuovo piu’ intenso assedio col nuovo anno  “ecco quello che , a detta del nostro amico bisognava proprio scongiurare , una ripresa dell’assedio da parte di francia e Inghilterra, ma procedere con una grande offensiva terrestre che facesse piazza pulita di tutte le forze terrestri in Crimea e circondario. Poco importa se non c’era il dominio dei mari, senza le  truppe francesi verso le quali sarebbe stata indirizzato il massimo sforzo congiunto di tutti e tre i Paesi , l’Inghilterra se ne poteva spasseggiar colle sue barchette, così il nuovo piano di battaglia al quale lui diede un impulso preponderante anche sotto uno stretto profilo militare porto’ giustappunto ad una grossa lezione all’armata francese di Napoleone III e a costringere gli inglesi a ritirarsi sulle navi. Si combatte’ così a due riprese sul fiume Cernaia (29-31 gennaio 1855) (10-17 febbraio 1855) costringendo quindi gli alleati a cessare ogni pressione su Sebastopoli, e a questo punto la guerra poteva dirsi vinta. Pieno trionfo del nostro che veniva  riconfermato con trionfo a capo del governo e procrastinato il ruolo ad Imperatore di un altro anno (11 maggio 1856) 
Ecco ora si che la nuova stringa in supersimmetria e’ perfettamente operante. L’  Inghilterra torna con le pive nel sacco, ma c’è Napoleone III letteralmente fuori da se dalla rabbia, La situazione e’ invece lusinghiera per austria,  russia e soprattutto Prussia che ha dato grandi prove di capacita’ militari e tramite anche  il suo emergente politico Ottone di Bismark,  ambirebbe alla riunificazione di tutti i territori germanici . Ci riuscira’ e come andra’ il mondo con questo smacco del potere bottegaio per eccellenza? Una conferenza per la pace e la sistemazione futura d’europa e’ indetta a Praga per l’ottobre di quello stesso 1855, presieduta da lui Roman con consulente straordinario l'ottantaduenne Principe di Metternich  Va per l’intanto tenuto presente che il fermo ritorno ad un conservatorismo della tradizione, che rivede come suo nume tutelare il Principe di Metternich e viene pertanto osannato dalle stato anzi dall’Impero  grato e riconoscente. La riduzione del tempo di guerra ha comportato molta meno esasperazione tecnologica , il che porta quel 1855 a fare da riferimento di fermo per perlomeno altri 4 anni : ovvero per svolgere tutto il 55 ci vorranno non  10 mesi  ma 4 anni (1855-56-57-58-59 = 1855). Dicevamo della rabbia di Napoleone III e la sua indole sbruffona e ciarlonesca;  questi malgrado  la batosta subita  non cessa di fare la voce grossa specie contro la Prussia mettendosi di traverso ad ogni sua aspirazione unitaria;  l’Inghilterra e’ consapevole di poterlo usare a piacimento per i suoi fini e ci aggiunge anche il Re di Savoia Vittorio Emanuele II, altra figura cialtronesca da miles gloriosus  col suo viscido primo ministro il lacche’ dei Rotschild, Cavour, di cui ovviamente inghilterra e massoneria assecondano anzi fomentano le ambizioni di mettersi a capo dell'intera nazione italiana 
 La grande crisi della Crimea e’ quindi voltata in una stringa simmetrica, ma radicalmente opposta a quella reale non immaginaria, quindi favorevole alle forze della tradizione e non a quelle dei bottegai. 

