Addì 29 giugno 1951 relazione della Dottoressa Adelaide Rivelli dopo 5 mesi dall'intervento sui due pazienti di cui alla nota dell'Ospedale S.Spirito in Sassia del 5/1/1951 "la sottoscritta rileva previa visita effettuata in questo Ospedale il 5 giugno e succesivo controllo effettuato con visita personale della stessa nell'abitazione dei sudetti pazienti in via Nicolo' V n.50, terzo piano int. 16 la perfetta situazione neuronale efd anche fisica di entrambi i pazienti anche in considerazione della notevole differenza d'eta'...."
si smette l'ufficialita' della Dottoressa e si passa alle note del suo diario che tiene dal 1940 in numerosi quaderni Pigna dalla foderina nera " i due personaggi mi colpirono subito per lo stato davvero disperato in cui giunsero in autombulanza dopo l'incidente ed anche per il fatto che li conoscevo di vista, abitando io nelle vicinanza della loro abitazione in via Nicolo' V dalla parte opposta della strada, nell'appartamento che avevo preso trasferendomi in Roma dopo il conseguimento della specializzazione . La persona anziana la conoscevo dai tempi dello scoppio della guerra ricordandomi la sua figura alta e imponente nell'uniforme di Ufficiale superiore degli alpini con la ampia mantella che sfiorava il selciato, in partenza per la Grecia . mi aveva stupito ritrovare un alpino, soldati che avevo sempre avuto vicini nella mia infanzia ma che ora nel panorama di Roma erano alquanto peregrini , di poi ricordo anni dopo quando i tedeschi erano in ritirata per la via Aurelia del carro armato che si era rotto proprio davanti la villa dei Morelli su a via Nicolo' alta proprio all'imbocco dell'Aurelia intervenire assieme ad un giovane sottotenente della Pai e un altro giovane che faceva il costruttore per scongiurare il brillamento di tale carro armato come di primo era stato disposto dal capitano della Wermacht
So che il vecchio signore che tutti chiamavano "il colonnello" era stato gravemente feritoin guerra, trovandosi ancora in convalescenza in quel giugno del 1944, eppure ecco che alla notizia del'evento che avrebbe distrutto non solo la villa ma anche buona parte degli edifici della via Nicolo' V alta , aveva rindossata l'uniforma e quella ampia mantella e si era avvicinato al comandante tedesco - io non ero troppo distante e lo udii chiaramente rivolgersi a quello esclamando "Capitano lei e' della Wermatch e non delle SS mi stupisce che voglia comportarsi appunto come un ufficiale di tali reparti che sono soliti compiere azioni contro le popolazioni civili. " Morale della favola il capitano della Wermatch aveva desistito dal far brillare il carro armato e lo aveva dfatto rotolare per il dirupo verso la ferrovia. Ricordo la moglie del Colonnello , molto piu' giovane che in un coevo ricordo era stata accusata di offrire dell'acqua dalla fontanella ad un tedesco che si ritirava, ma che le donnette non erano riuscite ad additare alla riprovazione proprio in rapporto a quanto aveva fatto il marito con il carro armato; c'era poi il figlio dei due un giovanotto, prima alquanto sovrappeso ma che poi nel dopoguerra aveva preso a nuotare e si era fatto molto attrente e aveva conquistato la ragazza di gran lunga piu' bella della strada, che pero' veniva da Sanremo e aveva preso alloggio nel 1946 dalle suore Portoghesi in fondo alla strada assieme alla madre bellissima donna che si era imposta all'ammirazione del consesso maschile di via Nicolo' . Scalpore quando la bellissima era rimasta incinta del ragazzino che appunto mi ero ritrovata ad operare quella sera del gennaio del 1951. i due ragazzi erano giovanissimi ma avevano finito per sposarsi e così il quadretto si era completato ed era anche sotto i miei occhi quasi quotidiani, finche' non era arrivata quella famosa sera dell'incidente. Li avevo salvati entrambi, lui il Colonnello che aveva il corpo pieno di cicatrici di guerra, il bambino di neppure tre anni che ora a rivederlo 5 mesi dopo sembrava non solo in gran forma, ma straordinariamente precoce. anche il vecchio pero' sembrava cambiato : era molto dimagrito ed aveva l'aspetto del vecchio signore, ma quello di cui mi accorsi subito fu di una eccezionale intuizione e capacita' cognitive che non erano riscontrabili in una persona della sua eta' e per giunta . Ecco facendo la scalinata e non la Gajardona che mi riportava verso l'Ospedale mi chiesi per la prima volta se l'eccezionale progresso di entrambi i soggetti, vecchio e giovane, non fosse per effetto del mio intervento sull'emisfero cerbrale destro? Cominciai a seguire con una diversa attenzione i due soggetti, anche perche' erano successi dei fatti esterni che li avevano resi praticamente indissolubili, tanto da ipotizzare che si fossero combinati con gli effetti dell'interveno. Nell'aprile di quell'anno difatti la bellissima madre aveva lasciato il figlio del colonnello per fare ritorno a Sanremo e mettersi con un dentista che era stato un suo spasimante negli anni della guerra . La nonna no, lei era rimasta criticando apertamente la figlia e cercando di rimanere vicino al nipotino che adorava.





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