sabato 31 maggio 2025

IMPERFETTA SIMMETRIA

 

Be' non ci crederete ? nuovo successo! il paziente si risvegliava dopo l'ictus,  piu' pimpante e piu' gagliardo di prima. se possibile le sue capacita' e peculiarita' cognitive risultavano aumentate. anche fisicamente si era rimesso alla grande , negli ultimi tempi difatti si era alquanto appesantito ora, dopo che si era dimesso dal Policlinico  aveva perduto una decina di chili e aveva financo ripreso a fare ginnastica . A questo punto lecito pensare, e alla cosa cominciavo a crederci io stessa, la mia mano era un po' la mano di dio. tutti mi guardavano come una specie di mago all'ospedale e la cosa si era anche diffusa fuori,  in ambiente  terapuetico, ma anche di normale informazione "C'è un dottore, anzi una dottoressa che ha il potere di guarire" diceva piu' di un titolo di giornale, sopratutto rotocalchi tipo Oggi, gente , La Settimana Incom e la Domenica del Corriere. Il nipote era rimasto come congelato dalla malattia del nonno e sembrava come colpito da una sorta di paralisi generale:  non era piu' andato a scuola, niente piu' letture, ne' intuizioni, ne' altro e anche di questo prendevo ad occuparmi - come si era stabilita e sviluppata  questa simbiosi tra nonno e nipote ?  sempre l'intervento a motivo di tale stato congiunto? Con il rimettersi del nonno nel novembre  anche il nipote rifioriva e tornava ad essere quello di prima, anzi meglio,  sia intellettivamente che fisicamente. Molto di aiuto nel periodo buio gli era stato l'amico piu' grandicello  (giugno 1945) Nino e la vecchia Maestra Lilia Marinelli  che lo aveva seguito ai tempi degli esami di ammissione al ginnasio. A proposito di scuola sul finire del primo trimestre nel dicembre 1959 vinceva un nuovo premio culturale  sancito dal Comune di Roma
per gli studenti piu' meritevoli e il comitato dei professori della Scuola Media Bramante  decideva tramite la Preside di presentare proposta al Ministero della Pubblica Istruzione per fargli  sostenere gli esami di licenza media nel prossimo giugno, stante la sua eccezionale cultura e precocita'. Intanto il nonno tornava alle sue occupazioni e passioni pubblicava il libro di revisione di Ferrero su Napoleone, interveniva nel dibattito filosofico con una sua tesi nella quale prospettava una quarta figura nella topica freudiana  ovvero un Super Es e scriveva in quei primi  anni sessanta  (60-61-62-63) numerosi articoli e
libri dove sosteneva la maggiore rispondenza della figura di Narciso  a quella di Edipo in quanto correlata con le tesi appunto della 2^ topica  di una pulsione di morte  in"Al di la' del principio del piacere" di Freud.    In tal senso il suo nome cominciava ad imporsi a livello di filosofia e teoria psicoanalitico, di cui nel giugno  1960  dava alle stampe una sua teoria di un principio di definizione da correlarsi direttamente a quello Junghiano di definizione, che otteneva il riscontro dello stesso Jung che voleva incontrarlo in quella stessa estate ad Interlaken dove ovviamente aveva portato il nipote oramai dodicenne e appena conseguita prima del tempo la licenza media che interloquiva anche lui brillantemente col grande
psicoanalista , parlando dell'origine di frankestein e del famoso concorso di Villa Diodati.  Quell'incontro doveva essere determinante per entrambi che coglievano il meglio dall'incontro con Jung:  il ragazzetto l'esplicazione di sue suggestioni che gli erano scaturite durante il periodo del ricovero del nonno sulla letteratura orrorifica e di fantasia  (Dracula, Frankstein, etc)   il vecchio (oramai a 70 anni passati lui stesso si definiva così anche se gli avresti dato buoni 10 anni di meno) rapprtando la sua teoria di un processo di definizione come correlata e di sviluppo integrazione di quel famoso Processo di Individuazione rospettato da Jung nei suoi due linri Psicologia dell'Inconscio e Io e l'inconscio. Con il ritorno a Roma
nell'autunno del 1960  andava interessandosi fortemente alla fisica quantistica trovando nella figura prima di Pauli, che conosceva tramite Jung  e poi di Schrodinger , la sua equazione e il suo famoso gatto  dei motivi di ulteriori approfondimenti della sua conoscenza. Nel 1961 scopriva l'integrale sui cammini di Feynman che era una formulazione dello scienziato americano risalente al 1948 che correlava al suo pensiero  di un Super Es. Insomma un vero e proprio genio esploso nella vecchiaia e probabilmente per il duplice intervento all'emisfero destro del cervello da me effettuato;  v'e' da rilevare che tutte queste conoscenze trasmetteva sia pure in un linguaggio meno complesso al nipote che sempre piu'  motivo di soddisfazione e orgoglio, difatti al IV ginnasio che il ragazzetto  cominciava a frequentare dall'ottobre del 1960 otteneva voti fantastici in tutte le materie, mentre anche nel fisico si sviluppava armoniosamente entrando in tempi di kippe nelle parallele, gli anelli e la sbarra (febbraio 1961) Anche per me, lo debbo dire, i trionfi si intensificavano e non sapevano piu'
cosa darmi , anche dall'america arrivavano plausi e quei primi anni sessanta sembravano essere una sorta di marcia trionfale specialmente per noi tre che da quell'intervento del gennaio 1951 con il rinforzo di quello dell'ottobre 1959 eravamo come ascesi ad una sorta di Olimpo in cui i percorsi diversi ma simmetrici confluivano come in una estasi -  forse era questo il luogo vero, la dimora dell'inconscio, la' dove abitano gli dei 

giovedì 29 maggio 2025

IL PROSEGUO DI STRINGA

 