domenica 8 gennaio 2023

DA METTERNICH AL MULTIUNIVERSO

 

Sono numerose le stringhe che potrebbero comporre una serie piu’ o meno infinita di nuovi universi secondo la famosa teoria dei multiuniversi, ognuno a secondo del pensiero soggettivo del desiderante, bramoso di riallacciare il senso della tradizione di Evola dell’uomo differenziato in un tradizionalismo senza tradizione e quindi un conservatore nel registro di un insieme reale si, ma con registro immaginario (proiezioni di un calcolo infinitesimale . Non quindi uno solo di “cavalcare la tigre” ma molteplici, anzi infiniti, proprio infinitesimali, salire sul groppone del bestione e restrarci fino all’imprimere la propria direzione alle sue zampe, una direzione sempre rivolta all’indietro, conseguenza del proprio spirito re-azionario. Si possono così tracciare infiniti multiuniversi, che nel caso di uno spirito reazionario come si addice ad un uomo ben differenziato in tale tradizione che non ha tuttavia questa grande tradizione, rimanendo ancorati al domimio dell’analogo io, cioe’ la coscienza e quindi agli unici periodi che possiamo intellegire e raccontarci qualcosa con sufficiente precisione, i periodi, o meglio le eta’ dell’argento e del bronzo, dei guerrieri e dei mercanti, mentre e’ scontato che e’ meglio non dire niente della cosidetta eta’ del ferro, per lo squallore insito nel piu’ miserevole degli stati ovvero quello dei servi, corrispondenti nella cultura indu’ al buio Kali’ Yuga, cosi’ come e’ altrettanto scontato non dire nulla della Mitica eta’ dell’oro, o eta’ degli dei, non per discrezione, ma per effettiva impossibilita’ di farlo, stante a livello neuronale, la non ancora acquisita coscienza (analogo io). Rifarsi pertanto al Mito e’ impossibile razionalmente, proprio perche ì non si sa dove si andra’ a parare sotto il profilo narrativo (e’ notorio che il mito e’ contro la storia, ma non e’ in verita’ tanto un essere contro, quanto proprio un non essere storia, ma qualcos’altro, proprio quel che si e’ sempre detto sull’essere e sul non essere: il non essere non e’ essere, e’ non essere , cioe’ un qualcosa d’altro che noi non abbiamo gli strumenti per conoscere nella realta’, ma solo immaginare in un registro reale d’accordo, ma creato a bella posta da noi e per noi: la scelta in questa sede e’ abbastanza antica , ma non proprio primigenia, anzi da’ per assodata tutta l’era dei guerrieri o dell’argento venuta fuori appunto con la coscienza (grosso modo 3000/3200 anni fa ed anche una bella fetta di quella dei mercanti (dalla pandemia di meta’ del XIV secolo fino alla meta’ del XIX secolo cioe’ un lasso di mezzo millennio ). Sul perche ‘ di tale scelta giocano a favore una serie di circostanze incredibilmente favorevoli quali l’emergere di un uomo davvero eccezionale il Principe Klemens di Metternich che non solo era riuscito a battere sotto ogni aspetto l’infame creatura gonfiata dalla rivoluzione frencese Napoleone Bonaparte e grosso modo erede dei suoi esecrabili principi, ma anche a imbrigliare la antesignana bottegaissima Inghilterra che aveva dovuto fare buon viso a cattiva sorte contro il proliferare dell’anomalia bonapartista e quindi decidere di ergerglisi frontalmente affiancandosi ad alleati che normalmente avrebbe combattuto in quanto atavici nemici del suo spirito mercantile (Austria, Russia, Prussia, un po’ come succedera’ ancora nel 1942 con l’alleanza con l’Unione Sovietica ): Così giocoforza fuori gioco nelle beghe europee, l’Inghilterra aveva mollato la sua subdola presa continentale per seguire con quasi esclusivita’ la sua vocazione talassocratica (vedi il famoso saggio di Smith Terra Mare) e Metternich insigne rappresentante dello spirito tradizionalista e conservatore europeo aveva potuto stabilire delle regole che sarebbero durate con grande beneficio per la storia dell’umanita’ per qusi quarant’anni. Grande grandissimo uomo, come ho piu’ volte ribadito “il piu’ grande di tutti” perlomeno dall’inizio della abominevole eta’ dei