Sono numerose le stringhe che potrebbero comporre una serie piu’ o meno infinita di nuovi universi secondo la famosa teoria dei multiuniversi, ognuno a secondo del pensiero soggettivo del desiderante, bramoso di riallacciare il senso della tradizione di Evola dell’uomo differenziato in un tradizionalismo senza tradizione e quindi un conservatore nel registro di un insieme reale si, ma con registro immaginario (proiezioni di un calcolo infinitesimale . Non quindi uno solo di “cavalcare la tigre” ma molteplici, anzi infiniti, proprio infinitesimali, salire sul groppone del bestione e restrarci fino all’imprimere la propria direzione alle sue zampe, una direzione sempre rivolta all’indietro, conseguenza del proprio spirito re-azionario. Si possono così tracciare infiniti multiuniversi, che nel caso di uno spirito reazionario come si addice ad un uomo ben differenziato in tale tradizione che non ha tuttavia questa grande tradizione, rimanendo ancorati al domimio dell’analogo io, cioe’ la coscienza e quindi agli unici periodi che possiamo intellegire e raccontarci qualcosa con sufficiente precisione, i periodi, o meglio le eta’ dell’argento e del bronzo, dei guerrieri e dei mercanti, mentre e’ scontato che e’ meglio non dire niente della cosidetta eta’ del ferro, per lo squallore insito nel piu’ miserevole degli stati ovvero quello dei servi, corrispondenti nella cultura indu’ al buio Kali’ Yuga, cosi’ come e’ altrettanto scontato non dire nulla della Mitica eta’ dell’oro, o eta’ degli dei, non per discrezione, ma per effettiva impossibilita’ di farlo, stante a livello neuronale, la non ancora acquisita coscienza (analogo io). Rifarsi pertanto al Mito e’ impossibile razionalmente, proprio perche ì non si sa dove si andra’ a parare sotto il profilo narrativo (e’ notorio che il mito e’ contro la storia, ma non e’ in verita’ tanto un essere contro, quanto proprio un non essere storia, ma qualcos’altro, proprio quel che si e’ sempre detto sull’essere e sul non essere: il non essere non e’ essere, e’ non essere , cioe’ un qualcosa d’altro che noi non abbiamo gli strumenti per conoscere nella realta’, ma solo immaginare in un registro reale d’accordo, ma creato a bella posta da noi e per noi: la scelta in questa sede e’ abbastanza antica , ma non proprio primigenia, anzi da’ per assodata tutta l’era dei guerrieri o dell’argento venuta fuori appunto con la coscienza (grosso modo 3000/3200 anni fa ed anche una bella fetta di quella dei mercanti (dalla pandemia di meta’ del XIV secolo fino alla meta’ del XIX secolo cioe’ un lasso di mezzo millennio ). Sul perche ‘ di tale scelta giocano a favore una serie di circostanze incredibilmente favorevoli quali l’emergere di un uomo davvero eccezionale il Principe Klemens di Metternich che non solo era riuscito a battere sotto ogni aspetto l’infame creatura gonfiata dalla rivoluzione frencese Napoleone Bonaparte e grosso modo erede dei suoi esecrabili principi, ma anche a imbrigliare la antesignana bottegaissima Inghilterra che aveva dovuto fare buon viso a cattiva sorte contro il proliferare dell’anomalia bonapartista e quindi decidere di ergerglisi frontalmente affiancandosi ad alleati che normalmente avrebbe combattuto in quanto atavici nemici del suo spirito mercantile (Austria, Russia, Prussia, un po’ come succedera’ ancora nel 1942 con l’alleanza con l’Unione Sovietica ): Così giocoforza fuori gioco nelle beghe europee, l’Inghilterra aveva mollato la sua subdola presa continentale per seguire con quasi esclusivita’ la sua vocazione talassocratica (vedi il famoso saggio di Smith Terra Mare) e Metternich insigne rappresentante dello spirito tradizionalista e conservatore europeo aveva potuto stabilire delle regole