Nella estate del 1953 non li avevo piu' visti perche' erano stati prima a Mola di bari  e poi a Palermo dove la moglie separata del colonnello viveva con la sorella Anna che era sposata a Bino Napoli uno dei migliori avvocati di Palermo e dal dopoguerra uomo politico del partito socialista democratico di Saragat. Ma il Colonnello aveva preso l'abitudine di scrivermi con la sua splendida calligrafia per resocontarmi dei progressi del nipoti, ma anche aggiornarmi sui suoi sempre nuovi interessi : era stata un'estate tutta marina  tra Mola e Mondello, avevano fatto i bagni e goduto delle spiagge assolate   e il ragazzetto di 5 anni aveva dato modo di  eccezionali capacita' e abilita' come il disegno ed una fantasia davvero sorprendente  che aveva impressionato il severo uomo politico che li ospitava Bino Napoli" mizzica Mario!" aveva detto al genero "ma lo sai che tuo nipote e' davvero un fenomeno, non ho mai visto un bambino di 5 anni fare certri ragionamenti" "ma anche a te ti vedo molto cambiato" aveva aggiunto "ti vedo molto sensibilizzato su argomenti che prima non ti avevo mai sentito nominare, ti ricordi no l'ultima volta che avevamo dicusso a lungo, qui su questo stesso balcone, con te che eri
stato richiamato alle armi e tornavi dall'Africa ancora  in uniforme ?" Di prammatica la decisione al ritorno delle vacanze di iscriverlo alla primina  e anche su questo il Colonnello si era consultato con me "che ne pensa dottoressa di iscriverlo alla primina, lo so ha solo cinque anni etre mesi, ma e' così intelligente e precoce, ha imparato benisimo a leggere e scrivere, disegna meravigliosamente, e' curioso e poi ha quella fantasia incredibile" non potevo che dare il mio parere favorevole e pero' la scuola pubblica non lo accettava  perche' solo i bimbi nati entro il 31 marzo  potevano accedere  alla prima, quindi doveva andare ad una scuola privata e il nonno aveva scemto il Pio IX che aveva frequentato anche  il figlio, cioe' suo padre che  dopo la faccenda di Tito e della medaglia d'oro del colonnello  era finalmente stato assunto alla cassa per il Mezzogiorno. Come al solito seguivo da quella certa distanza il duo da me operato nel gennaio '51 e alle notizie di rendimento eccezionale del pupo osservavo un cambiamento radicale nel nonno che a 65 anni  andava sviluppando idee del tutto opposte a quelle di una vita intera: lo ricordavo difatti molto religioso, ogni pomeriggio che andava alla chiesa di S.Monica lasciando spesso il nipote al dirimpettaio Oratorio, ma da quando aveva iscritto il
nipote al Pio IX, probabilmente a seguito delle lezione che i preti impartivano al ragazzino era andato maturando una concezione  molto molto critica nei riguardi della religione e perfino della stessa credenza in Dio. In occasione delle feste natalizie di quell'anno (1953) mi era capitato di discutere sovente con lui su tale argomento . Lo ricordo con il libro "l'avvenire di una illusione" di Freud sotto braccio e sempre piu'  critico su tutto il costrutto religioso ed io che religiosa non lo sono mai stata tanto  non ero pero' pronta a rispondere alle sue domande e ribattere alle sue osservazioni "Non so se faccio bene a continuare a far erudire mio nipote con queste teorie che mi hanno condizionato non proprio positivamente tutta la vita a me e all'umanita' in genere " aveva esclamato salutandomi all'imbocco della scalinata. Con il 1954 tali perplessita' erano divenute certezze e una volta  ammesso il nipote  alla seconda elementare con tutti dieci, lo aveva pero' tolto immediatamente dalla scuola religiosa e lo aveva iscritto a quella pubblica, cominciandogli a parlare delle concezioni che lo avevano tanto colpito quasi fosse un coetaneo e trovando invero un imprevisto valido interlocutore, sebbene avesse appena compiuto sei anni. In quel 1954 io compivo 40 anni e invero ero stata   nominata primario di neurochirurgia alll'Ospedale di Perugia (giugno) e pertanto mi trasferivo da via Nicolo' V. Avrei fatto ritorno a Roma ma al Policlinico Umberto I tre anni dopo nel settembre 1957 primario di neurochirurgia e per di piu' con la cattedra all'Universita' di medicina di Roma, oramai avviata verso una carriera molto luminosa. Avevo preso casa in zona  piazza Fiume e non avendo piu' saputo niente dei miei due pazienti mi era all'improvviso venuta la voglia di vedere come erano andate le cose:  eccomi quindi a risalire la scalinata e affacciarmi su via Nicolo' V in quel giorno di fine settembre del 1957: il soggetto anziano andava per i 69 anni e il ragazzino ne aveva compiuti 9 : non  c'era voluto molto per beccarli entrambi e le aspettative erano state quanto mai confermate : lui era sempre piu' colto e profondo : era divenuto ateo convinto e un dovizioso di filosofia e psicoanalisi : aveva letto piu' di una volta tutti i testi di Freud ed era alle prese con L'Essere e Tempo di Heidegger,  quindi era stato come stregato da Julius Evola che aveva conosciuto personalmente giusto qualche giorno
prima del nostro incontro, in quanto al ragazzino era di gran lunga il piu' bravo dell'intera scuola, aveva vinto nel giugno un premio per il miglior componimento e parecchi suoi disegni erano stati citati e premiati.  Avevano passato tutta l'estate a palermo dove lui aveva preso un villino a Mondello in affitto e il nipote si era divertito facendo numerose amicizie . a giorni sarebbe cominciato l'ultimo anno delle elementari, ma c'era piu ì' di un maestro e in particolare una maestra che era rimasta affascinata sia da lui che dal nonno che avrebbero voluto che gli si consentisse di dare la licenza elementare e gli esami di ammissione al ginnasio con un anno di anticipo in quel giugno del 1957;  in effetti avevo parlato anche  con lui e mi era sembrato di discutere con un ragazzo minimo di 15 anni, insomma il ricordo di quel mio intervento del gennaio 1951 tornava prepotentemente alla ribalta come probabile foriero del piu' straordinario incremento psicofisico che sia dato riscontrare nella anamnesi degli interventi di neurochirurgia. sapere solo effettivamente cosa realmente avevo fatto sarebbe stato davvero da premio nobel ed anche piu'. Mi disponevo pertanto ai miei nuovi incarichi accademici e di ospedale tornando ad occuparmi del mio piu' brillante intervento e tenendo ben d'occhio l'evoluzione dei miei due ex  pazienti, chissa' che non riuscissi a estrapolare i momenti salienti e direi magici  dell'intervento per sistemizzare
una prassi terapeutica ? Il 1958 doveva essere un anno di trionfo per il ragazzino : licenza elementare con tutti dieci, menzione speciale piu' un premio come migliore esame di ammissione al ginnasio dove avev a portato tra l'altro la poesia di Montale "meriggiar pallido e assorto". Parlando con lui di tali trionfi mi rivelava che era innamorato di tre ragazzette tutte con il nome che cominciava per la elle : Latizia, Laura, Lucietta tutte piu' grandi di lui di rispettivamente 6, 4, 2 anni . eh si era straordinariamente precoce anche in questo, come d'altronde avevo appurato anni prima e ora che aveva compiuto 10 anni, dava a tale assunto anche una certa consistenza  peche' tra
l'altro era parecchio sviluppato in altezza sul metro e sessantacinque. Il Colonnello era oramai prossimo alla settantina  ed era sempre piu' colto e preparato: aveva stretto amicizia con Julius Evola  e si vedevono spesso a casa sua o andando a prendersi una sfogliatella e caffe' alla Bella Napoli di Corso Vittorio Emanuele, fisicamente si era fatto molto asciutto e aveva persino rièpreso a fare ginnastica come in gioventu' che era stato un campione di canottaggio e di ginnastica artistica . Si entra quindi nel 1959  e c'è il secondo successo di Modugno a sanremo con la canzone Piove di cui entrambi sono dei ferventi  fans , anche se il ragazzino e' molto preso anche da Elvis Presley e le canzoni
americane  (Daiana, Tom Dooley, Red River Rock: E' davvero un piacere parlare con entrambi e mi sembra di interloquire con la mia capacita' lavorativa di medico chirurgo, difatti non posso dimenticare che le loro parole, i loro ragionamenti la loro stessa simpatia e empatia sono tali grazie a quel mio famoso intervento. Socialmente siamo nel pieno del boom economico e tutta l'atmosfera sembra partecipare dell'entusiasmo del momento di cui  i miei due , oramai lo posso dire : amici ... sono l'espressione piu' compiuta . anche a me debbo riconoscerlo le cose vanno estremamente bene , ho avuto
moltissimi altri riconoscimenti e la piena direi assoluta conferma sia del mio ruolo di primario sia di quello di professore universitario e nel marzo  di quel 1959  e' stato appunto pubblicato con la Adelphi un mio libro di neurochirurgia dove giustappunto citavo il caso dei miei due pupilli . Il colonnello era oramai divenuto amico di Evola e molti altri studiosi e quant'altro aveva conosciuto tipo Ernst Junger che era andato a trovare in Germania in quell'estate stessa e Carl Schmitt altro studioso che aveva profondamente influenzato il suo pensiero con il libro Terra Mare, quindi il rumeno Mircea Eliade  e Carl Gustav Jung che aveva conosciuto a Interlaken in svizzera (sempre in quel 1959) . Si era anche interessato di storia alla figura di Napoleone  nella prima campagna d'Italia grazie ad un libro che aveva fortunosamente recuperato di uno studioso semisconosciuto Guglielmo Ferrero e aveva in mente di farne un libro proprio. C'erano poi molti amici tra i reduci sopratutto della guerra 15-18 come Gastone Gambara che lo aveva invitato in Spagna dove si era trasferito e gli aveva presentato Francisco Franco , quindi Paolo Monelli e Dino Grandi, alpini come lui. In quel maggio mi ero lasciata convincere a raggiungere il nipote al raduno degli alpini a Milano dove avevo anche conosciuto forse l'unico
uomo al mondo che poteva vantare di avere un monumento di lui in vita , ovvero un alpino Antonio Valsecchi della stessa classe del colonnello 1888, che aveva scagliato un enorme  masso contro i nemici nella guerra di Libia del 1922. andavano finendo alla grande gli anni cinquanta : il nipotino accedeva alla seconda media con la fama di geniaccio  e subito vi era conferma per gli eccezionali componimenti, il modo come enfatizzava i versi dell'Iliade  la conoscenza della storia che spiazzava i professori . Un incidente pero' sul finire di ottobre il colonnello veniva colpito da unaa paresi cerebrale e dal Santo Spirito ove era stato sulle prime ricoverato lo mandavano giusto da me ove senza indugio lo sottoponevo ad un intervento del tutto simile a quello di 8 anni prima 