mercanti. Ma purtroppo ecco che l’interesse sulla terra ferma torna ad impadronirsi dei bottegai e fomentano una serie di rivolte che andranno per un residuo di fortuna tutte male, ma che propiziano la uscita di Metternich dalla scena dei giochi europei anche per il superare dei suoi limiti della estrema vecchiezza (75 anni nel 1848) un po’ come avverra’ per il comandante militare, quello che per davvero aveva sbaragliato Napoleone in una prima decisiva battaglia campale a Lipsia (1813) e cioe’ Il MARESCIALLO  Radetzsky, ancora piu’ vecchio (cl.1767) che riesce tuttavia ancora a cogliere folgoranti vittorie contro il velleitario e cialtronesco Regno di Sardegna : Santa Lucia, Custoza 1848, Novara 1849. La situazione di crisi per il momento viene superata anche se si era  dovuto vincere la guerra contro i Piemontesi e alcuni comuni italiani (Radetzsky), domare le rivolte in Boemia (Wiching Graetz) e sconfiggere con l’aiuto dell’Impero Russo la rivolta Ungherese, con un personaggio particolare il fratellastro maggiore e segreto di Franz Joseph, ovvero Roman  nato da una relazione nel 1823  della giovanissima principessa Sophia con un principe Boemo di Praga , tenuto nascosto e presto sposata con il fratello dell'Imperatore d'Austria. Cresciuto dal nonno in Praga  dato che il padre era misteriosamente morto in un incidente di caccia nel 1825  l'imperatore Ferdinando era al corrente della storia della cognata e aveva sempre seguito le
vicende del ragazzo, della sua crescita, colpito dalla sua indole fiera coraggiosa e intelligentissimo, cosa che era altresì di grande orgoglio della madre segreta. Questi era entrato a 16 anni nell'esercito asburgico come cadetto (1839)  due anni dopo a 18 era Capitano, quindi nel 1845  a 22 Colonnello:  nel 1848  giungeva come Major General in aiuto a Radetzsky dopo la ritirata nel Quadrilatero e si distingueva nella battaglia di Santa Lucia alla quale partecipava anche il fratellastro Francesco Giuseppe. riceveva l'Ordine di Maria Teresa, la medaglia d'oro al valore e il titolo nobiliare di Principe di Praga    Portando al trono il figlio ufficiale Franz Joseph nel dicembre 1848, Sophia cerco' di portare su le azioni di quel primo figlio segreto affidandogli la direzione della  campagna d'Ungheria  al termine della quale verra' nominato Feldmaresciallo.   
Gli anni cinquanta dell’ottocento senza Metternich e con l’Inghilterra in affannoso regurgito delle sue mire telluriche, si fanno pericolosissimi; Von Schwarzenberg che aveva assunto il potere dopo la caduta di Metternich riusci ‘ a tenere le cose ma alla sua morte nel 1852 divenne Capo del Governo von Buol-Schauenstein che era uno dei suoi più fidati collaboratori , che pero’ operava piu’ come Ministro degli Esteri che un vero e proprio Primo Ministro. Questi si ritrovo’ investito dalle tensioni nell’area balcanica  che sfoceranno nella Guerra di Crimea  quando la Francia fomentata con abilita’ dall’Inghilterra che sfrutto’ la faciloneria e la vanagloria di Napoleone III, si convinse a dichiarare congiuntamente guerra alla Russia. La situazione dell’Impero asburgico era quanto mai delicata perche’ la Russia l’aveva aiutata  ai tempi della rivolta dell’Ungheria e quindi questa si aspettava che l’austria prendesse le sue difese: in effetti  come tale l'Imperatore si trovava in debito personale con lo Zar di Russia, però, il controllo dell'area danubiana dei balcani (grosso modo la Romania)  da parte della Russia rappresentava un indubbia spina nel fianco dell’Impero. Buol-Schauenstein tentò di temporeggiare cercando di mediare tra le due parti belligeranti una soluzione che venisse utile anche alla politica austriaca, cercando spasmodicamentre di tenere l’Impero  fuori dal conflitto . Questa politica  all'atto pratico, però, non solo non risolse  i problemi internazionali ed anzi il Primo Ministro venne tacciato di opportunismo da ambo le parti, ma il suo indecisionismo  stava finendo per lasciare l’Impero sempre piu’ isolato: Nicola I era sicuro