Devo il termine a Mauro Sartorio, che l’ha usato in un suo video su FB : “sprofugare” cioe’ il netto contrario del “Profugo” e del suo ben noto conflitto, uno dei piu’ famosi codificato da Hamer: la ritenzione dei liquidi che si manifesta a livello renale (quindi ritenzione d’urina) in un problema di correlazione con il territorio, che si riferisce al sentirsi spaesati “un pesce fuor d’acqua” e che rappresenta un programma speciale della natura escogitato grosso modo trecento milioni di anni fa, cioe’ quando l’uomo era ancora un organismo che viveva nell’acqua di mare ed ancora non si era avventurato a conquistare la terra ferma e l’aria. In tale particolare fase evolutiva poteva accadere che una improvvisa emersione di terre o anche una semplice onda, sorprendesse appunto l’organismo vivente lasciandolo inerme e abbandonato in un contesto sfavorevole alla sua sopravvivenza, impedendogli di recuperare l’elemento liquido. Ecco allora che la natura gli rendeva possibili trattenere i liquidi senza disidratarsi e sopravvive vere magari fino all’arrivo di una nuova onda che lo ritrascinasse in mare o magari aspettando l’arrivo della successiva marea. Siccome le cose della vita nella loro logica di programmazione esistenziale non e’ di fondo cambiata, ma si e’ solo adattata a nuovi ambienti, nuovi contesti, nuove situazioni, ancora oggi si reagisce a livello viscerale con questo antico programma speciale e sensato, per dirla coi termini Hameriani, che configurano appunto un vero e proprio conflitto : il sentirsi persi “un pesce fuor d’acqua” appunto, anche se non siamo piu’ in presenza degli elementi primordiali che ne provocarono (oggi potrebbe essere assimilato a quell’onda o a quel flusso avverso di marea, una diagnosi di malattia grave, oppure un incidente debilitante che non ci consente di essere in sintonia col proprio vissuto, con il proprio ambiente, con il proprio territorio, e che quindi come in quell’organismo primordiale ci lascia soli, abbandonati a noi stessi senza piu’ punti di riferimento, come un profugo appunto, da cui il nome scelto da Hamer per questi tipo di fondamentale conflitto dell’esistenza. Ora come osserva Sartorio da dove viene il neologismo “sprofugare”? elementare Watson “dal non sentirsi profughi", anzi il netto contrario, sentirsi a casa, a proprio agio, tranquilli, come dice l’etimologia del verbo abitare che deriva dal sostantivo abito ; sentirsi a casa e’ dove poter deporre l’abito e cioe’ abbandonare tutte le preoccupazioni, tutti i conflitti e potersi finalmente rilassare, in pantofole (eh si proprio come la famosa vignetta di Forattini su Berlinguer), in mutande e anche liberi di fa fluire i nostri liquidi e cioe’ orinare a piacimento, senza impedimenti, senza la preoccupazione di trattenere alcunche’ . Detta in questi termini l’orinare abbondantemente e’ quindi indice di soddisfazione e di tranquillita’ di sentirsi a proprio agio in un determinato ambienti, di sentirsi davvero “a casa” Sono d’accordo con Mauro su tale assunto al quale pero’ mi sento di fare non dico delle obiezioni, ma insomma, delle precisazioni, avendole vissute in prima persona: la prima e’ quella diciamo della medicina ufficiale che sulla base della mia eta’ piuttosto avanzata (superamento della settantina) e di analisi sul funzionamento della prostrata, mi dice che non e’ proprio del tutto normale (meno che mai soddisfacente che tale vocabolo ha ben poco diritto di cittadinanza nella medicina allopatica tradizionale) che io orini frequentemente, specie nelleore notturne, c’e’ poi il fatto della marcatura del territorio da parte degli animali che potrebbe avere qualche correlazione con noi umani in ispecie quando si perviene in nuovi territori, ambienti, case. In tal senso ricordo che quando fui costretto a lasciare l’Italia per l’imperversare delle costrizioni (green pass, museruole, distanziamenti, caffe’ in piedi e non seduti, etc) della farsa pandemica (2021) e mi ritrovati a Tenerife dove indubbiamente le misure erano molto meno invasive, ecco si, specie nei primi tempi, l’andare in bagno per fare pipi’ era diventata una ossessione, anzi diciamola tutta una vera e propria compulsione . Così parimenti per altri posti in cui nel periodo successivo mi sono trovato a frequentare (Andalusia, Romania, Stati Uniti e anche ritorno a casa a Roma, quando la classe politica responsabile delle restrizione era finalmente caduta e rimandata a casa (Conte, Draghi, Renzi e compagnia) con le elezioni del 25 settembre 2022 : sempre questo problema del “pisciarmi – quasi – sotto” Quindi aumento della prostrata o territorialita’ da marcare oppure questa tesi di Sartorio della felicita’ e serenita’ che forse potrebbe spiegare perche’ il problema sembra ancora invariato oggi in merito al perpetuare della compulsione nelle ore notturne – ogni ora debbo alzarmi durante la notte per fare pipi’ - Ovviamente alla fredda diagnosi nosologica preferisco pensare che in realta' o vogliamo dire simbolicamente, nelle ore notturne io mi senta particolarmente soddisfatto del mio rapporto con il sogno e quindi con l'inconscio e per questo, solo per questo, sia indotto ad ogni piccolo risveglio e interruzione della funzione onirica, via regia per l'inconscio, a correre in bagno per fare pipi'
sembra una modalità di coniugazione spazio/temporale laddove ci si muove tra futuro anteriore e calcolo infinitesimale ove limiti, derivate e integrali sono proiezioni di numeri negativi (ovvero numeri immaginari)
martedì 13 agosto 2024
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