martedì 27 maggio 2025

STORIA STRINGATA

 

Sono sempre io la Dottoressa Adelaide Rivelli n. Cittadella il 19 gennaio 1914  neurochirugo laureata all'Universita' di Medicina di Padova nel 1937 e ivi specializzata nel 1940   e in servizio presso l' Ospedale di Santo Spirito in Sassia in Roma  dall'ottobre  1940, che aveva fatto quell'intervento congiunto la sera del 5 gennaio 1951 a due pazienti nonno e nipote con lo stesso nome  separati da 60 anni di eta' (1888/1948), investiti da un'auto e entrambi sotto trauma cranico con lesioni all'emisfero cerebrale destro - intervento che aveva avuto un esito molto favorevole per entrambi i  soggetti che la presente Adelaide Rivelli conosceva bene in quanto dirimpettai di casa e che quindi aveva e ha modo di vedere quotidianamente e quindi anche valutare se l'intervento abbia qualche effetto secondario, tipo una temuta mnifestazione di sintomi di epilessia oltre a eventuali ritardi psichici. Ebbene niente di tutto questo, anzi a rigore la sottoscritta andava rimarcando una eccezionale ripresa per il paziente anziano che non dimentichiamolo aveva nel 1943 riportato un episodio ischemico dovuto a conseguenza di trauma  di lesioni di guerra riportate in zona di operazioni, come mi riferiva personalmente il sudetto soggetto durante una discussione lungo la via Nicolo' V e la grande scalinata che dava alla via Aurelia, riportandomi le notizie
dell'accaduto di quel marzo 1943 nelle localita' della Slovenia e Croazia  occupate dal Corpo d'Armata di Lubiana (XI Cd'A) di cui lo stesso era Comandante dell'Ufficio Comando alle dirette dipendenze del Ten.Gen. Gastone Gambara  cte del C.d'A. e facendomi anche vedere una foto dove egli appariva con suoi ufficiali con il carattteristico cappello d'alpino con la penna bianca che ricordavo aver visto piu' volte personalmente. Era accaduto che un grosso convoglio di viveri e munizioni era stato intercettato e preso d'assalto da un grosso gruppo di  partigiani jugoslavi, comandato dallo stesso Tito in persona: avuta tale notizia, continuava a raccontarmi il Colonnello, senza perdere un attimo di tempo con il suo autista e un tenente di artiglieria aveva inforcato una Jeep e si era indentrato nell'interno  dei boschi a ridosso di Lubiana fino a raggiungere il convoglio cinto d'assedio e oramai in procinto di arrendersi in quanto difeso solo da una compagnia di territoriali: con una ardita manovra di simulazione lui aveva fatto credere ai
partigiani di disporre di numerose truppe aprendo il fuoco e ordinando al tenente e al soldato di fare altrettanto muovendosi a circolo con la Jeep, per cui circa una decina di minuti dopo si era presentato un parlamentare dicendo che i partigiani avrebbero lasciato indisturbato il convoglio previo l'accaparramento di due camion che erano gia'  stati conquistati, ma non dovevano seguirli. Nel corso della sparatoria pero' una granata aveva colpito la Jeep dove al momento si trovava lui ed era stato sbalzato a terra colpendo violentemente la testa proprio nella stessa zona dove 8 anni dopo lo avrei operato io. Mi riferi' quindi che tornato al Presidio di Lubiana dove aveva sede il Cdo Generale era stato colpito da forti dolori alla testa a sequito dei quali aveva perso conoscenza ed era stato ricoverato all'Ospedale di Lubiana, dove si era temuto per la sua vita. questo mentre il cte del Corpo d'Armata gen.gambara che detto per inciso era stato suo commilitone nei reparti 
d'assalto alpini  durante la Grande Guerra,  lo aveva proposto per la medaglia d'oro al v.m. che tutto lasciava pensare sarebbe stata alla memoria  in quanto la
lesione cerebrale era molto diffusa. Affascinata da questi racconti apprendevo inoltre che,  sia pure con difficolta' e una lunga convalescenza  si era poi lentamente rimesso (in tal senso una dimostrazione di miglioria era stata il citato episodio del carro armato che doveva essere brillato dai tedeschi proprio sopra via Nicolo' V nel giugno del 1944) mentre i fatti successivi (caduta del fascismo, 8 settembre etc. avevano arenato la proposta di medaglia d'oro del Gen. Gambara  che poi aderendo alla RSI  di cui era stato nominato Capo di S.M. dell'Esercito, era stato addirittura dichiarato criminale di guerra ). Mi andavo affascinando del mio paziente, che in effetti non solo si era rimesso alla grande ma sembrava proprio essere divenuto piu' pronto e interessato a molteplici argomenti come un giovane, davvero una seconda vita  che , a questo punto andavo facendomene convinta, il mio intervento al cervello aveva smosso qualcosa. Impressione che aveva una ulteriore  conferma, esaminando il nipotino  che dopo la fuga della madre era andato attaccandosi al nonno in una maniera fortissima e sembrava di una precocita' incredibile. il nonno infatti gli aveva gia' insegnato a leggere e scriveva il nome di entrambi, inoltre utilizzava le matite e i colori per dei disegni davvero favolosi, Ad un anno dall'intervento (7 gennaio 1952)  li sottopongo ad una visita congiunta presso l'Ospedale  e posso solo constatare che del trauma e dell'intervento gli unici postumi sono un eccezionale aumento delle capacita' di intuizione, riflessione, comprensione in entrambi. Sempre piu' incuriosita dal mio punto di osservazione di rimpettaia,  mi metto 
non solo ad osservare, ma spesso a interloquire con entrambi;  ovviamente di piu' il Colonnello, ma anche il bambino,  rimarcando il sempre piu' la profondita' del primo da un punto di vista sopratutto mentale  e la precocita'  del secondo un po' in tutte le capacita' e attivita' di un bimbo di quattro anni. Dal balcone vedevo il ragazzino che giocava con un'amichetta che conoscevo bene in quanto abitava nel terrazzo  del palazzo a fianco del mio   e mi rendevo conto di quanto era precoce: dalla mia posizione
potei rimarcare con tutta sicurezza che lui la baciava e le alzava la gonna infilandole la mano nelle mutandine e tirandoselo di fuori mettendoglielo spesso e volentieri in bocca. Porca vacca , davvero da record: in quanto al Colonnello lo incrociavo sempre con libri e di grosso spessore : romanzi di Thomas Mann, di Kafka, di Pavese,  ma anche saggi di Freud, di Jung, di  Mi ci fermavo volentieri a parlare  e questi ben volentieri  mi rivelava quanto piacere ricavava da queste nuove e inusitate letture: "lei ancora lavora Colonnello " gli chiedevo "si sono un funzionario dell'Opera
Nazionale per i Combattenti, ho lavorato nelle grandi bonifiche !" "e mi dica come ha fatto a diventare anche colonnello degli alpini " " be' sa le numerose guerre, i richiami, la Libia, la Grande Guerra, l'Etiopia e anche la seconda guerra mondiale , comunque per la verita' sono
Tenente Colonnello e non Colonnello" "vedo anche che ha il distintivo di Grande Invalido di guerra ..." "no, no non Grande invalido, ma invalido di 1^ categoria  cumulazione delle ferite riportate nelle due guerre mondiali" Oltre che sempre piu' colto era anche molto modesto e questo lo faceva oltremodo simpatico oltre a quell'aura di "gran signore" .Si era così arrivati a fine anno e quell'atmosfera un po' triste di vedere nonno e nipote soli soletti nelle feste di natale era stata un tantino ravvivata dall'arrivo di tutte e due le nonne Concetta e Lucia, mentre il giovane figlio e padre dei due rispettivi Mario se ne era andato per capodanno in una festa a casa di amici . Ultimo anno di lavoro per il colonnello li' all'ONC di via Ulpiano dove  appena qualche mese prima veniva collocato in pensione (27 febbraio 1953) , ma proprio in quel periodo saltava alla ribalta una dichiarazione del M.llo Tito che in merito agli accordi per Trieste avrebbe gradito un interlocutore quale quel tenente colonnello che nel 1923 lo aveva trattato come un nemico combattente e non come un bandito. Avuto l'incarico da De gasperi , il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Giulio Andreotti trova il suo nome e lo contatta anzitutto
rispolverando quella proposta di decorazione del gen.Gambara e per l'intanto nominandolo Colonnello del ruolo d'Onore (18 marzo 1953) di poi ricevedue  croci  al merito di guerra  per il periodo dal  gennaio 1942 al marzo 1943 ( D.P.R del 31/3 1943 9 ed infine la sospirata medaglia d'oro al v.m.  (D.P.R. 7 maggio 1953) con tali qualifiche e rivestita l'uniforme di Colonnello viene inviato in missione presso il governo della repubblica Jugoslava in Belgrado ed e' poi ospitato privatamente dal
Mllo Tito in Zagabria . Missione perfettamente riuscita che allegeriva i raoporti tra Italia e Jugoslavia per la cessione di Trieste e dei quali il mio paziente ne era tra gli artefici. La sua figura li' nella strada e nel circondario ora che era andato in pensione ne usciva 
rafforzata ed io ne ero ben lieta di aver contribuito alla sua rimessa in salute  dopo che ero riuscita a strapparlo alla morte... lui e il suo giovane nipotino che continuava a frequentare la ragazzina che abitava a fianco del mio palazzo facendoci giochetti spinti, cosa che,  giuro,  così precoci non avevo ne' 
visto ne'  sentito mai (quattro anni  e ora verso i cinque ) . Ma le cose  via via via che passavano i mesi andavano facendosi sempre piu'  interessanti e stavo cominciando seriamente a riconsiderare che cosa avessi fatto con quel mio intervento sull'emisfero destro dei due pazienti con sessan'anni di differenza d'eta' ma così congiunti (una sorta di entenglement alla Dirac) 