che sarebbero durate con grande beneficio per la storia dell’umanita’ per qusi quarant’anni. Grande grandissimo uomo, come ho piu’ volte ribadito “il piu’ grande di tutti” perlomeno dall’inizio della abominevole eta’ dei mercanti. Ma purtroppo ecco che l’interesse sulla terra ferma torna ad impadronirsi dei bottegai e fomentano una serie di rivolte che andranno per un residuo di fortuna tutte male, ma che propiziano la uscita di Metternich dalla scena dei giochi europei anche per il superare dei suoi limiti della estrema vecchiezza (75 anni nel 1848) un po’ come avverra’ per il comandante militare, quello che per davvero aveva sbaragliato Napoleone in una prima decisiva battaglia campale a Lipsia (1813) e cioe’ Il MARESCIALLO Radetzsky, ancora piu’ vecchio (cl.1767) che riesce tuttavia ancora a cogliere folgoranti vittorie contro il velleitario e cialtronesco Regno di Sardegna : Santa Lucia, Custoza 1848, Novara 1849. La situazione di crisi per il momento viene superata anche se si era dovuto vincere la guerra contro i Piemontesi e alcuni comuni italiani (Radetzsky), domare le rivolte in Boemia (Wiching Graetz) e sconfiggere con l’aiuto dell’Impero Russo la rivolta Ungherese, con un personaggio particolare il fratellastro maggiore e segreto di Franz Joseph, ovvero Roman nato da una relazione nel 1823 della giovanissima principessa Sophia con un principe Boemo di Praga , tenuto nascosto e presto sposata con il fratello dell'Imperatore d'Austria. Cresciuto dal nonno in Praga dato che il padre era misteriosamente morto in un incidente di caccia nel 1825 l'imperatore Ferdinando era al corrente della storia della cognata e aveva sempre seguito le vicende del ragazzo, della sua crescita, colpito dalla sua indole fiera coraggiosa e intelligentissimo, cosa che era altresì di grande orgoglio della madre segreta. Questi era entrato a 16 anni nell'esercito asburgico come cadetto (1839) due anni dopo a 18 era Capitano, quindi nel 1845 a 22 Colonnello: nel 1848 giungeva come Major General in aiuto a Radetzsky dopo la ritirata nel Quadrilatero e si distingueva nella battaglia di Santa Lucia alla quale partecipava anche il fratellastro Francesco Giuseppe. riceveva l'Ordine di Maria Teresa, la medaglia d'oro al valore e il titolo nobiliare di Principe di Praga Portando al trono il figlio ufficiale Franz Joseph nel dicembre 1848, Sophia cerco' di portare su le azioni di quel primo figlio segreto affidandogli la direzione della campagna d'Ungheria al termine della quale verra' nominato Feldmaresciallo.
Gli anni cinquanta dell’ottocento senza Metternich e con l’Inghilterra in affannoso regurgito delle sue mire telluriche, si fanno pericolosissimi; Von Schwarzenberg che aveva assunto il potere dopo la caduta di Metternich riusci ‘ a tenere le cose ma alla sua morte nel 1852 divenne Capo del Governo von Buol-Schauenstein che era uno dei suoi più fidati collaboratori , che pero’ operava piu’ come Ministro degli Esteri che un vero e proprio Primo Ministro. Questi si ritrovo’ investito dalle tensioni nell’area balcanica che sfoceranno nella Guerra di Crimea quando la Francia fomentata con abilita’
dall’Inghilterra che sfrutto’ la faciloneria e la vanagloria di Napoleone III, si
convinse a dichiarare congiuntamente guerra alla Russia.
La situazione dell’Impero asburgico era quanto mai delicata perche’ la Russia l’aveva
aiutata ai tempi della rivolta dell’Ungheria
e quindi questa si aspettava che l’austria prendesse le sue difese: in effetti come tale l'Imperatore si trovava in debito
personale con lo Zar di Russia, però, il controllo dell'area danubiana dei
balcani (grosso modo la Romania) da
parte della Russia rappresentava un indubbia spina nel fianco dell’Impero.