di essere appoggiato, almeno diplomaticamente, dall'Austria e dalla Prussia e, nello stesso tempo, non considerava reali i pericoli di una mobilitazione delle flotte di Francia e Gran Bretagna. Egli continuò così ad alimentare la crisi e il 2 luglio 1853 il suo esercito occupo’ e i principati danubiani di Moldavia e Valacchia  vassalli dell'Impero ottomano. L'esercito turco ripiegò senza combattere fino al Danubio. Irritate Francia e Inghilterra tra il 22 e il 23 settembre decisero che le loro flotte avrebbero attraversato lo stretto dei  Dardanelli. A questo punto, il 4 ottobre, la Turchia, che si sentiva sempre più spalleggiata dalle due potenze occidentali, dichiarò guerra alla Russia. Quattro giorni dopo il governo inglese respinse il progetto diplomatico che il Ministro austriaco cercava di far accettare ai belligeranti e ordinò alla sua flotta di raggiungere Costantinopoli. Quando le navi inglesi e francesi arrivarono nel porto della capitale ottomana la Turchia ruppe gli indugi e attaccò, il 23 ottobre, i russi sul Danubio. Oramai era guerra aperta e piu’ che mai bisognava decidere da che parte stare, non si poteva continuare a restare in bilico. Ed e’ appunto a questo punto che ci voleva un uomo della tempra di Metternich, uno che sapesse prendere decisioni e che assicurasse un altro quarantennio di pace e soprattutto di non ingerenza alla bottegaia Inghilterra, un personaggio che da lui prendesse esempio e forza, magari ecco a lui legato anche da vincoli di stima, affetto, amicizia. Oramai  ottantenne, Metternich poteva in pratica da un punto di vista di politica attiva fare ben poco, ma avrebbe avuto ancora parecchi anni per consigliare, per infondere sempre nuovo spirito alle azioni di questo  personaggio particolare che proprio in concomitanza con il precipitare delle azioni in Crimea si era sempre piu' interessato alla situazione politica,  facendosi eleggere al Consiglio di Stato e promuovendo il ritorno di Metternich in virtu' di un pronto intervento a favore della Russia  promuovendo una azione che  ora andremo a costruire proprio mettendo sotto radice quadrata quei numeri negativi che sembrano far pendere le vicende del mondo dalla parte degli odiosi bottegai e cialtroni di ventura tipo il sedicente nipote di Napoleone, che si e’ autoproclamato terzo  o lo squallido lacche’ della massoneria inglese e degli usurai dei Rotschild, il primo ministro sabaudo Camillo Benso di Cavour. Roman si fa sempre piu promotore di un intervento a favore della Russia, sopratutto per ricambiare l'aiuto del 1849 contro l'Ungheria di cui lui sa piu' di tutti, ma piu' che altro e' straconvinto della necessita' di contrastare la subdola perfidia dell'inghilterra che cerca sempre di seminare zizzania per perseguire i suoi sporchi interessi di nazione bottegaia. Roman e' un grande militare, ma è anche un intellettuale, un filosofo, seguace di Leibniz, di Kant, ma non di Hegel,  e ha delle idee che verranno sviluppate cent'anni dopo dal geo politico tedesco Carl Schmitt su potenze di mare e potenze di terra. scrive anche un libello appunto contro lo spirito bottegaio anglosassone  che ha un grande successo  (dic. 1853) . Gran donnaiolo non e' sposato , ma proprio in quel dicembre Metternich riprende la questione della elezione a Imperatore di Franz Joseph ravvisandone alcune viziature e per la prima volta propone il cambio con appunto Roman, stante il carattere indeciso e non risolutore del fratellastro, adducendo la nascita fuori del matrimonio di Roman , ma ascrivibile sempre ad un asburgo e non ad un nobile di Praga. Un bel romanzotto degno di una soap opera per far accettare un cambiamento di ruolo che vede il ritorno a 80 anni suonati dell'influenza di metternich 

mercoledì 4 gennaio 2023

IL SIMBOLO D'ORO

 