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domenica 25 maggio 2025

UN DOPPIO INTEGRALE DI INTERVENTO SUL CAMMINO

 

Addi' 5 gennaio 1951 Ospedale di S,Spirito in Sassia Roma - Questa sera alle ore 20,45 sono stati ricoverati d'urgenza  previa trasporto in autombulanza  due soggetti  con lo stesso nome,  nonno e nipote  nati entrambi a Roma rispettivamente il 25 novembre 1888 e il 9 giugno 1948, investiti da un'auto di grossa cilindrata proveniente dalla via Aurelia, Madonna del Riposo all'incrocio con la via Benedettio XIV , detta dai locali "la Gajardona" per la sua ripidita' a tornante,  che porta alla via Nicolo' V, dove i due soggetti abitano . Entrambi privi di conoscenza dovuta a forte trauma cranico con lesioni all'emisfero cerebrale destro (identica patologia dei due), sono stati sottoposti ad intervento congiunto dalla Dottoressa Adelaide Rivelli n. Cittadella il 19 gennaio 1914  neurochirugo laureata all'Universita' di Medicina di Padova nel 1937 e ivi specializzata nel 1939   e in servizio presso questo Ospedale dal settembre 1940. L'intervento e' durato due ore e ha visto la brillante condotta della sudetta dottoressa che e' stata encomiata dal primario della sezione di neurochirurgia per l'esito fortemente positico dei sudetti pazienti. (9 gennaio 1951) 

Addì 29 giugno 1951 relazione della Dottoressa Adelaide  Rivelli  dopo 5 mesi dall'intervento sui due pazienti di cui alla nota dell'Ospedale S.Spirito in Sassia del 5/1/1951  "la sottoscritta rileva previa visita effettuata in questo Ospedale il 5  giugno  e succesivo controllo effettuato con visita personale della stessa  nell'abitazione dei sudetti pazienti in via Nicolo' V n.50, terzo piano int. 16  la perfetta situazione neuronale efd anche fisica  di entrambi i pazienti anche in considerazione della notevole differenza d'eta'....

si smette l'ufficialita' della Dottoressa e si passa alle note del suo diario che tiene dal 1940 in numerosi quaderni Pigna dalla foderina nera " i due personaggi mi colpirono subito per lo stato davvero disperato in cui giunsero in autombulanza dopo l'incidente ed anche per il fatto che li conoscevo di vista, abitando io nelle vicinanza della loro abitazione  in via Nicolo' V dalla parte opposta della strada, nell'appartamento che avevo preso trasferendomi in Roma dopo il conseguimento della specializzazione  . La persona anziana la conoscevo dai tempi dello scoppio della guerra ricordandomi la sua figura alta e imponente nell'uniforme di Ufficiale superiore degli alpini con la ampia mantella che sfiorava il selciato, in partenza per la Grecia  . mi aveva stupito ritrovare un alpino, soldati che avevo sempre avuto vicini nella mia infanzia ma che ora nel panorama di Roma erano alquanto peregrini , di poi  ricordo anni dopo quando i tedeschi erano in ritirata per la via Aurelia del carro armato che si era rotto proprio davanti la villa dei Morelli su a via Nicolo' alta proprio all'imbocco dell'Aurelia intervenire assieme ad un giovane sottotenente della Pai  e un altro giovane che faceva il costruttore per scongiurare il brillamento di tale carro armato come di primo era stato disposto dal capitano della Wermacht