Buol-Schauenstein tentò di temporeggiare cercando di mediare tra le due parti
belligeranti una soluzione che venisse utile anche alla politica austriaca,
cercando spasmodicamentre di tenere l’Impero fuori dal conflitto . Questa politica all'atto pratico, però, non solo non risolse i problemi internazionali ed anzi il Primo
Ministro venne tacciato di opportunismo da ambo le parti, ma il suo
indecisionismo stava finendo per
lasciare l’Impero sempre piu’ isolato: Nicola I era sicuro di essere
appoggiato, almeno diplomaticamente, dall'Austria e dalla Prussia e, nello
stesso tempo, non considerava reali i pericoli di una mobilitazione delle
flotte di Francia e Gran Bretagna. Egli continuò così ad alimentare la crisi e
il 2 luglio 1853 il suo esercito occupo’ e i principati danubiani di Moldavia e Valacchia
vassalli dell'Impero
ottomano. L'esercito turco ripiegò senza combattere fino al Danubio. Irritate
Francia e Inghilterra tra il 22 e il 23 settembre decisero che le loro flotte
avrebbero attraversato lo stretto dei
Dardanelli. A questo punto, il 4 ottobre, la Turchia, che si sentiva
sempre più spalleggiata dalle due potenze occidentali, dichiarò guerra alla
Russia. Quattro giorni dopo il governo inglese respinse il progetto diplomatico
che il Ministro austriaco cercava di far accettare ai belligeranti e ordinò
alla sua flotta di raggiungere Costantinopoli. Quando le navi inglesi e
francesi arrivarono nel porto della capitale ottomana la Turchia ruppe gli
indugi e attaccò, il 23 ottobre, i russi sul Danubio. Oramai era guerra aperta
e piu’ che mai bisognava decidere da che parte stare, non si poteva continuare a
restare in bilico. Ed e’ appunto a questo punto che ci voleva un uomo della
tempra di Metternich, uno che sapesse prendere decisioni e che assicurasse un
altro quarantennio di pace e soprattutto di non ingerenza alla bottegaia Inghilterra,
un personaggio che da lui prendesse esempio e forza, magari ecco a lui legato
anche da vincoli di stima, affetto, amicizia. Oramai ottantenne, Metternich poteva in pratica da un
punto di vista di politica attiva fare ben poco, ma avrebbe avuto ancora
parecchi anni per consigliare, per infondere sempre nuovo spirito alle azioni
di questo personaggio particolare che proprio in concomitanza con il precipitare delle azioni in Crimea si era sempre piu' interessato alla situazione politica, facendosi eleggere al Consiglio di Stato e promuovendo il ritorno di Metternich in virtu' di un pronto intervento a favore della Russia promuovendo una azione che ora andremo a costruire proprio mettendo sotto radice
quadrata quei numeri negativi che sembrano far pendere le vicende del mondo
dalla parte degli odiosi bottegai e cialtroni di ventura tipo il sedicente
nipote di Napoleone, che si e’ autoproclamato terzo o lo squallido lacche’ della massoneria inglese
e degli usurai dei Rotschild, il primo ministro sabaudo Camillo Benso di Cavour. Roman si fa sempre piu promotore di un intervento a favore della Russia, sopratutto per ricambiare l'aiuto del 1849 contro l'Ungheria di cui lui sa piu' di tutti, ma piu' che altro e' straconvinto della necessita' di contrastare la subdola perfidia dell'inghilterra che cerca sempre di seminare zizzania per perseguire i suoi sporchi interessi di nazione bottegaia. Roman e' un grande militare, ma è anche un intellettuale, un filosofo, seguace di Leibniz, di Kant, ma non di Hegel, e ha delle idee che verranno sviluppate cent'anni dopo dal geo politico tedesco Carl Schmitt su potenze di mare e potenze di terra. scrive anche un libello appunto contro lo spirito bottegaio anglosassone che ha un grande successo (dic. 1853) . Gran donnaiolo non e' sposato , ma proprio in quel dicembre Metternich riprende la questione della elezione a Imperatore di Franz Joseph ravvisandone alcune viziature e per la prima volta propone il cambio con appunto Roman, stante il carattere indeciso e non risolutore del fratellastro, adducendo la nascita fuori del matrimonio di Roman , ma ascrivibile sempre ad un asburgo e non ad un nobile di Praga. Un bel romanzotto degno di una soap opera per far accettare un cambiamento di ruolo che vede il ritorno a 80 anni suonati dell'influenza di metternich


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