L’argento si addice ai sonnambuli dice un antico adagio e difatti ha una associazione piuttosto marcata con tutto ciò che a fare con la luna, la notte, e quel culto delle dee lunari che hanno a che fare con la notte : d’argento e’ anche la pallottola che può uccidere il lupo mannaro, ovvero un altro figlio della notte, magari in una accezione un tantino più truculenta, possiamo anche dire orrorifica: l’argento è ben lungi dall’avere quelle peculiarità di non corruttibilità dell’oro e quindi anche quel riferimento giammai preciso e circostanziato. L’argento se non continuamente pulito  annerisce e si deteriora, abbisogna quindi di continua attenzione, proprio come il complesso delle civiltà che cominciando a scrivere la storia con la comparsa dell’analogo io e quindi la messa in situazione di sé stessi, ovvero la coscienza,  nell’ambiente. Si ha storia quando si hanno successi, ma anche insuccessi e vere e proprie cadute; i guerrieri lottano ma non è detto che sempre vincano, entra in gioco il principio  del "kairòs",
ovvero quello spazio/tempo che i greci antichi denominavano “opportuno” ponendo una equivalenza con la figura dell’arco con frecce e il bersaglio che deve essere colpito, previo un attento calcolo delle numerose componenti che decidono del risultato (forza muscolare e grado di tensione del tirare la corda,  temperatura atmosferica e influenza dei venti, tipo di freccia e tipo anche dello stesso arco, etc.)Tutti coloro che si sono prodotti ad una riesamina di questa età dell’argento, contemporanei  come colui che ne ha indicato il primo manifestarsi ovvero Omero, e a seguire Erodoto, Tucidide, fino ad arrivare agli storici di professione con più o meno evidenti influenze filosofiche, psicologiche, artistiche, sociali, economiche, ne hanno, con crescente precisione indicato spazi, tempo, località, durata : dall’ancora indefinito spazio tempo dell’Iliade ancora sotto influenza della mente bicamerale (una modalita' di organizzazione cerebrale,  scoperta e proposta dallo psichiatara Julian Jaynes  (1976) non ricollocabile alla formazione di uno spazio mentale analogale del comportamento quale risulta a tutti gli effettti la tanto decantata "coscienza"), al molto più circostanziato scenario dell’Odissea con l’affievolirsi della potenza delle voci allucinatorie bicamerali,  previa moltiplicazione di àuguri, dei che prendono le sembianze di umani, ritualità per avere accesso a indicazioni (tutte cose assolutamente non presenti nell’Iliade dove la comunicazione tra  voce allucinatoria e portamento umano era sempre diretta)  fino ai dettagliatissimi eventi di grandi battaglie Termopili, Maratona, Salamina, Alessandro Magno e quindi la lunga epopea di Roma, dove il leggendario dei primi Re si precisa in una vera e propria cronaca coi tempi della Repubblica e dell’Impero. Così avviene anche nelle altre grandi culture e civiltà di un passato lontano si, ma non mitico,  quella Cinese, quella Indiana, Mongola, delle piu’ diverse etnie, con però una precisazione : andando avanti col tempo il dettaglio, diciamo così storicistico tende a diminuire; forse per quella associazione con l’argento che è un metallo che richiede cura, attenzione per non  annerire, ma il dettaglio dei tempi, chessò dei Grandi tragici,  delle guerre puniche dei Romani, di Scipione, di Mario e Silla, di Cesare, di Tacito e anche della prime invasioni barbariche  viene meno e  questa è la più palese manifestazione che si va passando ad una nuova e diversa Era,  alle prime affermazioni di un diverso metallo e di una diversa categoria di rappresentanti :  il bronzo e i mercanti . Ecco in questo allungato passaggio epocale,  tutta la precisione, il dettaglio di tutti gli storici contemporanei  agli eventi ma anche successivi  tende a diminuire, specie da un punto di vista non specialistico – sapevamo tutto di Augusto e le famiglie romane, di Marc’Aurelio, di Costantino e sua madre Elena,  sappiamo molto meno  del succedersi delle invasioni barbariche nell’Impero Romano;  la stessa data della  caduta dell’Impero 476 d.c. è un qualcosa di arbitrario, abbastanza forzatamente  attribuita alla deposizione dell’ultimo imperatore  Romolo Augustolo da parte di Odoacre, con varie e diverse tesi da parte di studiosi successivi che però attenzione cominciano solo con l’Umanesimo nel ‘300,  ovvero con la definitiva messa in ombra di quel Medio Evo anche inteso come periodo di declino e la deteriore attribuzione dell’epiteto di “secoli bui”