So che il vecchio signore che tutti chiamavano "il colonnello" era stato gravemente ferito
in guerra,  trovandosi ancora in convalescenza in quel giugno del 1944, eppure ecco che alla notizia del'evento che avrebbe distrutto non solo la villa ma anche buona parte degli edifici della via Nicolo' V  alta , aveva rindossata l'uniforma e quella ampia mantella e si era avvicinato al comandante tedesco - io non ero troppo distante e lo udii chiaramente rivolgersi a quello esclamando "Capitano lei e' della Wermatch e non delle SS mi stupisce che voglia comportarsi appunto come un ufficiale di tali reparti che sono soliti compiere azioni contro le popolazioni civili. " Morale della favola il capitano della Wermatch aveva desistito dal far brillare il carro armato e lo aveva dfatto rotolare per il dirupo verso la ferrovia. Ricordo la moglie del Colonnello , molto piu' giovane che in un coevo ricordo era stata accusata di offrire dell'acqua dalla fontanella ad un tedesco che si ritirava, ma che le donnette non erano riuscite ad additare alla riprovazione proprio in rapporto a quanto aveva fatto il marito con il carro armato; c'era poi il figlio dei due un giovanotto,  prima alquanto sovrappeso ma che poi nel dopoguerra aveva preso a nuotare e si era fatto molto attrente e aveva conquistato la ragazza di gran lunga piu' bella della strada,
che pero' veniva da Sanremo e aveva preso alloggio  nel 1946 dalle suore  Portoghesi in fondo alla strada  assieme alla madre bellissima donna che si era imposta all'ammirazione del consesso maschile di via Nicolo' . Scalpore quando la bellissima era rimasta incinta del ragazzino che appunto mi ero ritrovata ad operare  quella sera del gennaio del 1951. i due ragazzi erano giovanissimi ma avevano finito per sposarsi e così il quadretto si era completato ed era anche sotto i miei occhi quasi quotidiani, finche' non era arrivata quella famosa sera dell'incidente. Li avevo salvati entrambi, lui il Colonnello che aveva il corpo pieno di cicatrici di guerra, il bambino di neppure tre anni che ora a rivederlo  5 mesi dopo sembrava non solo in gran forma, ma straordinariamente precoce. anche il vecchio pero' sembrava cambiato : era molto dimagrito ed aveva l'aspetto del vecchio signore, ma quello di cui mi accorsi subito fu di una eccezionale intuizione e capacita' cognitive che non erano riscontrabili in una persona della sua eta' e per giunta . Ecco facendo
la scalinata e non la Gajardona che mi riportava verso l'Ospedale mi chiesi per la prima volta se l'eccezionale progresso di entrambi i soggetti, vecchio e giovane, non fosse per effetto del mio intervento sull'emisfero cerbrale destro? Cominciai a seguire con una diversa attenzione i due soggetti, anche perche' erano successi dei fatti esterni che li avevano  resi praticamente indissolubili, tanto da ipotizzare che si fossero combinati con gli effetti dell'interveno. Nell'aprile  di quell'anno difatti la bellissima madre  aveva lasciato il figlio del colonnello per fare ritorno a Sanremo e mettersi con un dentista che era stato un suo spasimante negli anni della guerra . La nonna no, lei era rimasta criticando apertamente la figlia e cercando di rimanere vicino al nipotino che adorava. 

venerdì 23 maggio 2025

LA PAURA VIENE DAL MARE

 

Da dove vengono tutte le nostre disgrazie? da qualcosa di profondo di noi stessi che probabilmente  ha una origine arcaica, profondissima, un qualcosa che affiora in occasioni piu' o meno fortuite, ma che sempre ha la peculiarita' di venire daqualcosa di  molto profondo. Profondo come il mare!? la metafora mi sembra piuttosto convincente, se la adatto all'emozione piu' diffusa e piu' temuta  del genere umano : la paura. Paura della esistenza  e dui tutti gli accidenti, le contrarieta' che in essa si presentano e la paura e' come il mare in quanto come il mare ha peculiarita' di mistero, di oscuro, di poco conosciuto. La paura si attenaglia in particolare su quello che mina l'integrita' del corpo, quello che  viene considerato il sommo bene : la salute. La paura mina la salute... dal raffreddore al cancro  con punta massima nelle cosiddette pandemie,  sempre e solo lei : la paura. Altro che batteri e soprattutto altro che virus che tra l’altro hanno anche la peculiarita’ di non esistere -  aveva proprio ragione Bernard “il terreno e’ tutto, il microbo niente” considerando per “terreno”, anche il nostro corpo,   come una sorta di campo suscettibile di deterioramento e quindi in grado di far degenerare la struttura stessa del microrganismo che in un primissimo

tempo all’insorgere della defaillance si era mobilitato per intervenire e porre rimedio all’emergenza. Torniamo a ripetere quale era stata la causa della defaillance del terreno o per intenderci meglio del  campo corporeo dell’individuo ed anche di una teoria di individui ? : semplice ! sempre e solo lei  la paura, che come un tarlo che corrode si impadronisce del cervello e innesca meccanismi di pensiero incentrati su di essa e sui  suoi effetti, fino alla saturazione, fino a non consentire che si sposti su qualsiasi altro pensiero. Si obiettera’ “ma il freddo per il raffreddore e le bronchiti e l’influenza?, la genetica per le cosidette malattie autoimmuni o per il cancro ? l’alimentazione, e l’esercizio fisico, un certo tenore di vita? come palliativi per vivere in salute ?  Tutte concause il cui rafforzamento e’ dato sempre dalla paura e dai pensieri ad essa inerenti. Il punto da sottolineare e’ che nel corso di questi ultimi due secoli ci hanno imbottiti di false informazioni, coprendo la loro vacuita’ con il pochissimo verificato epiteto di “scienza”-  Dici scienza ed e’ come una etichetta che appiccichi su di un prodotto i cui termini sono inventati da chi ne ha interesse, tipo le lobbies  farmaceutiche ed anche tutta l’industria che giraattorno a quel generico
termine di Sanita’, di cui la storia ci insegna, fin dall’inizio si sono occupati i vari Rotschild, Rockfeller e oggi Soros, Gates, Morgan e  grandi complessi finanziari tipo Vanguard o Blackrock . Bastera’ ripercorrere la storia degli ultimi settecento anni per vedere come la paura e in special modo la paura della malattia, cioe’ qualcosa in grado di minare l’integrita’ del tuo principale campo di riferimento, ovvero il tuo corpo, abbia sempre costituito il leit-motive della prassi delle classi di potere che possiamo benissimo identificare con la suddivisione esiodea delle varie eta’ dell’umanita’ (“oro/dei” , “argento/ guerrieri”, “bronzo/mercanti ”, laddove quella ultima del “ferro/servi”, dovremmo ben appurare se non si sia presentata  alquanto accellerata proprio in questi ultimi quattro anni con l'ultima manifestazione di immotivata e super indotta paura:  la gonfiatissima  farsa della fantomatica epidemia di “corona virus” .
Di sicuro,  al di la’ se sia il caso di individuare nella massiccia moltitudine dei “covidioti” ovvero quelli che hanno creduto alla covid-farsa,  i soggetti “servi” indicati da Esiodo, la eta’ da prendere in questione e’ ovviamente quella del bronzo/mercanti che io preferisco chiamare “bottegai” in quanto artefici di quel mondo:  bottega.  a partire al dopo altra grande bolla di paura nel 1348, una bottega, con tutte le piccolezze sempre alquanto meschine  dell’accaparramento del denaro, l’interesse verso il profitto, il mercato come enfatizzazione del commercio e l’unico valore quello di scambio. Operazione che e’ stata portata alle estreme conseguenze dalla nazione bottegaia per eccellenza l’Inghilterra del XVI secolo che individuando nell’elemento marino, ovvero quell’elemento fluido senza confini, ideale per quel commercio  fondato appunto su di un unico valore, e’ riuscita ad imprimere al mondo quel riferimento obbligato(il denaro) che rafforzatosi con la rivoluzione industriale e l’avvento delle macchine nella produzione dei beni , ha finito per stravolgere a suo uso e consumo l’intero pianeta. Ecco allora che vediamo che tutto torna : la paura vien dal mare e il mare e' l'elementoi per eccellenza  che i bottegai hanno scelto per enfatizzare al massimo il fluire della  loro  influenza e del loro potere  Lo spirito anglosassone, la nazione bottegaia inaugurata dalla
regina Elisabetta la figlia  del re fellone Enrico VIII e di Anna Bolena, come spina dorsale del capitalismo, molto ma molto di piu’ di quel weberiano protestantesimo,  che pure e’ un prodotto di marca anglosassone, ha scelto la metafora marina per far affiorare la paura nella prassi dell'accadere del mondo  D'accordo era iniziata prima, e ad andare per ilm sottile neppure in Inghilterra, perche' L’eta’ dei mercanti a rigore inizia nel 1348 con la distruzione, tramite appunto  la paura di malattia,  del vecchio ordine medioevale fondato sulla partecipazione e la cooperazione della comunita’ sia pure in una accezione ancora viziata dai poteri di una aristocrazia che non era riuscita a mantenere quella spiritualita’ dell’Impero su cui ancora facevano leva, in pratica un Federico II di Svevia e in teoria un Dante Alighieri con la sua Divina Commedia. Un ribaltamento epocale che  doveva divenire onnicomprensivo  con l’avvento della macchina e il sempre maggiore rafforzamento del principio economico.
Con il passaggio di testimone dallo spirito bottegaio anglosassone a quello iper capitalistico degli USA dopo la prima guerra mondiale 1914/18, ovvero a quell’”Isola piu’ grande” come aveva chiaramente individuato il filosofo geo-politico Carl Schmitt nel suo saggio “Terra e Mare” nel 1942, il mondo viene di fatto nella sua quasi interezza consegnato al principio mercantile del denaro e della sua diffusione nel commercio e nel mercato (bottega allargata) e quindi supportata dal progresso industriale e da una economia sempre piu’ virtuale , contrassegnata dai grandi gruppi finanziari e di speculazione monetaria. Tutto questo e’ stato reso possibile proprio grazie al ricorso alla “paura” e alla metafora marina che ha teso sempre piu' a farsi prassi ordinaria di vita  tanto per dare un senso al presente articolo, in quanto ad ogni  piccolo allarme che potrebbe minare lo strapotere del denaro e del commercio, oramai neppure piu’ reale, ma virtuale grazie appunto ai meccanismi della finanza, ecco che la paura viene tirata in ballo tramite una fantomatica malattia che proprio il diffondersi della sua semplice denominazione (ieri peste nera, o spagnola, oggi appunto Covid), grazie anche al potere coercitivo degli attuali iper sviluppati mezzi di comunicazione,  ha il potere di creare dal nulla i sintomi. Un meccanismo che i padroni della bottega (finanzieri, bancari, industriali, etc)  hanno ben capito e i loro garzoni (giornalisti, pseudo esperti tecnici, e cosidetti “influencer” ) sono incaricati di diffondere per seminare sempre piu’ il panico e far lievitare la paura, che statene pur certi, ci vuole pochissimo a passare dalla diceria al sintomo vero e proprio e quindi informare di tale paura una gran parte della popolazione, quella che per sua stessa costituzione non e’ abituata a usare troppo la ragione

mercoledì 21 maggio 2025

RI-ASSUNZIONI e CAMMINI TUTTI A DESTRA

 

E' necessaria  una  ri-assunzione di tutta  una ridda di conoscenze intese come ulteriori possibilità da integrare, che richiamano il più volte citato “integrale sui cammini” del fisico quantista Richard Feynman, fino a  pervenire ad un giudizio diametralmente opposto a quello vigente su tutto il pensiero di una destra che sempre piu' risulta essere la depositaria di un vero sapere ed una sorta di garanzia contro le menzogne e la mercificazione che hanno contraddistinto la cultura di sinistra da Hegel ad oggi. Si dovrebbe anzitutto cominciare da quel Julius Evola, che e' una sorta di stella che  traccia il cammino e continuare con  Guenon, Spengler, Drieu de La Rochelle, Ernest Junger,  Mircea Eliade, Carl Schmitt, Ezra Pound, etc. E' anche necessario effettuare una rivalutazione fortemente rivisitata della coralità medioevale come summa di esperienze  e la “Cattedrale bianca” di Le Corbusier, come integrale privilegiato sui cammini della vera conoscenza  e una parallela critica feroce del movimento dell’Umanesimo e poi Rinascimento, infine Barocco, fino alla sua stracca  e oramai normata ripetizione del Neo-classicismo come “reductio” dedotto dall’adozione di un codice imprecisato. Reductio a cosa? Riduzione come involuzione, ben evidenziato dalla Teoria delle Quattro età del mondo (una idea come abbiamo detto non certo del solo Evola)  che contrariamente alla storiografia moderna  individuano non un antico e indefinito passato  di bruta animalità, ma piuttosto una vera e propria età dell’oro, con tratti talmente fantastici da apparire mitica, passata a livelli sempre inferiori fino a quello finale  di una età detta del ferro  che produce solo mercanti e servi  Ecco giustappunto il mondo moderno di  Evola in primis, ma  con il pieno contorno e sugello  di tutti  autori citati  e anche molti altri non citati che concorrono in soggettiva a tale nuova e antica concezione/conoscenza: tutta questa serie di articoli dei miei  blog  vanno intesi come intento di pervenire a nuove modalità di apprensione (dico non a caso apprensione e non apprendimento, in quanto da intendersi nel doppio significato semantico  del termine) Ho fatto cenno di una convergenza che si applicherebbe a quella prima età dell’oro nella tesi del libro di Julian Jaynes “il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza”  potrebbe identificare quella prima fumosa indistinta consistenza di tratti decisamente mitici quasi fantastici, addirittura in una diversa modalità del funzionamento del cervello umano, quasi a somiglianza di un esperimento di doppia fenditura della fisica quantistica, ma anche a diversi principi come quello di  Indeterminazione di Heisenberg e di Complementarietà di Bohr, dove per spiegare alcuni fenomeni  apparentemente impossibili bisogna far ricorso ad una diversa modalità di intendere  tali fenomeni (particella o flusso? Essere o divenire?): nella fattispecie della indicazione di Jaynes : non la coscienza intesa come derivato del linguaggio articolato e quindi vincolata da meccanismi metaforici, di rassomiglianza tra una cosa non conosciuta e una conosciuta che opera da referente,  ma piuttosto quella mente bicamerale di cui possiamo ravvisare ben poco e sempre solo per indizi metonimici , di trasferimento e non di condensazione un po’ come l’inconscio scoperto da Freud e perseguito solo da un esiguo numero di continuatori  (Lacan, Mattè Blanco)  che opera per simmetria, saltando il significato per ricercare significanti. Ma a questo punto gioca un altro contingentissimo fattore : la pressione indotta dall’attuale momento storico (secondo decennio del terzo millennio)  che ha visto il mondo avviarsi quasi (sottolineo quasi) improvvisamente, con i meccanismi di controllo e paura indotta da una supposta pandemia, verso la conclusione ultima di un processo metastorico, identificabile drammaticamente nell’ultimo passaggio delle età del mondo, quello dell’età del ferro per la cultura occidentale, quello del Kali Yuga per la cultura orientale, in cui i “mercanti” concentratisi in pochissimi individui, una sorta di oligarchia elitaria di stampo però solo mercantile,  sta cercando di ridurre la stragrande della popolazione mondiale allo stato ultimo di “servi” ; un processo appunto a rileggere Evola e compagnia, di carattere sopra storico e  indiziario con tutta una serie di riscontri, di cui il più macroscopico risulta appunto quello della repentina fine della coralità medievale e l’apparire improvviso di un Umanesimo, per molti versi misterioso e come indotto artificialmente e volontariamente  da parte di una cricca identificabile nei mercanti,  sulla scena del mondo.  Sottolinea Evola che la prima forma di apparire di tale Umanesimo, al di là degli schemi arbitrariamente sottratti al mondo antico  è quella dell’individualismo, un individualismo però di tecnica e di merce, non certo di spirito e di tradizione  come quello che era stato tentato proprio in età degli eroi nel periodo medioevale, ricorrendo ad una grande idea sovra individuale come l’Impero da personaggi come Carlo Magno,  Federico II , i Re teutonici , la coralità delle esperienze  stigmatizzata dalla Cattedrale e tradotti in costrutto conoscitivo dall’Alighieri nella sua Divina Commedia. 