E' piuttosto noto che tale attributo di "secoli bui" attribuita ai secoli dal V al XIV e' oggetto in tempi recenti di profonda revisione, ma è un qualcosa rimasto allo stadio di addetti ai lavori o tutt'al più a pensatori di estrema destra più reazionaria che conservatrice ovvero come Guenon, Fulcanelli, Evola, Pound, Mircea Eliade,  uniti dalla fermissima idea che in merito alla storia umana si debba parlare più di involuzione che di evoluzione, sicchè molto poco propensi ad accettare l'assioma che il Medio evo abbia rappresentato una epoca di  decadenza. Ora tutti questi studiosi sono sempre stati molto avversati dalla nuova classe di potere, venuta fuori dalla fine dell'età dell'argento e dall'affermarsi di quella del bronzo, ovvero dei mercanti: una concezione a ben vedere  che ha finito per condizionare anche il senso e opinione comuni praticamente, anzi forse con maggiore forza , nei tempi recentissimi, in ispecie gli odierni  del secondo decennio del terzo millennio caratterizzati dalle menzogne più spudorate e dal tentativo, giustappunto dei pochissimi al potere (un potere eminentemente mercantile, addirittura bottegaio sia pure in accezioni ultra moderne come le tecnologie informatiche e digitali   e il supporto di una larga fetta di opinione pubblica disposta a  dar man forte in cambio di briciole di potere o di danaro, dai quali in precedenza erano sempre stati tenuti estranei) di dominare con la paura, l’inganno, il raggiro l’intera totalità della umanità. Esiodo, le diverse concezioni sulle diverse Età del mondo, non ci danno ragguagli atti a stabilire un distinguo soprattutto temporale : abbiamo visto la assoluta indeterminazione dell’età dell’oro, ma anche quella  dell’argento, sia pure scandita con un certo grado di precisione soprattutto cronachistico (battaglie, ordinamenti sociali, letteratura, poesia, arte, filosofia etc) manca di ragguagli  referenziali : quando comincia l’età dei guerrieri? E quando finisce ? quando l’argento annerisce e quando viene ripulito e torna ad un certo splendore? Quando vi è il puntuale trapasso nel metallo più vile : il bronzo? Anche in questo possiamo avanzare ipotesi, teorie, spesso illazioni:  quel famoso indefinitissimo 476  d.C potrebbe essere preso a fine e dell’una e inizio dell’altro, ma le ingerenze di un principio mercantile possono essere recuperate in numerosi tratti della storia dei guerrieri : l’oro di Brenno il suo “Vae Victis” e la celeberrima frase di Furio Camillo “non auro sed ferro patria recuperando est” , i sesterzi su cui fondavano le loro carriere personaggi altolocati come gli Scipioni o  Cornelio Silla, una figura sia pure non della rilevanza di un Cesare  come Crasso e su fino alle grandi proprietà e fortune di intere famiglie delle classi senatoriali ma anche equestri, quindi l’istituzione chiesastica sempre più ricca e possessore di beni , l’inizio delle fortune di proto mercanti, usurai ebrei, associazioni di mestieri, le controverse origini della Massoneria (Maestri Muratori) : eppure a tale dilagante interesse economico  che magari possiamo ritrovare una origine ancora più lontana in quel cadere in disuso della pratica del “Potlac” , ovvero il cosidetto sacrificio sacro che consisteva nel distruggere la parte dell’accumulo di merci, derrate e anche denaro, considerata la “parte maledetta” dalle comunità simboliche (che avevano a cuore il simbolo ovvero ciò che ri-mette insieme i veri valori di una comunità) e invece ambitissima e anzi messa a profitto, dalle comunità diaboliche come già società tipo la romana , che facevano dell’accumulo, ovvero la parte maledetta,  elemento di divisione e di supremazia: non ancora l’unica e la più importante, ma tuttavia non priva di relativa importanza. In questo dilatatissimo quadro eppure si collocano eventi come il ripristino dell’Impero Romano denominato “Sacro” ad opera di Carlo Magno proprio all’inizio del IX secolo, le  celeberrime Lotte per le Investiture tra Impero e Papato, figure come il Barbarossa  che resta però sconfitto da una Lega dei Comuni Lombardi che ha molto a che vedere e fare con quella mentalità mercantile e bottegaia che finirà per prevalere , come Federico II lo “Stupor Mundi “ acerrimo nemico del Papato, un’opera letteraria come la Divina Commedia di Dante Alighieri che non accetta compromessi con il mercantilismo ….questi sono tutti fatti , persone, opere,  contemplate nei cicli delle Eta’ del mondo come  sorta di eccezioni, denominata “età degli eroi” senza attribuzioni di metallo, che ricercavano un ritorno alla tradizione, all’antico , alla spiritualità contro la materialità, come d’altronde  avviene lo stesso nel mondo dell’arte grazie allo svilupparsi dello stile Gotico  e alla sua applicazione da parte di tutta la cittadinanza alla coralità delle Cattedrali. Sono queste le eccezioni che costituiscono come una variante al dominio di una classe che fonda invece il suo potere sul mercato, sul movimento di merci e soprattutto di danaro come avviene ad esempio con Filippo il Bello e la sua azione contro il Papato ed anche contro l’Ordine dei Templari soppresso e sterminato  per motivi strettamente economici. Commercianti, banchieri come i Chigi, i Medici ascendono al dominio di città e Stati, divengono cardinali e papi, esempio lampante di come l’interesse mercantile va prendendo piede su tutto, superando nel nome del denaro e dell’opulenza anche le tradizionali differenze aristocratiche: con la Rivoluzione Industriale la Età dei mercanti ha la sua più vistosa e definitiva  affermazione, in quanto riesce a sottrarre alla Religione il suo elemento più informante: la credenza escatologica con relativa paura del castigo divino, e lo fa espropriando l’uomo della sua stessa essenza: l’umanità. Umanità  che viene trasferita ad una macchina e come una macchina si può costruire, cambiare , assemblare, distruggere. Con l’avvento della macchina ora anche le idee, la stessa verità non ha più valore assoluto: tutto si fabbrica e tutto  si distrugge, soprattutto tutto si vende, tutto deve essere comprato. Rivoluzioni (americana, francese) sommosse, idee politiche, aspirazioni personaggi, non soggiacciono più ad alcuna obiettività, sono tutte farse, messe in scena con copioni prestabiliti, come ad esempio la vicenda di un mediocre militare Napoleone Bonaparte grazie a menzogne e farse,  viene elevato al rango di genio militare, o una filosofia banale come l’idealismo hegeliano contrabbandata come  summa del pensiero filosofico (tra l’altro Hegel aveva più volte detto che vedendo Napoleone subito dopo la battaglia di Jena  lo aveva gratificato dell’epiteto di “spirito della storia” e anche se nella sua concezione lo spirito, come giustamente ha osservato Kojevè,  si intesse con la fine o morte della storia, resta l’abbaglio di chi ha creduto in una colossale farsa) .).   Mercanti e bottegai  hanno dominato anche questi ultimi due secoli sia pure con qualche battuta d'arresto, quale ad esempio la  sconfitta di Napoleone e delle esiziali idee della Rivoluzione francese, grazie a persone come De Maistre,  Metternich, Radetzsky, in parte Bismark, L'Imperatore Francesco Giuseppe  ed ancora piu' recentemente  personaggi come  John Maynard Keynes, Julius Evola , Rene' Guenon,  Ezra Pound, Enrico Mattei, John Fitzgerald Kennedy, Donald Trump, Vladimir Putin, Aleksander Dubgin, Alain De Benoist  e pochi altri, hanno rappresentato e rappresentano le istanze congiunte di "guerrieri ed eroi" fornendo una sorta di modello per tutti coloro che non vogliono essere ridotti allo stato di servi , ovvero l'ultima età quella del ferro, cui i soliti mercanti, con il supporto delle più bieche idee contrabbandate da sedicenti filosofi come Popper e messe in pratica dal suo allievo Soros,  vorrebbero portare il grosso dell'umanità.  