Non nego che a questo punto v'è anche da considerare  la misteriosa figura di Fulcanelli (come è noto nessuno è mai riuscito a verificare la sua identità  e in tal senso si sono fatte le illazioni piu' esasperate:  di certo siamo in presenza in pieno XX secolo  di un autore di libri di alchimia 
il cui pseudonimo utilizzato è formato dall'unione delle parole Vulcano ed Helio, due elementi che rimandano ai fuochi alchemici) e il cui libro più famoso "Il mistero delle cattedrali" pone giusto l'accento su tale manufatto visto come coagulo di tutte le istanze di cultura altra, a carattere mistico/esoterico che risale appunto al Medioevo e che informa come ulteriore "cammino" anche il cammino iniziatico dell'alchimia, un ulteriore apporto verso la comprensione di un periodo storico, o diciamo che stiamo cercando di di storicizzare, ovvero la coralità medioevale in rapporto con  una nuova modalità di presenza al mondo, fondata non sulla coralità , ma su di un  individualismo che l'Umanesimo pone  come costruzione di un nuovo “centro”, del tutto illusorio e come pretesa prevaricatrice  di un IO che ricerca costruzioni  veloci e di adattamento  tramite opere  di facoltà intellettuali  che si traducono in prassi  tramite “riductio” e scelte meramente tecniche e di convenienza, in sintesi una qualcosa che non appartiene più all’Essere, ma al divenire .”Da qui” dice ancora Evola “un radicale irrealismo, una radicale inorganicità in tutto cio’ che è moderno : all’interno come all’esterno , nulla ha più a che fare con la vita , tutto diviene costruzione. Si apre con l’Umanesimo e verrà sempre più rafforzato con il Rinascimento, con il Barocco e anche con il neoclassicismo, che apparentemente ne chiude il ciclo,  un processo  che aprirà la via a tutti i parossismi, a tutte le smanie innovatrici che sostituiscono allo Spirito l’immagine di uno spirito, alla Storia l’immagine di una storia , assumendo di volta in volta gli aspetti di uno degli scibiliin cui viene frammentata l’esperienza umana. La formula che dà credito a tale processo è quella di identificare il reale nel razionale e il razionale nel reale, una illazione del tutto arbitraria equanto mai lontana  dalla verità
che costituisce la quintessenza dell’irrealismo del filosofo più falso, più pretestuoso che aveva riconosciuto in  un volgare impostore,  un uomo meschino e portato ai più biechi compromessi, un mercante con la pistola,  l’incarnazione dello Spirito della Storia. Con questo tipo di individualismo  che si autotitola “idealismo critico” ogni consapevolezza di un mondo diverso, un mondo dove alberga lo spirito del passato, della tradizione financo di un sopramondo, va perduta  e resta ben intesa solo la visione materiale delle cose; tutto il mondo viene visto come esteriorità e come fenomeno, la realtà, una volta che per statuto è definita razionale, diviene sinonimo di materialità e la cosidetta scienza si appropria di tale concezione occupandosi solo di cose fisiche  che alla fin fine si esauriscono in una costruzione che non è piu’ sintesi  di intuizione , ma solo sforzo di facoltà materiali, sicche’ all’avvento di questo razionalismo che Hegel identificherà tout court come reale,  fa seguito lo scientismo che segna fatalmente l’avvento  della tecnica e della macchina  che diviene il vero paradigma dell’età moderna : mercanti e tecnocrati preparano il passaggio alla triste età dei Servi. Ecco, in ultima analisi la grande paura personale che va prendendo sempre più piede in questa angosciosa epoca del terzo millennio,  dopo 18 mesi di questa farsa che contro ogni raziocinio, contro ogni logica, contro ogni barlume di intelligenza e senso critico, sta affermandosi pel mondo intero:  paura che la profezia delle Quattro Ere di Esiodo, dei cicli dello Yuga indiani, e  di tutte le antiche  culture, approfondita da grandi veri pensatori e non da ronzini della conoscenza tipo Hegel , Marx, Popper, si stia effettivamente realizzando sotto i nostri occhi. E’ un nefando procedere che come abbiamo avuto modo di constatare non parte da oggi e neppure dall’inizio di questo terribile millennio, parte da molto,  molto più lontano : da Pasteur e i suoi microbi assassini e il patrocinio di Rockfeller ai farmaci e ai vaccini ? = più lontano! parafrasando il giochetto dell’infanzia : acqua, acqua; parte dall’idiota formula Hegeliana “ciò che è reale è razionale” e viceversa o  magari da quello “spirito della storia” incarnato da un mediocre generale e gonfiato da mass media ante litteram?  = acqua; parte dalla Rivoluzione francese  e dai supposti propositi di eguaglianza? = ancora acqua;  dallo scientismo  e dal meccanicismo della Rivoluzione Industriale ? = fuochino . Oh cavolo! siamo al fuochino, ma il fuoco???, l’epicentro della crisi dove sta? Ancora più indietro… eh si sembra proprio che ci avviciniamo, ma dobbiamo retrocedere ancora , un secolo, due , tre, addirittura quattro e ci ritroviamo alle soglie di quel capovolgimento radicale di impostazione epocale segnato appunto dalla sopracitata  fine della coralità medioevale a favore di un movimento definito Umanesimo  fondato su di un atto arbitrario di scelta di un  discutibilissimo codice (quello di un passato estraniato da ogni realtà e privo di qualsivoglia verifica  come l’ordine cosidetto classico ) da adottare con urgenza e anche indifferenza ai vari aspetti di una realtà in rapido cambiamento . Torniamo così alla  tesi di Manfredi Tafuri del Classicismo come risultato di uno spopolamento  dovuto ad un fattore contingente esterno di grande impatto come la grande peste di metà del Trecento. Una tesi che fino a poco fa condividevo appieno anche io: ma attenzione!!! se vogliamo  scottarci le dita nelle fiamme,  per  approfondire ancora un tantino e subito dopo ritrarle e trarre nuove considerazioni, dobbiamo ancora andare un tantino indietro . Proprio sicuri che tutto sia stato dovuto ad un fattore casuale ma anche naturale, sia pure con tutta una ridda di spiegazioni/interpretazioni (carestia, guerre, spopolamento delle campagne, inurbamento delle città, collasso del sistema igienico sanitario ) degli anni precedenti l’esplodere del morbo come una pestilenza?  Fino a ieri, prima di questo ripresentarsi, dopo  settecento anni, di una condizione molto similare, in effetti si: certo solo gli imbecilli o i collusi e servi delle lobbies  medico/farmaceutiche hanno creduto e credono ancora ai pidocchi, alle pulci, ai topi, o anche ai pipistrelli o alle scimmie  come causa del morbo . Claude Bernard ai primi dell’ottocento era stato chiaro e lapidario “il microbo è niente, il terreno è tutto, ma più della intelligenza e del sapere potè il danaro (non a caso siamo sempre nell’era del dominio dei mercanti) e così si trovano sempre sedicenti studiosi più accomodanti, di cui l’esempio più calzante, che li riassume tutti è proprio Louis Pasteur, per sconfessare ogni raziocinio, ogni ricerca sensata e imporre il diktat, quello che i finanziatori dei farmaci, dei vaccini, i vari Rockfeller, Rotschild, Carnegie, per arrivare anche ai nostri giorni con altri loro adepti Gates, Soros, Fauci, hanno bisogno per  perseguire il loro mercimonio : un microbo colpevole. Ieri il batterio, il fungo, il micobatterio, il vibrone, dopo un po’ addirittura un qualcosa che non si può vedere, ma solo ipotizzare ed eleborare in vitro con scansioni computerizzate: il virus. Oggi però che siamo dentro alle fiamme, siamo altro che “al fuoco, al fuoco”  qualche  domandina viene da farsela : la rassomiglianza tra la società di metà del trecento e quella di oggi è piuttosto inquietante:  due periodi di passaggio di epoche, per dirla con Evola , dall’eta’ degli eroi,  che nel periodo medioevale avevano tentato di far ritorno se non proprio all’età dell’oro, perlomeno a quella dei guerrieri cioè l’eta’ d’argento, ovvero il Sacro Romano Impero, il ricorso alla sacralità, allo Spirito, alla tradizione, contro la mercificazione dell’età dei mercanti con il  loro umanesimo mercantilista, quel falso individualismo e il prevalere di una mentalità bottegaia, il tutto avallato da opportuni strumenti tecnici come la prospettiva, al passaggio che tali mercanti, rappresentanti dell’età del bronzo, divenuti pochissimi (monopolio del capitalismo) cercano di imporre alla totalità della popolazione e quindi realizzando l’ultima delle ere quella del ferro ovvero “dei servi” Allora la mia domandina e’ la seguente : se oggi è quanto mai palese che il pretesto di un inesistente virus, con relativa diffusione di immotivata paura  è utilizzato come una sorta di cavallo di Troia per far traghettare l’umanità allo stato di servi, non potrebbe essere che già settecento anni fa, gli antenati di quei pochissimi magnati tipo Rotschild, Rockfeller, che magari si chiamavano  Medici, Chigi, ma che oggi come ieri  tiravano le fila delle cose del mondo, abbiano pensato che potevano sfruttare a loro favore, una affezione che stava 
cominciando a diffondersi nelle città inurbate fino al collasso per causa di una precedente carestia che aveva spopolato le campagne? Attenzione la cronologia della epidemia del 1348 dice che solo la seconda ondata del morbo  fu estremamente letale, non quella iniziale detta peste bubbonica che consisteva in pustole che si formavano sul corpo a somiglianza di una psoriasi e di una lebbra (tipiche affezioni dermatologiche dovute ad una stretta comunanza di corpi in ambienti ristetti e scarse condizioni igieniche ). I morti quelli veri, tra l’altro , secondo me, gonfiati in modo abnorme,  si cominciarono ad avere solo quando la affezione dal derma cominciò a passare ai polmoni, alle vie aeree: questa e solo questa è “la peste nera”  che provocò tante vittime: un qualcosa che somiglia tanto ad una polmonite curata tra l’altro malissimo,  nel XIV secolo come d’altronde oggi nel  XXI (un’altra considerazione i numeri sono sempre esageratissimi, chi dice venti milioni di morti, chi quaranta, ma più che ai numeri, sempre a somiglianza tra lo ieri e l’oggi e tutti i periodi intermedi con altre epidemie, (quella di Roma del 1528 a seguito del famoso Sacco dei Lanzichenecchi, quella del 1630  dopo la Guerra dei 30 anni, quella della cosidetta “spagnola” dopo la prima guerra mondiale) c’è sempre la curiosa tendenza  all’iperbole ovvero a metafore  non direttamente collegate ad un referente di riscontro, ma ad una esagerazione di carattere emozionale, spesso e volentieri solo verbale, e non corredata di alcun dato preciso, in grado di colpire veementemente l’opinione pubblica specie quella meno informata e più ignorante, quindi più impressionabile “ il mondo si è dimezzato” “la tal città si è ridotta di oltre la metà” “muoiono come cavallette””ci sono stati più  morti in un anno, che tra tutti i reparti combattenti di ogni nazione belligerante nei 5 anni dell’intero conflitto (quest’ultima a proposito della Grande Guerra del 1914-18) “ Orbene vai a spiegare alle masse spaventate dalla diffusione del terrore mediatico di tipo sanitario  che quando si fanno questo tipo di associazioni è sempre perché non si dispone di dati certi (o non se ne vuole disporre) , in relazione poi all’ultima iperbole che avanzerebbe pretese di tipo statistico  ebbene basta soffermarsi un tantino su tali indici di riferimento per scoprire la magagna = ogni nazione belligerante avrà impiegato in reparti combattenti una media del 3%, massimo 4%  della sua popolazione , moltiplica tale percentuale per gli anni di guerra, e il dato confrontalo con la mortalità di un solo anno, ma dell’intera popolazione di una data nazione , per di più provata da anni di  guerra e quindi di disagio, malnutrizione, paura, preoccupazione, indigenza,etc. Ho fatto più volte cenno in questo e nei precedenti scritti su questo tema, al ricorso a parallelismi con il calcolo infinitesimale  con limiti, derivate e integrali ottenuti anche con numeri immaginari (proiezioni di numeri negativi) ed anche a vari effetti e principi della fisica quantistica tipo entenglement, doppia fenditura, indeterminazione, complementarietà, relatività e soprattutto ad uno speciale “integrale” elaborato dal fisico Richard Feynman detto “integrale sui cammini” che definisce tutte le possibilità di percorso di una data particella o flusso, fatti passare per una doppia fenditura: ebbene nella riesamina delle  vicissitudini di una pandemia, siamo grosso modo nella stessa situazione : può essere questo, ma può anche essere quello.