Il senso di tutto questo discorso indica pero' che il ritorno ai "guerrieri" posto,  da molti degli illustri uomini d'azione e pensatori, come obiettivo di una ripresa della tradizione  e di fare barricata contro il consumismo/comunismo dei principi ma anche delle prassi dei cosidetti mercanti ha un che di impreciso e anche di relativo, in quanto quel riferimento all'eta' dell'argento, non e' poi cosi' garante di ottimale ritorno : l' argento si addice ai sonnambuli, lo si e' detto, cioe' a coloro che sono apparentemente svegli, ma sono in realta' ancora  addormentati. E qual'e' il sonno tra il  dogmatico e il generatore di mostri,  che potrebbe abbagliarci tutti e impedirci una linea di "re-azione ". Una delle leggi piu' ricorrenti nella storia dell'umanita' e' quella del paradosso: paradosso e controparadosso hanno spesso avuto una parte di assoluto rilievo nelle vicende che compongono la storia, ebbene non potrebbe essere che questi meccanismi abbiano cominciato ad intessere la vita umana solo a partire da un certo momento ? Un certo momento assolutamente imprecisato sia come inizio, sia come precedente di funzionamento dell'essere umano, che paradossalmente possiamo solo accennare, porre come possibilita' ma anche come impossibilita' della nostra condotta, della nostra volizione, del nostro ragionamento: Torna l'esempio delle infinite possibilita' dell'integrale sui cammini di Feynman e la  valutazione per integrare una certa area di esperienza e conoscenza. Quindi questa sorta di sonno non sonno, questo sonnambulismo, comincia con l'argento ed il bronzo che viene dopo ne e' solo una volgarizzazione: Detto in altri termini quindi, e' la coscienza ( il meccanismo neuronale della coscienza derivato dal linguaggio e costruito sulla condensazione di continui significati analogali metaforici, di cui l'ultimo e' quello che riguarda il proprio io)  il sonno profondo da cui ci si sveglia solo apparentemente, ma che conserva sempre un intrinseco torpore, il torpore che così qualcuno ha chiamato "eta' dell'oro o degli dei" ma qualcun altro con altrettanta imprecisione e fumosita' ha denominato "inconscio" . Eta' dell'oro e inconscio, da qualunque parte vengano le sue denominazioni, Esiodo o Zoroastro, i Mudra Yuga, Freud o Jung, Lacan o Matte' Blanco, Heidegger o Schrodinger, hanno quei caratteri di inconoscibilita' spazio/temporale che ne fanno il vero e unico grande quesito della ragione umana. Ed e' anche da questa inconoscibilita' da questa assoluta  imprecisione che deriva l'istanza di uno dei piu grandi filosofi di ogni tempo Julius Evola che ha parlato di uomo differenziato, uomo differenziato rispetto sopratutto ad una tradizione che non si trova nel mondo reale, per il semplice fatto che non c'e' mai stata alcuna vera tradizione che non abbia fatto riferimento proprio a tutto quell'imprecisato a tutto quell'inconoscibile che da sempre ha caratterizzato la coscienza e quindi anche l'unica forma di conoscenza umana. 
I guerrieri sbagliavano, i mercanti hanno sbagliato ancora di piu', il Cavalcare la tigre che Evola indicava come compito dell'uomo differenziato nella tradizione significa rifuggire dall'ultimo bieco anfratto in cui la coscienza sta riducendo l'essenza umana (l'eta' dei servi o del ferro, neppure piu' un metallo puro, ma una lega, una commistione) e rifarsi proprio a quel non-essere che in quanto tale non ha  rappresentazione se non in meccanismi alternativi alla coscienza, sempre reperibili in assenza di coscienza : sogni, lapsus, atti mancati, fantasie, immaginari, tutto l'armamentario disvelato da Freud ma gia' perseguito da molti : sciamani, auguri, sibille, artisti, financo malati mentali, al quale ci si puo' accostare solo perseguendo il registro dell'immaginario che porta al Simbolico 

IL CAPOVOLGIMENTO DEL FUTURO ANTERIORE

il Wall Street Journal ha riportato un rapporto del governo Usa dove si afferma che "GLI STATI UNITI STANNO CAPOVOLGENDO LA STORIA, ...