L’integrale sui cammini che si può evincere in un calcolo a ritroso nel 1348,
  come in uno di oggi, riguarda la possibilità che tutto l’amba aradam sotteso ad una certa emergenza, strombazzata fino all’esasperazione,  sia sotto sotto, un espediente con cui una classe dominante di pochi vuole accelerare un cambiamento indirizzandolo verso i propri interessi che sottendono nuove finalità. Non a caso la classe che sovraintende ai suddetti eventi, sia quella del 1348,  per statuto quella denominata dei “mercanti” in settecento anni ovviamente evolutasi, da banchieri bottegai che tuttavia prestavano soldi a Re, Principi, Signoria, alle moderne lobbies industriali di oligopolio capitalista, digitali e ipertecnologiche  a prevalenza di stampo medico/sanitario, in quanto più  facilitate a servirsi della paura come metodo di convincimento da diffondere con i capitali oramai quasi inesauribili del loro mercimonio. Detto in parole povere, io credo che tutte le epidemie della storia, siano state in realtà sempre e solo un espediente delle classi dominanti per portare il mondo sui binari del loro interesse: l’umanesimo, il codice classico ieri, la “reductio”
della norma e della tecnologia nei secoli successivi 
 ed infine appena ieri  la digitalizzazione della intera umanità, laddove l’invenzione di un morbo e di un contagio generalizzato,  poggiante solo su iperboli indefinite era  finalizzato ad un “great reset”  che per fortuna le recenti vicende di questo 2025  con l.e vittorie di Trump e l'affermarsi delle azioni di personaggi positivi come Putin, Orban, Georgescu e da noi in Italia  Vannacci e Rizzo, stanno sia pure con fatica neutralizzando  

IL CAPOVOLGIMENTO DEL FUTURO ANTERIORE

il Wall Street Journal ha riportato un rapporto del governo Usa dove si afferma che "GLI STATI UNITI STANNO CAPOVOLGENDO LA STORIA, ...